sabato 31 maggio 2014

Preghiera del mattino 31/V/2014

O Maria, fin dall'inizio di questo giorno che la Chiesa dedica alla contemplazione del mistero della tua visitazione, noi ci rivolgiamo a te per chiederti di accompagnarci con la tua grazia e con la tua protezione. 
Fa' che ti conosciamo, ti comprendiamo, che accogliamo la tua azione corredentrice. 
Donaci di essere capaci di quella comunicazione attenta, discreta, sincera, autentica che è il desiderio forse più vivo del cuore dell'uomo e della donna di oggi. 
Donaci di partecipare, anche in questo giorno, al tuo "sì", che rimane tale nella gioia e nel dolore, fino al momento della croce e della risurrezione.
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Commento al Vangelo 31-05-2014

Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56) 
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”. Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Dopo l'annunciazione dell'angelo, Maria si mette in cammino verso la montagna, con sollecitudine. Per Gesù è il primo viaggio missionario compiuto per mezzo della madre, che anticipa l'azione evangelizzatrice della comunità cristiana. Prende qui l'avvio il grande andare, che riempie tutto il vangelo di Luca e gli Atti degli apostoli. La parola di Dio va dal cielo alla terra, da Nazaret a Gerusalemme, da Gerusalemme in Giudea e fino ai confini della terra; va senza esitazioni, sempre in fretta. 
Nel saluto di Maria, che porta Gesù nel grembo, Elisabetta e Giovanni incontrano il Salvatore. L'arrivo di Maria in casa di Elisabetta suscita grande sorpresa e Elisabetta esprime la propria meraviglia con le parole pronunciate da Davide al sopraggiungere dell'Arca dell'Alleanza: "Come potrà venire da me l'arca del Signore?" (2Sam 6,9). Nella casa di Zaccaria si realizza ciò che avverrà a Gerusalemme dopo la risurrezione del Signore. "Negli ultimi giorni, dice il Signore, io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno" (At 2,17-21; Gl 3,1-5). La storia dell'infanzia della Chiesa sarà la ripetizione e la continuazione dell'infanzia di Gesù. Elisabetta, "piena di Spirito Santo" (v.41), conosce il segreto di Maria, e la proclama: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo" (v.42). Dio ha benedetto Maria con la pienezza di tutte le benedizioni che sono in Cristo (cfr Ef 1,3). 
Maria viene considerata come l'arca dell'Alleanza del Nuovo Testamento: nel suo grembo porta il Santo, la rivelazione di Dio, la fonte di ogni benedizione, la causa prima della gioia della salvezza, il centro del nuovo culto. Il saluto di Maria provoca l'esultanza di Giovanni Battista. Il tempo della salvezza è il tempo della gioia. Il cantico di lode di Elisabetta finisce con le parole che esaltano Maria: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (v.45). Maria è diventata la madre di Gesù perché ha obbedito alla parola di Dio. E quando una donna del popolo, rivolgendosi a Gesù, la proclamerà beata: "Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!", Gesù preciserà e completerà l'espressione di lode, dicendo: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" (Lc 11,27-28). 
Con un atto di fede comincia la storia della salvezza d'Israele; Abramo parte per un paese sconosciuto con la moglie sterile, solo, perché Dio lo chiama e gli promette una discendenza benedetta (Gen 12). Con un atto di fede comincia la storia della salvezza del mondo; Maria crede alla parola del Signore: vergine, diventa la madre di Dio. La prima beatitudine del vangelo di Luca è l'esaltazione della fede di Maria. 
La fede è la virtù che ha accompagnato Maria nel suo cammino e l'ha radicata profondamente nel progetto di salvezza di Dio. Questo cantico è molto vicino a quello che intonerà Gesù quando, esultando nello Spirito Santo, scoprirà che la benevolenza del Padre si rivela ai piccoli (Lc 10,21-22). Maria esalta l'opera di salvezza che Dio sta realizzando tra gli uomini. Questo inno si sviluppa come un mosaico di citazioni e di allusioni bibliche, che trova un parallelo nel cantico di Anna (1Sam 2,1-10), considerato generalmente come la sua fonte principale sia dal punto di vista della situazione che della tematica e della formulazione. Qualche esegeta suggerisce di leggere questo cantico di Maria sullo sfondo della grande liberazione dell'Esodo e in particolare del celebre Cantico del mare (Es 15,1-18.21). 
Maria canta la grandezza di Dio. Riconosce che Dio è Dio. La conseguenza della scoperta di Dio grande nell'amore è l'esultanza dello spirito. La scoperta dell'amore immenso di Dio per noi vince la paura. Chi conosce il vero Dio, gioisce della sua stessa gioia. Il motivo del dono di Dio a Maria non è il suo merito, ma il suo demerito, la sua umiltà (da humus=terra, parola da cui deriva anche "uomo"). Maria è il nulla assoluto, che solo è in grado di ricevere il Tutto. Dio è amore. L'amore è dono. Il dono è tale solo nella misura in cui non è meritato. Dio quindi è accolto in noi come amore e dono solo nella misura della coscienza del nostro demerito, della nostra lontananza, della nostra piccolezza e umiltà oggettive. Maria è il primo essere umano che riconosce il proprio nulla e la propria distanza infinita da Dio in modo pieno e assoluto. Il merito fondamentale di Maria è la coscienza del proprio demerito: ella riconosce la propria infinita nullità. Per questo, giustamente, la Chiesa proclama Maria esentata dal peccato originale, che consiste nella menzogna antica che impedisce all'uomo questa umiltà fiduciosa, che dovrebbe essere tipica della creatura (cfr Sal 131). 
L'umiltà di Maria non è quella virtù che porta ad abbassarsi. La sua non è virtù, ma la verità essenziale di ogni creatura, che lei riconosce e accetta: il proprio nulla, il proprio essere terra-terra. Tutte le generazioni gioiranno con lei della sua stessa gioia di Dio, perché in lei l'abisso di tutta l'umanità è stato colmato di luce e si è rivelato come capacità di concepire Dio, il Dono dei doni. Dio è amore onnipotente. Lo ha mostrato donando totalmente se stesso. Il suo nome (la sua persona) è conosciuto e glorificato tra gli uomini perché Dio stesso santifica il suo nome rivelandosi e donandosi al povero. Maria sintetizza in una sola parola tutti gli attributi di colui che ha già chiamato Signore, Dio, Salvatore, Potente, Santo: il nome di Dio è Misericordia. Dio è amore che non può non amare. 
E' misericordia che non può non sentire tenerezza verso la miseria delle sue creature. San Clemente di Alessandria afferma che "per la sua misteriosa divinità Dio è Padre. Ma la tenerezza che ha per noi lo fa diventare Madre. Amando, il Padre diventa femminile" (Dal Quis dives salvetur, 37,2). Maria descrive la storia biblica della salvezza in sette azioni di Dio. La descrizione con i verbi al passato significa quello che Dio ha già fatto nell'Antico Testamento, ma anche quello che ha compiuto nel Nuovo, perché il Cantico, composto dalla comunità cristiana, canta l'operato di Dio alla luce della risurrezione di Cristo già avvenuta. A proposito di questa rivoluzione operata da Dio, che rovescia i potenti dai troni e manda a mani vuote i ricchi, notiamo che anche questa è un'opera grandiosa e commovente della misericordia di Dio: quando il potente cade nella polvere e il sazio prova l'indigenza, essi sono posti nella condizione per essere rialzati e saziati da Dio. Nell'esperienza del vuoto e nel crollo degli idoli, l'uomo si trova nella condizione migliore per cercare Dio. 
In Maria è presente Dio fatto uomo. In lui si realizzano le promesse di Dio. E' per la fede in Cristo che si è discendenza di Abramo (Lc 3, 8). Il compimento della promessa fatta da Dio ad Abramo è definitivo: "In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra" (Gen 12,3).
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Visitazione della beata Vergine Maria

Dopo l'annuncio dell'Angelo, Maria si mette in viaggio “frettolosamente”, dice  l’evangelista Luca (1,39) : In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda, per far visita alla cugina Elisabetta e prestarle servizio.
Aggregandosi probabilmente ad una carovana di pellegrini che si recano a Gerusalemme, attraversa la Samaria e raggiunge Ain-Karim, in Giudea, dove abita la famiglia di Zaccaria. È facile immaginare quali sentimenti pervadano il suo animo alla meditazione del mistero annunciatole dall'angelo. Sono sentimenti di umile riconoscenza verso la grandezza e la bontà di Dio.
Maria magnifica il Signore che opera in lei: L’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore (Lc 1,46). Con queste parole Maria per prima cosa proclama i doni speciali a lei concessi, poi enumera i benefici universali con i quali Dio non cessò di provvedere al genere umano per l’eternità.
 
La presenza del Verbo incarnato in Maria è causa di grazia per Elisabetta che, ispirata, avverte i grandi misteri operanti nella giovane cugina, la sua dignità di Madre di Dio, la sua fede nella parola divina e la santificazione del precursore, che esulta di gioia nel seno della madre. Maria rimane presso Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, attendendo, probabilmente, altri otto giorni per il rito dell’imposizione del nome.
 
Accettando questo computo del periodo trascorso presso la cugina Elisabetta, la festa della Visitazione, di origine francescana (i frati minori la celebravano già nel 1263), veniva celebrata il 2 luglio, cioè al termine della visita di Maria. Sarebbe stato più logico collocarne la memoria dopo il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, ma si volle evitare che cadesse nel periodo quaresimale.
 
Fu poi Urbano VI (Bartolomeo Prignano, 1378-1389) ad estendere la festa a tutta la Chiesa latina per propiziare, con l’intercessione di Maria, la pace e l’unità dei cristiani divisi dal grande scisma d’Occidente.
Il sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441, confermò la festività della Visitazione, dapprima non accettata dagli Stati che parteggiavano per l’antipapa.
 
L’attuale calendario liturgico, non tenendo conto della cronologia suggerita dall’episodio evangelico, ha abbandonato la data tradizionale del 2 luglio (anticamente la Visitazione veniva commemorata anche in altre date) per fissarne la memoria all’ultimo giorno di maggio, quale coronamento del mese che la devozione popolare consacra al culto particolare della Vergine.
 
Nell'incarnazione – commentava S. Francesco di Sales – Maria si umilia confessando di essere la serva del Signore...Ma Maria non si indugia ad umiliarsi davanti a Dio perché sa che carità e umiltà non sono perfette se non passano da Dio al prossimo. Non è possibile amare Dio che non vediamo, se non amiamo gli uomini che vediamo. Questa parte si compie nella Visitazione”.
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Tredicina a S.Antonio di Padova

Si tratta di una delle devozioni caratteristiche al Santo di Padova alla cui festa ci si prepara per ben tredici giorni (invece dei soliti nove giorni della novena). La devozione ha origine dalla convinzione popolare che il Santo conceda ogni giorno ai suoi devoti ben tredici grazie e anche dal fatto che la sua festa ricorre proprio il 13 del mese.
      
1. O glorioso sant'Antonio, che hai avuto da Dio il potere di risuscitare i morti, risveglia l'anima mia dalla tiepidezza e ottienimi una vita fervorosa e santa. 
Gloria al Padre...
2. O sapiente sant'Antonio, che con la tua dottrina sei stato luce per la santa Chiesa e per il mondo, illumina l'anima mia aprendola alla divina verità. 
Gloria al Padre...
3. O pietoso Santo, sempre pronto a soccorrere i tuoi devoti, soccorri anche l'anima mia nelle attuali necessità. 
Gloria al Padre...
4. O generoso Santo, che accogliendo la divina ispirazione, hai consacrato la tua vita al servizio di Dio, fa' che io ascolti docilità la voce del Signore.
Gloria al Padre...
5. O sant'Antonio, vero giglio di purità, non permettere che la mia anima resti macchiata dal peccato, e fa' che viva nell'innocenza della vita.
Gloria al Padre...
6. O caro Santo, per la cui intercessione tanti infermi ritrovano la salute, aiuta la mia anima a guarire dalla colpa e dalle inclinazioni cattive. 
Gloria al Padre...
7. O S. Antonio, che ti sei prodigato per salvare i fratelli, guidami nel mare della vita e dammi il tuo aiuto perché possa giungere al porto della salvezza eterna.
Gloria al Padre...
8. O compassionevole S. Antonio, che durante la vita hai liberato tanti condannati, ottienimi la grazia di essere sciolto dai legami del peccato per non essere riprovato da Dio nell'eternità. Gloria al Padre...
9. O santo Taumaturgo, che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise, non permettere che io mi separi mai dall'amore di Dio e dall'unità della Chiesa. Gloria al Padre..
10. O soccorritore dei poveri, che ascolti quanti ricorrono a te, accogli la mia supplica e presentala a Dio affinché egli mi doni il suo aiuto.
Gloria al Padre...
11. O carissimo Santo, che ascolti tutti quelli che ricorrono a te, accogli con bontà anche la mia preghiera, e presentala a Dio affinché io sia esaudito. 
Gloria al Padre...
12. O sant' Antonio, che sei stato apostolo instancabile della parola di Dio, fa' che io possa dare testimonianza della mia fede con la parola e con l'esempio. 
Gloria al Padre...
13. O amatissimo sant'Antonio, che a Padova hai la tua tomba benedetta, guarda alle mie necessità; parli a Dio per me la tua lingua miracolosa affinché io possa essere consolato ed esaudito. 
Gloria al Padre...
Prega per noi, Sant'Antonio di Padova

E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore del Vangelo e un patrono dei poveri e dei sofferenti, concedi a noi, per sua intercessione, di seguire i suoi insegnamenti di vita cristiana e di sperimentare, nella prova, il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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Preghiera del mattino 30/V/2014

Signore, voglio vivere alla tua presenza questo giorno che tu mi concedi. Tu mi assicuri che la tristezza e le lacrime di un cristiano sono passeggere e saranno presto dimenticate perché tu ci accompagni e ci consoli definitivamente. 
È per questo che ti chiedo di non lasciarmi distruggere dalle sofferenze. 
La sicurezza della tua presenza, Gesù risorto, mi faccia dare il giusto valore alle sofferenze e alle gioie di questa vita che trascorre. 
Senza di te non esiste gioia vera, e con te, Signore, qualsiasi tristezza diventa gioia. 
Con Santa Maria della Pasqua, tua e nostra Madre, io voglio aspettare nella fiducia il tuo ritorno definitivo e gioire della tua presenza per essere in questo giorno e sempre una vera testimonianza del tuo amore infinito.
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Commento al Vangelo 30-05-2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,20-23) 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
La passione e morte del Cristo provocherà pianto e afflizione nel cuore dei discepoli, mentre i suoi avversarti si rallegreranno per la vittoria riportata. La tristezza dei discepoli però durerà poco: essa si trasformerà in gioia quando il Signore risorto apparirà loro il giorno di Pasqua (Gv 20,20). La situazione degli amici di Gesù durante la sua passione e morte sarà simile a quella della partoriente, la quale dopo le doglie sperimenta una gioia tanto grande da dimenticare il travaglio del parto. Come la gioia della maternità fa dimenticare le doglie del parto, così il ritorno del Signore risorto tra i suoi sarà fonte di una gioia grande e perfetta, che nessuno potrà mai togliere ai suoi discepoli.
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Novena di Pentecoste

Dal 30 maggio al 7 giugno 

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.


1° Giorno
Spirito Santo, dono di Dio all'anima mia, io resto assalito dall'emozione e dall'ammirazione, pensando a te. Non trovo nulla che possa dire la felicità intima che provo, sapendoti mio ospite dolcissimo e vita divina in me. Come acque inondanti, l'anima è sopraffatta dalla quiete, dall'amore, dalla contemplazione saporosa di te. Io sono come attonito dinanzi a tanta degnazione; penso alla tua bellezza, stupenda oltre ogni dire e immaginare; penso alla tua inesauribile ricchezza di grazia, di doni, di virtù, di frutti e di beatitudini. Penso alla tua tenera bontà, che ti spinge ad abitare in me. Tu hai tutto, tu puoi tutto, tu mi vuoi dare tutto. Sono in uno stato d'ammirazione commossa, nonostante la mia miseria, che mi fa essere l'ultimo della terra. Ti benedico, ti adoro, ti ringrazio, ti chiedo tutto. Dammi tutto, o Spirito Santo!
3 Gloria al Padre
2° Giorno
Spirito del Signore e celeste donatore, con la più profonda umiltà, ma anche con tutta la potenza dei miei ardenti desideri, chiedo i tuoi santi doni, particolarmente la sapienza e la pietà. Accresci in me questi doni fino al loro sviluppo completo affinché l'anima mia sia docile e obbediente a te, Maestro interiore, e io viva abitualmente dei tuoi doni e nella contemplazione intima e soave di te e di tutta la Trinità.
3 Gloria al Padre
3° Giorno 
Spirito Santo, Maestro interiore e santificatore, io ti domando con insistenza instancabile di voler istruire il mio intelletto su tutta la verità e parlare al mio cuore, di volermi santificare curando la mia anima come hai curato quella della Madonna, l'Immacolata tua Sposa, dei Martiri e dei Santi. Io sono avido di santità: non per me, ma per dare gloria a te, Maestro dei maestri, gloria alla Trinità, splendore alla Chiesa, esempio alle anime. Non c'è mezzo migliore per essere veri apo­stoli che essere santi, perché, all'infuori della santità, si conclude ben poco. Spirito Santo, ascolta la mia preghiera ed esaudisci i miei ardenti desideri.
3 Gloria al Padre
4° Giorno 
Spirito Santo, verità e luce beatissima, sento una profonda amarezza nel constatare che tu sei quasi completamente sconosciuto o dimenticato dalla maggior parte di noi. Non ti pensiamo mai, distratti come siamo da tante preoccupazioni, assorbiti dallo spirito del mondo, sbadati e incuranti delle tue premure e delicatezze. Quale ingratitudine! Gran parte di questa colpa è nostra, che non viviamo questa verità e della quale quasi mai parliamo alle anime. Accogli, Spirito divino, questi miei poveri sentimenti, in riparazione di così deplorevole dimenticanza e per implorare tanta luce per me, per i sacerdoti e per i fedeli.
3 Gloria al Padre
5° Giorno 
Spirito Santo, amore e soavità del Padre e del Figlio, fiore e profumo della santità di Dio, fuoco divino acceso in me, rendi tutto nuovo il mio cuore; togli ogni macchia e oscurità, brucia ogni impurità e rendimi conforme all'immagine del Figlio divino. Spirito di fuoco che ti degni di abitare personalmente in me per santificarmi, accendi in me questo fuoco d'amore; penetra e investi con la tua fiamma tutta l'anima mia; scaccia ogni affetto disordinato; spingimi a conquiste apostoliche; donami la grazia di essere fiamma e di ardere di puro ed eterno amore.
3 Gloria al Padre
6° Giorno 
Spirito di fortezza che hai dato ai martiri la forza di morire lietamente per causa di Cristo Signore, infondi in me questo dono divino in tutta la sua intensità. Scuoti il mio torpore e la mia indolenza, rendimi forte nell'intraprendere tutto quello che il Signore mi chiede, senza badare a sacrifici e fatiche, a gloria tua e a beneficio spirituale e materiale di tutti i fratelli. Dammi forza di continuare con ardore, senza stancarmi e senza possibilità di abbandonare quanto ho cominciato. Dammi coraggio ed energia nel difendere intrepidamente la Chiesa, nell'affermare davanti a tutti l'integrità della fede e la vera obbedienza al Papa e ai Vescovi. Dammi lo slancio sovrumano dell'apostolato; che io vi perseveri sino alla fine, a costo di qualunque martirio dell'anima o del corpo. Spirito divino, circondami della tua onnipotenza, sostienimi con il tuo vigore e avvolgimi della tua invincibile fortezza.
3 Gloria al Padre
7° Giorno 
Spirito di verità e di luce, fiamma e calore della luce, luce beatissima, dirada e disperdi dalla mia mente tutte le ombre dell'errore e del dubbio. Irradia e illumina con perfetta chiarezza l'intimo della mia anima. Che io respinga sempre ogni errore; che aderisca fortemente alla verità secondo gli insegnamenti della Chiesa; che cammini nel tuo splendore. Vestito della tua santa luce, che io resti sempre nella tua verità e pura chiarezza.
3 Gloria al Padre
8° Giorno 
Spirito purificatore, purificami da ogni macchia. Santificami e dammi le virtù di Gesù, le stesse sue intenzioni e disposizioni interiori. Sii in me lo stesso Spirito di Gesù. Spira all'anima mia, verso Gesù, lo stesso amore che il Padre spira al suo Figlio divino e dammi la stessa attrazione che il Padre sente verso il suo diletto e carissimo Figlio Gesù.
3 Gloria al Padre
9° Giorno 
Spirito Santo, ti supplico di illuminare la mia mente con luce vivida, necessaria per me e per coloro che chiedono da me, e di sostenere la mia debole volontà con grazie d'amore e di fortezza. Divino santificatore, conducimi alla vetta della santità attraverso il lavoro continuo, paziente, docile alle tue premure. La santità sei tu ed io devo lasciarti vivere in me, assecondando la tua opera di perfezione. Divino rinnovatore, rinnova tutto, rimuovi ogni male, ogni pericolo, ogni cattiveria, rifai tutto nuovo per me, tutto puro, tutto santo. Divino vivificatore, anima della mia anima, dammi la forza di attestare e glorificare sempre, insieme con te, il Figlio divino e di vivere per la sua gloria e morire nel suo amore. Divino donatore, dammi i tuoi doni per contemplare Dio nella luce dei suoi misteri, per comprendere il vero valore della vita e delle cose e per amare tutti con pura carità, come se già fossi in Cielo. Grazie! Amen!3 Gloria al Padre
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Un fioretto al giorno: 30 maggio

A volte mi troverò sommerso dagli inganni di questo mondo. Cosa possa fare? Devo affidarmi alla Madonna, è la migliore e più affidabile Consigliera
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giovedì 29 maggio 2014

Benedictus

Benedetto il Signore Dio d'Israele, *    perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente *    nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici, *  e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *  di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi * sulla via della pace.


Gloria al Padre e al Figlio  * e allo Spirito Santo.
 
Come era nel principio, e ora e sempre  * nei secoli dei secoli. Amen.

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Un fioretto al giorno: 29 maggio

Andiamo col pensiero dove è apparsa la Madonna, per noi è venuta, con noi ha voluto riparare le mille offese. 
Dice lo Spirito Santo:" Non dimenticare le lacrime di tua Madre"
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mercoledì 28 maggio 2014

Preghiera della sera/12

15-gen-2012
Chiamami questa sera. Dimmi di seguirti. Niente ha senso tranne che essere con te, bere le tue parole pure, lontane dalle menzogne del principe di questo mondo e dal caos delle sue mille tentazioni. Tu, che non hai disgusto per nessun essere e per nessuna cosa che sia stata creata e che mantieni in esistenza, non respingere mai me peccatore, dall'animo malato e macchiato. Offro la mia debolezza a te che hai detto che non ci sono giusti. Concedi il tuo perdono anche a me.
Io corro, insieme a tutti gli altri, verso l'odore esalato dal tuo profumo, o tenerezza del mondo.

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Preghiera della sera/11

21-feb-2012
"Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome...". Noi ti preghiamo, Signore, per ogni bambino che nasce, affinché sia accolto nel nome di Cristo come il figlio stesso di Dio, come una visita del Padre. Fa' che ognuno di questi bambini si senta salutato da un "Benedetto colui che viene nel nome del Signore". Fa' che un canto di ringraziamento saluti ogni nascita. Ecco il primo dei diritti dell'uomo nuovo, ecco la sua dignità di figlio di Dio riconosciuta, ecco Gesù accolto fra i suoi.
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Un fioretto al giorno: 28 maggio

Cosa c'è di più prezioso delle lacrime di Maria? O Signore, fa che non possa mai essere causa di sofferenza per la tua madre Santissima
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martedì 27 maggio 2014

Commento al Vangelo 27-05-2014

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato”. 

Gesù sta per tornare al Padre e sente il bisogno di premunire i discepoli dalle tentazioni dello sconforto e dell'apostasia. In tali circostanze dolorose i discepoli sperimenteranno angoscia e sofferenza, simili alle doglie del parto, ma la loro tristezza si trasformerà in gioia quando Gesù tornerà a prenderli con sé (Gv16, 21-22). Questa felicità sarà pregustata parzialmente in occasione dell'apparizione del Risorto ai Dodici (Gv 20,20). 
Il cuore dei discepoli non deve turbarsi per l'annuncio della partenza di Gesù perché egli farà ritorno ad essi mediante il suo Spirito. La funzione dello Spirito Santo consiste nel convincere il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio. Egli fornirà ai discepoli, nell'intimo della loro coscienza, la prova irrefutabile del grave delitto commesso dal mondo incredulo, rifiutando la rivelazione di Gesù e uccidendolo. Lo Spirito convincerà il mondo di peccato perché non crede in Gesù: il peccato del mondo è l'incredulità. Convincerà il mondo di giustizia perché Gesù ha fatto ritorno al Padre e perché mostrerà che il passaggio di Gesù da questo mondo al Padre non è una sconfitta, ma il trionfo del Cristo sul mondo che l'ha crocifisso pensando di sconfiggerlo per sempre. 
Lo Spirito della verità farà giustizia a Gesù facendo rivedere il processo ingiusto nel quale il Cristo è stato condannato iniquamente, anzi, ne capovolgerà la sentenza a suo favore. L'apparente sconfitta di Cristo sulla croce costituisce il suo ritorno glorioso presso Dio, il suo ingresso trionfale nella gloria del Padre. Lo Spirito infine convincerà il mondo di giudizio "perché il principe di questo mondo è giudicato". 
Con la revisione del processo di Gesù nell'intimo delle coscienze, lo Spirito della verità mostrerà ai discepoli, nella fede, che il responsabile principale della passione e morte del Cristo, il diavolo, è stato giudicato e condannato proprio quando sembrava che avesse riportato vittoria completa su Gesù facendolo morire. Il principe di questo mondo è stato sconfitto e cacciato fuori dal mondo con l'esaltazione del Figlio di Dio (Gv 12,31). 
Padre Lino Pedron
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I nove martedì in onore di S. Anna

Vi informo che a partire da oggi ha inizio la Devozione dei Nove Martedì in onore di Sant'Anna (La Mamma della Beata Vergine Maria)


Primo Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati giustamente, o gloriosa Sant’Anna, perché Dio guardò con compiacenza la tua vita di santità e d'umiltà, cosicché ti elesse, fra tutte le donne del popolo d'Israele, a dare alla luce Colei che sarebbe diventata Madre del Redentore dell'umanità.
Per la gioia soprannaturale che si diffuse nel tuo spirito per essere stata sollevata dal Signore a tant'altezza, impetra sopra di noi le compiacenze del cielo, mentre viviamo una vita fragrante di virtù sante, così siamo pronti e docili alla divina chiamata, e non poniamo ostacoli ai disegni, piccoli o grandi che ci possano sembrare, che la divina Provvidenza ha sulla nostra persona. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Secondo Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, per l'inaudita consolazione che ricevesti, quando Dio, compiacendosi della tua rassegnazione e pazienza, pose termine alla tua sterilità.
Avevi pregato lungamente e, con te, il tuo sposo Gioacchino, che non fossi additata tra le figlie d'Israele come percossa dal Signore non concedendo fecondità al tuo seno.
Per la gioia sovrumana, che invase il tuo spirito, quando un messaggero celeste ti annun­ziò che i tuoi desideri erano stati appagati, impetra a noi tuoi fedeli di non desistere dal chiedere a Dio e dal bussare alla sua porta, ogni volta che ci troviamo in qualche necessità dalla quale solo Lui ci può liberare. 
Amen
Padre, Ave, Gloria.
Terzo Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, per la sovrumana consolazione che invase il tuo spi­rito, quando nel tuo seno sentisti d'aver con­cepito il frutto, che il messaggero celeste ti aveva promesso.
Ricordaci che Dio premia sempre le ani­me pazienti, che ricorrono a Lui, e che non le abbandona nelle tristezze e nelle tribolazioni, se non per un tempo sufficiente per purificar­le, per provarne la fedeltà e la fiducia.
Per la gioia che ti pervase nel sentirti fe­conda di Maria, infondi nell'anima nostra un vivo sentimento di gratitudine ogni volta che da Dio riceviamo qualche favore. La preghiera e pieno di ringraziamento si elevino dal nostro cuore, per sempre. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Quarto Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo. Amen.
Rallegrati sommamente, o gloriosa San­t'Anna, ricordando il giorno quando desti alla luce una bambina che chiamasti Maria. Le tue preghiere erano state esaudite, i tuoi desideri soddisfatti, i tuoi voti adempiuti.
II Signore era stato buono con te, con­cedendoti la grazia di una figlia la cui bellezza e grazia superavano l'avvenenza e i doni di tutte le donne apparse fino allora sulla terra.
Per la gioia sovrumana che provasti nel ri­cevere il dono celeste, impetra ai tuoi fedeli di valorizzare non le pose del mondo, ma quelle che ci vengono da Dio; di ringraziarlo e di ri­darle in dono a Lui, e che il mondo stesso ci serva per salire al cielo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Quinto Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, per l'in­teriore commozione e per la tenerezza che pro­vavi nel nutrire la tua bambina. Quante cure spendevi intorno a Lei, e di quante finezze la circondavi, ben sapendo che Dio ti aveva con­cesso un tesoro!
Vedevi nel suo volto un sorriso che incan­tava; spirava da tutto quel piccolo essere un candore di paradiso: era incatenata la tua per­sona all'amabile frutto del tuo grembo.
Per la letizia che ti pervadeva nutrendo Maria e standole vicina, ai tuoi fedeli impetra la grazia che sappiano apprezzare i doni di Dio, imitando la tua sana tenerezza materna, che ve­deva mirabilmente riflessa nella tua figliola l'immagine e la somiglianza di Dio. Amen.
Padre, Ave, Gloria.

Sesto Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi-rito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, per la crescente commozione che invadeva il tuo cuore e tutto il tuo essere vivendo presso la tua figliola Marta, che avanzava in età e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini.
Un profumo di virtù celeste si sprigiona­va da Lei; e i tuoi occhi, la tua anima e tutte le tue industrie materne erano per quell'incanto di fanciulla, che Dio ti aveva dato e affidato.
Per la sua candida fanciullezza, o benedetta Sant'Anna, per la sua giovinezza immacolata, per tutta la grazia che dimorava dentro quell'anima senza pari e che a te era ben nota, im­petra ai tuoi fedeli che possano anch'essi co­noscere sempre meglio la vergine Maria e sem­pre maggiormente amarla. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Settimo Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, per i segreti che la tua santissima figlia faceva palesi solamente a te, perché donna secondo la Sacra Scrittura, che potevi capirla e ottemperare pie­namente ai disegni di Dio.
Lei che non avvertiva i pesi del senso, per­ché concepita immacolata, svelava a te i suoi propositi di illibata verginità. E per il proposi­to che in questo suo stato avrebbe servito Dio giorno e notte, ti colmava di gioia sovrumana.
Per questa gioia impetra ai tuoi fedeli di saper valutare adeguatamente i doni di Dio che scorgono nei fratelli, e di adoperarsi perché sia­no anche dagli altri considerati e fatti risplen­dere nella loro giusta luce. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Ottavo Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, per l'o­nore venuto ai tuo nome da quello a cui è stata sollevata Maria, nel cui seno si è incarnato il Figlio di Dio.
Sei la madre della più eccelsa tra le don­ne, della più bella, della più santa, della sem­pre vergine, della regina dell'universo.
Per questa tua grandezza, per la tua ele­zione ad essere la genitrice della incomparabile tra tutte le donne che furono, che sono e che sa­ranno, impetra ai tuoi fedeli di accostarsi sempre più ai tuoi altari, affinché da te imparino a conoscere Maria e Gesù, ad amarli senza mi­sura e a farli amare da tutte le creature, a non tradirli mai col peccato, che nella vita terrena fu loro occasione di tanto dolore. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Nono Martedì
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
Rallegrati, o gloriosa Sant'Anna, che passasti i tuoi ultimi anni e giorni della tua esisten­za confortata dalla tua santissima figlia Maria! La santità della vita ti meritò la gloria del pa­radiso, e la Vergine ti scortò in cielo per mez­zo degli angeli e dei santi dei quali è regina. Il tuo nome vola onorato e venerato per tutta la terra insieme a quello di Maria. Vieni pregata dalle madri, dalle spose, da tutti!
Da Gesù e da Maria tu, per noi, tutto puoi ottenere. Prega per noi, gloriosa e benedetta Sant'Anna. Tu vedi in quante e quali necessità ci dibattiamo.
Sii nostra difesa nei pericoli dell'anima e del corpo; e noi seguiteremo a pregarti e a dar gloria al tuo nome, mentre tu c'insegni a ci aiuti a vivere secondo la volontà di Dio, nell'amore di Gesù e di Maria. Amen.
Padre, Ave, Gloria.
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Un fioretto al giorno: 27 maggio

In questo periodo particolare della mia vita, imparerò da Maria a coltivare la mia anima in modo da renderla bella e gradita a Dio
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Un fioretto al giorno: 26 maggio

Devo imparare a vivere con rettitudine in modo da lasciare il profumo delle opere buone intorno a me
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domenica 25 maggio 2014

Messaggio di Medjugorje del 25 maggio 2014

Cari figli! 
Pregate e siate coscienti che senza Dio siete polvere. 
Perciò volgete i vostri pensieri e il vostro cuore a Dio e alla preghiera. 
Confidate nel Suo amore. 
Nello Spirito di Dio, figlioli, tutti voi siete invitati ad essere testimoni. 
Voi siete preziosi e io vi invito, figlioli, alla santità, alla vita eterna. 
Perciò siate coscienti che questa vita è passeggera. 
Io vi amo e vi invito alla nuova vita di conversione. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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Commento al Vangelo 25-05-2014

Commento al Vangelo – VI Domenica di Pasqua 2014 A (Gv 14,15-21)
Gesù promise un altro Consolatore


A primo aspetto sembra quasi che Gesù Cristo prometta agli apostoli un altro Paraclito, per sostituire la sua presenza in mezzo a loro durante la sua assenza; Egli, infatti, soggiunge: Non vi lascerò orfani, tornerò a voi. Ancora un po’ di tempo e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. Intanto è certo che Gesù, anche senza la sua presenza visibile, rimase e rimane nella Chiesa; anzi Egli è in essa vivo e vero nell’Eucaristia, ed Egli stesso dice: Io vivo e voi vivrete, vivo nell’Eucaristia, e voi vivrete di me in questo Sacramento d’amore. Ora, se Gesù rimase e rimane nella Chiesa, perché promise un altro Paraclito? E perché disse che non avrebbe lasciato orfani i suoi apostoli, ma sarebbe ritornato a loro?
Letteralmente Gesù alluse al suo ritorno visibile dopo la sua risurrezione e alla fine del mondo; consolò gli apostoli della sua morte, dicendo che sarebbe ritornato, e consolò la Chiesa militante che nelle sue lotte l’avrebbe visto quasi assente, dicendo che sarebbe ritornato vivente nella sua gloria, per darle il possesso solenne della vita eterna: Mi vedrete perché io vivo e voi vivrete. Nella gloria della sua risurrezione, gli apostoli l’avrebbero riconosciuto meglio come Dio, ed avrebbero capito che Egli è nel Padre, come avrebbero capito che Egli è il Redentore, e gli uomini in Lui trovano la vita, ed Egli dimora in loro per donarla. Nell’ultimo giorno sarebbe apparso evidente il fulgore della sua divinità a tutte le genti, e la Chiesa, suo Corpo mistico, completa nella sua santità e nei suoi eletti, sarebbe apparsa congiunta a Lui come membro al corpo, ed Egli, congiunto ad essa, come Capo al corpo.
Gesù Cristo doveva eclissarsi dagli apostoli con la sua morte e sepoltura, e doveva eclissarsi anche dopo la risurrezione con la sua Ascensione al cielo. Gli apostoli non l’avrebbero più avuto come Maestro visibile, e non avrebbero più goduto della sua presenza sensibile, e perciò Egli promette loro lo Spirito Santo come Maestro interiore di verità, e come Consolatore intimo nel cammino terreno.
Egli parla loro e parla a tutta la Chiesa, promette loro il suo ritorno dopo la risurrezione, e promette alla Chiesa il suo ritorno non solo nel Giudizio finale, ma in una nuova effusione di misericordie e di grazie, in un trionfo grandioso che ne farà sentire la presenza, ne farà apprezzare la grandezza, e farà vivere talmente di Lui Sacramentato, da sentire che Egli è in noi e noi in Lui. In questa grande effusione di grazie e in questo trionfo Egli, sfigurato dagli errori del mondo persino nell’animo di tanti fedeli, sarà riconosciuto veramente come Dio: In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio; e sarà riconosciuto per la maggiore diffusione della vita eucaristica: Conoscerete che voi siete in me e io in voi. Il trionfo sarà preparato dallo spirito di verità, in opposizione allo spirito del mondo, perché ci sarà grande luce di verità nella Chiesa, una maggiore comprensione della fede per i dottori che la illumineranno di nuovi fulgori, per la grazia dello Spirito Santo.

Una bella predizione?
Questo che diciamo risponde all’aspettazione della Chiesa fin dai suoi primordi.
La Chiesa, tra le sue pene e le sue prove, ha aspettato sempre e attende tuttora un trionfo smagliante del suo Redentore anche nel mondo; essa attende quasi una nuova Pentecoste, una nuova effusione di grazia e di amore, una clamorosa vittoria sul mondo, una grandiosa dilatazione del regno di Dio che sia pratica glorificazione dei tesori della redenzione nelle anime, e soprattutto dell’Eucaristia. Questa vittoria non sarà un’affermazione di prestigio politico, non deriverà da onori e da beni temporali, ma sarà un’affermazione di vita interiore in unione con Gesù Sacramentato, una potente affermazione della forza che può dare lo Spirito Santo, nelle glorie della santità e del martirio, un fervore nuovo nell’osservanza dei precetti e dei consigli evangelici, uno splendore di smagliante purezza, di umiltà, di carità, di vita interiore e soprannaturale, un rifiorire mirabile della vita religiosa, un ripopolarsi dei chiostri deserti, diventati ora covi di profanatori ladri, di soldati, di uffici pubblici, di ritrovi e persino di case di peccato.
Sarà anche una rifioritura ammirabile della vita mistica, in elevazioni superiori a quelle avute in ogni tempo, e Gesù Cristo si manifesterà alle anime elevate così in uno splendore di luce tanto grande, da renderle monumento vivo d’amore e tempio della Santissima Trinità.
È questo il trionfo che la Chiesa attende e che avrà dalla bontà di Dio in mezzo a lotte anche più aspre di quelle sostenute nel passato. Gesù lo espresse in poche parole, dicendo: Chi ha i miei comandamenti e li osserva, mi ama. L’amore, dunque, dovrà essere pratico e operativo per essere palpito vivo di santità. E chi mi ama sarà amato dal Padre mio, cioè sarà oggetto di particolari grazie dello Spirito Santo, che è Amore infinito. Ed io lo amerò – soggiunse Gesù –, e gli manifesterò me stesso; lo amerò comunicandomi a lui nella mia vita di amore eucaristico, e gli manifesterò me stesso nelle elevazioni dell’amore mistico. 

Don Dolindo Ruotolo

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Magnificat

L'anima mia magnifica il Signore  * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.  * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente  * e santo é il suo nome: 

di generazione in generazione la sua misericordia  * si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,  * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,  * ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,  * ha rimandato i ricchi a mani vuote. 

Ha soccorso Israele, suo servo,  * ricordandosi della sua misericordia, 

come aveva promesso ai nostri padri,  * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio  * e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre  * nei secoli dei secoli. Amen.

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Dalla terra al Cielo

Il 23 maggio 2014, alle ore 22,14 circa, una mia cara amica ha fatto ritorno alla Casa del Padre, lasciandoci tutti increduli per la sua acerba dipartita. La sua nascita al cielo mi ha fatto riflettere per l'ennesima volta sulla parola "morte". Per noi cristiani la morte non dovrebbe significare "fine, sconfitta,buio", ma "nuovo inizio,vittoria,luce". Con Francesca (questo è il nome della mia amica) tante volte ho affrontato il tema della morte : lei mi ha sempre detto che la morte in realtà non esiste e Dio non tronca la vita delle creature che Lui stesso ha creato, ma le colloca in un'altra dimensione, fatta di pace e di amore. Ed io la penso esattamente come lei... ho sempre sostenuto che non si muore ma si chiudono semplicemente gli occhi al mondo per poi aprirli al Cielo. Molte volte mi è capitato di ascoltare con dolore persone che dicevano: "Dio perché ci fa morire?" A queste persone rispondo che Dio è amore e non crea per distruggere. Egli è la Vita ed ha destinato l'uomo all'eternità . La morte è il passaggio tra la vita della carne e quella dello spirito : non è la fine, ma un nuovo inizio. Nel Vangelo (Giov. 5,28-29) Gesù afferma solennemente: «Verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri ( tutti i morti), udranno la sua voce (la voce imperativa di Gesù) e ne usciranno fuori: quanti fecero il bene, per una resurrezione di vita, e quanti fecero il male, per una resurrezione di condanna". 
La morte toglie l'uomo dall'esilio terreno per collocarlo eternamente nella patria celeste, nella patria della pace, della gioia, dell'amore, della felicità eterna. Per questo i Santi guardavano alla morte non solo con accettazione, ma con desiderio e trasporto. «I fedeli che sono rattristati dalla certezza di dover morire, sono però consolati dalla promessa della futura immortalità. Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata: e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel Cielo». Non ci è vietato di piangere né sulla nostra morte, né sulla morte dei nostri cari. Ci è vietato invece di disperarci e di ribellarci. Piangere è della natura, ma essa è sublimata dalla grazia, la quale ci fa rassegnati e speranti. 
La morte dovrebbe servire a far riflettere tanta gente che vive e si comporta come se non dovesse mai morire, e che spesso si accapiglia per accumulare beni labilissimi, perché li considera qualche cosa di assoluto, mentre il Signore ci dice (Mat. 8,36 e 16,26): « Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l'anima?». Con queste parole Gesù ci spinge a un orientamento corretto della vita terrena, per non correre il rischio di perdere la vita eternamente beata. 
"Se il chicco di grano non muore, non produce frutto". Dalla morte il Signore sa trarre la vita... Grazie Francesca per essere passata nella mia vita, grazie perché mi hai fatto capire che la terra è soltanto un trampolino, che il Cielo è la nostra dimora eterna.
Maria M.
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