venerdì 11 dicembre 2009

Sei creato per amarmi

Ti ho creato perché ti amo; ti ho quindi creato per amore.
E, ovviamente, ti ho dato come legge l'amore.
Sei in questo mondo con un solo scopo: quello di amare.
Amare chi?
- il Signore, tuo Dio e Padre,
- te stesso,
- il tuo prossimo.
A me il primato assoluto.
Al dottore della legge che lo ha interpellato, Gesù dice: "ame­rai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente... e il prossimo tuo come te stesso" (cf. Mt 22, 37-39).
E a chi gli domanda il modo "per entrare nella vita eterna": "ama il Signore, Dio tuo, e il prossimo come te stesso" (cf. Lc 10, 25-28).

Non ci sono dubbi: creandoti per amore, non potevo assegnarti che un solo scopo degno della tua nobile natura: me stesso!
L'unica cosa importante e seria per te è quella "di conoscer­mi, di amarmi, di servirmi in questa vita per godermi nell' altra in Paradiso".' "Mi devi amare in ogni cosa e sopra ogni cosa".

2 E se così stanno le cose, non hai che due alternative:
- o ti apri liberamente a me col dono dell'amore,
- o snaturi la tua esistenza, rendendola inquieta e vuota.
Se sei costruito per accogliere l'Amore assoluto, non puoi appagarti di sole realtà terrene, anche se buone e valide. Sei pienamente libero; ma non lasciarti ingannare da facili illu­sioni.
Ti ho creato per me, tutto per me, soprattutto per me!
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Per amare me hai due vie diverse e complementari.
La prima consiste nel creare un rapporto diretto attraverso le forme di comunicazione proprie delle persone umane.
Mi ami pregandomi, parlandomi, invocandomi, offrendomi le tue gioie e le tue sofferenze, adeguandoti con fede alla mia vo­lontà...
La seconda consiste nel riconoscermi presente nella persona dei fratelli e amarmi in essi.
Se Gesù ha detto: «ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 40; cf. Rm 13, 8-10), ciò significa che ogni fratello, chiunque esso sia, è la mia immagine terrena, l'involucro dentro al quale io mi nascondo, il segno più evidente e parlante della mia presenza. Io e il fratello siamo due termini che si richiamano e si com­pletano.
E per questo motivo, arrivi a me, attraverso il fratello, servi me, servendo il fratello, ami me, amando il fratello.
E reciprocamente:
se vuoi aprirti a me, devi aprirti al fratello, se vuoi incontrare me, devi incontrare il fratello, se vuoi camminare con me, devi camminare col fratello.
La celebre espressione di Tertulliano: "hai visto il fratello: hai visto Dio!" richiama efficacemente il comandamento evangeli­co che può essere espresso così: "amerai il Signore Dio tuo amando il tuo prossimo".
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