martedì 30 aprile 2013

Epistolario di san Pio/28

110) Contentati di essere ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grande ape abile a fabbricare miele. 

111) Iddio riempirà il tuo vaso del suo balsamo. quando lo vedrà vuoto dei profumi del mondo. 

112) Non so dove andrò a finire, se si procederà sempre in questo modo.Ringrazio pero' il Signore, perché nonostante che in certi incontri massimamente soffro momenti pieni di angoscia, serbo però sempre, sebbene debbo farmi violenza, un animo allegro; e sembrami che un nuovo coraggio dolcemente mi scenda nel cuore. 
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Commento al Vangelo del 30/04/2013, mart. 5^ sett.Pasqua

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Preghiera del mattino del 30/IV/2013

Dio Padre onnipotente, tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito per riconciliare il mondo con te, scaccia la paura dai nostri cuori, concedici di vivere nella pace di Cristo e permettici così di vincere la sfida posta dalla fede in Cristo, tuo Figlio, nostro Signore, che vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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lunedì 29 aprile 2013

Per chi ha sofferto

Signore, rendimi calmo
e staccato da tutto,
ma senza indifferenza.
Che io sia aperto e buono, 
maturato dalla sofferenza, 
pronto a dare agli altri
quello che non ho avuto. 
Non mi resta niente.
A che cosa ancora
mi potrei aggrappare?
Eppure io vorrei
che la gioia di ogni uomo 
trovasse come un'eco
nel mio cuore pacificato. 
Piuttosto che soffrire 
senza utilità per nessuno 
e aggravare ulteriormente 
le tristezze del mondo,
vorrei che da tutte le lacrime che ho versato, 
mi venisse il potere di comprendere gli altri, 
fino nell'intimo del loro essere, 
là dove sono veramente se stessi, 
là dove aspettano l'amore.
Vorrei che il mio dolore 
servisse a qualcosa.
LUCIEN JERPHAGNON

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Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli

Mt 11,25-30 
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». 

L'opera di Gesù è presentata come rivelazione di Dio. Le "cose" che il Padre ha rivelato ai piccoli sono l'intero vangelo, cioè quella nuova comprensione di Dio e della sua volontà che è manifestata nei comportamenti e nelle parole di Gesù. 
I sapienti e gli intelligenti, ai quali il Padre ha tenuto nascoste queste cose, sono i rabbini e i farisei che restano ciechi di fronte alla chiarezza delle parole di Gesù e irritati perché predica ai poveri. 
I piccoli non sono i bambini, ma gli uomini senza cultura, senza competenza nelle scienze religiose. Concretamente, al tempo di Gesù, erano i poveri popolani disprezzati cordialmente dagli scribi e dai farisei. Di essi dicevano: "Un ignorante non può sfuggire al peccato e un uomo dei campi non può appartenere a Dio". Questo brano contiene un forte richiamo alla conversione rivolto a tutti, ma specialmente ai teologi. 
La rivelazione della sapienza di Dio non incontra l'uomo nella sua sapienza e assennatezza, ma dove smette di fare affidamento sulla propria sapienza. Dio dona la sua rivelazione a modo suo. 
Il cuore umano trova riposo quando accoglie come dono la bontà e l'amore di Dio e quando percorre deciso il cammino nel quale Cristo l'ha preceduto: il cammino della croce. Gli affaticati e gli oppressi sono coloro che penavano sotto le pesanti prescrizioni della legge e che si sentivano smarriti davanti alla dottrina difficile e complicata dei rabbini. 
Gesù invita tutti costoro a cercare nel suo vangelo la vera volontà di Dio: una volontà esigente, ma lineare e semplice, alla portata di tutti. Gesù si definisce mite e umile di cuore. Mite significa l'atteggiamento di Gesù nei confronti degli uomini, un atteggiamento lineare, coraggioso ma non violento; misericordioso, tollerante, pronto al perdono, ma anche severo ed esigente. Umile indica l'atteggiamento ubbidiente e docile alla volontà del Padre: un atteggiamento interiore, libero e voluto. Il "riposo" che Gesù offre, corrisponde alla promessa biblica di pace e felicità. 
Al seguito di Gesù, la volontà di Dio non è più un giogo oppressivo e duro, ma genera già ora quella pace gioiosa promessa agli umili e ai miti, garanzia della salvezza definitiva. Gli insegnamenti degli scribi e dei farisei, invece, sono "pesanti fardelli che impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito" (Mt 23,4) e producono allontanamento da Dio e disperazione di potersi salvare. 
Al contrario, il "carico" di Gesù è leggero; la religione cristiana non consiste nell'osservanza della legge giudaica ma nell'entrare nel rapporto del Figlio con il Padre assumendo l'atteggiamento dei piccoli. 
Tutti coloro che sono disillusi da ogni forma di religione che non salva e appesantisce la vita sono invitati a seguire Gesù che porta al mondo la religione vera e definitiva. Gesù si presenta " mite e umile di cuore". 
Mite significa il suo atteggiamento accogliente e misericordioso verso gli uomini. Umile di cuore indica il suo atteggiamento ubbidiente alla volontà del Padre. Gesù non è un maestro autoritario. Egli non impone agli altri i pesi che prima non ha portato lui. Il giogo è "suo" perché l'ha portato lui per primo ed è "leggero" perché non contiene ordini assurdi e impossibili. 
Lo ricordava Pietro nell'assemblea degli apostoli e degli anziani a Gerusalemme: "Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? 
Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati…" (At 15,10-11). E la prima lettera di Giovanni ci assicura: "I suoi comandamenti non sono gravosi" (1Gv 5,3). 
Padre Lino Pedron
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Preghiera del mattino del 29/IV/2013

Signore, il mondo cerca il segreto della felicità e la situa nella ricchezza. 
Fa' che troviamo la felicità nel servizio, nella santità e nell'umiltà. 
Liberaci dalla sete di potere e di gloria e fa' che cerchiamo prima di tutto il regno dei cieli, sapendo che ci darai tutto il resto in più.
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domenica 28 aprile 2013

Non eluderò la croce

Cristo Signore, hai molti che amano il tuo regno,  ma pochi che si preoccupano di portare la tua croce.
Molti desiderano la tua gioia,
 ma pochi le tue sofferenze.
Molti si siedono a tavola con te:
 tutti bramano di godere, pochi vogliono patire qualcosa per te.
Molti ti seguono fino alla frazione del pane, 
ma pochi sino a bere il calice della passione.
Molti ammirano i tuoi miracoli, 
pochi ti seguono nell'ignominia della croce.
Molti ti amano,
 quando non sono toccati dalle sventure.
Molti ti lodano e ti benedicono 
finché ricevono consolazioni da te. 
Ma se ti nascondi e per un istante si trovano soli, eccoli in pianto e in un profondo scoraggiamento.
Cristo Signore,
 non eluderò la tua croce!
Dall' «Imitazione di Cristo»

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Ho pensato a te, Maria

Ho pensato a te, Maria
e la mia solitudine
si è fatta meno pesante.
Ho pensato alla tua vita in quegli anni,
quando sembrava che tutti
ti avessero dimenticata. Anche tuo Figlio.

Sembrava che lui il mondo 
lo stesse salvando da solo. 
Invece tu eri presente ad ogni istante. 
Eri presente nel suo cuore quando parlava e quando taceva. 
Quando pregava e quando agiva. 
Quando ammaestrava e quando guariva...

Ho pensato a te, Maria. 
E ho scoperto che una madre 
non è mai tanto "sulla breccia", 
come quando si crede inutile. 
Perché la sua missione esteriore finisce. 
E comincia quella della presenza 
silenziosa, discreta.
Che sa sparire per anni.
E ricomparire al momento in cui 
tutti gli altri abbandonano... tradiscono. 
Una presenza tanto più viva, 
in quanto non chiede nulla per sé. 
Né tempo, né attenzioni.
E neppure il ricordo.

Oggi ho pensato a te, Maria. 
E ho capito il valore 
di questa mia vita, 
fatta di attese, di discrezione, 
di apparente dimenticanza. 
Una vita fatta solo d'amore.

ANNIE CAGIATI
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Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri

Gv 13,31-35 
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 

Con l'ingresso di satana nel cuore di Giuda, gli eventi precipitano; per questo Gesù esorta il traditore ad affrettarsi nell'attuare il suo disegno criminoso. Il traditore esce dalla luce, abbandona il Cristo luce del mondo (8,12) e si immerge nelle tenebre della notte (v. 30). 
Nel cuore di Giuda si è spenta la luce della fede; in lui regnano le tenebre dell'incredulità e dell'odio. E' notte! Appena il traditore è uscito, Gesù apre il cuore ai suoi amici che lo circondano. Egli è consapevole di essere giunto alla vigilia della sua morte e per questo si premura di spiegare loro il vero significato della sua partenza da questo mondo. 
La sua morte in croce non è la sua sconfitta, ma il suo trionfo, la sua glorificazione e il suo ritorno al Padre. Con la sua passione e morte Gesù esegue con obbedienza eroica il piano di salvezza voluto dal Padre e dimostra fino a che punto ama Dio e gli uomini. 
Attraverso la glorificazione di Gesù si compie anche la glorificazione del Padre. Dio è glorificato per mezzo di Gesù e in Gesù. Il Padre è glorificato dal Figlio con l'esaltazione di Gesù sul trono regale della croce. Da questo trono Gesù manifesta in pienezza la sua divinità (8, 28) e attira tutti a sé (12,32). L'appellativo "figlioli" (v. 33), usato da Gesù, esprime tutto l'amore e la confidenza per i suoi discepoli. 
Gesù avverte i suoi amici che sta per lasciarli. In questo momento essi non possono seguirlo; lo raggiungeranno più tardi. Il ritorno di Gesù al Padre non è un viaggio di piacere, ma di dolore: egli allude alla sua passione e morte. Pietro al momento presente non è in grado di imitare Gesù, nonostante la sua protesta di fedeltà fino al sacrificio della vita; egli lo seguirà con la prigionia e la morte, ma in seguito. 
Data l'insistenza di Pietro nell'affermare la sua fedeltà a Gesù fino al sacrificio della vita, il Signore gli predice l'imminente rinnegamento. Il riferimento al canto del gallo vuole indicare con chiarezza che Pietro rinnegherà tre volte Gesù proprio in quella stessa notte. 
Padre Lino Pedron
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Preghiera del mattino del 28/IV/2013

Signore, mio Dio, è con te che voglio cominciare questa nuova giornata. 
Ti ringrazio di questa mattina, e di essere sempre presente per me. 
Tu mi hai mostrato in tuo Figlio fino a che punto vuoi esserci vicino, e l'hai mostrato a me e a tutti gli uomini. 
Il suo amore ci fa vedere il cammino. 
È il tuo amore che vogliamo vivere. 
Tuo Figlio ci ha lasciato in testamento un comandamento: dobbiamo amarci gli uni gli altri come egli stesso ci ha amati. 
Concedimi la forza di amare anche coloro che non mi invitano a farlo e di riconoscere anche in loro il volto di tuo Figlio. 
Fammi diventare oggi il segno del tuo amore, affinché altri possano riconoscerti. 
Amen.
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sabato 27 aprile 2013

Vorrei essere come te, Maria

Vorrei essere come te Maria, per essere degna di ricevere il tuo Gesù! 
Vorrei avere il tuo cuore Maria, per amare intensamente il tuo Gesù! 
Vorrei avere i tuoi occhi Maria per contemplare e pensare fortemente il tuo Gesù! 
Aiutami Maria, a confidare, sperare, consolare ed amare sempre di più il tuo Gesù! 
(maria m.)
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Epistolario di san Pio/27

105) Tutte le stagioni dell'anno si trovano nell'anima tua. 

106) So che l'anima, vorrebbe che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, bisogna che vi sia questa vicissitudine. 

107) Cammina sempre di cotesto passo, nelle vie dell'amore e non ti affliggere se ti sembra che sia qualche volta , un po' lento. 

108) Gesù ti riempia del suo santo amore e ti conceda tutte quelle grazie che la tua bella anima desidera. 

109) Espandi pure la tua anima dinnanzi all'eterno sole, e non temere i suoi cocenti ed infuocati raggi.
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Preghiera del mattino del 27/IV/2013

Padre, noi cerchiamo la verità. 
Solo essa libera dalle tenebre e dalla disperazione. 
Portaci a tuo Figlio che è la Verità piena, la Via retta, la Vita vera e la gioia che ravviva il cuore stanco e angosciato.
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venerdì 26 aprile 2013

Commento al Vangelo del 26/04/2013, ven. 4^ sett.Pasqua

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Sapersi nulla davanti a Dio

È cosa molto grande sapersi nulla davanti a Dio, perché è proprio così. (Solco, 260) 

Lascia che ti ricordi, tra gli altri, alcuni sintomi evidenti di mancanza di umiltà: pensare che ciò che fai o dici è fatto o detto meglio di quanto dicano o facciano gli altri; 

  • volerla avere sempre vinta; 
  • discutere senza ragione o, quando ce l'hai, 
  • insistere caparbiamente e in malo modo; 
  • dare il tuo parere senza esserne richiesto, e senza che la carità lo esiga; disprezzare il punto di vista degli altri; 
  • non ritenere tutti i tuoi doni e le tue qualità come ricevuti in prestito; 
  • non riconoscere di essere indegno di qualunque onore e stima, persino della terra che calpesti e delle cose che possiedi; 
  • citarti come esempio nelle conversazioni; 
  •  parlar male di te, perché si formino un buon giudizio su di te o ti contraddicano; 
  • scusarti quando ti si riprende; 
  • occultare al Direttore qualche mancanza umiliante, perché non perda il buon concetto che ha di te; 
  • ascoltare con compiacenza le lodi, o rallegrarti perché hanno parlato bene di te; 
  • dolerti che altri siano più stimati di te; 
  • rifiutarti di svolgere compiti inferiori; 
  • cercare o desiderare di distinguerti; 
  • insinuare nelle conversazioni parole di autoelogio o che lascino intendere la tua onestà, il tuo ingegno o la tua abilità, il tuo prestigio professionale...; vergognarti perché manchi di certi beni... 

(Solco, 263)
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Preghiera del mattino del 26/IV/2013

Padre, desideriamo una dimora più bella, in cui regni la pace e in cui non ci siano più discordie. 
Ti ringraziamo per il dono di tuo Figlio: egli ci ha fatto capire che la sua dimora è la nostra, che suo Padre è il nostro Padre, perché egli è la Via, la Verità e la Vita.
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giovedì 25 aprile 2013

Messaggio di Medjugorje del 25/4/2013


Cari figli! 
Pregate, pregate, soltanto pregate affinché il vostro cuore si apra alla fede come il fiore si apre ai raggi caldi del sole.
Questo è il tempo di grazia che Dio vi da attraverso la mia presenza e voi siete lontani dal mio cuore.
Perciò vi invito alla conversione personale ed alla preghiera in famiglia.
La Sacra Scrittura sia sempre l’esortazione per voi.
Vi benedico tutti con la mia benedizione materna.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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Preghiera a San Marco evangelista

O Glorioso san Marco che foste sempre in onore specialissimo nella chiesa, non solo per i popoli da voi santificati, per il vangelo da voi scritto, per le virtù da voi praticate, e per il martirio da voi sostenuto, ma ancora per la cura speciale che mostrò Iddio per il vostro corpo portentosamente preservato sia dalle fiamme a cui lo destinarono gli idolatri nel giorno stesso della vostra morte, e sia dalla profanazione dei saraceni divenuti padroni del vostro sepolcro in Alessandria, fate che possiamo imitare tutte le vostre virtù.
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Commento al Vangelo del 25/04/2013, S. Marco evangelista

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Preghiera del mattino del 25/IV/2013

Signore Gesù, tu che sei risuscitato e asceso alla destra del Padre e hai dato alla tua Chiesa il comandamento missionario, accompagnala con la tua forza e la tua presenza nel suo lavoro apostolico ed evangelizzatore, perché il mondo intero creda, sia battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e che così sia salvato. 
Amen.
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Richiesta di preghiere 3/2013

13) Mariana da Bari: GESù MISERICORDIOSO,MADRE MIA,AIUTACI,NON LASCIATE CHE MIE GENITORI (NICOLA E, MARIA) PASSANO QUALCOSA DI MALE,AIUTATECI IN PROCESSO CHE HANNO CON I VICINI I CHE GIUDICI GIUDICANO IL GIUSTO I NON SI LASCIANO CORROTTI....I FATTE PACE IN QUESTE 2 FAMIGLIE..GRAZIE!! 

14) Roberta dall'Abruzzo: Vi chiedo di pregare per la conversione e la guarigione interiore di Fabio. Nulla è impossibile a Dio. 

15) Rosa dalla Calabria: per favore antonio mio figlio non sa che deve pregare non sa che deve cambiare ma a bisogno di preghiera soffre spirituale emozionale e rigettato dalle ragazze insomma soffre io non so più come pregare per lui so che ha bisogno della salvezza dell`anima. Grazie pregate per antonio 

16) M.Teresa: Per la vista di Barbara 

17) Stefy dal Veneto: chiedo preghiere per aumento di fede, speranza,carità. Per avere gioia e coraggio nella vita, riuscendo ad affrontarla con serenità. Vorrei che Gesù mi concedesse, se è la Sua volontà,di incontrare la persona con cui formare una famiglia. Chiedo anche uno sblocco per lavoro e studio. Grazie.
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mercoledì 24 aprile 2013

La fede di Maria

Tutti sappiamo che la fede è un dono, una luce che penetra le ombre e squarcia le tenebre. 
Ma...nessuno può avere la fede di Maria, per questa sua fede Elisabetta la chiamò "beata". 
Fede viva, gioiosa, tutta immersa nell'amore di Dio. 
La sua fede le ha fatto vedere che il Trono di Dio è l'unica roccia che non muta e non cade. Maria è nostro modello, maestra di formazione, lei è con noi, incessantemente e prega Dio affinché anche noi possiamo imitare questa sua fede fatta di dono e virtù. 
La fede di Maria non vacillò neppure sotto la croce quando vide il suo Figlio morto e crocifisso, Maria stette ferma senza fiatare, credette che su quella croce era inchiodato Dio. 
Restiamo alla scuola di Maria, viviamo i suoi messaggi ed imitiamone le virtù. 
Ave Maria! 
Maria M.
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Commento al Vangelo del 24/04/2013, merc. 4^ sett.Pasqua

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Servitore di tutti gli uomini

Quando si vive davvero la carità, non rimane tempo per cercare sé stessi; non c'è spazio per la superbia; non avremo in mente altro che occasioni di servire! (Forgia, 683) 

Pensate un po, alle caratteristiche di un somaro, ora che ne restano così pochi. Non pensate all'animale vecchio e cocciuto, che sfoga i suoi rancori tirando calci a tradimento, ma all'asinello giovane, dalle orecchie tese come antenne, austero nel cibo, tenace nel lavoro, che trotta lieto e sicuro. Vi sono centinaia di animali più belli, più abili, più crudeli. Ma Cristo, per presentarsi come re al popolo che lo acclamava, ha scelto lui. Perché Gesù non sa che farsene dell'astuzia calcolatrice, della crudeltà dei cuori aridi, della bellezza appariscente ma vuota. Il Signore apprezza la gioia di un cuore giovane, il passo semplice, la voce non manierata, gli occhi limpidi, l'orecchio attento alla sua parola d'amore. Così regna nell'anima. 
Se lasciamo che Cristo regni nella nostra anima, non saremo mai dei dominatori, ma servitori di tutti gli uomini. Servizio: come mi piace questa parola! Servire il mio Re e, per Lui, tutti coloro che sono stati redenti dal suo sangue. (E' Gesù che passa, nn. 181-182)
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Preghiera del mattino del 24/IV/2013

Signore, tu ci chiedi di chiamare Dio "Padre Nostro", perché lui solo è davvero paterno senza essere possessivo. 
Egli, anche se siamo peccatori, non ci chiama "servi", perché viviamo nel calore di una famiglia, non nella paura. 
Fa' che possiamo trasmettere ad un mondo agitato questa paternità che non opprime, quest'amore che innalza, illumina e rende liberi.
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martedì 23 aprile 2013

Io e il Padre siamo una cosa sola

Gv 10,22-30 
Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente ». Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». 

La festa della dedicazione del tempio di Gerusalemme ricorreva a metà dicembre. Con tale solennità i giudei celebravano l'anniversario della purificazione del tempio operata da Giuda Maccabeo (cfr 1Mac 4,36-59; 2Mac 10,1-8). 
I giudei mascherano la loro intenzione ipocrita, dichiarando di avere l'animo sospeso; fingono di avere il desiderio sincero di conoscere la verità. Gesù risponde richiamando le sue precedenti dichiarazioni, dalle quali potevano dedurre facilmente la sua messianicità. Egli, per invitare ancora una volta i suoi avversari alla fede, fa appello alla testimonianza delle sue opere straordinarie compiute nel nome del Padre: esse sono la garanzia divina della sua messianicità. 
I giudei non accettano la testimonianza divina delle opere compiute da Gesù perché non sono pecore di Cristo: le pecore di Cristo ascoltano la sua voce, i giudei invece non credono. Le pecore di Gesù si trovano in mani sicure, perché sono custodite con cura dal Padre e dal Figlio, queste due persone che vivono in comunione e in intimità perfetta, come dice Gesù: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (v. 30). Le parole di Gesù, di essere una cosa sola con Dio, si rivelano scandalose agli orecchi degli increduli giudei. 
In questo testo Giovanni pone sulla bocca di Gesù tre affermazioni che mettono in risalto l'identità delle pecore le loro caratteristiche in rapporto a Cristo: ascoltano la sua voce, lo seguono e non periranno mai. La qualità fondamentale di chi è aperto alla fede è anzitutto l'ascolto: "Chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato ha la vita eterna" (Gv 5,24). Chi ascolta il Maestro ha la vita e diventa suo confidente. E a sua volta è conosciuto da lui con una unione personale e profonda che si concretizza nell'amore (Gv 10,4). Ma l'ascolto implica il seguire Gesù, ed è azione e impegno. Chi si fida di Gesù, che "ha parole di vita eterna" (Gv 6,68), gode dei beni messianici e porta frutti di vita duratura (Gv 10,10-15; 14,6). 
Inoltre chi lo segue sarà custodito da lui (Gv 17,12), nessun ladro lo potrà rapire e nessuna prova o persecuzione lo vincerà perché Gesù, cosciente della sua missione, lo custodisce e lo preserva dai pericoli nella sicurezza e nella pace. Solo chi appartiene al gregge di Cristo riconosce nella sua parola la qualità di Messia e di buon Pastore, che agisce a nome del Padre, in unità di azione e di amore. 
Il credente, a differenza di colui che non è delle pecore di Cristo, sente vicino nella sua vita il Signore che gli dà sicurezza, perché in lui vede il Padre che gli dona la vita eterna, che è conoscenza del Padre e del Figlio (Gv 6,40; 17,3.22). 
Padre Lino Pedron
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Se sarete bambini non avrete dispiaceri

Se sarete bambini non avrete dispiaceri: i bambini dimenticano subito i loro guai per tornare ai giochi abituali. —Pertanto, abbandonandovi, non avrete di che preoccuparvi, giacché riposerete nel Padre. (Cammino, 864) 

All'inizio degli anni quaranta, mi recavo spesso a Valenza. Non avevo alcun mezzo umano, e con coloro che — come ora voi — si riunivano col povero sacerdote che vi parla, facevo orazione ovunque si potesse, qualche sera sulla spiaggia deserta. Come i primi amici del Maestro, ricordi? San Luca scrive che, alla partenza da Tiro, diretti con Paolo a Gerusalemme, tutti ci accompagnarono con le mogli e i figli sin fuori dalla città, e inginocchiati sulla spiaggia pregammo [Cfr. At 21,5.]. 
Un giorno, a sera inoltrata, durante un meraviglioso tramonto valenziano, vedemmo avvicinarsi una barca alla riva: ne balzarono fuori degli uomini bruni, forti come rocce, bagnati, a torso nudo, bruciati dal vento da sembrare di bronzo. Incominciarono a tirar fuori dall'acqua la rete tesa in mare dalla barca per la pesca a strascico: era piena di pesci lucenti, d'argento. Tiravano vivacemente, affondando i piedi nella sabbia, con sorprendente energia. D'improvviso sopraggiunse un bimbo, anche lui abbronzato: si avvicinò alla corda, l'afferrò con le sue manine e incominciò a tirare con evidente imperizia. Quei pescatori rudi, per nulla raffinati, certamente si sentirono intenerire il cuore, e consentirono al bambino di collaborare; non lo allontanarono, anche se più che altro era d'intralcio. 
 Pensai a voi e a me; a voi, che ancora non conoscevo, e a me; a questo nostro tirare le reti tutti i giorni, in tanti aspetti. Se ci presentiamo davanti a Dio nostro Signore come quel bambino, convinti della nostra debolezza, ma disposti ad assecondare i Suoi progetti, raggiungeremo la meta più facilmente: porteremo a riva la rete, piena di frutti abbondanti, perché dove le nostre forze vengono meno, interviene la potenza di Dio. (Amici di Dio, 14)
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Angelo Custode/38

Prendi le distanze da ciò che pensano e dicono dite gli altri. 
Gesù stesso ha dovuto affrontare l’incomprensione dei suoi parenti. 
Un giorno che stava tornando “a casa”, la folla si era assemblata a tal punto “che non poterono nemmeno mangiare" 
Irritati, “i suoi parenti dissero: ‘Ha perso la testa’ “ (Mc 3,20-21). 
Dio solo legge in fondo al cuore. 
Gioisci se vi trova parole per la sua gloria.
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Preghiera del mattino del 23/IV/2013

Padre, ti rendiamo grazie per la tua sollecitudine e per la tua bontà; ti rendiamo grazie per il dono di tuo Figlio, perché senza pastore ci saremmo sentiti abbandonati, senza guida ci saremmo smarriti e senza tuo Figlio non avremmo potuto conoscere te, nostro Padre.
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lunedì 22 aprile 2013

Epistolario di san Pio/26

102) Gesù sia il tuo sostegno e la tua porzione nel tempo e nella beata eternità. 

103) Gesù sia con noi sempre e ci assista nell'ora della comune prova. 

104) Vivi sempre rassegnata in tutte le contrarietà della presente vita.
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Commento al Vangelo del 22/04/2013, lun. 4^ sett.Pasqua

vedi al LINK
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Chi tra voi è nel dolore preghi !

Vorrei suggerire un triduo di preghiera composto dalla recita giornaliera del Santo Rosario per tutti gli ammalati di questo meraviglioso Gruppo.. 

A chi è segnato dalla sofferenza, dalla debolezza, dal dolore, é mia intenzione dare un volto, quello di Gesù. 
E' questo il Volto che riesco a raggiungere con gli occhi del cuore e ad ognuno di questi volti desidero portare quanto di più prezioso ho: la consolazione del Vangelo. 
Afferma Gesù quando invia i 72 discepoli: "Quando entrerete in una città e vi accoglieranno...curate i malati che vi si trovano e dite loro: si è avvicinato a voi il Regno di Dio". E San Giacomo nella sua lettera esorta: "Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. 
Chi è malato chiami a sè i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati" (Gc 5,13). 
Preghiamo per tutti i sofferenti, affinché abbiano sempre aperta la porta del loro cuore e non si chiudano nella rabbia, nel sospetto e nel giudizio. 
 Un grazie di cuore ed una preghiera particolare vanno a tutti i fratelli e sorelle che riescono a portare la croce con il sorriso. 
Grazie perché ci ricordate la verità che, con la fede, ogni uomo è sempre un uomo anche quando è crocifisso, sfigurato, irriconoscibile. 
Grazie perché ci rendete partecipi che la vita non è quella che rincorriamo ma è la vita vera e semplice che appartiene a tutti. 
Che il Signore vi benedica, vi sostenga e vi aiuti in questo pellegrinaggio. 
Ave Maria! 
Maria M.
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Nessuno dà ciò che non ha

Convinciti: il tuo apostolato consiste nel diffondere bontà, luce, entusiasmo, generosità, spirito di sacrificio, costanza nel lavoro, profondità nello studio, magnanimità nella donazione, aggiornamento, obbedienza assoluta e gioiosa alla Chiesa, carità perfetta... Nessuno dà ciò che non ha. (Solco, 927) 

Non dimenticarlo: siamo tanto più convincenti quanto più siamo convinti. (Solco, 929) 

 «Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». E, al termine del suo passaggio sulla terra, comanda: «Euntes, docete» andate e insegnate. Vuole che la sua luce brilli nella condotta e nelle parole dei suoi discepoli, te compreso (Solco, 930) 

È vecchia questa idea del cattolicesimo, e per questo è inaccettabile?... Ancor più antico è il sole, e non ha perso la sua luce; più arcaica è l'acqua, e ancora toglie la sete e rinfresca. (Solco, 937) 

Alcuni non sanno nulla di Dio..., perché nessuno gliene ha parlato in termini comprensibili. (Solco, 941) 

Credimi, l'apostolato, la catechesi, di solito dev'essere capillare: a uno a uno. Ciascun credente con il suo compagno più vicino. A noi figli di Dio interessano tutte le anime, perché ci interessa ogni singola anima. (Solco, 943)
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Preghiera del mattino del 22/IV/2013

Signore, tu solo sei il Buon Pastore e il vero re. 
La tua corona fu una corona di spine, il tuo scettro un simbolo di sacrificio. Concedici la grazia di usare il nostro potere al servizio del prossimo e di essere, come il Buon Pastore, la porta attraverso la quale altri entreranno nel Regno.
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domenica 21 aprile 2013

Alle mie pecore io do la vita eterna

Gv 10,27-30 
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». 

I giudei non accettano la testimonianza divina delle opere compiute da Gesù perché non sono pecore di Cristo: le pecore di Cristo ascoltano la sua voce, i giudei invece non credono. 
Le pecore di Gesù si trovano in mani sicure, perché sono custodite con cura dal Padre e dal Figlio, queste due persone che vivono in comunione e in intimità perfetta, come dice Gesù: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (v. 30). Le parole di Gesù, di essere una cosa sola con Dio, si rivelano scandalose agli orecchi degli increduli giudei. 
In questo testo Giovanni pone sulla bocca di Gesù tre affermazioni che mettono in risalto l'identità delle pecore e le loro caratteristiche in rapporto a Cristo: 

  • ascoltano la sua voce, 
  • lo seguono, 
  • non periranno mai. 

La qualità fondamentale di chi è aperto alla fede è anzitutto l'ascolto: "Chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato ha la vita eterna" (Gv 5,24). 
Chi ascolta il Maestro ha la vita e diventa suo confidente. E a sua volta è conosciuto da lui con una unione personale e profonda che si concretizza nell'amore (Gv 10, 4). 
Ma l'ascolto implica il seguire Gesù, ed è azione e impegno. Chi si fida di Gesù, che "ha parole di vita eterna" (Gv 6,68), gode dei beni messianici e porta frutti di vita duratura (Gv 10,10-15; 14,6). 
Inoltre chi lo segue sarà custodito da lui (Gv 17,12), nessun ladro lo potrà rapire e nessuna prova o persecuzione lo vincerà perché Gesù, cosciente della sua missione, lo custodisce e lo preserva dai pericoli nella sicurezza e nella pace. 
Solo chi appartiene al gregge di Cristo riconosce nella sua parola la qualità di Messia e di buon Pastore, che agisce a nome del Padre, in unità di azione e di amore. 
Il credente, a differenza di colui che non è delle pecore di Cristo, sente vicino nella sua vita il Signore che gli dà sicurezza, perché in lui vede il Padre che gli dona la vita eterna, che è conoscenza del Padre e del Figlio (Gv 6,40; 17,3.22). 
Padre Lino Pedron
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Sereno davanti alle preoccupazioni

Se avendo fissato lo sguardo in Dio sai mantenerti sereno davanti alle preoccupazioni, se impari a dimenticare le piccolezze, i rancori e le invidie, ti risparmierai la perdita di molte energie, di cui hai bisogno per lavorare con efficacia, al servizio degli uomini. (Solco, 856) 

Lotta contro le asprezze del tuo carattere, contro il tuo egoismo, contro la tua comodità, contro le tue antipatie... Oltre al fatto che dobbiamo essere corredentori, il premio che riceverai pensaci bene sarà in strettissima relazione con la semina che avrai fatto. (Solco, 863) 

Compito del cristiano: annegare il male nella sovrabbondanza del bene. Non si tratta di far campagne negative, né di essere anti-qualcosa. Al contrario: si tratta di vivere di affermazioni, pieni di ottimismo, con gioventù, allegria e pace; di guardare tutti con comprensione: quelli che seguono Cristo e quelli che lo abbandonano o non lo conoscono. Ma comprensione non significa astensionismo, né indifferenza, bensì azione. (Solco, 864) 

Paradosso: da quando mi sono deciso a seguire il consiglio del Salmo: «Getta sul Signore il tuo affanno, ed Egli ti darà sostegno», di giorno in giorno ho meno preoccupazioni per la testa... E al tempo stesso, con il lavoro opportuno, si risolve ogni cosa con più chiarezza!(Solco, 873)
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Preghiera del mattino del 21/IV/2013

O Gesù che sei una cosa sola con il Padre, fa' che io sappia riconoscere la tua voce che mi parla attraverso gli avvenimenti quotidiani. 
Tu mi conosci per nome e sai che, senza di te, mi perderei. 
Voglio restarti vicino per farmi da te condurre nell'intimità del Padre e dello Spirito Santo.
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sabato 20 aprile 2013

Madre Teresa di Calcutta/21

Rinunciamo deliberatamente a tutti i desideri di vedere il frutto della nostra fatica, facendo tutto quello che possiamo e come meglio ne siamo capaci, lasciando il resto nelle mani di Dio.
Madre Teresa di Calcutta
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Angelo Custode/37

Sii radicato in Gesù, tuo Salvatore, costruisci la tua vita su di Lui; resta saldo nella fede, così come te l’hanno insegnata; sii traboccante di azioni di grazie (cfr. Col 2,6-7). 
Questo attaccamento al Signore ti protegge nelle tempeste più violente della vita. Rimarrai attaccato saldamente allo Spirito, calmo anche nelle tormente che non mancheranno di assalirti. 
Così, non prestare mai attenzione ai propositi ingannevoli e vedi come i cattivi pastori agiscono per smarrire le pecore del Buon Pastore.
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Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Gv 6,60-69 
Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 

In questo brano viene descritta la reazione negativa dei discepoli alla rivelazione di Gesù sul pane della vita. 
I giudei e i discepoli manifestano la loro incredulità. 
Queste persone non sono rinate dallo Spirito Santo, perciò non possono credere alla rivelazione di Gesù. Per questo il discorso di Cristo appare loro duro, ossia assurdo e inaccettabile. 
Di fronte allo scandalo dei discepoli che non credono, Gesù parla subito dell'evento conclusivo della sua esistenza terrena, che potrebbe essere motivo di uno scandalo maggiore: è Gesù con la sua natura umana che sale al cielo. Lo scandalo dell'ascensione sta nel fatto che un "uomo" sia salito presso Dio, dove svolge la sua funzione di avvocato in nostro favore (1Gv 2,1). 
La ragione per cui i discepoli rimangono increduli è che non si lasciano vivificare dallo Spirito Santo e perciò sono dominati dalla carne, cioè sono schiavi della natura umana e dell'istinto, che non può accettare il sublime mistero della rivelazione del Figlio di Dio. 
Per quanto riguarda la rivelazione del Figlio di Dio, la carne (= tutte le capacità dell'uomo) non giova a nulla perché solo lo Spirito dà la vita di Dio. 
La natura umana infatti è incapace di trascendere i suoi limiti per accogliere le parole di Gesù che sono Spirito e Vita. 
 Di qui la necessità della fede per ricevere la rivelazione di Cristo e il suo corpo e il suo sangue nell'Eucaristia. Solo lo Spirito Santo può far salire l'uomo al livello divino delle parole del Cristo. Proprio per questo, negli scritti di Giovanni, lo Spirito Santo è presentato come lo Spirito della verità (Gv 14,17; 15,26; ecc.), ossia come la persona divina in funzione della rivelazione di Gesù, in quanto deve far penetrare nel cuore degli uomini la rivelazione del Verbo incarnato. 16 Gesù termina il suo soliloquio constatando con tristezza che alcuni dei suoi discepoli non credono. 
Egli dà la spiegazione ultima dell'incredulità dei discepoli, come aveva fatto a proposito dei giudei (v. 44). 
L'adesione alla persona di Gesù è un dono di Dio, che l'uomo può accogliere o rifiutare. Nel v. 66 si descrive la conclusione della crisi spirituale dei discepoli increduli: abbandonano Gesù e non lo seguono più. Dinanzi alla defezione massiccia di tanti discepoli, Gesù mette alla prova anche i Dodici, chiedendo loro: "Volete andarvene anche voi?" (v. 67). 
Gesù invita gli apostoli a rinnovare la loro scelta: o accettare la sua rivelazione, anche sconcertante, o abbandonarlo e andarsene. La risposta all'interrogativo provocatorio del Cristo viene da Simone Pietro, il quale, a nome dei Dodici, professa la sua fede nella messianicità divina di Gesù. Egli riconosce in Gesù il Signore che ha parole di vita eterna. 
Quello che per gli altri è un discorso duro, assurdo e inaccettabile (v. 60), per Pietro sono parole di vita eterna (v. 68). 
La medesima cosa è scandalosa per l'uomo carnale e fonte di vita eterna per il credente. 
Padre Lino Pedron
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Preghiera di guarigione dell'anima e del corpo/2


Preghiera di guarigione dell’anima e del corpo del 16 Aprile 2013
prega P. Marinko Šakota
Alleluia, alleluia, alleluia…
Gesù dice: “Io sono con voi fino alla fine del mondo.”  Credi che Gesù è qui con noi?
Dice ai discepoli: “Non abbiate paura: io sono con voi: credete!”
Hai paura? C’è la paura forse dentro di te? A chi credi: alla paura o a Gesù?
Nel profondo della tua anima chiedi a Gesù: “Rafforza la mia Fede! E tu, Gesù, sei adesso qui con me. Che io non abbia più paura perché io possa credere in te! Che io creda a te e non alle mie paure! Gesù, io credo in te!”
Dal profondo del tuo cuore ripeti dentro di te: “Gesù, credo in te!”
Maria disse all'Angelo: “A Dio nulla è impossibile.” Lo credi? Credi che Dio ti perdona, che tutto ti è stato perdonato? Credi che Dio ama, ti ama e ti accetta così come sei?
Dal profondo del tuo essere di’:”Gesù, io credo che tu mi ami! Credo che tu mi perdoni! Gesù, io credo che tu mi accetti così come sono. Gesù, io ti credo.”
Grazie, Gesù... + Alleluia...
Gesù dice: “L’occhio è la lucerna del corpo, lampada del corpo.
”Com'è il tuo occhio? Come vedi tu le cose, la vita? Forse sei cieco.
Se non vedi tutto il creato e non noti questa giornata bellissima, forse non ammiri la bellezza del creato, forse non ti meravigli di tutte queste meraviglie che sono attorno a noi: vedi soltanto ciò che tu non hai, che tu non possiedi, vedi soltanto le difficoltà, e non vedi i lati positivi negli altri. Se vedi soltanto gli errori degli altri, se non vedi i lati positivi nelle persone, prega adesso Gesù: “Gesù, apri i miei occhi, perché io veda tutte le tue creature, perché io veda la bellezza delle tue creature.
Apri i miei occhi, Gesù, perché possa meravigliarmi, perché possa gioire. Apri i miei occhi, Gesù, perché io possa vedere i lati positivi negli altri, soprattutto nei membri della mia famiglia e della mia comunità. Apri i miei occhi, Gesù! Grazie, Gesù!
Grazias, Jesus… + Alleluia... 
Tutto esce dal nostro cuore, dalla nostra interiorità: gelosia, invidia, odio.
Com'è la tua interiorità? Ci sono sentimenti negasti dentro di te? Quando ti ricordi di qualche persona, quando la vedi, senti forse dei sentimenti negativi verso di lei? C’è qualcuno che ti ha ferito, offeso? Qualcuno che non ti piace, al quale non vuoi bene? Qualcuno al quale non hai perdonato? Che non sopporti?
Forse qualcuno che tu hai ferito, offeso, forse incoscientemente?
Sei geloso verso qualcuno, invidioso? Sei nervoso nelle tue reazioni?
Prega adesso Gesù: “Gesù, donami l’Amore! L’Amore è la medicina. Donami, l’Amore, Gesù. Che l’Amore guarisca il mio cuore! Gesù, donami l’Amore per la persona che non mi piace, che non sopporto. Donami, l’Amore o Gesù, l’Amore per la persona che mi ha ferito, alla quale non posso perdonare.
Gesù, il tuo Amore possa penetrare in tutto il mio essere! Grazie, Gesù! Grazie, Gesù! Ti amo, Gesù!”
Mulsum, Eskisus... + Alleluia...
Ci sono anche le malattie fisiche. Se soffri qualche malattia prega per la tua guarigione.
Se non sei ammalato, prega per gli altri. Ma prima di tutto di’: “Gesù, grazie! Grazie per tutto! Grazie anche per la malattia! Donami l’Amore Gesù, per poter accettare tutto, per poter abbracciare la mia malattia!
Sia fatta la tua Volontà, Gesù! Sia fatta la tua Volontà, Gesù!
Rafforza la mia Fede, rafforza la mia Speranza!
Nella tua Volontà, Signore, guariscimi, guarisci i nostri ammalati! Tocca le loro malattie, le loro sofferenze. Grazie, Gesù!”
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito
Vi benedica Dio Onnipotente: Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen.
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Preghiera del mattino del 20/IV/2013

Signore, oggi mi sono risvegliato più felice del solito. 
In questo fine settimana avrò più tempo - anche per la tua parola. 
Ma non sono molto sicuro di restare felice quando ti ascolterò parlare. 
Molti dei tuoi discepoli hanno trovato la tua parola troppo dura e si sono allontanati da te. 
È forse perché ti hanno ascoltato troppo intensamente o troppo superficialmente? 
Signore, poiché tu mi concedi del tempo, concedimi anche il coraggio di ascoltare la tua parola, e tienimi vicino a te. 
Amen.
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venerdì 19 aprile 2013

Epistolario di san Pio/25

99) Non si turbino i vostri cuori nell'ora della prova, perché Gesù ha promesso a chi lo segue la sua reale assistenza. 

100) Nelle ore di combattimento ricordiamoci di Gesù, che è con noi, e soffre con noi e per noi: ricorriamo a Lui e saremo sempre sollevati. 

101) Gesù giaccia sempre maggiormente sui vostri cuori. Viva Gesù. 
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Commento al Vangelo del 19/04/2013, ven. 3^ sett.Pasqua

vedi al LINK
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Preghiera di guarigione dell’anima e del corpo

Preghiera di guarigione dell’anima e del corpo dell’8 Aprile 2013 
prega P. Danko Perutina


Alleluia, alleluia, alleluia…
Questa sera in questa preghiera di guarigione di’ al Signore, dentro di te: “Signore, voglio essere sincero: stasera voglio donarti tutto. Magari anche quello che non ti ho donato mai, non ti ho detto mai, te lo dirò stasera: di toccare tutto, di guarire tutto del mio passato, di guarire tutte le conseguenze del peccato, da qualsiasi altra situazione. Gesù, io so, io credo che tu sei medico del corpo e dell’anima, e ti prego: glorificati stasera in ogni persona presente in questa preghiera di guarigione o che la segua in qualsiasi altro modo. Tu hai detto: “Ovunque due o tre sono radunati nel mio Nome, io sono presente in mezzo a loro.” Signore, io so che sei stato presente in questa Santa Messa, e che sei presente qui anche adesso, perché siamo radunati nel tuo Nome. Vieni, Spirito Santo! Vieni, spirito di salute. Gesù, grazie!”
Hvala, Criste… Grazie, Gesú… Alleluia…
Affinché tu possa andare avanti attraverso questa preghiera, allontana da te tutto quello che sta tra te e Gesú, qualsiasi cosa, magari quello che devi fare stasera, dove devi andare, tutti i piani: lascia tutto da parte perché c’è tempo per tutto. Adesso è importante il tuo incontro con Gesú, per innovare questa amicizia, questa vicinanza con Dio, ostacolata dal peccato. Perció digli: “Gesú, voglio presentarti tutti i peccati, tutti quei momenti nei quali fuggivo da te, quando non ho pregato, scusandomi sempre perché non ho tempo, perché lavoro tanto, o qualsiasi altra situazione. Forse non vai alla Santa Messa, o commetti dei peccati pesanti, sparlavi di altri o inventavi dei pettegolezzi. Forse c’erano degli adulteri, aborto, le bestemmie, la superbia. Forse ti paragoni sempre con gli altri: chi è piú bello, chi ha piú soldi, chi è piú ricco e piú forte. E poi questo ti porta in depressione, paura. Presenta anche questo a Gesú. Forse Dio non era al primo posto per te, forse sono le cose materiali. Di’: “Gesú, perdonami! Metto di nuovo te al primo posto.” Presentagli anche la tua rabbia, sempre mormori contro gli altri, sei arrabbiato, forse sei stato anche ingiusto verso i tuoi figli o verso i tuoi genitori, non parli con i fratelli e con le sorelle. Aderisci alle spiritualità sbagliate, leggendo oroscopi,  l’astrologia, evocare gli spiriti, yoga, reiki, new age di qualsiasi genere. Metti davanti all’altare di Gesú tutti gli altri peccati e di’: “Adesso, Gesú, vi rinuncio, odio il peccato, odio il male, il diavolo. Io amo solo te. Io mi decido adesso per te e faccio alleanza con te. Grazie, Gesú, perché mi aspetti sempre con le braccia aperte, tu che sei Risorto, tu che sei Salvatore e Redentore: le tue ferite mi guariscono. La tua Luce mi illumina. Grazie, Gesú misericordioso.
Thankyou, Jesus… Danke, Jesus… + Alleluia...
Forse la tua anima è ferita dall’odio, forse non parli con qualcuno, con qualcuno vicino di casa. Forse qualcuno ti ha fatto del male quando sei stato piccolo, ti diceva delle cose brutte: non tornare mai su queste cose ma torna su Gesú che guarisce e che è pieno d’amore e digli: “Gesú, è arrivato il momento di perdonare. E’ difficile, ma perdonami, Signore, perché dentro di me porto l’odio, lo porto da anni. Adesso voglio liberarmi da questo. La cosa piú importante nella vita spirituale è dire all’altro: “Perdonami!” E’ arrivato il momento. Scegli stasera solo una persona e questo ripeterai domani con altri, ma in questi giorni va nello spirito a una persona. Non guardare le ferite ma gli occhi di Gesú pieni di amore. Guarda nello spirito questa persona, forse vicina o lontana, ma pronuncia il suo nome, di lui o di lei, dicendo: “Io ti perdono tutto.” Forse questa persona è già morta, non c’entra. Digli: “Io ti perdono tutto e stasera voglio essere nuovo, donna, ragazzo, ragazza, che perdona e ama. Voglio mettermi dalla parte dei figli  e delle figlie di Dio, di coloro che appartengono a Gesú con tutto il cuore.” Ripeti questo finché non si scioglie l’odio, e, se è fatto nella maniera giusta, senti uscire una potenza negativa: Gesú ti riempie di gioia e tu sei libero, tu sei libera, e puoi guardare tutti negli occhi, puoi abbracciare il Cielo. Tutto il mondo è tuo. Gesú, grazie per i momenti della tua grazia. Grazie per tutti coloro che in questo momento amano e perdonano.
Merci, Jesus... Genki, Jesu… + Alleluia.
Dopo che ti sei liberato di tutti i peccati, adesso insieme a Gesú passa attraverso tutta la tua vita, che il suo Amore tocca se è rimasta qualche conseguenza, qualche ferita. Dio ha voluto che tu esista e tu non sei frutto di un caso. Tu sei frutto dell’Amore di Dio e dei tuoi genitori. Gurda nel tuo spirito come Dio ti fa scendere pian pianino sulla terra, ma proprio piano piano, dicendo: “Io voglio che tu esisti! Dio ha voluto questo!” Poi ti ha dato i tuoi genitori. Tu sei frutto dell’Amore di Dio e dell’amore dei tuoi genitori. E, mentre sei stato nel grembo di tua madre per nove mesi, Lui era presente. Nel momento della nascita, dei primi passi, Lui ti proteggeva, ti nutriva. Durante i momenti delle scuole superiori, nell’adolescenza, quando diventavi ragazzo o ragazza, giovane, Lui ti accompagnava in tutti i cambiamenti della tua scuola superiore, università, matrimonio o tua vocazione, fino al giorno d’oggi. Con te era il tuo Dio che ti ama. Lui è adesso qui, ti tiene sul palmo della mano, dicendoti: “Non aver paura!” Lui è sopra di te, Lui è dalla tua parte sinistra e dalla tua parte destra. Cammina dietro di te come camminava dietro a Israele: protegge le tue spalle. Lui cammina davanti a te aprendoti tutte le strade, tuo Dio che ti ama. Gesú, grazie!
Camsa, Jesu... Mulsum, eskisus...  Alleluia...
E adesso presenta a Gesú i tuoi piani, i tuoi scopi, la tua famiglia, la tua vocazione, il tuo futuro: metti tutto nelle sue mani, davanti al suo altare perché Lui lo benedica. E ascolta come Lui ti dice di non aver paura. Questo lo ripete sempre all’uomo nella Bibbia: “Non aver paura di nulla! Io ti ho scelto per me. Tu sei mio, tu sei mia.” dice.
“Sei prezioso, preziosa ai miei occhi. Io ti amo. A te tutto è perdonato.” Se Dio è per noi, chi potrà andare contro di noi? E permetti che il suo Amore ti riempia. Lui ti tocca. Rientra nei tuoi pensieri e nelle tue opere, nei tuoi incontri, nei tuoi giorni, il tuo Dio che ti ama. E come la terra bagna la terra arida, l’Amore di Dio bagna tutto il tuo essere. Perché l’Amore di Dio bagni tutto il tuo essere non devi fare nulla. Dio mi ama e questo è sufficiente: permetti solo di essere amato, di essere amata. Gesú, grazie! Gesú, io ti amo!
K’senem, Jesusc… Gracias, Jesus… Alleluia…
Dopo che hai pregato per la guarigione della tua anima, prega adesso per la guarigione del tuo corpo. Presenta a Gesú tutto quello che duole: Lui è medico del corpo e dell’anima. Presenta le tue malattie: mal di testa, male degli occhi, delle orecchie, diverse epidemie, malattie infettive, allergie, malattie della testa, delle vie sanguigne, fertilità, o qualsiasi altra malattia, forse è una malattia pesante, mortale, ma non guardare mai alla malattia: guarda Lui! Lui che è medico del corpo e dell’anima e che ti ha creato dal nulla, e digli: “Signore, io so che sono creato dalla polvere e alla polvere torno. Ti prego: tocca adesso ogni spazio malato. Toccami con la tua santa tenera mano e guariscimi, se questa è la tua Volontà. Qualsiasi sia, io la voglio accettare. Glorificati, Gesù, nelle tue serve e nei tuoi servi! Vieni, Spirito Santo! Stasera non pregare per te, ma prega anche per coloro che si sono raccomandati alle tue preghiere, dicendo: “Prega per me a Medjugorje!” Forse è tuo marito, o moglie, o fratello, sorella, figlio, amico, padre, madre: metti anche loro davanti all'altare di Gesù e prega per loro dicendo: “Gesù non sono degno che tu entri nella mia casa, ma di’ soltanto una parola e guarirà mio padre, mia madre, moglie, marito, fratello, sorella, amico. Gesù, glorificati in loro: ti prego, Signore! Versa la tua potenza, la tua forza. Tu sei l’Alfa e l’Omega,tu sei il Re dei re, il Signore dei signori. Tu sei il medico del corpo e dell’anima. Gesù, grazie!”
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito.
Tutti noi presenti qui, per intercessione della Beata Vergine Maria, Regina della Pace, benedica e protegga Dio Onnipotente: Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen.
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio!
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