giovedì 31 marzo 2011

143 - Chi non è con me è contro di me

Lc 11,14-23 Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse:«Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che ioscaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
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E’ lo Spirito Santo che ci libera dallo spirito maligno. Nel capitolo quarto del vangelo di Luca avevamo letto: "Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo… Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per tornare al tempo fissato" (Lc 4,1.13). La lotta che Gesù condusse contro satana nel deserto, ora continua. La sua forza è lo Spirito del Padre. Di fronte a questi due contendenti, ognuno deve schierarsi. Non è possibile rimanere neutrali (cfr v. 23). Le tentazioni che Gesù subì nel deserto ritornano continuamente durante la sua vita. Il diavolo e i suoi amicichiedono sempre e monotonamente la stessa cosa: un segno dal cielo (v. 16). E Dio dà i suoi segni: non quelli della potenza, ma quelli dell’umiltà. Il segno di Dio è il segno della Croce. Non può darne uno più grande. Là infattidona tutto se stesso e si rivela come amore infinito e incondizionato per noi. Vincere lo spirito del male è il primo obiettivo della missione di Gesù (cfr Lc 10,18) per donare all’uomo il suo Spirito di Figlio. Ogni vittoria sullo spirito di menzogna e di egoismo si ottiene solo con la forza dello Spirito di verità e di vita (cfr Lc 9,49-50). Satana ha vinto ogni uomo nel primo uomo, Adamo. Da allora egli è "l’uomo forte, bene armato" (v. 21) che fa la guardia ai suoi possedimenti, che sono tutti i regni della terra (cfr Lc 4,6). Gesù è "il più forte" (cfr Lc 3,16) preannunciato da Giovanni il Battista. Egli viene dall’alto come sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte (cfr Lc 1,78-79). La sua vittoria è automatica, come quella della luce sull’oscurità. Ad essa può sottrarsi solo chi chiude gli occhi nella cecità volontaria (cfr Gv 9,41). Gesù spoglia satana di tutte le sue armi, che sono quelle dell’avere, del potere e dell’apparire, quando more, spogliato di tutto, sulla croce. In questo modo restituisce all’uomo ciò che il demonio gli aveva tolto: la sua vera identità di immagine di Dio e la sua realtà di figlio di Dio. Lo stare con Gesù è la caratteristica della nostra vita presente (cfr Lc 8,2; Mc 3,4) e della nostra vita futura (cfr 1Ts 4,17). Chi non è con Gesù è con il diavolo. Non esiste una terza posizione, una terza possibilità. Padre Lino Pedron

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142 - Tanti anni di lotta...

È sopraggiunta la nuvolaglia della svogliatezza, della caduta d'interesse. Sono scesi acquazzoni di tristezza, con la netta sensazione di trovarti legato. E, per completare, ti ha teso l'agguato una spossatezza che nasce da una realtà più o meno oggettiva: tanti anni di lotta..., e sei ancora così indietro, così lontano. Tutto questo è necessario, e Dio vi fa assegnamento: per conseguire il «gaudium cum pace» la vera pace e la vera gioia, dobbiamo aggiungere alla convinzione di essere figli di Dio, che ci riempie di ottimismo, il riconoscimento della nostra personale debolezza. (Solco, 78)

Anche nei momenti in cui più brutalmente costatiamo i nostri limiti, possiamo e dobbiamo rivolgerci a Dio Padre, a Dio Figlio e a Dio Spirito Santo, consapevoli di partecipare alla vita divina. Non esistono ragioni sufficienti a farci volgere indietro lo sguardo; il Signore è con noi. Dobbiamo affrontare i nostri doveri fedelmente e lealmente, cercando in Gesù l'amore e lo stimolo per comprendere gli errori altrui e superare i nostri. E così la nostra miseria, la tua, la mia e quella di tutti gli uomini, servirà di sostegno al regno di Cristo. Riconosciamo le nostre infermità, ma confessiamo la potenza di Dio. La vita cristiana deve essere informata dall'ottimismo, dalla gioia, dalla certezza che il Signore vuole servirsi di noi. Consapevoli di essere parte della Chiesa santa, di essere saldamente ancorati alla roccia di Pietro e sostenuti dall'azione dello Spirito Santo, ci decideremo a compiere il piccolo dovere di ogni istante: seminare ogni giorno un po'. Il raccolto traboccherà dai granai. (E' Gesù che passa, 160)

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141 - Consacrazione a Maria

Consigli pratici
Perché l'Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria abbia una sua certa solennità, diamo i seguenti suggerimenti:Preparazione spirituale per la consacrazione con la confessione, il S. Rosario e, per chi può, la S. Messa.

LA FAMIGLIA CRISTIANA
La famiglia cristiana, per la grazia dei Sacramenti vissuta in una concreta esperienza di fede e di carità, si pone come segno e riflesso dell'Amore Trinitario e come attuazione originale e immagine della Chiesa, tanto da meritare il nome di "chiesa domestica" (cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11). Partecipa alla vita e alla missione della Chiesa, ricevendo e trasmettendo l'amore di Cristo.La famiglia cristiana offre a Dio il culto spirituale con la preghiera comune e l'offerta del proprio stare insieme, nella fatica e nel riposo, nella sofferenza e nella gioia, celebrando l'Eucaristia nel giorno del Signore, procedendo insieme nel cammino di fede (Cf. CEI, La verità vi farà liberi, 1071-72).

LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
Poste queste premesse, la consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato della Madre di Dio si propone come valido aiuto a quanti vogliono vivere meglio alla sequela di Cristo Gesù.Imitando le virtù di Maria, discepola perfetta di Cristo, la famiglia consacrata potrà testimoniare l'Amore di Dio nella Chiesa e nel mondo.L'impegno della famiglia che vuole vivere sotto la guida particolare del Cuore di Maria si può articolare in tre punti fondamentali: penitenza, preghiera, riparazione.
- Penitenza: consiste nella riconciliazione in Cristo con il Padre, con i propri fratelli, con se stessi. Ciò richiede da parte di ciascuno la volontà di evitare il peccato, di obbedire alla legge di Dio espressa nei Comandamenti e in ciò che insegna il Magistero della Chiesa. Il sacramento della Riconciliazione è quindi indispensabile quale segno visibile che arricchisce con gli abbondanti doni della Grazia e che fortifica l'anima del credente che vuole vivere nello spirito della penitenza. Infine, ciascuno compia i doveri del proprio stato accettandone anche la fatica, il dolore, l'incomprensione, e viva testimoniando Cristo nel momento e nella situazione in cui si trova.
- Preghiera: visto che qui è considerata nell'ambito familiare, bisogna porre l'attenzione sulla preghiera liturgica che comprende la Messa, la celebrazione dei Sacramenti, la Liturgia delle ore, e sulla preghiera comunitaria non ufficiale, che comprende l'Adorazione Eucaristica, la Via Crucis, il Rosario.Un'attenzione particolare merita il Rosario: la famiglia trovi il momento più adatto per pregare insieme nei giorni feriali e si unisca con Maria a lodare e ad invocare Gesù rivivendo con Lei i misteri salvifici del suo Figlio e meditandoli, come Lei, nel proprio cuore.La famiglia poi non manchi di porre la giusta attenzione alla lettura ed alla meditazione della Parola di Dio.
- Riparazione: la Croce di Cristo ricostruisce il giusto rapporto dell'uomo con Dio, riparando i danni causati dal peccato. Però "ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo" (Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 19).In questo senso ciascun membro della famiglia può "riparare" i peccati dei propri fratelli rivolti al cuore di Dio ed al cuore di Maria, offrendo, in unione al sacrificio eucaristico, il bene compiuto, le preghiere, i dolori, per la conversione dei peccatori.L'Eucaristia ha una sua centralità in questa azione "riparatrice" , e la famiglia, in virtù di questo orientamento spirituale verso il cuore di Maria, può sottolineare questa azione con la pia pratica dei primi sabati del mese.Le tre intenzioni principali da tener sempre presenti in questo impegno di vita sono: La conversione dei peccatori, la riparazione dei peccati e la Pace nel mondo.

Condizioni generali e preparazione
Poiché la consacrazione riguarda la famiglia, è logico che questa sia costituita da almeno due persone. Nel considerare l'impegno che questa consacrazione comporta, è bene che almeno due membri di una famiglia ne condividano i contenuti in modo che siano di testimonianza per gli altri membri e li invoglino indirettamente a condividere anche questa esperienza.Possono esserci nella vita di ogni famiglia momenti di incomprensione, di smarrimento, di chiusura, di non condivisione anche nei riguardi di questa esperienza di vita spirituale. Proprio questo non diventi motivo di ulteriore attrito, ma ognuno rispetti la libertà dell'altro offrendo solidarietà e comprensione. Per chi consacra anche la propria famiglia Ci si procuri una statuetta o un'immagine della Madonna e la si collochi in un luogo decoroso della propria abitazione perché vi rimanga sempre e diventi "l'angolo bello" della casa, davanti a cui pregare quotidianamente (Cf. Stefano de Fiores e Salvatore Meo, Nuovo dizionario di mariologia).

Questo Atto di Consacrazione può essere rinnovato ogni anno, o in altre circostanze particolari. <>
dal punto 217 del Trattato del Santo di Montfort


I PAPI E LA CONSACRAZIONE
La Madonna apparendo a Fatima nel 1917 chiese la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Il 31 Ottobre 1942, Papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria: " A voi, al vostro Cuore Immacolato, noi, in quest'ora tragica della storia umana, affidiamo, rimettiamo, consacriamo non solo la Santa Chiesa... ma anche tutto il mondo straziato da feroci discordie... " Paolo VI nuovo successore di Pietro, sentendo forte l’invito di Maria, avanzò sulla scia dei Papi che lo precedettero e il 21 novembre 1964, durante i lavori del Concilio Vaticano II, ricordò a tutti e rinnovò la “Consacrazione a Maria come atto di affidamento alla celeste Madre di tutta l’umana famiglia”. Pellegrino a Fatima il 13 maggio 1967, nel 50° anniversario delle apparizioni, Paolo VI invitò ”… tutti i figli della Chiesa a rinnovare personalmente la propria Consacrazione al Cuore Immacolato della Madre della Chiesa e di vivere questo nobilissimo atto di culto con una vita più conforme alla Volontà Divina, in uno spirito di filiale servizio e di devota imitazione della loro Celeste Regina”. A Paolo VI successe Giovanni Paolo I che, in soli 33 giorni di pontificato, riuscì a trasmettere a tutti il sorriso e l’amore di Cristo. Fu un Papa che, come ricorda bene la terra veneta, amava la Madonna con la semplicità, la purezza e l’abbandono di un vero figlio e che insegnò al mondo non solo come la Consacrazione deve essere enunciata, ma come deve essere realmente vissuta quotidianamente. Tra i grandi sostenitori della Consacrazione a Maria troviamo il Santo Padre Giovanni Paolo II che ha fatto della Consacrazione uno dei punti costanti e qualificati del suo Pontificato. Sia con i fatti che con le parole egli ha realizzato il motto del suo stemma Pontificale “Totus Tuus” (Tutto Tuo) ispirato alla dottrina spirituale del Santo di Montfort che per primo ha enunciato con molta semplicità le basi dottrinali della consacrazione. L’otto dicembre 1983, festa dell’Immacolata, il Santo Padre inviò una lettera riservata a tutti i Vescovi del mondo, invitandoli a prepararsi a celebrare con lui, tutti insieme, la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria il seguente 25 marzo 1984, sollenità dell’annunciazione. Il desiderio del Santo Padre era che i Vescovi consacrassero in quel giorno le Diocesi, i Parroci, le parrocchie, i parrocchiani, le famiglie e ogni singolo fedele consacrasse se stesso. Purtroppo, le cose non andarono in questo modo: non tutti i Vescovi si unirono al Papa e non tutti i Sacerdoti si unirono ai relativi pochi Vescovi consenzienti; di conseguenza la maggior parte dei fedeli non venne neppure a conoscenza della grandiosità dell’atto, e, quindi, non capì l’enorme importanza di quanto si stava facendo. La Consacrazione in sé, però, certo fu ugualmente valida, perché il Signore guarda il desiderio dell’uomo e non se riesce o meno ad attuarlo.

COSA SI INTENDE PER CONSACRAZIONE
E' Maria stessa dunque che ci chiede di affidarci e consacrarci a Lei. Maria Madre e Regina del Cielo e della terra, dal trono in cui siede osserva il mondo denso di pericoli e insicurezze, per questo desidera stringere i propri figli fra le sue braccia materne per avvicinarli a Lei. Dinanzi al senso di smarrimento e confusione in cui versa il mondo troveremo sicuro rifugio nel Tempio del suo Cuore Immacolato, come nell'Arca al tempo di Noè, così che il nostro cuore potrà palpiterà con il Suo in un incessante atto d'amore verso il Signore. Il Suo Cuore è, infatti, una fornace di purissimo fuoco: tutto brucia, tutto consuma, tutto trasforma, in esso saremo come "germogli" che crescono in un terreno immacolato e fertile; battito dopo battito ci sarà donato il suo stesso Spirito e la sua stessa capacità d'amare. Rinunciando volontariamente, per amore ai nostri interessi, alle nostre volontà, Maria ci prenderà per mano e come Madre piena di tenerezza, scoprendoci liberi da ogni ricchezza e attaccamento, potrà rivestirci della sua veste immacolata, del suo Splendore, di tutte le sue virtù introducendoci nell'intimo del Cuore di suo Figlio Gesù. Chi le è fedele si lascia portare da lei con la fiducia di un piccolo figlio, nella povertà e nell'umiltà, senza guardare ad alcuna creatura e senza attendere umane approvazioni, lasciandosi penetrare dal dolce suo sorriso che ci conduce ad amare ogni nostro fratello, come, sul legno della croce, fece Gesù. Il Cuore Immacolato della mamma del Cielo è la Strada Luminosa che ci conduce al gioioso incontro con Gesù, è il luogo più prossimo a Lui, la via più sicura per giungere alla sua Onnipotenza, la stessa che Gesù ha seguito per divenire uomo e venire a noi. Ecco perché è importante affidarci e consacrarci totalmente al suo Cuore così che la nostra umanità possa rivestirsi di bellezza divina. Maria nella tua pienezza di Grazia sei perfettamente unita a Dio, colma della sua presenza, per quanto, la stessa tua natura umana è in grado di contenere. E' per questa perfezione, in vista della tua maternità spirituale sull'umanità, che ci chiedi questo atto di fede nei tuoi riguardi poichè in te, solo risplende il Signore, consacrarci a te significa consacrarsi a Gesù.

ALCUNI PUNTI SULLA CONSACRAZIONE A MARIA SECONDO IL SANTO DI MONTFORT, DAL SUO TRATTATO
San Luigi Maria Grignion de Montfort è un Santo la cui spiritualità mariana è stata un esempio per moltissimi cristiani, così il motto del defunto Papa Giovanni Paolo II, "Totus Tuus", è di inspirazione monfortana esso stesso entrato nello stemma pontificio di questo Pontefice. Desidero in questo capitolo riportare alcuni punti del
trattato della vera devozione a Maria scritto da questo Santo dove sono esplicitate le ragioni per cui essere CONSACRATI a Maria al fine di esserlo perfettamente a Gesù. Dal trattato della vera devozione a Maria:
1) Per MEZZO della ss. Vergine Maria Gesù Cristo venne nel mondo, ancora per MEZZO di lei deve regnare nel mondo.
125) 3°. Ci si CONSACRA dunque nel medesimo tempo alla Santa Vergine e a Gesù Cristo: alla Santa Vergine come al MEZZO perfetto che Gesù Cristo ha scelto per unirsi a noi e per unirci a lui, e a Gesù Cristo Signore come al nostro ultimo fine, al quale noi dobbiamo tutto ciò che siamo, poiché è nostro Redentore e nostro Dio. 132) noi ci siamo offerti e CONSACRATI senza riserva al servizio di Gesù Cristo Signore e della sua santa Madre.
265) Maria (non) viene considerata come l'ultimo fine del nostro servizio. Questo fine ultimo è solo Gesù Cristo. Si prende invece Maria come FINE PROSSIMO, AMBIENTE MISTERIOSO e MEZZO FACILE per incontrarlo.

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140 - Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

Vergine di Fatima, Madre di Misericordia, Regina del Cielo e della Terra, rifugio dei peccatori, noi aderendo al Movimento Mariano, ci consacriamo in modo specialissimo al tuo Cuore Immacolato. Con questo atto di consacrazione intendiamo vivere con Te e per mezzo di Te tutti gli impegni assunti con la nostra consacrazione battesimale; ci impegnamo altresì ad operare in noi quell'interiore conversione tanto richiesta dal Vangelo, che ci distacchi da ogni attaccamento a noi stessi e ai facili compromessi col mondo per essere, come Te, solo disponibili a fare sempre la Volontà del Padre. E mentre intendiamo affidare a Te, Madre dolcissima e misericordiosa, la nostra esistenza e vocazione cristiana, perché Tu ne disponga per i Tuoi disegni di salvezza in quest'ora decisiva che grava sul mondo, ci impegnamo a viverla secondo i Tuoi desideri, in particolare per quanto riguarda un rinnovato spirito di preghiera e di penitenza, la partecipazione fervorosa alla celebrazione dell'Eucarestia e all'apostolato, la recita quotidiana del Santo Rosario ed un riguarda un rinnovato spirito di preghiera e di penitenza, la partecipazione fervorosa alla celebrazione dell'Eucarestia e all'apostolato, la recita quotidiana del Santo Rosario ed un austero modo di vita, conforme al Vangelo, che sia a tutti di buon esempio nell'osservanza della Legge di Dio, nell'esercizio delle virtù cristiane, specialmente della purezza. Ti promettiamo ancora di essere uniti al Santo Padre, alla Gerarchia ed ai nostri Sacerdoti, così da porre una barriera al processo di contestazione del Magistero, che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa. Sotto la Tua protezione vogliamo anzi essere gli apostoli di questa, oggi tanto necessaria, unità di preghiera e di amore al Papa, su cui invochiamo da Te una speciale protezione. Infine Ti promettiamo di condurre le anime con cui veniamo a contatto, in quanto ci è possibile, ad una rinnovata devozione verso di Te. Consapevoli che l'ateismo ha fatto naufragare nella fede un gran numero di fedeli, che la dissacrazione è entrata nel Tempio santo di Dio, che il male ed il peccato sempre più dilagano nel mondo, osiamo alzare fiduciosi gli occhi a Te, Madre di Gesù e Madre nostra misericordiosa e potente, ed invocare ancora oggi ed attendere da Te la salvezza per tutti i Tuoi figli, o clemente, o pietosa, o dolce Vergine Maria.
- con approvazione ecclesiastica -

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139 - Richiesta di preghiere 16/2011

37) Virginie, dalla Costa d'Avorio, chiede preghiere per Élisabeth e sua figlia Régina. ----------------------------------- Paese: Côte d'Ivoire - Contenuto: Aide, assistance et protection pour **** Élisabeth et sa fille Régina ------------------------38) Alain, dalla Francia, ci chiede di pregare perché riesca a rimediare ad un erore commesso qualche anno fa che ora rischia di danneggiare l'intera sua famiglia. -------------------------------------------------------------------------------------Je demande et implore Notre Seigneur Jésus Christ par l'intercession de la Vierge Marie de me porter secours et de remédier à ma situation délicate et désespérée suite à une mauvaise décision prise dans l'urgence en état de stress et sous pression il y a quelques années, qui risque de porter préjudice à l'ensemble de ma famille. Seigneur je me suis égaré du bon chemin, accordez- moi la grâce dont j'ai besoin votre miséricorde et votre pardon. Ayez pitié de moi et faite que ma demande soit exaucéeJ'essaierai de changer ce qui doit être changé dans ma vie afin de mieux répondre à vos appels avec un repentir sincère et une vraie contrition de coeur et ainsi retrouver le bon chemin à l'occasion de ce Carême 2011. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 39) Olga, dalla Francia, chiede preghiere per la difficile situazione finanziaria che sta attraversando. ------------ Gloire et louange à Vous ma Sainte Famille. Je vous bénis et je vous rends grâce. Mon Dieu, je t’en prie, viens à mon secours. Tu connais mes difficultés actuelles. Je Te demande pardon d’être dans cette situation financière difficile mais ne m’abandonne pas. Que ma maison ne soit pas vendue aux enchères. Que je puisse la vendre le plus rapidement possible. Que mes affaires marchent pour que je puisse payer toutes mes dettes. Je t’offre Oh Seigneur mes difficultés, par l’intermédiaire de la Vierge Marie en union avec le Sacrifice de Ton Fils Jésus Christ sur la croix pour ma cause. Et que Ta Volonté soit faites Seigneur. Amen. -------------------------------------------------------------------------------------------------- 40) Maria Chiara dalla Sardegna: Vi prego con tutto il cuore di pregare per la mia famiglia.Stiamo vivendo un momento di grave disagio economico e non riusciamo a uscire fuori dal tunnel. Non è l'amore che ci manca ma proprio il pane per vivere.Vi prego pregate per me.-----------------------------------------------------------------------------------------------------

martedì 29 marzo 2011

138 - Non turbarti nel riconoscerti come sei

Non ho bisogno di miracoli: per me sono più che sufficienti quelli della Scrittura. —Invece, ho bisogno del tuo compimento del dovere, della tua corrispondenza alla grazia. (Cammino, 362) -------------------------------------Ripetiamo con le parole e con le opere: Signore, confido in te; mi basta la tua provvidenza ordinaria, il tuo aiuto d'ogni giorno. Non dobbiamo chiedere al Signore grandi miracoli. Dobbiamo piuttosto supplicarlo di aumentare la nostra fede, di illuminare la nostra intelligenza, di fortificare la nostra volontà. Gesù resta sempre vicino a noi e si comporta sempre per quello che è.Fin dall'inizio della mia predicazione vi ho messo in guardia contro una falsa deificazione. Non turbarti quindi nel riconoscerti come sei: una creatura di fango. Non preoccuparti. Perché tu e io siamo figli di Dio — ecco la vera deificazione — scelti per chiamata divina fin dall'eternità: Ci ha scelti, il Padre, in Gesù Cristo, prima della fondazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto. Noi, che apparteniamo a Dio in modo peculiare e che, nonostante la nostra miseria, siamo strumenti suoi, saremo efficaci nella misura in cui non perderemo la cognizione della nostra debolezza. Le tentazioni ci segnalano le dimensioni della nostra miseria.Se provate tristezza costatando con evidenza la meschinità della vostra condizione, vuoi dire che è giunto il momento dell'abbandono completo e docile nelle mani di Dio. Narrano di un mendicante che un giorno si fece incontro ad Alessandro Magno chiedendo l'elemosina. Alessandro si fermò e diede ordine che lo facessero signore di cinque città. Il poveretto, sconcertato, esclamò: «Io non chiedevo tanto!». E Alessandro, di rimando: «Tu hai chiesto da quel che sei; io ti ho dato da quel che sono». (E' Gesù che passa, 160)-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

lunedì 28 marzo 2011

137 - Dio ama chi dona con gioia

Soffri! —Ebbene, ascolta: “Lui” non ha il Cuore più piccolo del nostro. —Soffri? È bene che sia così. (Cammino, 230) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ti avverto che le grandi penitenze sono compatibili anche con le cadute spettacolari provocate dalla superbia. Invece, con il continuo desiderio di piacere a Dio nelle piccole battaglie personali — ad esempio, sorridere quando non se ne ha voglia; e vi posso assicurare che, talvolta, un sorriso costa più di un'ora di cilicio —, è difficile dar spago all'orgoglio, alla ridicola ingenuità di considerarci eroi illustri: ci vediamo come bambini capaci di offrire al loro padre soltanto delle cose da nulla, che però sono ricevute con immensa gioia. Allora il cristiano deve sempre essere mortificato? Sì, ma per amore. Forse fino a questo momento non ci eravamo sentiti spinti a seguire così da vicino le orme di Cristo. Forse non ci eravamo resi conto che possiamo unire al suo sacrificio redentore le nostre piccole rinunce: per i nostri peccati, per i peccati degli uomini di ogni tempo, per il malvagio lavoro di Lucifero che continua ad opporre a Dio il suo non serviam! Come oseremo dire senza ipocrisia: «Signore, mi fanno male le offese che feriscono il tuo amabilissimo Cuore», se non saremo decisi a privarci di una piccola cosa, o ad offrire un piccolo sacrificio a lode del suo Amore? La penitenza — vera riparazione — ci lancia sul cammino della dedizione, della carità. Dedizione per riparare, e carità per aiutare gli altri, come Cristo ha aiutato noi.Da ora in poi, abbiate fretta di amare. L'amore impedirà di lamentarci, di protestare. Perché spesso sopportiamo le contrarietà, è vero; però ci lamentiamo, e allora, oltre a sprecare la grazia di Dio, gli impediamo, in futuro, di esigerci ancora. Hilarem enim datorem diligit Deus [2 Cor 9, 7]. Dio ama chi dona con gioia, con la spontaneità che nasce da un cuore innamorato, senza le smancerie di chi si dona come per fare un piacere. (Amici di Dio, 139-140))-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ---

136 - Gesù è mandato non per i soli Giudei

Lc 4,24-30------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C'eranomolti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. ********************************************************************** ******+*****Invece di aprirsi nella fede e lasciarsi coinvolgere nel dono di Dio, i suoi compaesani si bloccano e si irritano. Il messaggio viene accolto, ma il messaggero viene rifiutato. Il rifiuto nasce perché il messaggero pretende di essere ascoltato come inviato da Dio. La patria di Gesù lo rifiuta perché è un cittadino qualunque e non porta prove per sostenere la sua pretesa di essere l’Inviato da Dio. Gli abitanti di Nazaret vogliono un segno che dimostri che Gesù è veramente il Salvatore promesso; pretendono che Dio dimostri la missione del suo profeta in un modo che piaccia a loro: in altre parole, tentano Dio. Ma l’agire di Gesù non è influenzato da ciò che gli uomini pretendono: fa soltanto ciò che Dio vuole. Il profeta non agisce di sua iniziativa, ma è a disposizione solamente di Dio che l’ha mandato. Nell’Antico Testamento Dio ha disposto che Elia ed Eliseo non portassero il loro aiuto miracoloso ai loro connazionali, ma a dei pagani stranieri. A Gesù non è concesso di compiere miracoli nella sua città, ma a Cafarnao. Dio distribuisce la sua salvezza secondo la sua insindacabile volontà, perché la salvezza è grazia e non può essere pretesa per nessun motivo. Gesù non dà prova di sé con i miracoli; per questo gli abitanti di Nazaret si sentono in diritto, o addirittura obbligati, a condannarlo a morte come bestemmiatore. La punizione della bestemmia si iniziava spingendo all’indietro il colpevole, per mezzo dei primi testimoni, il fino a farlo cadere da un’altura. Tutta l’assemblea della sinagoga di Nazaret giudica Gesù, lo condanna e cerca di eseguire immediatamente la sentenza. Si preannuncia l’insuccesso di Gesù in mezzo al suo popolo. Egli verrà escluso dalla comunità del suo popolo, condannato come bestemmiatore e ucciso. Ma l’ora della sua morte non è ancora giunta. Della sua vita e della sua morte dispone Dio. Nazaret viene abbandonata per sempre. Gesù prende la strada verso altre terre. I testimoni delle sue grandi opere non saranno i suoi concittadini, ma gli estranei, i pagani. Dio può suscitare figli di Abramo dalle pietre del deserto. Il modo in cui Gesù ha scandalizzato i "suoi" di allora è identico a quello con cui scandalizza i "suoi" di oggi. La tentazione di addomesticare Cristo è di tutti e di sempre, ma Gesù non si lascia intrappolare: o lo si accoglie nel modo giusto o se ne va.§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§ Padre Lino Pedron **************************************************************************---

135 - Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo

Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo —il Grande Sconosciuto— perché è Lui che ti deve santificare. Non dimenticare che sei tempio di Dio. —Il Paraclito è nel centro della tua anima: ascoltalo e segui docilmente le sue ispirazioni. (Cammino, 57). La forza e il potere di Dio illuminano la faccia della terra. Lo Spirito Santo continua ad assistere la Chiesa di Cristo in modo che sia sempre e in ogni cosa un segno innalzato in mezzo a tutte le nazioni, per annunciare all'umanità la benevolenza e l'amore di Dio. Per quanto grandi possano essere i nostri limiti, noi uomini possiamo guardare con fiducia al Cielo e sentirci colmi di gioia: Dio ci ama e ci libera dai nostri peccati. La presenza e l'azione dello Spirito Santo nella Chiesa sono pegno e anticipo della felicità eterna, della gioia e della pace che Dio ha in serbo per noi (...). Ma questa nostra fede nello Spirito Santo deve essere piena e completa: non basta una vaga credenza nella sua presenza nel mondo, è necessaria una riconoscente accettazione dei segni e delle realtà alle quali in modo particolare ha voluto legare la sua forza. Quando verrà lo Spirito di verità — ha annunciato Gesù — mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Lo Spirito Santo è lo Spirito inviato da Cristo per operare in noi la santificazione che Egli ci ha meritato sulla terra. Pertanto non ci può essere fede nello Spirito Santo se non c'è fede in Cristo, nella dottrina di Cristo, nei sacramenti di Cristo, nella Chiesa di Cristo. Non è coerente con la fede cristiana e non crede veramente nello Spirito Santo chi non ama la Chiesa, chi non ha fiducia in essa, chi si compiace solo di denunciare i difetti e i limiti di coloro che la rappresentano, chi la giudica dall'esterno ed è incapace di sentirsi suo figlio. Pensate un momento a tutta la grandezza meravigliosa e sovrabbondante dell'opera del divino Paraclito quando il sacerdote, celebrando sull'altare la Santa Messa, rinnova il sacrificio del Calvario(E' Gesù che passa, 128 - 130). ---

sabato 26 marzo 2011

134 - Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre:
«Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati». Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». Ma il padre disse ai servi:«Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».
E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho maidisobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso». Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».


Questa parabola rivela il centro del vangelo: Dio come Padre di tenerezza e di misericordia. Egli prova una gioia infinita quando vede tornare a casa il figlio da lontano, e invita tutti a gioire con lui.
Gesù fin dall’inizio mangia con i peccatori (cfr Lc 5,27-32). Ora invita anche i giusti. Attaccato da essi con cattiveria, li contrattacca con la sua bontà, perché vuole convertirli. Ma la loro conversione è più difficile di quella dei peccatori. Non vogliono accettare il comportamento di Dio Padre che ama gratuitamente e necessariamente tutti i suoi figli: la sua misericordia non è proporzionata ai meriti, ma alla miseria. I peccatori a causa della loro miseria sentono la necessità della misericordia. I giusti, che credono di essere privi di miseria, non accolgono la misericordia.
Questo brano è rivolto al giusto perché occupi il suo posto alla mensa del Padre: deve partecipare alla festa che egli fa per il proprio figlio perduto e ritrovato. Questa parabola non parla della conversione del peccatore alla giustizia, ma del giusto alla misericordia.
La grazia che Dio ha usato verso di noi, suoi nemici, deve rispecchiarsi nel nostro atteggiamento verso i nemici (cfr Lc 6,27-36) e verso i fratelli peccatori (cfr Lc 6,36-38). Il Padre non esclude dal suo cuore nessun figlio. Si esclude da lui solo chi esclude il fratello. Ma Gesù si preoccupa di ricuperare anche colui che, escludendo il fratello, si esclude dal Padre.
Nel mondo ci sono due categorie di persone: i peccatori e quelli che si credono giusti. I peccatori, ritenendosi senza diritti, hanno trovato il vero titolo per accostarsi a Dio. Egli infatti è pietà, tenerezza e grazia: per sua natura egli ama l’uomo non in proporzione dei suoi meriti, ma del suo bisogno.
I destinatari della parabola sono gli scribi e i farisei, che si credono giusti. Gesù li invita a convertirsi dalla propria giustizia che condanna i peccatori, alla misericordia del Padre che li giustifica. Mentre il peccatore sente il bisogno della misericordia di Dio, il giusto non la vuole né per sé né per gli altri, anzi, come Giona (4,9), si irritagrandemente con Dio perché usa misericordia.
La conversione è scoprire il volto di tenerezza del Padre, che Gesù ci rivela, volgersi dall’io a Dio, passare dalla delusione del proprio peccato, o dalla presunzione della propria giustizia, alla gioia di esser figli del Padre.
Radice del peccato è la cattiva opinione sul Padre: e questa opinione è comune ai due figli. Il più giovane, per liberarsi del Padre, si allontana da lui con le degradazioni della ribellione, della dimenticanza, dell’alienazione atea e del nihilismo. L’altro, per imbonirselo, diventa servile.
Ateismo e religione servile, dissolutezza e legalismo, nihilismo e vittimismo scaturiscono da un’unica fonte: la non conoscenza di Dio. Questi due figli, che rappresentano l’intera umanità, hanno un’idea sbagliata sul conto del Padre: lo ritengono un padre-padrone.
Questa parabola ha come primo intento di portare il fratello maggiore ad accettare che Dio è misericordia.
Questa scoperta è una gioia immensa per il peccatore e una sconfitta mortale per il giusto. E’ la conversione dalla propria giustizia alla misericordia di Dio. La conversione consiste nel rivolgersi al Padre che è tutto rivolto a noi e nel fare esperienza del suo amore per tutti i suoi figli. Per questo il giusto deve accettare un Dio che ama i peccatori. Per accettare il Padre bisogna convertirsi al fratello.

Padre Lino Pedron
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133 - Una Madre che non ci abbandonerà mai

Non sei solo. — Né tu né io possiamo trovarci soli. E meno che mai se andiamo da Gesù attraverso Maria, poiché è una Madre che non ci abbandonerà mai. (Forgia, 249)

È il momento di ricorrere alla Madonna, tua Madre celeste, perché ti accolga fra le sue braccia e ti ottenga da suo Figlio uno sguardo di misericordia. E cerca subito di formulare propositi concreti: taglia finalmente, anche se fa male, quell'ostacolo piccolo che Dio e tu ben conoscete.
La superbia, la sensualità, la mancanza di senso soprannaturale, faranno combutta per sussurrarti: «Proprio quello? Ma se è una sciocchezza, una cosa di poco conto!». Tu rispondi, senza dialogare con la tentazione: «Mi piegherò obbedendo anche a questa richiesta divina».
Non te ne mancheranno i motivi: l'amore si dimostra in modo particolare nelle piccole cose. Normalmente, i sacrifici che il Signore ci chiede, i più impegnativi, sono piccoli, ma continui e preziosi come il battito del cuore.
Quante madri hai tu conosciuto che siano state protagoniste di un episodio eroico, straordinario? Poche, pochissime. Eppure, di madri eroiche, veramente eroiche, che non figurano in nessuna cronaca spettacolare, che non faranno mai notizia — come si dice —, tu e io ne conosciamo molte: vivono in continua abnegazione, sacrificando con gioia i loro gusti e le loro inclinazioni, il loro tempo, le loro possibilità di affermazione o di successo, per tappezzare di felicità i giorni dei loro figli. (Amici di Dio, 134)
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venerdì 25 marzo 2011

132 - Messaggio Medjugorje del 25/3/2011

Cari figli, oggi in modo particolare desidero invitarvi alla conversione. Da oggi inizi una vita nuova nel vostro cuore.
Figli, desidero vedere il vostro “si” e che la vostra vita sia il vivere con gioia la volontà di Dio in ogni momento della vostra vita.
Oggi in modo particolare Io vi benedico con la mia benedizione materna di pace, d’amore e d’unione nel mio cuore e nel cuore del mio figlio Gesù.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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131 - Annunciazione/2

L’Annunciazione del Signore è una delle principali feste mariane che la Chiesa ha inserito nel calendario Liturgico. L'episodio è descritto nel Vangelo di Luca (1, 26-38) : l'arcangelo Gabriele annuncia a Maria, vergine, sposa di Giuseppe, il concepimento del Figlio dell'Altissimo.
Il saluto e l'annuncio dell'arcangelo “ave gratia plena Dominus tecum benedicta tu in mulieribus” (28) hanno dato origine alla preghiera dell'Ave Maria.

Celebrare la festa dell'Annunciazione del Signore in un tempo liturgico in cui la Chiesa tende verso la Pasqua, può apparire una stranezza. Va tuttavia notato che il mistero dell'Incarnazione del Verbo eterno di Dio è finalizzato al mistero pasquale, il mistero (progetto) di Cristo.
La data esatta in cui avvenne l'Annunciazione è ignota, come pure quella della nascita di Gesù. La sua ricorrenza è convenzionalmente fissata al 25 marzo, nove mesi esatti prima del Natale, in quanto la dottrina cristiana fa coincidere l'Annunciazione con il momento del concepimento miracoloso di Gesù. Come curiosità, il 25 Marzo era una data simbolica e prestigiosa per l'inizio della nuova era cristiana (inizio anno), così tante altre feste erano datate in questo giorno; oggi resta solo questa.

Quella di oggi non è la festa di Maria, ma una solennità molto importante, perché celebra l'annuncio dell'angelo a Maria, l'inizio dell'incarnazione, il meraviglioso incontro tra il divino e l'umano, tra il tempo e l'eternità. È il Signore che si incarna in Maria. È Dio che sceglie, come Madre del proprio Figlio, una fanciulla ebrea, a Nazaret in Galilea.
Nella liturgia odierna, l'incarnazione è definita il grande segno dato da Dio agli uomini e l'inizio del grande sacrificio, quello per cui Gesù dice al Padre: “Ecco, io vengo a fare la tua volontà”.Si tratta del sacrificio perfetto, unico e definitivo, sostitutivo delle tante vittime sacrificali del Vecchio Testamento, che l'umanità offre a Dio attraverso Cristo. Già in questa totale offerta di Gesù al Padre per noi, si può cogliere il coinvolgimento pieno di Maria, che al termine del colloquio con l'angelo dà il suo sì con una espressione molto eloquente. Non dice solamente farò quanto hai detto, mi impegnerò a compiere questo servizio. Ma esprime una consacrazione:“sia fatto di me – della mia persona – quello che hai detto”.
Maria era cosciente di aderire ad una storia profetica, che sarebbe stata completata da suo figlio, per il quale Dio stesso aveva scelto un nome, quello di Gesù, che significa “Colui che salva, il Salvatore”.

L'annuncio in Maria è un ascolto che accoglie e genera. Così realizza in se stessa il mistero della fede, accettando Dio com'è. La povertà totale, “sono la serva del Signore”, di chi rinuncia all'agire proprio per lasciare il posto a Dio, è in grado di contenere l'Assoluto. È figura di ogni uomo e di tutta la Chiesa che, nella fede, concepisce e genera l'incomprensibile: Dio stesso.

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130 - Annunciazione

Dall'omelia del Servo di Dio Giovanni Paolo II
Santa Messa nella Basilica dell'Annunciazione Israele – Nazareth (Sabato, 25 Marzo 2000)


Carissimi Fratelli e Sorelle,
[...] 2. Siamo qui riuniti per celebrare il grande mistero che si è compiuto qui duemila anni fa. L'evangelista Luca colloca chiaramente l'evento nel tempo e nello spazio: « Nel sesto mese, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria» (Lc 1, 26-27). Per comprendere però ciò che accadde a Nazareth duemila anni fa, dobbiamo ritornare alla lettura tratta dalla Lettera agli Ebrei. Questo testo ci permette di ascoltare una conversazione tra il Padre e il Figlio sul disegno di Dio da tutta l'eternità. « Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo ... per fare, o Dio, la tua volontà» (10, 5-7). La Lettera agli Ebrei ci dice che, obbedendo alla volontà del Padre, il Verbo Eterno viene tra noi per offrire il sacrificio che supera tutti i sacrifici offerti nella precedente Alleanza. Il suo è il sacrificio eterno e perfetto che redime il mondo.

Il disegno divino è rivelato gradualmente nell'Antico Testamento, in particolare nelle parole del profeta Isaia, che abbiamo appena ascoltato: « Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele » (7, 14).Emmanuele: Dio con noi. Con queste parole viene preannunciato l'evento unico che si sarebbe compiuto a Nazareth nella pienezza dei tempi, ed è questo evento che celebriamo oggi con gioia e felicità intense. [...]

A Nazareth, dove Gesù ha iniziato il suo ministero pubblico, chiedo a Maria di aiutare la Chiesa ovunque a predicare la «buona novella» ai poveri, proprio come ha fatto Lui (cfr Lc 4, 18). In questo «anno di grazia del Signore», chiedo a Lei di insegnarci la via dell’umile e gioiosa obbedienza al Vangelo nel servizio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, senza preferenze e senza pregiudizi.

« O Madre del Verbo Incarnato, non disprezzare la mia preghiera, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi. Amen » (Memorare).
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129 - Commento sull'Annunciazione

Nell’annunciazione di Giovanni Battista l’angelo Gabriele va al tempio di Gerusalemme. Nell’annunciazione di Gesù l’angelo va a Nazaret, territorio che era ritenuto pagano e trascurato da Dio, quella Galilea dalla quale «non era sorto alcun profeta» (Gv 7,52). Natanaele si chiede: «Può venire qualcosa di buono da Nazaret?» (Gv 1,46).
Dio sceglie ciò che non ha appariscenza, ciò che è umile e disprezzato dagli uomini. La legge dell’incarnazione è questa: «Gesù annientò se stesso…umiliò se stesso» (Fil 2,7-8).
Ma a Gerusalemme, nel tempio, nel culto solenne, nel sacerdote che presiede la celebrazione Dio non trova la fede, cioè non trova amore, ubbidienza e accoglienza. A Nazaret invece, nella Galilea dei pagani, lontana dal tempio e dal culto, trova una fanciulla sconosciuta, la Maria, piena di grazia, di fede e di disponibilità.
Nell’Antico Testamento Dio abita nel tempio, nel Nuovo elegge la sua dimora tra gli uomini (Gv 1,14). Maria è il nuovo tempio, la nuova città santa, il popolo nuovo in mezzo al quale prende dimora Dio. Il nome di Gesù significa: Dio salva. «Jahvé, il tuo Dio, è dentro di te, potente salvatore» (Sof 3,17).
Il nome nuovo che Maria riceve: «Piena-di-grazia» è l’investitura per una particolare missione nel piano di Dio, destinata a modificare la sua vita e il corso intero della storia. L’espressione «il Signore è con te» indica la protezione e l’assistenza che Dio le accorda in vista del compito che è destinata ad assolvere.
Il turbamento di cui parla il vangelo (v. 29) indica la presenza di Dio e sottolinea l’origine divina della comunicazione che Maria riceve, ed è segno che le parole dell’angelo sono piene di mistero.
Maria cerca di capirne il significato ponendosi delle domande, ma inutilmente. Alla fine deve chiederne la spiegazione all’angelo. L’angelo dà la spiegazione di ciò che ha affermato nel saluto iniziale. La grazia accordata a Maria è la nascita miracolosa di un figlio. Dio attuerà il suo disegno intervenendo con la potenza del suo Spirito.
Le perplessità di Maria alle parole dell’angelo riecheggiano quelle di Abramo all’annuncio della nascita di suo figlio (Gen 18,14). La fede in Dio che può operare meraviglie e cose impossibili all’uomo, ha salvato all’incredulità Abramo; la stessa fede salva Maria (v. 37).
«Servi di Dio» sono coloro che hanno ricevuto una missione particolarmente importante e contemporaneamente danno prova di disponibilità, di remissività e di fede. Sulla bocca di Maria l’espressione «serva del Signore» riassume la sua missione e il coraggio con cui ha accettato l’invito divino che dà un significato nuovo e inatteso alla sua vita. «Serva del Signore» è il nome che ella stessa si attribuisce dopo quello datole dai genitori: Maria, e quello annunciatole dall’angelo: Piena-di-grazia. Maria è la serva del Signore perché accetta umilmente il disegno di Dio, anche se non riesce a comprenderne tutta la portata e tutte le conseguenze.
L’espressione «avvenga a me», nel testo originale greco, è una forma verbale chiamata ottativo e contiene in sé un desiderio ardente e un entusiasmo vivo di vedere attuato quanto le è stato proposto. Maria ci insegna che lavolontà di Dio va accolta con fede ed eseguita con gioia.

Padre Lino Pedron

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128 - L’annunciazione del Signore

Come innamora la scena dell'Annunciazione! - Maria - quante volte l'abbiamo meditato! - è raccolta in orazione... applica i suoi cinque sensi e tutte le sue facoltà al colloquio con Dio. Nell'orazione conosce la Volontà divina; e con l'orazione la rende vita della sua vita: non dimenticare l'esempio della Vergine! (Solco, 481)

Non dimenticare, amico, che siamo bambini.La Signora dal dolce nome, Maria, è raccolta in preghiera. Tu puoi essere, in quella casa, quello che preferisci: un amico, un servitore, un curioso, un vicino - Quanto a me, in questo momento non oso essere nessuno. Mi nascondo dietro di te e contemplo attonito la scena: l'Arcangelo pronuncia il suo messaggio Quomodo fiet istud , quoniam virum non cognosco? Come avverrà questo, se io non conosco uomo? (Lc 1, 34)
Alle parole di nostra Madre si affollano nella mia memoria, per contrasto, tutte le impurità degli uomini, anche le mie.Come detesto, allora, queste basse miserie della terra! Quanti propositi!Fiat mihi secundum verbum tuum. Si faccia di me secondo la tua parola (Lc 1, 38).
Nell'incanto di queste parole verginali, il Verbo si è fatto carne.Sta per terminare la prima decina Ho ancora il tempo per dire al mio Dio, prima di ogni altro mortale: Gesù, ti amo. (Santo Rosario, I° mistero gaudioso)
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giovedì 24 marzo 2011

127 - Ricorri subito alla Confessione

Se qualche volta cadi, figlio mio, ricorri subito alla Confessione e alla direzione spirituale: mostra la ferita!, perché te la curino a fondo, perché eliminino tutte le possibilità di infezione, anche se ti fa male come in un'operazione chirurgica. (Forgia, 192)

Ti riassumo la tua storia clinica: qui cado e lì mi rialzo...: quest'ultima cosa è ciò che conta. Ebbene, continua con quest'intima lotta, anche se procedi a passo di tartaruga. Avanti!Sai bene, figlio mio, fino a che punto puoi arrivare, se non lotti: l'abisso chiama l'abisso. (Solco, 173)

Hai capito in che cosa consiste la sincerità quando mi hai scritto: «Sto cercando di abituarmi a chiamare le cose col loro nome e, soprattutto, a non cercare appellativi per ciò che non esiste». (Solco, 332)

«Abyssus, abyssum invocat...» un abisso chiama l'altro, te l'ho già ricordato. È la descrizione esatta del modo di agire dei bugiardi, degli ipocriti, dei rinnegati, dei traditori: trovandosi a disagio con il proprio modo di comportarsi, nascondono agli altri le proprie frodi, per andare di male in peggio, scavando una voragine fra loro e il prossimo. (Solco, 338)

La sincerità è indispensabile per progredire nell'unione con Dio.— Se dentro di te, figlio mio, c'è un “rospo”, sputalo! Di' subito, come ti consiglio sempre, ciò che non vorresti che si sapesse. Dopo aver sputato il “rospo” nella Confessione, come si sta bene! (Forgia, 193)

Al momento dell'esame sta' in guardia contro il demonio muto. (Cammino, 236)
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126 - Amare significa ricominciare ogni giorno a servire, con segni operativi di affetto

Questi giorni mi dicevi sono trascorsi più felici che mai. E ti ho risposto senza esitazione: perché «hai vissuto» un po' più donato del solito. (Solco, 7)

Ricordate la parabola dei talenti. Il servo che ne aveva ricevuto uno, poteva — come i suoi compagni — impiegarlo bene, farlo fruttare, applicando le sue capacità. Invece che cosa decide? Ha paura di perderlo, e va bene. Ma poi? Lo sotterra! [Cfr Mt 25, 18], Così non dà frutto.
Deve farci riflettere questo esempio di timore malsano di mettere a frutto onestamente le capacità di lavoro, l'intelligenza, la volontà, tutto l'uomo. «Lo sotterro — pensa tra se quell'infelice — ma la mia libertà è salva!». No. La libertà ha aderito a qualcosa di molto concreto, all'aridità più povera e più sterile. Ha preso una decisione, perché non poteva non scegliere: e ha scelto male.
Niente di più falso che opporre la libertà al dono di se, perché tale dono è conseguenza della libertà. Ascoltate bene: una madre che si sacrifica per amore dei suoi figli, ha fatto una scelta; e la misura del suo amore esprimerà quella della sua libertà. Se l'amore è grande, la libertà sarà feconda, e il bene dei figli deriva da questa benedetta libertà, che comporta il dono di se, e deriva da questo benedetto dono, che è appunto libertà.
Ma, mi direte, quando abbiamo raggiunto ciò che amiamo con tutta l'anima, smettiamo di cercare. La libertà, in tal caso, è scomparsa? Vi assicuro che proprio allora la libertà è più operativa che mai, perché l'amore non si accontenta di adempimenti abitudinari, e non è compatibile con il tedio o l'apatia. Amare significa ricominciare ogni giorno a servire, con segni operativi di affetto.Insisto, vorrei inciderlo a fuoco in tutti: la libertà e il dono di se non sono contraddittori; si sostengono a vicenda. La libertà si può cedere soltanto per amore; non riesco a concepire altro genere di concessione. Non è un gioco di parole, più o meno felice. Nel dono di se volontario, in ogni istante della dedicazione, la libertà rinnova l'amore, e rinnovarsi significa essere sempre giovane, generoso, capace di grandi ideali e di grandi sacrifici. (Amici di Dio, 30-31)
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mercoledì 23 marzo 2011

125 - Benedizione

Possa il cammino venirti incontro,
possa il vento soffiare alle tue spalle,
possa il sole brillare caldo sul tuo volto,
cada dolcemente la pioggia sui tuoi campi e,
fino al nostro prossimo incontro,
Dio ti conservi sulla palma delle sue mani
***
(testo irlandese)
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124 - Preghiera per la pace

Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l' orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l'umanità:
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
minaccia per le tue creature
in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.

*

Giovanni Paolo II
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domenica 20 marzo 2011

123 - Memorare

MEMORARE, o piissima Virgo Maria, a saeculo non esse auditum quemquam ad Tua currentem praesidia, Tua implorantem auxilia, Tua petentem suffragia esse derelictum: ego, tali animatus confidentia, ad Te, Virgo virginum, mater, curro, ad Te venio, coram te gemens, peccator, assisto: noli, Mater Verbi, verba mea despicere, sed audi propitia, et exaudi. Amen.

Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, che non si è inteso mai al mondo che alcuno, ricorrendo alla Tua protezione, implorando il Tuo aiuto, e chiedendo il Tuo patrocinio, sia stato da Te abbandonato.

Animato da una tale confidenza, a Te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini, a Te vengo, dinanzi a Te contrito mi prostro a domandar pietà.
Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi. Amen.

S. Bernardo
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sabato 19 marzo 2011

122 - Preghiera a S.Giuseppe

Oh, san Giuseppe, custode di Gesù, sposo castissimo di Maria, che hai trascorso la vita nell’adempimento perfetto del dovere, sostentando col lavoro delle mani la Sacra Famiglia di Nazareth, proteggi propizio coloro che, fidenti, a te si rivolgono.

Tu conosci le loro aspirazioni, le loro angustie, le loro speranze: ed essi a te ricorrono, perché sanno di trovare in te chi li capisce e protegge.

Anche tu hai sperimentato, la prova, la fatica, la stanchezza: ma il tuo animo, ricolmo della più profonda pace, esultò di gioia inenarrabile per l’intimità col Figlio di Dio, a te affidato, e con Maria, sua dolcissima Madre.

Fa’ che anche i tuoi protetti comprendano di non essere soli nel loro lavoro, ma sappiano scoprire Gesù accanto a sé, accoglierlo con la sua grazia, custodirlo fedelmente, come tu hai fatto.

E ottieni che in ogni famiglia, in ogni officina, in ogni laboratorio, ovunque un cristiano lavora, tutto sia santificato nella carità, nella pazienza, nella giustizia, nella ricerca di ben fare, affinché abbondanti discendano i doni della celeste predilezione.


(Giovanni XXIII)
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venerdì 18 marzo 2011

121 - Messaggio Medjugorje 18/3/2011 (Mirjana, annuale)

Cari figli! Io sono con voi nel nome dell’Amore più grande, nel nome del buon Dio che si è avvicinato a voi attraverso mio Figlio e vi ha dimostrato il vero Amore.
Io desidero guidarvi sulla via di Dio. Desidero insegnarvi il vero Amore, che gli altri lo vedano in voi, che voi lo vediate negli altri, che siate fratelli a loro e che gli altri vedano in voi il fratello Misericordioso.
Figli miei, non abbiate paura ad aprirmi i vostri cuori.
Io con Amore materno vi dimostrerò che cosa aspetto da ciascuno di voi, che cosa aspetto dai miei apostoli.
Incamminatevi con Me.
Vi ringrazio.

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120 - La Potenza del Sangue di Cristo

Questo combattimento in sette parti dovrebbe essere inserito nelle nostre preghiere con carattere preventivo. Chi ha dei gravi problemi di varia natura, che potrebbero essere causati dagli spiriti del male, dovrebbe fare questa preghiera più volte al giorno, particolarmente nei momenti in cui si sente maggiormente attaccato o disturbato.
E’ una preghiera molto efficace perché è fondata sulla fede in Gesù Cristo, invoca il nome di Gesù, chiede allo Spirito l’immersione nella potenza salvifica del Sangue di Gesù. Diceva Santa Caterina da Siena: “Chi con la mano del libero arbitrio prende il Sangue di Cristo e lo applica al suo cuore anche se è duro come diamante lo vedrà aprirsi al pentimento e all’amore”. Il Sangue di Cristo è onnipotente. Il Sangue di Gesù racchiude la salvezza di tutto il nostro essere ed è particolarmente efficace contro tutte le forze del male.

Quello che segue è un modello per svolgere una preghiera vissuta nella potenza del Sangue di Cristo.

1-Lode e adorazione di Cristo e del suo preziosissimo Sangue

Signore Gesù, ti lodo e ti benedico perché hai offerto te stesso al Padre per salvare tutta l’umanità. Io ti appartengo perché tu mi hai riscattato dalla morte e mi hai unito a Te. Lode a te perché hai versato il Tuo Sangue Prezioso, il Sangue della Nuova Alleanza, il Sangue che dà la vita.
Lode e gloria a te, Signore Gesù: tu sei l’Agnello immolato per noi, l’Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo. Gloria al tuo nome Gesù e gloria al tuo preziosissimo Sangue versato per tutta l’umanità. Lode al tuo Sangue, al Sangue che ha vinto Satana, ha vinto il mondo, ha vinto il peccato, ha vinto la morte. Lode a te preziosissimo e glorioso Sangue di Gesù Cristo

2-Immersione nel Sangue di Gesù
Spirito Santo, tu che “prendi da Gesù e dai a noi” per la nostra salvezza, immergimi nel preziosissimo Sangue di Gesù Cristo: immergi tutto il mio spirito, tutta la mia anima, tutto il mio corpo. Lode a te Gesù perché il tuo Sangue mi lava, mi purifica, mi perdona, mi libera. Lode a Te Gesù, perché il tuo sangue mi guarisce, mi benedice, mi comunica la vita. Lode a Te Gesù perché il tuo Sangue prezioso penetra in tutto il mio essere e porta la tua pace, la tua salvezza, il tuo perdono, la tua stessa vita divina. Lode a te Gesù perché con il tuo Sangue mi riscatti, mi proteggi e mi fai vincere la mia battaglia contro le forze del male

3-Recisione di ogni male occulto
Nel Nome glorioso di Gesù Cristo, nella potenza del suo preziosissimo sangue io recido ogni legame occulto tra me e qualsiasi persona. Nel Nome benedetto di Gesù Cristo, nella potenza del suo preziosissimo Sangue in recido ogni legame negativo con qualsiasi persona. Nel Nome Santo di Gesù Cristo, nella potenza del suo preziosissimo Sangue io mi separo da ogni specie di male di qualsiasi genere che viene contro di me.

4-Distruzione di ogni contaminazione occulta
Nel Nome Santo e glorioso di Gesù Cristo, nella potenza del suo preziosissimo Sangue sia distrutta ogni contaminazione occulta penetrata dentro di me per effetto di qualsiasi rito magico, fattura, sortilegio, magia o cose del genere

5-Incatenamento di tutti gli spiriti del male
Nel Nome glorioso e benedetto di Gesù Cristo, per opera dello Spirito Santo e nella potenza del suo preziosissimo Sangue siano incatenati tutti gli spiriti del male che mi circondano, mi assediano, mi disturbano, mi opprimono, mi …… (nomina l’azione precisa che avverti) e siano posti sotto i piedi di Cristo in modo che non possano più tornare a me, a Lode e Gloria del Padre.

6-Comunione con il Sangue di Cristo per la guarigione
Spirito Santo ti prego nel Nome Santo di Gesù Cristo di riversare sulle mie ferite profonde, causate da qualsiasi azione occulta, il Sangue onnipotente di Gesù Cristo mio Signore e Salvatore, per la mia guarigione completa. Grazie Signore Gesù perché il tuo Sangue è balsamo prezioso che mi dona guarigione e forza a lode della tua Gloria.

7-Protezione nel Sangue di Gesù
Signore Gesù, il tuo Sangue prezioso mi avvolga e mi circondi come scudo potente contro tutti gli assalti delle forze del male in modo che io possa vivere pienamente in ogni istante nella libertà dei Figli di Dio e possa sentire la tua pace, rimanendo saldamente unito a te, a lode e gloria del tuo Santo Nome. Amen.

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119 - Nostra Signora di Akita/2

[segue da post precedente]
L’angelo che visitò la prima volta suor Agnese, ha continuato a parlarle per i 6 anni seguenti.

La statua della Beata Vergine Maria presso il convento delle Serve dell'Eucarestia ad Akita (la statua, nel corso degli anni, ha fatto registrare numerosi fenomeni soprannaturali)
Il 4 gennaio 1975 la statua di legno dalla quale suor Agnese aveva udito provenire la voce della Vergine inizia a lacrimare. La statuetta ha pianto per 101 volte nel corso dei sei anni e 8 mesi successivi.
Una truppe televisiva giapponese, mentre realizzava un servizio sugli eventi di Akita, ha potuto filmare la statua della Madonna mentre piangeva.
In diverse occasioni, la statua della Madonna, ha anche sudato profusamente e, secondo vari testimoni, il sudore emanava un dolce profumo. Sul palmo della mano destra è apparsa una ferita a forma di croce dalla quale stillava del sangue. Centinaia di persone sono state testimoni dirette di questi eventi prodigiosi. Diverse indagini scientifiche sono state eseguite sul sangue e sulle lacrime prodotte dalla statua. Le analisi condotte dal professor Sagisaka della Facoltà di Medicina Legale dell’Università di Akita, hanno confermato che il sangue, le lacrime e il sudore erano veri e di origine umana. Erano di tre gruppi sanguigni: 0, B e AB.

Nel 1981, una donna coreana, la signora Chun, con un cancro al cervello in fase terminale ottenne una guarigione immediata mentre pregava davanti alla statuetta. Il miracolo venne confermato dal dottor Tong-Woo-Kim dell’ospedale St. Paul Hospital di Seul e da don Theisen presidente del Tribunale Ecclesiastico dell’Arcidiocesi di Seul.
Il secondo miracolo fu la completa guarigione dalla totale sordità di suor Agnese Sasagawa.

La lacrimazione della statuetta in legno della Madonna nel convento delle Serve dell'Eucarestia ad Akita (le lacrimazioni accertate sono oltre un centinaio)
Nell’aprile 1984 monsignor John Shojiro Ito, vescovo di Niigata in Giappone, dopo un’ampia e approfondita investigazione durata diversi anni, dichiarò che gli avvenimenti di Akita sono da considerarsi di origine soprannaturale e autorizzò nell’intera diocesi la venerazione della Santa Madre di Akita.

Il vescovo affermò: "Il messaggio di Akita è la continuazione del messaggio di Fatima". Nella sua lettera pastorale che approva gli eventi di Akita come soprannaturali , il Vescovile di Niigata disse: "Dopo le indagini condotte fino al giorno presente, uno non può negare il carattere soprannaturale di una serie di eventi inspiegabili della statua della Vergine onorata a Akita (Diocesi di Niigata). Di conseguenza autorizzo che in tutta la diocesi affidata a me si veneri la Santa Madre di Akita."
Nel giugno 1988 il Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede presso la Santa Sede, espresse un giudizio definitivo sulla vicenda definendo gli eventi di Akita attendibili e degni di fede.
"Figlia mia, mia novizia, mi hai obbedito bene abbandonando tutto per seguirmi. E’ dolorosa l’infermità alle tue orecchie? La tua sordità sarà guarita, stanne certa. La ferita alla tua mano ti fa soffrire? Prega in riparazione ai peccati degli uomini. Ogni persona in questa comunità è la mia insostituibile figlia. Recitate bene la preghiera delle Serve dell’Eucarestia? Allora recitiamola insieme:
Sacratissimo Cuore di Gesù, realmente presente nella Santa Eucarestia, io consacro il mio corpo e la mia anima per essere interamente uniti con il Tuo Cuore che viene sacrificato in ogni istante in tutti gli altari del mondo, dando lode al Padre e invocando la venuta del Suo Regno. Ti prego, ricevi l’umile offerta di me stessa. Usami come desideri per la gloria del Padre e per la salvezza delle anime.Santissima Madre di Dio, non farmi essere separata dal tuo Divino Figlio. Ti prego, difendimi e proteggimi come tua figlia particolare. Amen

[vedere anche QUI].
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118 - Nostra Signora di Akita

Suor Agnese Katsuko Sasagawa di Akita, in Giappone, entrata, a 42 anni, nel convento delle "Serve della Sacra Eucarestia". Come attestano i registri del 12 maggio 1973, la suora era completamente sorda ed irrimediabilmente incurabile.
Il 12 giugno 1973, suor Agnese sente una voce (la religiosa è completamente sorda), e mentre prega vede una luce brillante provenire dal tabernacolo, questo fenomeno si verifica per diversi giorni.
Il 28 giugno, sulla sua mano sinistra appare una ferita a forma di croce, è molto dolorosa e le provoca una copiosa perdita di sangue.
Il 6 luglio, entra per pregare nella Cappella davanti a una statua realizzata in legno dallo scultore buddista M. Saburo Wakasa. "Quando mi avvicinai alla statua - riferisce Agnese -, sentii che la statua dava l'impressione di essere viva... era immersa nella luce e una voce risuonò nelle mie orecchie sorde". Secondo lei la Vergine le parlò esprimendo una promessa: "la tua sordità sarà guarita...". Il giorno seguente, quando le consorelle entrarono nella Cappella per pregare davanti alla Vergine, scoprirono con stupore che dalla mano destra della statua fuoriusciva del sangue. Osservarono con maggiore attenzione constatando che c'era una ferita a forma di croce identica a quella che aveva Suor Agnese. La ferita sanguinò tutti i venerdì del mese di luglio del 1973, così come avvenne con la ferita della religiosa.

Di lì a poco suor Agnese riceve dalla Madonna un messaggio nel quale le viene chiesto di pregare per il Papa, i vescovi e i sacerdoti e in riparazione ai mali degli uomini.

Messaggio del 6 luglio 1973 prima apparizione:
Alla fine della preghiera la voce dice:
"Prega molto per il Papa, i vescovi e i preti. Dal momento del tuo Battesimo hai sempre pregato per loro con fede. Continua a pregare molto, moltissimo. Racconta al tuo superiore tutto quello che è successo oggi e obbedisci a tutto ciò che ti dirà. Egli ha chiesto che tu preghi con fervore".
Messaggio del 3 agosto 1973 seconda apparizione:
"Figlia mia, mia novizia, ami il Signore? Se ami il signore ascolta quello che ho da dirti. E’ molto importante. Lo riferirai al tuo superiore. Molti uomini in questo mondo fanno soffrire il Signore. Io desidero anime che lo consolino per placare la collera del Padre Celeste. Desidero, con Mio Figlio, anime che dovranno riparare, per mezzo della loro sofferenza e della loro povertà, per i peccatori e gli ingrati. Affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande Castigo su tutta l’umanità.
Con Mio Figlio sono intervenuta tante volte per placare l’ira del Padre. Ho impedito l’arrivo di calamità offrendogli le sofferenze del Figlio sulla Croce, il Suo prezioso sangue e le anime dilette che Lo consolano formando una schiera di anime vittime. Preghiera, penitenza e sacrifici coraggiosi possono attenuare la collera del Padre. Io desidero anche questo dalla vostra comunità…che ami la povertà, che si santifichi e preghi in riparazione per l’ingratitudine e le offese di tanti uomini.
Recitate la preghiera delle Serve dell’Eucarestia consapevoli del suo significato. Mettetela in pratica; offrite in riparazione per i peccati tutto ciò che Dio può mandare. Fai in modo che tutte si sforzino, secondo le capacità e la posizione, di offrirsi interamente al Signore.
Anche in un istituto secolare la preghiera è necessaria. Già le anime che vogliono pregare stanno per essere radunate. Senza dare troppa importanza alla forma, siate fedeli e ferventi nella preghiera per consolare il Maestro".
E dopo un attimo di silenzio:
"Quello che pensi in cuor tuo è vero? Sei sinceramente decisa a diventare la pietra scartata? Mia novizia, tu che desideri appartenere senza riserve al Signore per diventare la degna sposa dello Sposo, fai i tuoi voti sapendo che devi essere appesa alla croce con tre chiodi. Questi tre chiodi sono: povertà, castità e obbedienza. Dei tre l’obbedienza è fondamentale. Nel totale abbandono, fatti guidare dal tuo superiore. Egli saprà come capirti e indirizzarti".
Il 13 Ottobre 1973, nell'anniversario dell'ultima apparizione e del miracolo di Fatima, riceve l’ultimo e più importante messaggio nel quale la Madonna dà alcune importanti indicazioni sulla natura e sulle conseguenze del Castigo. Si tratterà di una punizione più grande del Diluvio (dei tempi di Noè) e avrà luogo per mezzo del fuoco dal Cielo che annienterà gran parte dell’umanità, buoni e cattivi, senza risparmiare né religiosi né fedeli. Inoltre la Santa Vergine parla delle divisioni, della corruzione e delle persecuzioni che interesseranno la Chiesa, ad opera del Maligno, in un futuro prossimo.
Messaggio del 13 ottobre 1973 : terza e ultima apparizione:
"Mia cara figlia, ascolta bene ciò che ho da dirti. Ne informerai il tuo superiore".
Dopo un attimo di silenzio la Madonna continua dicendo:
"Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti.
Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti.
L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.
Con coraggio, parla al tuo superiore. Egli saprà come incoraggiare ognuna di voi a pregare e a realizzare il vostro compito di riparazione. E’ il vescovo Ito, che dirige la vostra comunità".

E dopo aver sorriso aggiunge:
"Hai ancora qualcosa da chiedere? Oggi sarà l’ultima volta che io ti parlerò in viva voce. Da questo momento in poi obbedirai a colui che ti è stato inviato e al tuo superiore.
Prega molto le preghiere del Rosario. Solo io posso ancora salvarvi dalle calamità che si approssimano. Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati".
[continua]
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117 - Rendici tuoi tabernacoli

O Cristo, avido di moltiplicare la tua presenza, fa’ di noi dei tabernacoli simili a quello che ti sei scelto di pietra o di metallo.
Riempici con la tua presenza eucaristica, silenziosa e insieme straripante.
Impadronisciti del nostro cuore, affinché questa dimora di carne ti appartenga.
Chiuditi in noi come hai voluto chiuderti sui nostri altari nella prigione del tuo amore, in una presenza ininterrotta.
Prendi tu stesso la chiave di questa intima dimora e custodiscila da padrone, affinché tu solo possa aprirla e possederla.
Accendi in essa la lampada che arde ininterrottamente: la tua luce capace di dissipare le nostre tenebre interiori e guidare il nostro cammino.
Santifica tutto in noi, affinché possiamo offrirti un vero santuario e rimanere degni di essere per sempre il tuo tabernacolo.
Rendici adatti a trasmettere agli altri, attraverso l’opacità della nostra povera persona, il tuo divino irraggiamento
Jean Galot
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giovedì 17 marzo 2011

116 - Esorcismo

In nome di Gesù Cristo nostro Dio e Signore, e con l'intercessione dell'immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, di san Michele Arcangelo, dei santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, fiduciosi intraprendiamo la battaglia contro gli attacchi e le insidie del demonio.

Ecco la croce del Signore, fuggite potenze nemiche.
Vinse il Leone della tribù di Giuda, il discendente di David.

Discenda su di noi, Signore, la tua misericordia.
Come abbiamo sperato in te.

Noi ti imponiamo di fuggire, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale, con tutte le tue legioni, riunioni e sette diaboliche, in nome e potere di nostro Signore Gesù + Cristo: sii sradicato dalla Chiesa di Dio, allontanato dalle anime create a immagine di Dio e riscattate dal prezioso Sangue del divino Agnello +. D'ora innanzi non ardire, perfido serpente, di ingannare il genere umano, di perseguitare la Chiesa di Dio, e di scuotere e crivellare, come frumento, gli eletti di Dio +.
Te lo comanda l'altissimo Dio, al quale, nella tua grande superbia, presumi di essere simile.
Te lo comanda Dio Padre + te lo comanda Dio Figlio + te lo comanda Dio Spirito Santo +.
Te lo comanda il Cristo, Verbo eterno di Dio fatto carne + che, per la salvezza della nostra progenie perduta dalla tua gelosia, si è umiliato e fatto obbediente fino alla morte; che edificò la sua Chiesa sulla ferma pietra (S.Pietro) assicurando che le forze dell'inferno non avrebbero mai prevalso contro di essa e che sarebbe con essa restato per sempre fino alla consumazione dei secoli.
Te lo comanda il segno sacro della Croce + e il potere di tutti i misteri della nostra fede cristiana.
Te lo comanda la eccelsa Madre di Dio, la Vergine Maria + che dal primo istante della sua Immacolata Concezione, per la sua umiltà, ha schiacciato la tua testa orgogliosa.
Te lo comanda la fede dei santi Pietro e Paolo e degli altri Apostoli +.
Te lo comanda il sangue dei Martiri, e la potente intercessione di tutti i Santi e Sante +.
Dunque, dragone maledetto, e ogni schiera diabolica, noi ti scongiuriamo per il Dio + vivo, per il Dio + vero, per il Dio + santo; per Dio, che ha tanto amato il mondo da sacrificare per esso il suo Figlio unigenito, affinché, chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna; cessa di ingannare le umane creature e di propinare loro il veleno della dannazione eterna: cessa di nuocere alla Chiesa e di mettere ostacoli alla sua libertà.
Vattene, satana, inventore e maestro di ogni inganno, nemico della salvezza dell'uomo. Cedi il posto a Cristo, sul quale nessun potere hanno avuto le tue astuzie; cedi il posto alla Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, che lo stesso Cristo ha acquistato col suo sangue. Umiliati sotto la potente mano di Dio, trema e fuggi all'invocazione che noi facciamo del santo e terribile Nome di quel Gesù che fa tremare l'inferno, a cui le Virtù dei cieli, le Potenze e le Dominazioni sono sottomesse, che i Cherubini ed i Serafini lodano incessantemente, dicendo: «Santo, Santo, Santo è il Signore, Dio delle celesti milizie».
Santo, Santo, Santo è il Signore Dio dell'universo!

Signore, ascolta la mia preghiera.
Il mio grido giunga a te.

O Dio del cielo, Dio della terra, Dio degli angeli, Dio degli arcangeli, Dio dei patriarchi, Dio dei profeti, Dio degli apostoli, Dio dei martiri, Dio dei confessori, Dio delle vergini, Dio che hai il potere di donare la vita dopo la morte, e il riposo dopo la fatica, giacché non vi è altro Dio fuori di te, né ve ne può essere se non tu, Creatore eterno di tutte le cose visibili e invisibili, il cui regno non avrà fine; umilmente ti supplichiamo di volerci liberare da ogni tirannia, laccio, inganno e infestazione degli spiriti infernali, e a mantenercene sempre incolumi. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Dalle insidie del demonio, liberaci, Signore.
Affinché la tua Chiesa sia libera nel tuo servizio, noi ti preghiamo. Ascoltaci, Signore.
Affinché ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa, noi ti preghiamo. Ascoltaci, Signore.

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mercoledì 16 marzo 2011

115 - Preghiera a S.Michele Arcangelo

Gloriosissimo Principe delle celesti milizie, Arcangelo san Michele, difendici nella battaglia contro le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia.
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Vieni in aiuto degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio.
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Tu sei venerato dalla Chiesa quale suo custode e patrono, e a te il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti.
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Prega, dunque, il Dio della Pace a tenere schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e danneggiare la Chiesa.
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Presenta all'Altissimo con le tue le nostre preghiere, perché discendano presto su di noi le sue divine misericordie, e tu possa incatenare il dragone, il serpente antico, satana, e incatenato ricacciarlo negli abissi, donde non possa più sedurre le anime.
Amen.
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lunedì 14 marzo 2011

114 - Salute degli infermi

A Te, Maria, Salute degli infermi, Consolatrice degli afflitti, affidiamo le lacrime, i sospiri e le speranzedi coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.
Sulle loro ferite scenda benefico il balsamo della consolazione e della speranza.
Unito a quello di Gesù, il loro dolore si trasformi in strumento di redenzione.
Il tuo esempio ci guidi a fare della nostra esistenza, anche nei momenti difficili, una continua lode all’Amore di Dio.
Rendici attenti ai bisogni degli altri, solleciti nel portare aiuto a chi soffre, capaci di accompagnare chi è solo, costruttori di speranza dove si consumano i drammi dell’uomo.
In ogni tappa gioiosa o triste del nostro cammino con affetto di Madre mostraci il tuo Figlio Gesù,o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

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