martedì 29 dicembre 2009

Andare in pace

Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo
Omelia 15 su Luca ; PG 13, 1838-1839

Simeone sapeva bene che nessuno avrebbe potuto far uscire l'uomo dal carcere del corpo con la speranza della vita futura se non, precisamente, quel bambino che egli teneva tra le braccia. Per questo gli disse : « Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace », perché finché non tenevo Cristo e non lo stringevo fra le braccia, io stesso ero come prigionero e non potevo liberarmi dai vincoli che mi stringevano. E dobbiamo notare che questo non vale per il solo Simeone, bensì per tutti gli uomini. Chi lascia questo mondo e vuole raggiungere il cielo, prenda Gesù nelle sue mani e lo abbracci, lo stringa al petto; soltanto allora potrà recarsi, pienamente felice, là dove desidera...
« Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio » (Rm 8,14); è quindi lo Spirito Santo a condurre Simeone nel Tempio. Se anche tu vuoi tenere Gesù, stringerlo tra le braccia, se vuoi divenire in tal modo degno di uscire dal carcere, devi con tutte le tue forze mirare a questo, lasciarti guidare dallo Spirito per giungere al Tempio di Dio. Eccoti fin d'ora nel tempio del Signore Gesù, cioè nella sua Chiesa ; esso è un tempio costruito con pietre vive (1Pt 2,5)...
Se davvero sei venuto nel Tempio mosso dallo Spirito, troverai il bambino Gesù, lo prenderai fra le braccia e gli dirai: « Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola ». Questa liberazione e questa partenza avvengono nella pace... E chi mai può morire in pace, se non colui che conosce quella pace di Dio, che supera ogni intelligenza e custodisce il cuore di colui che la possiede (Fil 4,7)? Chi si ritira in pace da questo mondo, se non colui che comprende che Dio è venuto in Cristo per riconciliare a sé il mondo?
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