sabato 31 ottobre 2009

Hallowen

MODENA - ''Penso che la societa' italiana stia perdendo il senno, il senso della vita, l'uso della ragione e sia sempre piu' malata. Festeggiare la festa di Halloween e' rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi''.
La condanna e' dell'esorcista della Santa Sede, gia' presidente dell'associazione internazionale degli esorcisti, il modenese padre Gabriele Amorth.I macabri mascheramenti, le invocazioni apparentemente innocue altro non sarebbero, per l'esorcista, che un tributo al principe di questo mondo: il diavolo. ''Mi dispiace moltissimo che l'Italia, come il resto d'Europa, si stia allontanando da Gesu' il Signore e, addirittura, si metta a omaggiare satana'', dice l' esorcista secondo il quale ''la festa di Halloween e' una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L'astuzia del demonio sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto forma ludica, innocente. Anche il peccato non e' piu' peccato al mondo d'oggi. Ma tutto viene camuffato sotto forma di esigenza, liberta' o piacere personale. L'uomo - conclude - e' diventato il dio di se stesso, esattamente cio' che vuole il demonio''. E ricorda che intanto, in molte citta' italiane, sono state organizzate le 'feste della luce', una vera e propria controffensiva ai festeggiamenti delle tenebre, con canti al Signore e giochi innocenti per bambini.
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Non cerchiamo di schivare la sua Vol

Ecco la chiave per aprire la porta ed entrare nel Regno dei cieli: “Qui facit voluntatem patris mei qui in coelis est, ipse intrabit in regnum coelorum” —colui che fa la volontà del Padre mio..., questi entrerà! (Cammino, 754)

Dal fatto che tu e io ci comportiamo come Dio vuole —non dimenticarlo— dipendono molte cose grandi. (Cammino, 755)

Noi siamo pietre, blocchi da costruzione, che si muovono, che sentono, che hanno una volontà liberissima.
Dio stesso è lo scalpellino che ci smussa gli spigoli, aggiustandoci, modificandoci, secondo il suo desiderio, a colpi di martello e di scalpello.
Non cerchiamo di sfuggire, non cerchiamo di schivare la sua Volontà, perché, in ogni caso, non potremo evitare i colpi.
—Soffriremo di più e inutilmente e, invece della pietra levigata e pronta per edificare, saremo un mucchio informe di ghiaia che la gente calpesterà con noncuranza. (Cammino, 756)

La piena accettazione della Volontà di Dio porta necessariamente la gioia e la pace: la felicità nella Croce. — Allora si vede che il giogo di Cristo è soave e che il suo peso è leggero. (Cammino, 758)

Un ragionamento che conduce alla pace e che lo Spirito Santo dà bell'e fatto a coloro che amano la Volontà di Dio: “Dominus regit me, et nihil mihi deerit” —il Signore mi governa e nulla mi mancherà.
Che cosa può inquietare un'anima che ripeta per davvero queste parole? (Cammino, 760)
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giovedì 29 ottobre 2009

Preghiera per i defunti

O dolcissimo Gesù, per il sudore di Sangue che patiste nell'Orto di Getsemani, abbiate pietà delle sante Anime del Purgatorio, e di quella in particolare, che fu più devota della SS. Trinità. Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene pietà.
Pater, Ave e Requiem.

O dolcissimo Gesù, per i tormenti che soffriste nella vostra crudelissima flagellazione, abbiate pietà di quelle benedette Anime, e di quella particolarmente che è stata più devota dell'amabilissimo vostro Cuore.
Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene pietà.
Pater, Ave e Requiem.

O dolcissimo Gesù, per i dolori che soffriste nella vostra penosissima coronazione di spine, abbiate pietà di quelle benedette Anime, e di quella in particolare che fu più devota dell'immacolato Cuor di Maria.
Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene Pietà.
Pater, Ave e Requiem.

O dolcissimo Gesù, per gli affanni che soffriste nel portare la Croce al Calvario, abbiate pietà di quelle benedette Anime e di quella particolarmente che è la più vicina ad uscire da quel carcere tremendissimo.
Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene pietà.
Pater, Ave e Requiem.

O dolcissimo Gesù, per gli spasimi che soffriste nella vostra crudelissima crocifissione, abbiate pietà di quelle benedette Anime e di quella specialmente che voi sapete essere fra tutte più abbandonata di particolare suffragio.
Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene pietà.
Pater, Ave e Requiem.

O dolcissimo Gesù, per le pene che soffriste nella amarissima agonia che aveste sulla croce, abbiate pietà di quelle benedette Anime, e di quella particolarmente, che tra tutte dovrebbe essere l'ultima ad uscire da tante pene. Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene pietà.
Pater, Ave e Requiem.

O dolcissimo Gesù, per quel dolore intenso che soffriste, quando spiraste l'Anima vostra benedetta, abbiate pietà di quelle sante Anime, e di quella per la quale ho le maggiori obbligazioni.
Abbiatene pietà, Gesù, abbiatene pietà.
Pater, Ave e Requiem.
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Vi sono tantissimi modi di pregare

Cattolico, senza orazione?... È come un soldato senza armi. (Solco, 453).

Ti consiglio nella tua orazione, di intervenire negli episodi del Vangelo come un personaggio tra gli altri. Cerca anzitutto di raffigurarti la scena o il mistero che ti deve servire per raccoglierti e meditare. Poi applica ad essa la mente, prendendo in considerazione uno o l'altro dei lineamenti della vita del Maestro: la tenerezza del suo Cuore, la sua umiltà, la sua purezza, il suo modo di compiere la Volontà del Padre. Quindi raccontagli tutto quello che in queste cose ti suole capitare, quello che senti, i fatti della tua vita. E presta attenzione, perché forse Egli vorrà indicarti qualche cosa: è il momento delle mozioni interiori, di renderti conto, di lasciarti convincere.(…)
Vi ripeto che vi sono tantissimi modi di pregare.
I figli di Dio non hanno bisogno di un metodo rigido e convenzionale per rivolgersi al loro Padre. L'amore è creativo, industrioso; se amiamo, sapremo scoprire vie personali ed intime, che ci condurranno a questo dialogo incessante con il Signore. (…)
Se ci sentiamo venir meno, ricorriamo all'amore di Maria Santissima, Maestra di orazione, e a san Giuseppe, nostro Padre e Signore, che tanto veneriamo, perché è colui che più intimamente ha frequentato in questo mondo la Madre di Dio e — dopo Maria Santissima — il suo Figlio divino. Essi presenteranno la nostra debolezza a Gesù, perché la trasformi in fortezza.
(Amici di Dio, nn. 253. 255)
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Se sei caduto, rialzati con più speranza

Se sei caduto, rialzati con più speranza... Solo l'amor proprio non capisce che l'errore, quando lo si corregge, aiuta a conoscersi e a umiliarsi. (Solco, 724)

Avanti, qualunque cosa succeda!
Ben protetto dal braccio del Signore, considera che Dio non perde battaglie. Se ti allontani da Lui, quale ne sia il motivo, reagisci con l'umiltà di chi vuole cominciare e ricominciare; di chi vuoi fare da figlio prodigo tutti i giorni e anche molte volte nel corso delle ventiquattro ore; di chi vuole risanare il suo cuore contrito nella Confessione, vero miracolo dell'Amor di Dio.
In questo sacramento meraviglioso, il Signore pulisce la tua anima e ti inonda di gioia e di forza per non venir meno nella lotta, e per ritornare instancabilmente a Dio anche quando tutto ti sembra oscuro. Inoltre, la Madre di Dio, che è anche Madre nostra, ti protegge con la sua materna sollecitudine, e ti guida nel tuo avanzare.Dice la Sacra Scrittura che perfino il giusto cade sette volte [Pro 24, 16].
Tutte le volte che ho letto queste parole, la mia anima è stata scossa da un forte sussulto di amore e di dolore. Ancora una volta il Signore ci viene incontro, con il suo avvertimento divino, per parlarci della sua misericordia, della sua tenerezza, della sua clemenza, che mai si esauriscono. Siatene sicuri: Dio non ama le nostre miserie, ma non le rifiuta, e conta proprio su di esse per farci santi. (...)
Mi prostro davanti a Dio. e gli espongo con chiarezza la mia situazione. Subito ricevo l'assicurazione della sua assistenza, e sento in fondo al cuore che Lui mi ripete lentamente: «Meus es tu, tu mi appartieni [Is 43, 1]; sapevo — e so — come sei; avanti!».
(Amici di Dio, nn. 214-215)
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Ognuno di voi può trovare la sua propria via per questo colloquio con Dio

La maggior parte di coloro che hanno problemi personali, “li hanno” per l'egoismo di pensare a sé stessi. (Forgia, 310)

Ognuno di voi, se vuole, può trovare la sua propria via per questo colloquio con Dio. Non mi piace parlare di metodi o di formule, perché non mi è mai garbato costringere la gente dentro schemi rigidi: ho cercato di aiutare tutti ad avvicinarsi al Signore rispettando ogni anima così com'è. con le sue caratteristiche proprie.
Chiedete al Signore che metta i suoi progetti nella vostra vita; non solo nella mente, ma anche nell'intimo del cuore e in tutta la nostra attività esterna. Siate sicuri che in tal modo vi risparmierete una gran parte delle amarezze e delle pene che l'egoismo procura e sentirete la forza di promuovere il bene attorno a voi.
Quante contrarietà si dileguano quando interiormente ci mettiamo ben vicini al nostro Dio che non ci abbandona mai! Si rinnova, con modalità diverse, quell'amore per i suoi, per i malati, per gli infelici, che fa dire a Gesù: «Che ti succede?». «Mi succede...» e, subito, la luce o, almeno, la forza di accettare, e la pace.
Invitandoti a queste confidenze con il Maestro, mi riferisco soprattutto alle difficoltà che nascono dentro di te, perché la maggior parte degli ostacoli alla nostra felicità provengono da un orgoglio più o meno nascosto. Ci giudichiamo di grande valore e dotati di qualità straordinarie; e quando gli altri non ci stimano tali, ci sentiamo umiliati.
Ecco una buona occasione per ricorrere alla preghiera e rettificare, con la convinzione che non è mai tardi per cambiare di rotta. Ma è molto opportuno dare inizio a questo cambiamento quanto prima.
(Amici di Dio, 249)
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Se ti trovi nella tempesta, ricorri a Maria...

Ti trovi in tempesta, figlio mio? Ricorri a Maria con un cuore puro e una preghiera ardente, e Maria farà cessare la tempesta. Fa’ una promessa speciale di onorare in modo particolare Maria nella tua Parrocchia, eleva a Lei un trono di amore e vedrai come prospererà ogni tua iniziativa. Non puoi togliere i disordini in un momento.
Se pulisci un vasello incrostato di melma resinosa senza prima a lungo ammollirla, tu spezzi il vasello e non lo pulisci.
Abbi prudenza nel tuo zelo, e avvicina le anime all’Eucaristia perché io le nutrisca e le sani. Formale con la tua preghiera, con la tua pietà, col tuo esempio, e le vedrai tutte strette al tuo cuore, non con vincoli umani ma con i vincoli della grazia e della carità.Non ti scoraggiare.
La croce è un bene per, te, e le tue lacrime fecondano il tuo campo.

(Da una lettera di Don Dolindo del 16 luglio 1953 al Sac. L. B.)
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mercoledì 28 ottobre 2009

Preghiera a Maria SS per le anime dimenticate del Purgatorio

O Maria, abbi pietà delle Anime che attendono soffrendo la purificazione dalle loro colpe e non hanno alcuno sulla terra che pensi e preghi per loro.


O buona Mamma di Gesù e Mamma nostra, ispira molti cristiani caritatevoli il pensiero di pregare per loro e cerca nel tuo Cuore materno i modi per sollevarli.


O Madre del perpetuo soccorso, abbi pietà del Anime più abbandonate del Purgatorio. Misericordioso Gesù, dona loro il riposo eterno.


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Dinanzi alla colpa

Mio Dio, com'è duro aver torto!
E accettarlo così;senza cercare scuse, senza cercare di fuggire questo peso dell'atto compiuto, senza cercare di addossarlo ad altri, o alla società, o al caso,o alla cattiva sorte.
Senza cercare dieci ragioni valide, dieci spiegazioni prolisse per provare agli altri, e soprattutto a se stessi, che sono le cose che hanno torto, e che il mondo è fatto male.
Com'è duro accettare di aver torto! Senza adirarmi perché nella mia autodifesa m'intrappolo sempre più, portando argomenti che non reggono.
Senza voler ad ogni costo essere infallibile, impeccabile; e che ancora?
Signore, liberami dalla paura dinanzi alla colpa di cui debbo portare le conseguenze.
LUCIEN JERPHAGNON
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Quando....

Quando andate per le strade del mondo, lodatelo.
Quando siete lungo la via, amatelo.
Quando stanchi vi buttate per terra, pregatelo.
Quando ancora tu sei pieno di forze, ringrazialo.
Quando il cuore dice “non ce la fai”, invocalo.
Quando arrivi e ti senti felice, adoralo.

Il Signore Dio Onnipotente
noi vi annunciamo:
con semplicità e fedeltà
lodate il Signore.
Quando vedi un fratello un po’ triste, sorridigli.
Se ti accorgi che è rimasto un po’ indietro, aspettalo.
Se il suo zaino è troppo pesante, aiutalo.
Alla gente che per strada incontri, annuncialo.
Solo Lui è la gioia e l’Amore , proclamalo.
Con il canto e la pace nel cuore, dimostralo.

Il Signore Dio Onnipotente
noi vi annunciamo:
con semplicità e fedeltà
lodate il Signore.
Se il fratello ha sbagliato in qualcosa, perdonalo.
Quando invece è stato tuo il peccato, convertiti.
Perché Cristo rinnovati nel cuore, ci aspetta già.
Con Francesco il giullare di Dio, Alleluia.
Noi profeti tra la gente saremo, Alleluia.
Per lodare e annunciare il Signore, Alleluia.
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martedì 27 ottobre 2009

Gesù


Il Sacerdote è il fiore più bello

Il Sacerdote è come un fiore: sboccia sull'albero della vita ch'è Gesù Cristo, quasi sintesi ed espressione della sua vita; non può essere perciò degenere da Colui che lo eleva a tanta dignità.
Il fiore è la parte più visibile della pianta sta in alto, si mostra con la vivacità dei suoi colori e non può nascondersi. Il Sacerdote è il fiore più bello delle ricchezze che Gesù Cristo ci ha date, rifulge nello splendore della sua dignità e sta in alto, elevato dal Redentore medesimo come lampada sul candelabro. Non ci sta per orgoglio, non per reclamare onori, facendo appello alla sua dignità, ma come il fiore, per dare il suo profumo, farsi fecondare dal calore del sole, e dare il suo frutto. L'orgoglio lo sfronderebbe e lo farebbe cadere infecondo nella mota.Il fiore è una vittima: è tanto bello ma deve tutto immolarsi se vuol produrre il suo frutto.
La forza vitale dell'albero sul quale nasce lo immola, facendo cadere da esso ciò ch'è inutile. Si appassiscono i suoi petali, s'inaridiscono gli stami, ed è come devastato dall'amore, poiché quando il fiore ama la pianta, per dir così, e bacia il suo germe vitale, allora si annienta per produrle il frutto. Così il Sacerdote, fiore spuntato nella magnificenza dell'amore di Gesù Cristo, vivificato da Lui, fecondato dalla grazia, dona tutto se stesso al Signore, e sfronda la sua vita terrena di ogni attrattiva, per dare a Dio il frutto dell'amore soprannaturale, e glorificarlo nella continuazione dell'opera redentrice, che per il sacro ministero rifiorisce in ogni tempo. Il fiore è sterile e marcisce inutilmente quando è colto dalle creature; solo quando si dona alla pianta che lo germina produce il frutto, cioè quando si lascia sfrondare dalla sua forza vitale.
Se il Sacerdote è colto in qualunque modo da mano profana, si sfronda e s'isterilisce.
La creatura non può toccarlo, egli è solo e tutto di Dio.

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Rosario, scuola di contemplazione e silenzio

Il Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio. A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione.
In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta. Analogamente a quanto avviene per i Salmi quando si prega la Liturgia delle Ore, il silenzio affiora attraverso le parole e le frasi, non come un vuoto, ma come una presenza di senso ultimo che trascende le parole stesse e insieme con esse parla al cuore.
Così, recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,12).
Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria!” (Benedetto XVI)

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Preghiera a Gesù crocifisso

Eccomi o mio amato e buon Gesù: alla Santissima tua presenza, prostrato, Ti prego col fervore più vivo a stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offenderti mentre io con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di te, o buon Gesù, il santo profeta Davide: "Trapassarono le mie mani e i miei piedi, contarono tutte le mie ossa!". lo ti adoro, o Croce Santa, che con le venerabili membra di Nostro Signor Gesù Cristo, fosti adorna ed aspersa del Suo preziosissimo Sangue. Adoro te, mio Dio, posto in essa e te, o Croce Santa per amor Suo. Amen.

In unione con il Cuore immacolato di Maria saluto ed adoro la S. Piaga della tua mano destra, o Gesù, e metto in questa Piaga tutti i sacerdoti della tua S. Chiesa. Da' loro, ogni volta che celebrano il S. Sacrificio, il Fuoco del tuo Amore divino, affinché possano comunicarlo alle anime che sono loro affidate. Amen.
Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro la S. Piaga della tua mano sinistra, ed in essa metto tutti coloro che sono nell'errore e tutti i miscredenti, queste povere anime che non ti conoscono. Per amor di queste anime manda Gesù, molti operai nella tua vigna, affinché esse trovino il cammino verso il tuo SS. Cuore. Amen.
Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro le S. Piaghe dei tuoi piedi sacri, e vi metto tutti i peccatori incalliti che preferiscono vivere per il mondo; ti raccomando soprattutto coloro che moriranno oggi. Non permettere, Gesù, che il tuo Preziosissimo Sangue vada perduto per loro. Amen.
Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro le S. Piaghe della tua sacra testa, e metto in queste tue SS. Piaghe i nemici della S. Chiesa, tutti coloro che oggi ancora ti battono a sangue e ti perseguitano nel Tuo Corpo mistico. Ti prego, Gesù, convertili, chiamali come hai chiamato Saulo per farne un San Paolo, affinché ci sia presto un solo ovile ed un solo Pastore. Amen.
Gloria al Padre ...

lo saluto ed adoro la S. Piaga del tuo SS. Cuore, ed in essa metto, Gesù, la mia anima e tutti coloro per cui tu vuoi che io preghi, soprattutto coloro che soffrono e sono afflitti, tutti coloro che sono perseguitati ed abbandonati. Da' loro, o SS. Cuore di Gesù, la tua luce e la tua grazia. Riempili tutti del tuo Amore e della tua vera Pace. Amen.
Gloria al Padre ...

Padre celeste, io ti offro, per mezzo del Cuore immacolato di Maria, il tuo Figlio dilettissimo, e me con lui, in lui, per mezzo di Lui, con tutte le sue intenzioni e in nome di tutte le creature. Amen.
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lunedì 26 ottobre 2009

Meditazione. Per un tempo fisso e a ora fissa

Meditazione. Per un tempo fisso e a ora fissa. Altrimenti, finirà per adattarsi ai nostri comodi: questo è mancanza di mortificazione. E l'orazione senza mortificazione è poco efficace. (Solco, 446)

Vincete, se è necessario, la poltroneria, la convinzione falsa che l'orazione può attendere. Non rimandiamo mai questa fonte di grazie al domani. Adesso è il tempo opportuno. Dio, spettatore amoroso di tutta la nostra giornata, assiste alla nostra intima preghiera: e tu, e io — torno ad assicurarlo — dobbiamo riporre la nostra fiducia in Lui, come la si ripone in un fratello, in un amico, in un padre. Digli — come io gli dico — che Lui è tutta la Grandezza, tutta la Bontà, tutta la Misericordia. E aggiungi: è per questo che voglio innamorarmi di Te, nonostante la rozzezza dei miei modi, delle mie povere mani tribolate e maltrattate dalla polvere dei sentieri scoscesi della terra.(…)
Non manchino mai, nella nostra giornata, alcuni minuti dedicati in modo speciale a frequentare Dio, elevando verso di Lui il nostro pensiero, senza che le parole debbano affiorare alle labbra, perché cantano nel cuore. Dedichiamo a questa norma di pietà un sufficiente periodo di tempo, a ora fissa, se è possibile.
E accanto al Tabernacolo, facendo compagnia a Colui che vi si è stabilito per Amore. Ma se questo non è possibile, in un luogo qualsiasi, perché il nostro Dio dimora in modo ineffabile nelle nostre anime in grazia. (Amici di Dio, nn. 246. 249)
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Orazione costante, dalla mattina alla sera

La vera orazione, quella che assorbe tutto l'individuo, non è favorita tanto dalla solitudine del deserto, quanto dal raccoglimento interiore. (Solco, 460)

Finché ne avrò la forza, non cesserò di predicare la necessità primaria di essere anime d'orazione: sempre, in qualunque occasione e nelle circostanze più diverse, perché Dio non ci abbandona mai. Non è da cristiani pensare all'amicizia divina come a una risorsa per casi estremi. Potrà mai sembrarci giusto ignorare o disprezzare le persone che amiamo? Certamente no. A coloro che amiamo si rivolgono costantemente le nostre parole, i desideri, i pensieri: c'è come una loro continua presenza. Lo stesso deve essere per Iddio.
Cercando il Signore in questo modo, la nostra giornata si trasforma tutta intera in un'intima e fiduciosa conversazione. È quanto ho affermato e scritto tante volte, né mi importa ripeterlo, perché il Signore ci fa vedere — con il suo esempio — che questa è la condotta da seguire: orazione costante, dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina. Quando tutto riesce facile, gli diciamo: «Grazie, mio Dio!». E quando giunge il momento difficile: «Signore, non mi abbandonare!». E questo nostro Dio, mite e umile di cuore [Mt 11, 29], non dimenticherà le nostre suppliche, non rimarrà indifferente, Lui che ha affermato: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto [Lc 11, 9].
(Amici di Dio, 247)
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Ero lungo la via

Ero lungo la strada,
battuta dal vento gelido
e sedevo per terra appesantito dalla noia,
vestito come un misero straccione.
Tu, Signore, sei passato, mi hai guardato
e i nostri occhi si sono incontrati.
I miei erano come spenti,
ma i tuoi erano luminosi come il sole.
Tu mi hai preso per mano e mi hai voluto con te.
Non ti conoscevo e nulla sapevo di te.
Potevi prenderti uno che ti conosceva,
uno meno sporco di me,
uno meno sbagliato di me.
Invece, no: hai voluto proprio me.
Non so proprio cosa hai visto
di interessante in me!
Non te lo chiedo nemmeno
tanto so che non valgo niente.
Eppure hai scelto proprio me,
ultimo fra gli ultimi,
per farmi diventare
un capolavoro del tuo cuore.
Come non ringraziarti, Signore,
ora che, con te, la vita
mi è diventata più preziosa
di mille pezzi d'oro fino?
Ora che i miei stracci sono cambiati
in una veste regale
e da uomo insignificante e inutile
sono diventato cellula viva
del tuo corpo, pieno di affascinante mistero,
come non cantare la tua lode,
come non adorarti presente e operante in me?
Amen.
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