domenica 30 novembre 2014

Apertura anno vita consacrata

Cari fratelli e sorelle, 
anche se lontano fisicamente a motivo del mio servizio alla Chiesa universale, mi sento intimamente unito a tutti i consacrati e le consacrate all'inizio di questo Anno che ho voluto fosse dedicato alla vita consacrata. 
Saluto con affetto tutti i membri della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e tutti coloro che sono presenti nella Basilica di Santa Maria Maggiore, sotto il tenero sguardo della Beata Vergine Salus Populi Romani, per questa Veglia di preghiera. 
Con voi saluto anche tutti i consacrati e le consacrate che vivono e operano nel mondo. In questa occasione le mie prime parole sono di gratitudine al Signore per il dono prezioso della vita consacrata alla Chiesa e al mondo. 
Questo Anno della Vita Consacrata sia un'occasione affinché tutti i membri del popolo di Dio ringrazino il Signore, dal quale proviene ogni bene, per il dono della vita consacrata, valorizzandola in maniera conveniente. A voi, cari fratelli e sorelle consacrati, va ugualmente la mia gratitudine per ciò che siete e fate nella Chiesa e nel mondo: sia questo un "tempo forte" per celebrare con tutta la Chiesa il dono della vostra vocazione e per ravvivare la vostra missione profetica. 
Vi ripeto anche oggi quanto vi ho detto altre volte: «Svegliate il mondo! Svegliate il mondo!». Come? Mettete Cristo al centro della vostra esistenza. Essendo norma fondamentale della vostra vita «seguire Cristo come viene insegnato dal Vangelo» (Perfectae caritatis, 2), la vita consacrata consiste essenzialmente nell'adesione personale a Lui. Cercate, cari consacrati, Cristo costantemente, cercate il suo Volto, occupi Egli il centro della vostra vita in modo da essere trasformati in «memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù, come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli» (Vita consecrata, 22). 
Come l'apostolo Paolo, lasciatevi conquistare da Lui, assumete i suoi sentimenti e la sua forma di vita (cfr ibid., 18); lasciatevi toccare dalla sua mano, condurre dalla sua voce, sostenere dalla sua grazia (cfr ibid., 40). Non è facile, lasciatevi toccare dalla sua mano, condurre dalla sua voce, sostenere dalla sua grazia. E con Cristo, partite sempre dal Vangelo! 
Assumetelo come forma di vita e traducetelo in gesti quotidiani segnati dalla semplicità e dalla coerenza, superando così la tentazione di trasformarlo in una ideologia. 
Il Vangelo conserverà "giovane" la vostra vita e missione, e le renderà attuali e attraenti. Sia il Vangelo il terreno solido dove avanzare con coraggio. Chiamati ad essere «esegesi vivente» del Vangelo, sia esso, cari consacrati, il fondamento e il riferimento ultimo della vostra vita e missione. Uscite dal vostro nido verso le periferie dell'uomo e della donna di oggi! Per questo, lasciatevi incontrare da Cristo. 
L'incontro con Lui vi spingerà all'incontro con gli altri e vi porterà verso i più bisognosi, i più poveri. Giungete alle periferie che attendono la luce del Vangelo (cfr Evangelii gaudium, 20). Abitate le frontiere. Questo vi chiederà vigilanza per scoprire le novità dello Spirito; lucidità per riconoscere la complessità delle nuove frontiere; discernimento per identificare i limiti e la maniera adeguata di procedere; e immersione nella realtà, «toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo» (ibid., 24). 
Cari fratelli e sorelle: di fronte a voi si presentano molte sfide, ma queste ci sono per essere superate. «Siamo realisti, ma senza perdere l'allegria, l'audacia e la dedizione piena di speranza! 
Non lasciamoci rubare la forza missionaria!» (ibid., 109). Maria, donna in contemplazione del mistero di Dio nel mondo e nella storia, donna diligente nell'aiutare con prontezza gli altri (cfr Lc 1, 39) e per questo modello di ogni discepolo-missionario, ci accompagni in questo Anno della vita consacrata che poniamo sotto il suo sguardo materno. 
A tutti voi partecipanti alla Veglia di preghiera a Santa Maria Maggiore e a tutti i consacrati e le consacrate imparto di cuore la Benedizione, e vi chiedo per favore di pregare per me. 
Il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.
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Richiesta di preghiere 29/11/2014

Una bimba di due anni e mezzo è andata ad aumentare la schiera degli Angeli in Paradiso lasciando nel dolore la mamma il papà e tre fratelli. 
Preghiamo il Signore affinché porti consolazione a questa famiglia distrutta dal dolore. 
Grazie. ardea da Trieste
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Fate attenzione Vegliate

L'Avvento, tempo con il quale comincia l'Anno Liturgico, ci invita a camminare tutti insieme verso la luce. 
Spesso siamo solo preoccupati di andare, ma ci lasciamo sfuggire lo scopo del viaggio. La nostra vita e tutta la storia, non va verso una catastrofe, non sta precipitando verso nulla, ma sta andando verso il compimento, verso un nuovo "capodanno liturgico", dando così inizio alla celebrazione del tempo proprio quando tutto sembrerebbe che esso ci stia sfuggendo di mano. 
Proprio mentre la luce diminuisce la Chiesa prepara le lampade dell'attesa, in cui l'olio della speranza e dell'amore riversato nei piccoli orci del nostro cuore "non si svuoterà" (1 Re 17,14). 
Attraverso le preghiere e le letture così penetranti di questo tempo di Avvento una goccia di olio ravviverà la lampada della nostra attesa, donandoci più forza e fiducia. 
In questo tempo siamo chiamati tutti a chiedere con insistenza: "Signore "venga il tuo Regno", insegnami a pregare, aumenta la mia fede", per poter vivere il nostro viaggio non sotto il peso dell'angoscia e della paura, ma con la fiducia nel Padre che sostiene il mondo e lo accompagna con la sua provvidenza. Maranathà! 
Vieni signore Gesù la culla del mio cuore è pronta ad accoglierti!
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venerdì 28 novembre 2014

Preghiera mattutina-28

12-nov-2014 
Signore, io ti offro questa mattina l'innumerevole marea di coloro che soffrono, degli indigenti, dei senzatetto, dei senza amore, degli affamati, degli immigrati, dei poveri di ogni condizione. 
Non sei tu che hai messo il mondo sottosopra. 
Uscito dal tuo cuore nell'armonia, eccolo divenuto un caos. 
O Dio, abbi pietà della minoranza che governa l'universo e concedici di partecipare alla loro terribile responsabilità attraverso la preghiera.
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Commento al Vangelo del 28-11-2014

Dal Vangelo secondo Luca (21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Quando il Signore tornerà alla fine dei tempi non ci sarà bisogno di messaggeri che annuncino l'approssimarsi del regno di Dio, perché ognuno se ne accorgerà da sé per i fatti che potrà osservare. Nessun uomo, che abbia senno, ha bisogno di essere aiutato a capire che l'estate è vicina quando germogliano gli alberi. Il regno di Dio verrà a noi con la stessa certezza con cui a suo tempo viene l'estate. Gesù non ci comunica una scadenza esatta perché "nessuno conosce il giorno e l'ora, se non il Padre" (Mt 24,36; Mc 13,32). "La parola di Dio dura sempre" (Is 40,8). Dobbiamo fondare su di essa la nostra vita. Questa parola ci dà la certezza che il Signore viene. Viene come è venuto allora; e allo stesso modo verrà alla fine. "Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre. Non lasciatevi sviare da dottrine varie e a voi estranee" (Eb 13,8-9).
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Messaggio di Medjugorje del 25/11/2014

Cari figli! 
Oggi in modo particolare vi invito alla preghiera. 
Pregate, figlioli, per comprendere chi siete e dove dovete andare. 
Siate portatori della Buona Novella e uomini di speranza. 
Siate amore per tutti coloro che sono senza amore. 
Figlioli, sarete tutto e realizzerete tutto soltanto se pregate e se siete aperti alla volontà di Dio, Dio che desidera guidarvi verso la vita eterna. 
Io sono con voi e di giorno in giorno intercedo per voi davanti a mio Figlio Gesù. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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lunedì 24 novembre 2014

Atto di consacrazione del genere umano a Gesù Cristo Re dell’Universo

O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguarda a noi umilmente prostrati innanzi a Te. Noi siamo Tuoi e Tuoi vogliamo essere e per vivere a Te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al Tuo Sacratissimo Cuore. 
Molti purtroppo non Ti conobbero mai; molti, disprezzando i Tuoi comandamenti, Ti ripudiarono. 
O benignissimo Gesù, abbi misericordia e degli uni e degli altri; e tutti quanti attira al Tuo Sacratissimo Cuore. O Signore, sii il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Te, ma anche di quei figli prodighi che Ti abbandonarono; fa che questi, quanto prima ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. 
Sii il Re di coloro che vivono nell'inganno dell’errore, o per discordia da Te separati; richiamali al porto della Verità e all'Unità della Fede affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. 
Largisci , o Signore, incolumità e libertà sicura alla Tua Chiesa, concedi a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fa che da un capo all’altro della Terra risuoni quest’unica voce: sia lode a quel Cuore Divino, da cui venne la nostra salute; a Lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. 
Amen . 
Leone XIII
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domenica 2 novembre 2014

La preghiera per i defunti

RISPETTO PER I MORTI 
Presso tutte le religioni, fin dai tempi più remoti, è diffuso il rispetto e il culto per i defunti. Sono stati costruiti mausolei in loro ricordo; le imbalsamazioni in uso presso certi popoli, le offerte, i riti sacrificali, dimostrano quanto sia sentito il dove­re di onorare coloro che ci hanno lasciato per una vita oltre la morte. Per molti è un preciso dovere di gratitudine per il bene rice­vuto, a partire dal dono della vita, ai valori intellettuali, mora­li, materiali con cui i nostri cari ci hanno beneficato durante la vita. Purtroppo sovente questo nobile sentimento viene espres­so in maniera errata, con ostentazione di potere e ricchezza che non servono assolutamente al defunto, tanto meno a puri­ficarlo dai peccati commessi durante la vita. Una tomba di marmo pregiato, un funerale sfarzoso... sono il più delle volte spreco inu­tile di denaro che avrebbe potuto essere devoluto in opere di grande valore sociale e caritativo, di cui il defunto avrebbe goduto un grande beneficio. 

SOLIDARIETA' CON I DEFUNTI 
La morte non spezza i legami che abbiamo con i defunti. Le "tre" Chiese: peregrinante, purificante, trionfante, riman­gono strettamente unite come realtà comunicanti: i beni di una si riversano sulle altre. È una verità di fede che procla­miamo nel simbolo apostolico quando affermiamo: "credo nella comunione dei santi". Con queste differenze. Noi che siamo ancora in vita possia­mo con fiducia invocare e ottenere l'aiuto dei beati in cielo, que­sti sicuramente intercedono per noi, (particolarmente i nostri patroni, i parenti, gli amici, le persone che abbiamo amato). Le anime del Purgatorio invece si trovano in una condizio­ne per la quale non possono più meritare per sé stessi; men­tre noi abbiamo possibilità di aiutarli, ad attenuare le loro sof­ferenze, abbreviando la loro purificazione. Da sempre la Chiesa accompagna i defunti, dopo la mor­te, con particolari riti e preghiere. La liturgia esequiale onora il corpo del defunto in cui Dio è stato presente mediante la Grazia dei Sacramenti e spinge lo sguardo all'ultimo avveni­mento della storia, quando Cristo tornerà glorioso per ridare vita ai corpi e renderli partecipi della sua gloria. Il più grande desiderio dell'uomo è vincere la morte, che tro­va la risposta certa in Gesù morto e risorto, salito al cielo per preparare un posto per ciascuno di noi. Accomiatandosi dai discepoli Gesù ha promesso: "Vado a prepararvi un posto. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché anche voi siate dove sono io" (Gv 14,2-4). Per questo la liturgia esequiale è una celebrazio­ne pasquale: un momento in cui i fedeli, mentre pregano per il defunto, affidandolo alla misericordia di Dio, ravvivano la propria fede e speranza in Cristo che tutti attende nel suo regno di amore. Una delle preghiere recita: "Dio, Padre misericordioso, tu ci doni la certezza che nei fedeli defunti si compie il mistero del tuo Figlio, morto e risorto: per questa fede che noi pro­fessiamo, concedi al nostro fratello che si è addormentato in Cristo, di risvegliarsi con noi nella gioia della risurrezione". 

COME AIUTARE I NOSTRI DEFUNTI 
La Chiesa, madre e maestra, ci addita parecchi mezzi per suffragare le anime dei nostri cari e aiutarle a raggiungere la pienezza della vita eterna. L'aiuto più efficace è la S. Messa, la Comunione fatta in suf­fragio dei defunti. La celebrazione Eucaristica, rinnovando il sacrificio di Gesù, è l'atto supremo di adorazione e riparazio­ne che possiamo offrire a Dio per le anime dei defunti. La preghiera è un mezzo sempre efficace, alla portata di tut­ti, tanto più efficace quando non chiediamo aiuti e beni per noi stessi, ma perdono e salvezza per le anime dei nostri cari. Oltretutto per molti di noi è un dovere di gratitudine per il bene ricevuto da parenti e amici e, insieme, una garanzia per­ché le anime, giunte in Paradiso, pregheranno per noi. Tra le preghiere tanto raccomandate c'è la recita del Rosa­rio, con l'aggiunta dopo il Gloria, di una invocazione per i defunti: l'Eterno riposo. Oltre la preghiera possiamo suffragare le anime con morti­ficazioni, sacrifici, penitenze, beneficenza e atti di carità, in riparazione dei peccati commessi mentre erano in vita. 

LE INDULGENZE 
La ricorrenza della Commemorazione dei Fedeli Defunti, suscita in tutti noi il ricordo di chi ci ha lasciato e il desiderio di rinnovare nella preghiera quegli affetti che ci hanno tenu­to uniti ai nostri cari durante la loro vita terrena. È ciò che espri­miamo con il termine suffragio: parola che deriva dal verbo latino suffragari che significa: soccorrere, sostenere aiutare. In vari modi la Chiesa ci insegna che possiamo suffragare le anime dei nostri cari defunti: con la celebrazione di Sante Messe, con i meriti che acquistiamo compiendo le opere di carità, con l'applicazione delle indulgenze. In particolare su questa pratica, ultimamente un po' trascurata, vogliamo sof­fermare il nostro pensiero. 

CHE COSA SONO LE INDULGENZE 
Leggiamo dal catechismo la definizione. L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente dispo­sto, e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa la quale, come ministra della redenzione, autoritati­vamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi. Al di là del linguaggio, sempre piuttosto tecnico nelle for­mulazioni ufficiali, cerchiamo di tradurre il tutto in termini più semplici. La teologia cattolica insegna che ogni nostro pec­cato ha una duplice conseguenza: genera una colpa e com­porta una pena. Mentre la colpa, che possiamo concepire come la rottura o il deturpamento dell'amicizia con Dio, è rimessa dall'assolu­zione sacramentale nella confessione, (attraverso la quale Dio cancella l'offesa ricevuta), la pena permane anche oltre l'as­soluzione. Allontaniamo da noi ogni pensiero che si tratti di una castigo che Dio infligge, analogamente a quanto avvie­ne nel codice penale per i reati commessi contro la legge degli uomini. La pena di cui parliamo è una conseguenza che deri­va dalla natura stessa del peccato, che, oltre ad essere offesa a Dio, è anche contaminazione e corruzione dell'uomo. I nostri peccati infatti rendono sempre più faticosa e la ricostruzione, dell'amicizia con Dio e il superare quella inevitabile inclina­zione al male che permane anche dopo la remissione sacra­mentale, come conseguenza del peccato stesso. Semplificando, pensiamo ad una ferita: anche dopo che ha smesso di sanguinare continua a darci dolore, ed è un punto debole: basta un piccolo urto perché riprenda l'emorragia. Il nostro corpo deve faticare per ricostruire il tessuto nella sua integrità e solo allora possiamo dirci veramente guariti. Il pec­cato è una ferita dell'anima e anche dopo il nostro pentimento e l'assoluzione sacramentale rimane come una debolezza: sia­mo più fragili, più soggetti a ricadere proprio dove siamo già caduti, rischiamo che quella ferita non pienamente rimargi­nata, si riapra proprio nello stesso punto. 

FUNZIONE DELLE INDULGENZE 
Le indulgenze che possiamo acquistare anche per noi stes­si (esempio il perdono d'Assisi o le indulgenze dell'Anno San­to) sono come un medicamento cicatrizzante, ci confermano nel proposito di rinnegare il peccato e sanciscono la nostra volontà di aderire pienamente al progetto di Dio. Pensiamo ancora cosa avviene quando l'amicizia tra due viene infran­ta. Essa si ricostruirà ma con fatica; anche dopo che l'offesa è stata perdonata, rimane come una difficoltà nei rapporti, finché con il tempo e la reciproca buona volontà non si rimuo­vono completamente le cause e i ricordi del litigio. Ora noi non possiamo certamente dubitare della volontà di Dio di riammetterci alla sua piena comunione, ma dobbia­mo dubitare delle nostre capacità a staccarci completamente dal peccato e da ogni affetto malsano; è necessario un lun­go cammino di conversione e di purificazione. La pena temporale non è quindi da concepire come una ven­detta di Dio ma come il tempo necessario a noi per rigenera­re la nostra capacità di amare Dio sopra ogni cosa. Questa pena temporale esige di essere compiuta in questa vita come riparazione, o in Purgatorio come purificazione. Nel cammino terreno il cristiano dovrà quindi cercare quei mezzi di purifi­cazione che facilitano il cammino verso la santità: le varie pro­ve e la sofferenza stessa, l'impegno nelle opere di carità, la preghiera, le varie pratiche di penitenza e, non ultimo, l'ac­quisto delle indulgenze. Ma poiché difficilmente possiamo presumere che in questa vita riusciremo a giungere a quella perfezione che ci permet­terebbe di essere, immediatamente dopo il nostro trapasso, ammessi alla piena comunione con Dio, la Giustizia Divina pre­vede un tempo di purificazione anche dopo la nostra morte, in quella particolare condizione, (tradizionalmente chiamata Purgatorio), nella quale si troverà la nostra anima al termine del nostro esilio terreno e in attesa di giungere alla piena comu­nione con Dio. Leggiamo ancora nel Catechismo: "Coloro che muoiono nell'amicizia di Dio, ma imperfettamente purificati, benché sicuri della propria salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia di Dio": 

COME OTTENERE INDULGENZE PER I DEFUNTI? 
L'indulgenza legata alla commemorazione di tutti i defun­ti, il 2 novembre, è possibile lucrarla mediante: visite alle tom­be, celebrazione Eucaristica al cimitero, visita a una Chiesa. Si può lucrare l'indulgenza plenaria a partire dal mezzogiorno del 1° novembre fino a tutto il 2 novembre. Si può lucrare una sola volta ed è applicabile solo ai defunti. Visitando una Chie­sa, si reciti almeno un Padre nostro e il Credo. A questa si aggiungono le tre solite condizioni: Confessione, Comunio­ne, preghiera secondo le intenzioni del Papa (Pater, Ave, Glo­ria). Queste tre condizioni possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti il 2 novembre. Nei giorni dall'1 all'8 novembre chi visita il cimitero e pre­ga per i defunti può lucrare una volta al giorno l'indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle condizioni di cui sopra. 

Maria M.
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Richiesta di preghiere 1/2014

1) André ci chiede di pregare perché sua moglie Tatsiana torni a casa dove lui e i suoi due figli di 5 e 1 anno l'aspettano. 

Pour que mon épouse Tatsiana revienne à la maison avec nos enfants Anaïs (5ans) et Alexandre (1an). Merci. André.
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Preghiera per OgniSanti

Signore,
in questa giornata in cui celebriamo la festa di tutti quei Santi che ti hanno onorato e glorificato con la loro vita – uomini e donne di ogni continente che sono per noi di esempio – ti preghiamo di aiutarci a conformare la nostra vita e la nostra fede sempre più a loro.
Perdona le offese che gli uomini ti arrecano ogni giorno e le ferite che ancor oggi infliggono al tuo Sacro Cuore.
Perdona noi credenti per tutte le volte in cui, mancando nei nostri doveri cristiani, non solo non riusciamo a portare la tua luce al mondo ma anzi siamo motivo di scandalo per gli altri: tante e tante volte ti abbiamo deluso e perfino tradito con i nostri peccati e i nostri ammiccamenti al maligno.
Ti preghiamo per tutti coloro che in tutto il mondo, oggi in particolar modo nel Medio Oriente, soffrono e affrontano quotidianamente – con coraggio e fede esemplari – persecuzioni e prove terribili in tuo nome, talvolta al prezzo delle loro stesse vite.
Non permettere che restiamo indifferenti alle loro sofferenze ma aiutaci ad essergli vicini concretamente, anche ma non solo con la preghiera.
Fai che anche qui da noi - in paesi ricchi ma ormai scristianizzati, sempre più votati ad un laicismo anticlericale dove in tanti si illudono di poter fare a meno di Te e della Tua Chiesa - l’annuncio fedele e integrale della Tua Parola trovi sempre orecchie e cuori desiderosi di accoglierla. Preservaci dall'odio montante verso il Vangelo e la Chiesa, fai che gli appelli di Tua Madre in tutto il mondo aprano i cuori induriti dei popoli, mandaci il Tuo Spirito perché – come Ella disse ad Amsterdam – essi “siano preservati dalla corruzione, dalle calamità e dalla Guerra”.  
Fai che il Tuo Sacro Cuore e il Cuore Immacolato di Tua Madre trionfino al più presto affinché la Tua Misericordia prevalga e la tua Giustizia non si abbatta sul mondo, come purtroppo la Madonna ha ammonito in molte sue apparizioni.
Mandaci pastori che sappiano essere sempre fedeli al Vangelo e alla Chiesa, che non si facciano condizionare dalla mentalità e dalle aspettative del mondo, accesi di un santo Amore per Te e per le pecore loro affidate.
Grazie per questo gruppo di preghiera – di cui oggi celebriamo il 14° anniversario – , per le persone che ne fanno parte e per quelle che cercano da noi un aiuto di preghiera. Ti preghiamo: proteggile, guidale, sostienile sempre nel cammino verso la santità.
Amen
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Richiesta di preghiere 1/11/2014

Carissimi, 
cose molto gravi stanno succedendo nella mia diocesi: un sacerdote anziano assassinato, un altro, giovane, suicida. 
La stampa locale che "gode" di questi avvenimenti imbonendo la gente con titoli ed articoli a tutta pagina. 
Il Signore abbia pietà e misericordia, conceda la pace ed il perdono ai defunti. 
Lo Spirito Santo illumini la mente ed i cuori della gente ed aumenti la fede, soprattutto in questi tragici avvenimenti, che purtroppo portano scompiglio e confusione, specie nelle persone che vivono nel dubbio. 
Inoltre conforti i parenti e quanti, in questa tragedia subiscono e vivono il dolore in prima persona. 
Grazie. ardea da Trieste
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