giovedì 31 dicembre 2009

AUGURI

Auguro a tutti i lettori e viandanti un 2010 ricco di felicità e di ogni benedizione celeste
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Te Deum

Noi ti lodiamo, Dio,ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria.

Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode;
la santa Chiesa proclama la Tua gloria, adora il Tuo unico Figlio, e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre,
Tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore,che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno Ti benediciamo, lodiamo il Tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la Tua misericordia: in Te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno.

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A Maria la nostra vita

O misericordiosa Regina del cielo e della terra,
Madre di Dio e nostra,
degnati di gettare uno sguardo della tua tenerezza
sopra l'abisso della nostra miseria e dei nostri peccati.

Vergine pura, liberaci dal male presente, passato, futuro;
dacci il dono delle lacrime per espiare i nostri peccati
e riparare i delitti di tutto il mondo.
Amen.

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Ave Maria!

mercoledì 30 dicembre 2009

Salve Regina donna missionaria

(Don Tonino Bello)
Salve Regina, donna missionaria,
tonifica la nostra vita cristiana
con quell'ardore
che spinse te, portatrice di luce,
sulle strade della Palestina.

Anche se la vita ci lega ai meridiani
e ai paralleli dove siamo nati,
fa' che sentiamo egualmente sul collo
il fiato delle moltitudini
che ancora non conoscono Gesù.

Spalancaci gli occhi
perché sappiamo scorgere
le afflizioni del mondo.

Non impedire che il clamore dei poveri
ci tolga la quiete.
E liberaci dalla rassegnazione
di fronte alle tante sofferenze del mondo.
O clemente, o pia,o dolce Vergine, Maria.
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Anna vede finalmente Dio nel suo Tempio

San Pietro Crisologo (c. 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
Sermo 147, sul mistero dell'Incarnazione

Questo Dio che il mondo non può contenere, come lo può percepire lo sguardo così limitato dell'uomo? L'amore non si cura di sapere se una cosa sia sicura, appropriata o possibile. L'amore... non conosce misura. Non si consola con il pretesto che è impossibile; la difficoltà non lo ferma... L'amore non può non vedere ciò che ama... Come credersi amati da Dio senza contemplarlo? Così, l'amore che brama vedere Dio, anche se non è guidato dalla ragione, è ispirato dall'intuizione del cuore. Per questo Mosè ha osato dire: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mostrami il tuo volto» (Es 33,13ss), e il salmista: «Mostrami il tuo volto» (cf 79,4)...
Dio quindi, conoscendo il desiderio degli uomini di vederlo, ha scelto un mezzo per rendersi visibile che sia un grande beneficio per gli abitanti della terra, senza essere per questo qualche cosa di degradante nei confronti del cielo. La creatura che Dio aveva fatta sulla terra simile a lui poteva passare in cielo per disonorevole? «Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza», egli aveva detto (Gn 1,26)... Se Dio avesse preso dal cielo la forma di un angelo, sarebbe rimasto ugualmente invisibile; se, d'altra parte, sulla terra si fosse incarnato in un essere di natura inferiore a quella dell'uomo, avrebbe recato offesa alla divinità e abbassato l'uomo invece di innalzarlo. Nessuno quindi, fratelli carissimi, consideri come un insulto rivolto a Dio il fatto che egli sia venuto agli uomini attraverso un uomo, e che abbia trovato presso di noi questo mezzo per essere da noi visto.
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Guarda la stella, invoca Maria

O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo alla tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di questa Stella.
Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria!
Se, turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza, e sei per cadere nell' abisso della disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria.
Seguendo lei, non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai.
Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata.

San Bernardo

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Il lavoro dei genitori è importantissimo

Ammira la bontà di Dio nostro Padre: non ti riempie di gioia la certezza che la tua casa, la tua famiglia, il tuo paese, che ami follemente, sono materia di santità? (Forgia, 689)

Mi commuove che l'Apostolo qualifichi il matrimonio cristiano come “sacramentum magnum” — sacramento grande. Anche da ciò deduco che il lavoro dei genitori è importantissimo.— Partecipate del potere creatore di Dio e, per questo, l'amore umano è santo, nobile e buono: una gioia del cuore, alla quale il Signore — nella sua provvidenza amorosa — vuole che alcuni di noi liberamente rinunciamo.— Ogni figlio che Dio vi concede è una grande benedizione divina: non abbiate paura di avere figli! (Forgia, 691)

Nelle mie conversazioni con tante coppie di sposi, insisto nel dire che finché sono in vita loro e i loro figli, devono aiutarli a essere santi, pur sapendo che sulla terra nessuno di noi sarà santo. Non faremo altro che lottare, lottare e lottare.— E aggiungo: voi, madri e padri cristiani, siete un grande motore spirituale, che manda ai vostri cari la fortezza di Dio per lottare, per vincere, perché siano santi. Non defraudateli! (Forgia, 692)

Non aver paura di amare le anime, per Lui; non ti preoccupare se ami i tuoi sempre di più, purché, pur amandoli tanto, ami Lui milioni di volte di più. (Forgia, 693)

Per la tua amicizia con Cristo, sei obbligato a dar frutto.— Frutto che sazi la fame delle anime, quando ti si avvicinano, nel lavoro, nella convivenza, nell'ambiente famigliare... (Forgia, 981)
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martedì 29 dicembre 2009

Pensiero

Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell'emergenza e sembra spingere unicamente all'azione. La pietà non indebolisce la lotta contro la povertà o addirittura contro la miseria del prossimo. La beata Teresa di Calcutta è un esempio molto evidente del fatto che il tempo dedicato a Dio nella preghiera non solo non nuoce all'efficacia ed all'operosità dell'amore verso il prossimo, ma ne è in realtà l'inesauribile sorgente.

Benedetto XVI - Lettera Enciclica Deus Caritas est
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Andare in pace

Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo
Omelia 15 su Luca ; PG 13, 1838-1839

Simeone sapeva bene che nessuno avrebbe potuto far uscire l'uomo dal carcere del corpo con la speranza della vita futura se non, precisamente, quel bambino che egli teneva tra le braccia. Per questo gli disse : « Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace », perché finché non tenevo Cristo e non lo stringevo fra le braccia, io stesso ero come prigionero e non potevo liberarmi dai vincoli che mi stringevano. E dobbiamo notare che questo non vale per il solo Simeone, bensì per tutti gli uomini. Chi lascia questo mondo e vuole raggiungere il cielo, prenda Gesù nelle sue mani e lo abbracci, lo stringa al petto; soltanto allora potrà recarsi, pienamente felice, là dove desidera...
« Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio » (Rm 8,14); è quindi lo Spirito Santo a condurre Simeone nel Tempio. Se anche tu vuoi tenere Gesù, stringerlo tra le braccia, se vuoi divenire in tal modo degno di uscire dal carcere, devi con tutte le tue forze mirare a questo, lasciarti guidare dallo Spirito per giungere al Tempio di Dio. Eccoti fin d'ora nel tempio del Signore Gesù, cioè nella sua Chiesa ; esso è un tempio costruito con pietre vive (1Pt 2,5)...
Se davvero sei venuto nel Tempio mosso dallo Spirito, troverai il bambino Gesù, lo prenderai fra le braccia e gli dirai: « Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola ». Questa liberazione e questa partenza avvengono nella pace... E chi mai può morire in pace, se non colui che conosce quella pace di Dio, che supera ogni intelligenza e custodisce il cuore di colui che la possiede (Fil 4,7)? Chi si ritira in pace da questo mondo, se non colui che comprende che Dio è venuto in Cristo per riconciliare a sé il mondo?
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lunedì 28 dicembre 2009

Davanti a Dio, tu sei un bambino

Davanti a Dio, che è Eterno, tu sei un bambino più piccolo di quanto lo sia davanti a te un piccino di due anni. E, oltre a essere bambino, sei figlio di Dio. —Non dimenticarlo. (Cammino, 860)

Se ci pensate, è cosa ben diversa che cada un bambino o che cada un adulto. Per i bambini, la caduta generalmente è senza conseguenze: vanno in terra tanto spesso! E se poi sono lacrime, il padre dice: «Gli uomini non piangono». Così si chiude l'incidente, perché il piccolo s'impegna a fare contento suo padre.(…)
Se ci comportiamo come loro, gli inciampi e gli insuccessi — peraltro inevitabili — della vita interiore non sboccheranno mai nell'amarezza. Reagiremo col pentimento, ma senza sconforto, e col sorriso che sgorga, come acqua limpida, dalla gioia della nostra condizione di figli di Dio, figli del suo Amore di Padre, della sua grandezza, della sua sapienza infinita, della sua misericordia. Ho imparato, nei miei anni di servizio al Signore, ad essere figlio piccino di Dio.
E' ciò che chiedo a voi: siate quasi modo geniti infantes, bambini che desiderano la parola di Dio, il pane di Dio, l'alimento di Dio, la fortezza di Dio, per comportarvi d'ora innanzi come veri cristiani.(Amici di Dio, 146)
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I Santi Innocenti, poveri come il Cristo povero

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, copatrona dell'Europa
Meditazione per il 6 gennaio 1941

Non lontano da Stefano, il primo dei martiri, stanno i «flores Martyrum», i fiori dei martiri, i teneri germogli strappati prima di essere maturi per offrirsi da se stessi. Secondo una pia tradizione, la grazia ha anticipato il naturale sviluppo di questi bambini innocenti e ha dato loro la comprensione di quello che stava loro succedendo per renderli capaci di un dono libero di sé e assicurare loro la ricompensa riservata ai martiri. Ma anche così, non assomigliano molto al confessore della fede che ha raggiunto l'età adulta e che s'impegna con coraggio eroico per la causa di Cristo. Consegnati indifesi, assomigliano molto di più agli «agnelli condotti al macello» (Is 53,7; At 8,32).
Essi sono così l'immagine della più estrema povertà. Non possiedono nessun altro bene che la loro vita. E ora anch'essa viene loro presa e questo si compie senza che oppongano resistenza.
Essi attorniano la mangiatoia per mostrarci di quale natura sia la mirra che noi dobbiamo offrire al Bambino divino: chi vuole appartenergli totalmente deve consegnarsi a lui in una resa incondizionata di se stesso e abbandonarsi al volere divino come questi bambini.
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domenica 27 dicembre 2009

Perché Dio viene bestemmiato?

“Tutti i giorni il mio nome è stato disprezzato” (Is 52,2)

“Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo..” (Ez 36,2)

“Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra lori i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli dei secoli. Amen (Rm 1,24-25).

“Perché Dio viene bestemmiato?
Perché noi non mettiamo in pratica ciò che insegniamo. Infatti la gente, sentendo la nostra bocca le parole di Dio, ne resta stupita, perché quelle parole sono buone. Ma poi, notando che le nostre azioni non corrispondono alle parole che diciamo, ecco che prorompono in bestemmie, affermando che tutto ciò non è che una favola e una serie di inganni” (Dall’Omelia di un autore del secondo secolo).

“Sottomettetevi dunque a Dio; resiste al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore egli vi esalterà” (Gc 7-10).

Dio si benedetto,Benedetto il suo santo nome.

Buona giornata Sac. Salvia Don Giovanni


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Preghiera a San Giuseppe Moscati

O San Giuseppe Moscati, medico e scienziato insigne, che nell'esercizio della professione curavi il corpo e lo spirito dei tuoi pazienti, guarda anche noi che ora ricorriamo con fede alla tua intercessione.
Donaci sanità fisica e spirituale, intercedendo per noi presso il Signore.Allevia le pene di chi soffre, dai conforto ai malati, consolazione agli afflitti, speranza agli sfiduciati.I giovani trovino in te un modello, i lavoratori un esempio, gli anziani un conforto, i moribondi la speranza del premio eterno.
Sii per tutti noi guida sicura di laboriosità, onestà e carità, affinché adempiamo cristianamente i nostri doveri, e diamo gloria a Dio nostro Padre.

Amen
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Ama la verità


"Ama la verità,mostrati qual sei, e senza infingimenti, senza paure e senza riguardi.

E se la verità ti costa la persecuzione, tu accettala;e se il tormento, tu sopportalo.

E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, tu sii forte nel sacrificio."


San Giuseppe Moscati

il Medico Santo di Napoli 1880 - 1927

In modo speciale vi porto il piccolo Gesù

Cari figli,
oggi in modo speciale vi porto il piccolo Gesù perché vi benedica con la Sua benedizione di pace e di amore.
Cari figli, non dimenticate che questa e' una grazia che molta gente non comprende e non accetta.
Perciò voi, che dite di essere Miei e chiedete il Mio aiuto, date tutto di voi stessi, anzitutto date il vostro amore e l'esempio nelle vostre famiglie.
Voi dite che Natale e' la festa della famiglia; allora cari figli, mettete Dio nelle vostre famiglie al primo posto, affinché Egli possa donarvi la pace e proteggervi non solo dalla guerra ma, anche in tempo di pace, da ogni assalto satanico.
Se Dio e' con voi avete tutto, mentre quando non lo avete, siete poveri e persi e non capite dalla parte di chi state.
Perciò, cari figli, decidetevi per Dio e poi riceverete tutto.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggio del 25 Dicembre 1991

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Servire il Signore nel mondo

Bada bene: nel mondo ci sono molti uomini e molte donne, e il Maestro non tralascia di chiamarne neppure uno. Li chiama a una vita cristiana, a una vita di santità, a una vita di elezione, a una vita eterna. (Forgia, 13)

Consentitemi di parlare ancora della schiettezza e della semplicità della vita di Gesù, che già tante volte vi ho fatto considerare. Gli anni della vita nascosta del Signore sono tutt'altro che insignificanti, né rappresentano una semplice preparazione agli anni della vita pubblica. Fin dal 1928 ho compreso con chiarezza che Dio desidera che i cristiani prendano esempio dalla vita del Signore tutta intera. Da allora ho capito appieno la sua vita nascosta, la sua vita di umile lavoro in mezzo agli uomini: il Signore vuole che molte anime trovino la loro via in quei suoi anni di vita silenziosa e senza splendore.
Obbedire alla volontà di Dio, pertanto, è sempre un uscire dal proprio egoismo; ma non è detto che ciò sia possibile solo a condizione di abbandonare le circostanze ordinarie di una vita come è quella di coloro che, per il loro stato, la loro professione e il loro posto nella società, sono in tutto uguali a noi.Il mio sogno — un sogno che è divenuto realtà — è che vi sia una moltitudine di figli di Dio che si santificano vivendo la condizione comune dei loro simili, condividendone le ansie, le aspirazioni, gli sforzi.
Sento il bisogno di gridare loro questa divina verità: voi restate in mezzo al mondo non perché Dio si sia dimenticato di voi, non perché il Signore non vi abbia chiamati. Vi ha invitati a permanere in mezzo alle attività e agli impegni terreni facendovi capire che la vostra vocazione umana, il vostro lavoro, le vostre doti, lungi dall'essere estranee ai disegni divini, sono le cose che Egli ha santificato vivendole come offerta graditissima al Padre.(E' Gesù che passa, 20)
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L'evangelista della Vergine

O Vergine, piena di misericordia, o rifugio dei peccatori, o Madre dei poveri e dei disperati, mi prostro ai tuoi piedi per domandarti pieta'.
La mia preghiera e' un gemito per i miei peccati, e' un'implorazione per tutte le lacrime e per tutti i dolori, e' una supplica per tutti i poveri e gli orfani, per i senza tetto e i senza pane, per i senza pace, per i senza cuore e per i senza Dio.
O Vergine, perdono, misericordia, pieta'.Dammi la luce per conoscere il mio nulla e la grandezza incommensurabile di Dio. Dammi la verita' per camminare nella legge di Dio.
Dammi la carita' per amare tutti i miei fratelli. Per Gesu' tuo Figlio.
Amen. Ave Maria!

Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso

Sant'Antonio di Padova (c. 1195-1231), francescano, dottore della Chiesa
Sermoni per la domenica e le feste dei santi

«Stava loro sottomesso». A queste parole, si dilegui ogni orgoglio, crolli ogni rigidità, si sottometta ogni disobbedienza. «Stava sottomesso». Chi? Colui che, con una sola parola, ha creato tutto dal nulla. Colui che, come dice Isaia, «con il cavo della mano misurò il mare; che sul suo palmo prese le dimensioni dei cieli; che con tre dita sollevò la terra; colui che pesa sulla sua bilancia colline e montagne» (40,12). Colui che, come dice Giobbe, «fa tremare la terra e scuote le colonne del cielo; colui che comanda al sole e fa rientrare le stelle; colui che dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare; colui che fece le costellazioni; colui che opera meraviglie prodigiose e senza numero» (9,6-10)... È lui, così grande, così potente, che è sottomesso. E sottomesso a chi? A un operaio e a una poverissima vergine.
O «primo e ultimo»! (Ap 1,17) O capo degli angeli, sottomesso a degli uomini! Il Creatore del Cielo, sottomesso a un operaio, il Dio di eterna gloria sottomesso a una piccola povera vergine! Si è mai visto nulla del genere? Si è mai sentita una cosa simile?
Allora, non esitate a obbedire, a sottomettervi... Scendere, venire a Nàzaret, essere sottomessi, obbedire perfettamente: qui sta tutta la sapienza... Questo significa essere sapiente con sobrietà. La pura semplicità è «come le acque di Siloe, che scorrono in silenzio» (Is 8,6). Ci sono dei sapienti negli ordini religiosi; ma è attraverso uomini semplici che Dio ve li ha raccolti. Dio «ha scelto quelli che erano stolti e infermi, deboli e ignoranti», per raccogliere attraverso di essi «coloro che erano sapienti, potenti e nobili», «affinché nessuna carne possa gloriarsi in se stessa» (1Co 1,26-29), bensì in colui che è sceso, che è venuto a Nàzaret, e che è stato sottomesso.
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sabato 26 dicembre 2009

Gesù sta ancora cercando alloggio nel tuo cuore

Gesù nacque a Betlemme in una grotta, dice la Scrittura, “perché non c'era posto per loro nell'albergo”. — Non mi discosto dalla verità teologica, se ti dico che Gesù sta ancora cercando alloggio nel tuo cuore. (Forgia, 274)

Non mi discosto dal rigore della verità se affermo che Gesù cerca ancora una dimora: nel nostro cuore. Dobbiamo chiedergli perdono per la nostra sbadataggine, per la nostra ingratitudine. Dobbiamo chiedergli la grazia di non chiudere mai più davanti a Lui la porta della nostra anima.Il Signore non ci nasconde che l'obbediente sottomissione alla volontà di Dio richiede spirito di rinuncia e di dedizione, perché l'amore non reclama diritti: vuole soltanto servire. E a Lui, che per primo ha percorso questo cammino, noi domandiamo: Gesù, come hai vissuto l'obbedienza? Usque ad mortem, mortem autem crucis, fino alla morte, e morte di croce. Bisogna uscire dal proprio guscio, complicarsi la vita, perderla per amore di Dio e delle anime. Ecco, tu volevi vivere, non volevi che ti accadesse alcunché: ma Dio ha voluto diversamente. Vi sono due volontà: ma la tua volontà si pieghi alla volontà di Dio, e non la volontà di Dio si torca alla tua. Ho visto con gioia molte anime mettere in gioco la propria vita — come hai fatto tu, Signore, usque ad mortem — per compiere tutto quello che la volontà di Dio chiedeva; hanno impegnato tutte le loro aspirazioni e il loro lavoro professionale al servizio della Chiesa, per il bene di tutti gli uomini.Dobbiamo imparare a obbedire, dobbiamo imparare a servire. Non c'è nobiltà più grande che decidere di darsi volontariamente in aiuto agli altri. Quando sentiamo che l'orgoglio ribolle dentro di noi, la superbia ci fa credere di essere dei superuomini, allora è il momento di dire di no, di dire che il nostro unico trionfo deve essere quello dell'umiltà. In tal modo ci identificheremo con Cristo crocifisso; e non nostro malgrado, insicuri e a malincuore, ma lietamente, perché la gioia nel momento dell'abnegazione è la dimostrazione più bella dell'amore.(E' Gesù che passa, 19)
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Santo Stefano offre la sua vita, come dell'oro, al bambino Gesù

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, copatrona dell'Europa
Meditazione per il 6 gennaio 1941

Vicinissimo al neonato Salvatore, vediamo santo Stefano. Che cosa ha valso questo posto d'onore a colui che per primo a reso al Crocifisso la testimonianza del sangue? Egli ha realizzato nel suo ardore giovanile ciò che il Signore ha dichiarato entrando nel mondo: «Mi hai dato un corpo. Eccomi, io vengo per fare la tua volontà» (Eb 10,5-7). Ha praticato l'obbedienza perfetta, che affonda le radici nell'amore e si manifesta all'esterno nell'amore.
Egli ha camminato sulle orme del Signore in quello che per il cuore umano, secondo la natura, è forse la cosa più difficile, e che sembra addirittura impossibile: come il Salvatore stesso, egli ha adempiuto il comandamento dell'amore per i nemici. Il Bambino nella mangiatoia, che è venuto per compiere la volontà di suo Padre fino alla morte sulla croce, vede in spirito davanti a sé tutti coloro che lo seguiranno su questa via. Egli ama questo giovane che sarà atteso da lui un giorno per porlo per primo accanto al trono del Padre, con una palma in mano. La sua manina ce lo addita a modello, come se ci dicesse: Guardate l'oro che attendo da voi.
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venerdì 25 dicembre 2009

Consacrazione del genere umano a Cristo Re


O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, guarda a noi umilmente prostrati dinanzi al tuo altare.
Noi siamo tuoi e tuoi vogliamo essere e per poter vivere a Te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al tuo Sacratissimo Cuore.
Molti purtroppo non Ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, Ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia degli uni e degli altri e attira tutti al tuo Cuore Santissimo.
O Signore, sii il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Te, ma anche dei figli prodighi che Ti abbandonarono; fa' che questi quanto prima ritornino alla casa paterna. Sii Re di coloro che vivono nell'inganno dell'errore o per discordia da Te separati; richiamali al porto della verità e all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo Pastore.
Largisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, largisci a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine; fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salvezza; a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Amen. (Pio XI)

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Vengo ad annunciarvi una buona notizia, una grande gioia per tutto il popolo

Sant'Alfonso Maria de Liguori (1696-1787), vescovo e dottore della Chiesa
Novena del Santo Natale, Discorso 10 (Opera Omnia, Èulogos 2007)

«Evangelizo vobis gaudium magnum». Così disse l'angelo a' pastori, e così dico a voi in questa notte, anime divote. Vi porto una nuova di grande allegrezza. E qual nuova di maggior allegrezza può darsi ad un popolo di poveri esiliati dalla patria e condannati alla morte, che quella d'esser già venuto il lor Salvatore non solo a liberarli dalla morte, ma ancora ad ottenere loro il ritorno alla patria? E ciò è quello appunto che stanotte io vi annunzio: Natus est vobis... Salvator...

Quando entra la prima volta il re in una città del suo regno, quali onori non se gli apprestano? quanti apparati, quanti archi trionfali! Preparati dunque, o felice Betlemme, a ricever con onore il tuo Re... E sappi, dice il profeta (Mi 5,1), che fra tutte le città della terra tu sei la fortunata, che s'ha eletta per nascere in terra il Re del cielo, affin di regnare poi non già nella Giudea, ma né cuori degli uomini, che vivono nella Giudea e in tutta la terra...
Oh che avran detto gli angeli in vedere entrar la divina Madre e Partorire in quella grotta [il Re dei re]!
I figli de' principi nascono nelle stanze addobbate d'oro..., col corteggio de' primi signori del regno. E poi al re del cielo si apparecchia per nascervi una stalla fredda e senza fuoco? poveri pannicelli per coprirlo, un poco di paglia per letto, ed una vil mangiatoia per riporvelo?...

Ah che in considerare la nascita di Gesù Cristo e 'l modo come nacque, dovressimo tutti ardere d'amore; e in sentir nominare grotta, mangiatoia, paglia, latte, vagiti, tali nomi – pensando alla nascita del Redentore – dovrebbero essere per noi tutte fiamme d'amore, e saette che ci ferissero i cuori.
Sì, voi foste fortunati, o grotta, o presepe, o paglie; ma son più fortunati quei cuori che amano con fervore e tenerezza questo amabilissimo Signore, ed infiammati d'amore l'accolgono poi nella santa comunione.
Oh con qual desiderio e contento va Gesù Cristo a riposare in un cuore che l'ama!
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Egli è nato

Natale. — Cantano: "Venite, venite...". — Andiamo, Egli è nato. E, dopo aver contemplato come Maria e Giuseppe si prendono cura del Bambino, mi azzardo a suggerirti: guardalo di nuovo, guardalo senza sosta. (Forgia, 549)

E' stato promulgato un editto di Cesare Augusto, che ordina il censimento di tutto l'impero. Perciò ognuno deve andare al paese d'origine della sua stirpe. Giuseppe, che è della casa e della famiglia di David, va con la Vergine Maria da Nazaret alla città chiamata Betlemme, nella Giudea (Lc 2, 1-5).E a Betlemme nasce il nostro Dio: Gesù Cristo! - Non c'è posto nella locanda: nasce in una stalla. E sua Madre lo avvolge in fasce e lo adagia nella mangiatoia (Lc 2, 7).
Freddo. Povertà. Io mi metto al servizio di Giuseppe. Com'è buono Giuseppe! Mi tratta come un figlio. E mi perdona se prendo in braccio il Bambino e rimango per ore a dirgli cose dolci e ardenti!
E lo bacio bacialo anche tu e lo cullo, e canto per lui, e lo chiamo Re, Amore, mio Dio, mio Unico, mio Tutto! Com'è bello il Bambino e com'è corta la decina!
(Santo Rosario, 3º Mistero guadioso)
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E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi

San Leone Magno (? - ca 461), papa e dottore della Chiesa
Sermone I per la Natività del Signore; PL 59,190 (trad. di Eleonora Bellini)

Esultiamo, carissimi: oggi è nato il nostro Salvatore. Non è lecito lasciar posto alla tristezza nel giorno in cui nasce la vita: quella vita che, distrutto il timore della morte, infonde in noi la gioia dell'eternità promessa. Nessuno è escluso dalla partecipazione a questa felicità, unico è il motivo della gioia comune a tutti: il fatto che il Signore nostro, vincitore sul peccato e sulla morte... venne a liberarci tutti. Esulti il santo, perché si avvicina alla palma della gloria. Si rallegri il peccatore, perché è invitato al perdono. Si faccia coraggio il gentile, perché è chiamato alla vita. Infatti, giunta la pienezza dei tempi stabilita dall'imperscrutabile profondità del volere divino, il figlio di Dio assunse la natura umana per riconciliare l'umanità con il Creatore...
Dunque Dio, il Verbo di Dio, Figlio di Dio, che in principio era presso Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, e senza il quale nulla esisterebbe, si è fatto uomo per liberare l'uomo dalla morte eterna. Così, chinandosi a raccogliere la nostra pochezza senza diminuire la propria maestà, restando qual era e divenendo ciò che non era, sposando la vera condizione di servo a quella condizione nella quale egli è uguale a Dio Padre, congiunse l'una e l'altra natura... La miseria si riveste di maestà, la debolezza di forza, la natura mortale di eternità ... vero Dio e vero uomo si sono compenetrati nell'unità del Signore, un solo ed identico mediatore tra gli uomini e Dio (cf 1 Tm 2,5) ...
Rendiamo dunque grazie a Dio Padre nello Spirito Santo per il dono di suo Figlio. Egli, a causa del grande amore con cui ci ha amati, ha sofferto per noi e, mentre eravamo morti a causa del peccato, ci ha fatti rivivere con Cristo, affinché fossimo in lui creature nuove, nuove opere delle sue mani (cf. Ef 2,4-5 ; 2 Co 5,17)...
Riconosci, o cristiano, la tua dignità.
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giovedì 24 dicembre 2009

Il Natale con S. Agostino

"Dio si è fatto uomo. Cosa diverrà l'uomo, se per lui Dio si è fatto uomo?"(In Io. Gv. tr. 10, 1)

Premessa
Non vi è pagina agostiniana nella quale non risuoni il nome di Cristo: nei sermoni, in modo particolare, si evidenzia "la preponderanza riconosciuta a Cristo come oggetto di contemplazione e di predicazione".
E se tale affermazione interessa tutto il ministero della predicazione di Agostino, ancor più essa si addice alla presentazione di Cristo nei discorsi pronunciati per le festività del S. Natale.
A partire dalla luce di Cristo, vero sole di giustizia e nuovo giorno, si comprende il mistero di salvezza che Dio ha riservato all'uomo.
E' un mistero paradossale: il Verbo di Dio, che dall'eternità è presso il Padre, entra nel tempo, annienta se stesso ed assume la condizione di creatura: si fa carne.
Agostino si sofferma a meditare, approfondire senza sosta i due versetti del prologo del Vangelo di san Giovanni, che ritornano con insistenza tra le sue pagine: In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (1, 1.14).
Sono i due poli per tentare di capire, ma ancor prima per accogliere con fede, il mistero dell'Incarnazione e il mistero di salvezza dell'uomo, che è reso idoneo alla vita divina. Con l'Incarnazione Dio già ci ricolma dei suoi doni (cf. Sermo 185, 3), e tra questi la chiamata a diventare figli di un Dio, che non per noi non ha disdegnato di diventare figlio dell'uomo (cf. Sermo 184, 3).
Il tema dell'Incarnazione non può essere separato da un'ulteriore espressione, propria del vocabolario agostiniano: umiltà. E' il segno che contraddistingue Cristo sin dal suo apparire nella grotta di Betlemme.
Di fronte ad un Dio che si rivela nel segno dell'umiltà, l'uomo non può che spogliarsi di ogni segno di grandezza e di superbia. Agostino stesso lo ricorda nelle Confessioni (VII, 9, 13), riportando la propria esperienza: "In primo luogo Tu hai voluto farmi vedere come Tu ti opponi ai superbi e largisci la tua grazia agli umili; e con quanta misericordia hai additato agli uomini la via dell'umiltà, dal momento che il tuo Verbo si è fatto carne ed abitò in mezzo agli uomini". Solo chi segue la via dell'umiltà può riconoscere nel corpo di un bambino il Figlio di Dio. Da questo presupposto Agostino dà voce al suo canto lirico di contemplazione ed adorazione di fronte alla scena della Natività.

Santa Messa della notte di Natale

"E' apparsa la grazia di Cristo,apportatrice di salvezza per tutti gli uomini".(Tt 2, 11)

Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo (Sermo 196, 3)

Dove ti trovi, Signore, per causa mia?
Il Signore Gesù volle essere uomo
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1). O cibo e pane degli angeli! Di per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati.
Dove ti trovi invece per causa mia? In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo?
Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre.
Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio.
Colui che era adagiato nella mangiatoia è divenuto debole ma non ha perduto la sua potenza: assunse ciò che non era ma rimase ciò che era. Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino: cresciamo insieme con lui.
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Perchè sono nato, dice Dio

Sono nato nudo, dice Dio perchè tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato in una stalla perchè tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio perchè tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore perchè tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte perchè tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio perchè tu non abbia mai a vergognarti di
essere te stesso.
Sono nato uomo perchè tu possa essere 'dio'.
Sono nato perseguitato perchè tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità perchè tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio per portare tutti alla casa del Padre.

Autore: Lambert Noben


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Dio si umilia

E a Betlemme nasce il nostro Dio: Gesù Cristo! - Non c'è posto nella locanda: nasce in una stalla. E sua Madre lo avvolge in fasce e lo adagia nella mangiatoia (Lc 2, 7). Freddo. Povertà. Io mi metto al servizio di Giuseppe. Com'è buono Giuseppe! Mi tratta come un figlio. E mi perdona se prendo in braccio il Bambino e rimango per ore a dirgli cose dolci e ardenti! E lo bacio - bacialo anche tu- e lo cullo, e canto per lui, e lo chiamo Re, Amore, mio Dio, mio Unico, mio Tutto! Com'è bello il Bambino e com'è corta la decina! (Santo Rosario, misteri guadiosi, 3)

La sua esistenza umana ha inizio nel seno di sua Madre, ove permane nove mesi come ogni altro mortale, nel modo più naturale. Ben sapeva il Signore quale estremo bisogno avesse di Lui l'umanità, e ardente era la sua ansia di scendere sulla terra per la salvezza di tutte le anime: eppure ogni cosa segue il suo corso.
Egli nacque quando giunse il suo momento, come ogni altro uomo sulla terra. Dal concepimento alla nascita, nessuno — tranne Giuseppe ed Elisabetta — si rende conto del prodigio: Dio viene a porre la sua dimora tra gli uomini.Il Natale di Gesù è soffuso di ammirevole semplicità: il Signore viene senza risonanza, sconosciuto a tutti.
Qui in terra, soltanto Maria e Giuseppe partecipano a questa avventura divina. Poi i pastori, ai quali gli angeli recano l'annunzio. E, più tardi, quei saggi dell'Oriente. È così che ha compimento l'evento trascendente che unisce il cielo alla terra, Dio all'uomo.
È mai possibile tanta insensibilità di cuore al punto di abituarsi a queste scene? Dio viene nell'umiltà perché ci sia possibile avvicinarlo, perché ci sia possibile corrispondere al suo amore con il nostro amore, perché la nostra libertà si arrenda non più soltanto alla manifestazione della sua potenza, ma anche allo splendore della sua umiltà.Ineffabile grandezza di un bambino che è Dio!
Suo Padre è il Dio che ha fatto i cieli e la terra, eppure Egli è lì, in una mangiatoia, quia non erat eis locus in diversorio, perché non c'era altro posto sulla terra per il Signore di tutto il creato.(E' Gesù che passa, 18)
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mercoledì 23 dicembre 2009

Parlava benedicendo Dio

Omelia attribuita a san Gregorio il Taumaturgo (c. 213 – c. 270), vescovo
Omelia sulla santa Teofania, 4 ; PG 10, 1181

[Giovanni Battista diceva:] Alla tua presenza, Signore Gesù, non posso tacere, perché «Io sono la voce, e la voce di colui che grida nel deserto: preparate la via del Signore. Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e sei tu che vieni da me!» (Mt 3,3.14)

Io, quando sono nato, ho cancellato la sterilità di colei che mi metteva al mondo; e quando ero appena un neonato, ho portato rimedio al mutismo di mio padre ricevendo da te la grazia di questo miracolo. Ma tu, nato da Maria Vergine nel modo che hai voluto e che sei il solo a conoscere, non hai cancellato la sua verginità, tu l'hai protetta aggiungendole il titolo di madre; né la sua verginità ha impedito la tua nascita, né la tua nascita ha intaccato la sua verginità. Queste due realtà incompatibili, il parto e la verginità, sono state riunite in un'unica armonia, il che è alla portata del Creatore della natura.

Io, che sono un uomo, non faccio che partecipare alla grazia divina; ma tu, tu sei nello stesso tempo Dio e uomo, perché sei per natura l'amico degli uomini (cfr Sap 1,6).
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Novena di Natale giorno 9 (24/12)

Pietro stava ancora parlando, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. E i fedeli venuti con Pietro si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?". E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni (At 10,44-48).

Come oggi noi possiamo inserirci nella vita della Chiesa e nascere a tutte le novità che il Signore ha preparato per noi? Attraverso i sacramenti, che segnano ancor oggi ogni successiva nascita della fede. I sacramenti, come fuoco che trasforma, ci introducono sempre di più nel mistero di comunione con Dio.

Impegno personale: pregherò per tutti coloro che nella mia comunità o anche nella mia famiglia stanno per ricevere un dono dello Spirito attraverso un sacramento e affiderò di cuore al Signore tutti i consacrati affinché seguano il Cristo con fedeltà.

Preghiera conclusiva.
Invochiamo lo Spirito su tutto il mondo creato da Dio, su noi che abbiamo in Maria il modello della collaborazione pronta alla sua opera di salvezza, e sui sacerdoti che in questo tempo natalizio sono impegnati a portare il Vangelo di Gesù di casa in casa.
Spirito di Dio, che agli inizi della creazione ti libravi sugli abissi del mondo, e trasformavi in sorriso di bellezza il grande sbadiglio delle cose, scendi ancora sulla terra, questo mondo che invecchia sfioralo con l'ala della tua gloria.
Spirito Santo, che hai invaso l'anima di Maria , donaci il gusto di sentirci "estroversi". Rivolti, cioè, verso il mondo. Mettici le ali ai piedi perché, come Maria , raggiungiamo in fretta la città, la città terrena che tu ami appassionatamente.
Spirito del Signore, dono del Risorto agli apostoli del Cenacolo, gonfia di passione la vita dei tuoi preti.
Rendili innamorati della terra, capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. Confortali con la gratitudine della gente e con l'olio della comunione fraterna.
Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro.
Ave Maria.....!
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Presepe



Verbum Caro Factum Est

Si è fatto Uomo per redimerci

Sbalordisci di fronte alla magnanimità di Dio: si è fatto Uomo per redimerci, perché tu e io — che non valiamo nulla, riconoscilo! — potessimo trattarlo con fiducia. (Forgia, 30)

Lux fulgebit hodie super nos, quia natus est nobis Dominus:
oggi splenderà la luce su di noi, perché ci è nato il Signore.

Ecco il grande annuncio che commuove in questo giorno i cristiani e che, per loro mezzo, viene rivolto a tutta l'umanità. Dio è in mezzo a noi. È questa la verità che appaga la nostra vita. Ogni Natale deve essere per noi un nuovo e peculiare incontro con Dio, in modo tale che la sua luce e la sua grazia entrino fino in fondo nella nostra anima.Mentre ci soffermiamo davanti a Gesù Bambino, a Maria e a Giuseppe, e contempliamo il Figlio di Dio rivestito della nostra carne, mi torna alla memoria il viaggio che feci a Loreto, il 15 agosto 1951, per visitare la Santa Casa e pregare per un'intenzione che mi stava molto a cuore. Vi celebrai la Messa. Volevo dirla con raccoglimento, ma non avevo fatto i conti con il fervore della folla. Non avevo pensato che un giorno di festa così solenne avrebbe richiamato dai dintorni un gran numero di persone che portavano con sé la fede benedetta di quella terra e tanto amore alla Madonna. La loro pietà li spingeva a manifestazioni non del tutto appropriate, se si considerano le cose — come dire? — soltanto dal punto di vista delle leggi rituali della Chiesa.
Infatti, quando baciavo l'altare secondo le prescrizioni del messale, tre o quattro donne lo baciavano con me. Ero distratto, ma commosso.
La mia attenzione era scossa anche dal pensiero che nella Santa Casa — che la tradizione vuole sia il luogo ove vissero Gesù, Maria e Giuseppe — fossero scritte in alto, sopra l'altare, queste parole: Hic Verbum caro factum est. Qui, in una casa costruita da mano d'uomini, in un lembo della terra su cui viviamo, Dio ebbe la sua dimora.(E' Gesù che passa , 12)
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martedì 22 dicembre 2009

Aiutaci a diffondere la tua fragranza

O Gesù, aiutaci a diffondere la tua fragranza ovunque noi andiamo.
Infondi il tuo Spirito nella nostra anima e riempila del tuo amore affinché penetri nel nostro essere in modo così completo che tutta la nostra vita possa essere soltanto fragranza e amore trasmesso tramite noi e visto in noi, e ogni anima con cui veniamo a contatto possa sentire la tua presenza nella nostra anima, e poi guardare in su e vedere non più me, ma Gesù.
Resta con noi, e noi cominceremo a brillare della tua luce, a brillare per essere una luce per gli altri.
La luce, o Gesù, sarà la tua, non verrà da noi, sarà la tua luce che brillerà sugli altri attraverso noi.
Lascia che ti rivolgiamo le nostre preghiere nel modo che più ami, spargendo la luce su quelli che ci circondano.
Lasciaci predicare senza predicare, non con le parole, ma con l'esempio. Con la forza che attrae e l'influsso di quel che facciamo.
Con la pienezza dell'amore che abbiamo per te nel nostro cuore.
Amen
(Teresa di Calcutta)

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Un amico invisibile

Io so bene che dentro la mia stanza
c'è un amico invisibile,
non si rivela con qualche movimento
né parla per darmi una conferma.

Non c'è bisogno che io gli trovi posto:
è una cortesia più conveniente
l'ospitale intuizione della sua compagnia.

La sola libertà che si concede
è di essere presente.
Né io né lui violiamo con un suono
l'integrità di questa muta intesa.

Non non potrei mai stancarmi di lui:
sarebbe come se un atomo ad un tratto
si annoiasse di stare sempre insieme
agli innumerevoli elementi dello spazio.

Ignoro
se visti anche altri,
se rimanga con loro oppure no.
Ma il mio istinto lo sa riconoscere:
il suo nome è Immortalità.

Emily Dickinson
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Novena di Natale giorno 8 (23/12)

Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati". Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono. Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante (At 13,1-4).

Il libro degli Atti degli Apostoli ci testimonia la nascita della missione, come vento che soffia incessantemente da un estremo all'altro del mondo portando ai quattro angoli della terra il Vangelo.

Impegno personale: pregherò con molto affetto per il Papa, che ha la responsabilità della diffusione del Vangelo in tutto il mondo, e per i missionari, infaticabili viaggiatori dello Spirito
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Il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore

San Beda il Venerabile (c. 673-735), monaco, dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo, I, 4 ; CCL 122, 25ss

«L'anima mia magnifica il Signore; il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore». Il significato primo di queste parole è certamente quello di riconoscere i doni che Dio ha concesso a lei, Maria, in particolare; ma ella ricorda poi i benefici universali di cui Dio non cessa di circondare la razza umana.

L'anima glorifica il Signore quando consacra tutte le sue forze interiori a lodare e a servire Dio; quando, con la sua sottomissione ai precetti divini, mostra di non perdere mai di vista la sua potenza e la sua maestà. Lo spirito esulta in Dio suo Salvatore, quando mette tutta la sua gioia nel ricordarsi del suo Creatore da cui spera la salvezza eterna. Probabilmente queste parole esprimono esattamente quello che pensano tutti i santi, ma era particolarmente appropriato che fossero pronunciate dalla beata Madre di Dio che, ricolmata di un privilegio unico, ardeva di un amore tutto spirituale per colui che lei aveva avuto la gioia di concepire nella sua carne. Lei aveva ben motivo, e più di tutti i santi, di esultare di gioia in Gesù – vale a dire nel suo Salvatore – perché sapeva che colui che lei riconosceva come l'autore eterno della nostra salvezza, sarebbe, nel tempo, nato dalla sua stessa carne, e in modo così vero e autentico che in un'unica persona sarebbero stati realmente presenti suo figlio e il suo Dio...

Per questo è un uso eccellente e salutare, il cui profumo spande la sua fragranza sulla Santa Chiesa, quello di cantare ogni giorno, ai vespri, il cantico della Vergine. Ci si può aspettare da questo che le anime dei fedeli, facendo così spesso memoria dell'incarnazione del Signore, s'infiammino di un fervore più intenso, e che il ricordo così frequente degli esempi della sua santa Madre li confermi nella virtù. Ed è proprio il momento giusto, ai vespri, per ritornare a questo canto, perché la nostra anima, stanca della giornata e sollecitata in varie direzioni dai pensieri del giorno, ha bisogno, quando si avvicina l'ora del riposo, di raccogliersi per ritrovare l'unità della sua attenzione.
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lunedì 21 dicembre 2009

Dio, Dio, Dio mio

Voglio portare scritto sulla mia fronte: Dio è la mia gloria...
Sul mio intelletto: Dio è la mia luce!
Sul mio cuore: Dio è il mio amore!
Ciò che non viene da Lui, io voglio aborrirlo...
Un libro che abbia una sola ombra contro la Sua gloria, per me è più fetido di un sepolcro...
Una conoscenza che non mi porti a conoscerlo e ad amarlo, per me è più tenebrosa di un abisso...
Dio, Dio, Dio mio, che cosa dirò di te, io, piccola creatura?
Farò del mio intelletto un timpano di luce, per osannare alla tua eterna verità...
Farò del mio cuore un cembalo d'amore, per cantarti amore...
Farò del mio corpo un'arpa a dieci corde, intonate ai tuoi comandi, per cantarti tutta la mia fedeltà!
E, mondato dalla tua misericordia, vivificato dal tuo amore, ti dirò che sono tuo e canto in eterno le tue misericordie...

Don Dolindo Ruotolo
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Preghiere di guarigione e liberazione

Guarigione fisica:
Gesù, per amor nostro, hai preso su di Te i nostri peccati e le nostre infermità e sei morto in Croce per salvarci e guarirci, per darci la vita. Gesù, crocifisso, sei sorgente di ogni grazia e benedizione. Ora alziamo a Te il nostro sguardo e la nostra preghiera per la guarigione nostra e di tutti i nostri infermi.
Gesù, abbi pietà di noi.

Gesù, hai sofferto sul capo per la corona di spine e sulla faccia per gli schiaffi e gli sputi. Per questi tuoi dolori guariscici dal mal di capo, emicranie, artrosi cervicale, ulcere e da ogni malattia della pelle.
Gesù, abbi pietà di noi.


Gesù, hai sofferto agli occhi bagnati di sangue e li hai chiusi morendo per noi. Per questi tuoi dolori guariscici dalle malattie agli occhi. Dà la vista ai ciechi.
Gesù, abbi pietà di noi.


Gesù, con la voce morente hai pregato il Padre di perdonare i tuoi uccisori e con l'udito quasi spento hai accolto la preghiera del buon ladrone. Per questo tuo amore tra sofferenze, guariscici dalle malattie alle orecchie, al naso, alla gola. Dà la parola ai muti e l'udito ai sordi.
Gesù, abbi pietà di noi.


Gesù, ti hanno inchiodato mani e piedi alla Croce. Per questo crudele dolore guariscici da paralisi, artrosi, reumatismi, dalle malattie alle articolazioni e alle ossa. Fa' camminare gli zoppi. Risana gli handicappati.
Gesù, abbi pietà di noi.


Gesù, nelle tre ore di agonia hai sofferto la sete, il soffocamento e poi sei spirato emettendo un alto grido, come pazzo d'amore per noi. Per questi tuoi estremi dolori guariscici dalle malattie ai bronchi, ai polmoni, ai reni, alla mente e da ogni tumore e malattia strana. Solleva gli agonizzanti.
Gesù, abbi pietà di noi.


Gesù, ti hanno perforato con una lancia il costato, mentre il tuo corpo già morto era coperto di piaghe e di sangue. Per il tuo Cuore trafitto e per il tuo Sangue versato fino all'ultima goccia, guariscici dalle malattie al cuore, al seno, allo stomaco, all'intestino, alla circolazione del sangue e da emorragie. Chiudi ogni nostra ferita.
Gesù, abbi pietà di noi.


Gesù, ti preghiamo per i malati qui presenti o presenti nelle nostre intenzioni: familiari, arenti, amici, conoscenti. Chiediamo la guarigione per il loro bene e per le necessità della loro famiglia. In questo momento ti raccomandiamo in particolare... (dire mentalmente i nomi, o a voce bassa, o a voce alta perché l'attesa di uno sia la preghiera di tutti). Te li raccomandiamo per l'intercessione della Vergine Maria che era accanto a Te sotto la Croce.

Desideriamo la guarigione perché cresca la nostra fede, si estenda sempre più il tuo Regno attraverso segni e prodigi. Gesù, se è volontà del Padre che le malattie rimangano, in questo momento le accettiamo. Sul tuo esempio vogliamo accettare la nostra croce con amore. Ma ti chiediamo la forza di sopportare ogni dolore e di unirlo al tuo grande dolore per il bene nostro, delle nostre famiglie, della Chiesa, del mondo.
Grazie, Gesù, per quello che farai per noi e per i nostri infermi, perché siamo convinti che qualsiasi cosa farai sarà sempre una grande benedizione per tutti noi.
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Novena di Natale giorno 7 (22/12)

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi (At 2,1-4).

Qui ritroviamo le immagini ormai familiari del vento e del fuoco, che dicono la realtà viva e diversificata dello Spirito. La nascita della Chiesa, che avviene nel Cenacolo dove sono riuniti gli apostoli insieme con Maria , dà inizio a una storia ininterrotta fino ad oggi, come fuoco che arde senza consumarsi per trasmettere l'amore di Dio a tutte le generazioni.

Impegno personale: ricorderò oggi con gratitudine il giorno della mia Cresima, quando sono diventato per mia scelta un discepolo responsabile nella vita della Chiesa. Affiderò al Signore, nella mia preghiera, il mio vescovo, il mio parroco e tutta la gerarchia ecclesiastica.

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Buon compleanno Gesù


Mi sento emozionato, caro Gesù, nel farTi gli auguri di buon compleanno.
In ogni Natale Tu sei il festeggiato, ma quante volte noi ci appropriamo della festa… e Ti lasciamo nell'angolo di un vago ricordo: senza impegno, senza cuore e senza ospitalità sincera! Da più di duemila anni, ad ogni Natale, noi ci scambiamo gli auguri perché avvertiamo che la Tua Nascita è anche la nostra nascita: la nascita della Speranza, la nascita della Vita, la nascita dell'Amore, la nascita di Dio nella grotta della nostra povertà.
Però - quanto mi dispiace doverlo riconoscere! - il Tuo Natale è minacciato da un falso natale, che prepotentemente ci invade e ci insidia e ci narcotizza fino al punto da non vedere più e non sentire più il richiamo del vero Natale: il Tuo Natale, il Natale di cui abbiamo bisogno! Quante luci riempiono le vie e le vetrine in questo periodo! Ma la gente sa che la Luce sei Tu? E se interiormente gli uomini restano al buio, a che serve addobbare la notte con variopinte luminarie?
Non è una beffa, o Gesù? Non è un tradimento del Natale? Queste domande, caro Gesù, si affollano nel mio cuore e diventano un invito forte alla conversione.
E noi cristiani mandiamo luce con la nostra vita?
E le famiglie e le parrocchie rassomigliano veramente a Betlemme? Si vede la stella cometa nei nostri occhi pieni di bontà? Dalle case e dai luoghi di divertimento in questi giorni escono musiche che vorrebbero essere invito alla gioia.
Ma di quale gioia si tratta? Gli uomini hanno scambiato il piacere con la gioia: quale mistificazione! Il piacere è il solletico della carne e, pertanto, sparisce subito e va continuamente e insaziabilmente ripetuto; la gioia, invece, è il fremito dell'anima che giunge a Betlemme e vede Dio e resta affascinata e coinvolta nella Festa dell'Amore puro.Sarà questa la nostra gioia? Sarà questo il nostro Natale?
Gesù, come vorrei che fosse così! Ma c'è un altro pensiero che mi turba e mi fa sentire tanto distante il nostro natale dal Tuo Natale. A Natale, o Gesù, Tu non hai fatto il cenone e non hai prenotato una stanza in un lussuoso albergo di una rinomata stazione sciistica: Tu sei nato povero, Tu hai scelto l'umiltà di una grotta e le braccia di Maria (”la poverella” amava chiamarla Francesco d'Assisi, un grande esperto del Natale vero!). Come sarebbe bello se a Natale, invece di riempire le case di cose inutili, le svuotassimo per condividere con chi non ha, per fare l'esperienza meravigliosa del dono, per vivere il Natale insieme a Te, o Gesù! Questo sarebbe il vero regalo natalizio!
A questo punto io Ti auguro ancora con tutto il cuore: buon compleanno, Gesù! Ma ho paura che la Tua Festa non sia la nostra festa. Cambiaci il cuore, o Gesù, affinché noi diventiamo Betlemme e gustiamo la gioia del Tuo Natale con Maria, con Giuseppe, con i pastori, con Francesco d'Assisi, con Francesco Saverio, con Vincenzo de' Paoli, con Teresa di Lisieux, con Carlo de Foucauld, con Papa Giovanni, con Madre Teresa di Calcutta e con tante anime che, con il cuore, hanno preso domicilio a Betlemme.
Buon Natale a tutti…, ma ora sapete di quale Natale intendo parlare.
Mons. Angelo Comastri

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Maria si mise in viaggio in fretta

Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, the Word to Be Spoken

L'allegria e la gioia erano la forza della Madonna. È ciò che ha fatto di lei la serva sollecita di Dio, suo figlio, perché non appena è venuto a lei, «è partita in fretta». Solo la gioia poteva darle la forza di partire in fretta per attraversare le colline della Giudea e farsi serva di sua cugina. Lo stesso vale per noi; come lei, dobbiamo essere le vere serve del Signore e ogni giorno dopo la santa comunione affrettarci al di là delle montagne di difficoltà che incontriamo offrendo con tutto il nostro cuore il nostro servizio ai poveri. Date Gesù ai poveri in qualità di serve del Signore.

La gioia è preghiera, la gioia è forza, la gioia è amore, è una rete d'amore con cui potete catturare le anime. «Dio ama chi dona con gioia» (2Co 9,7) Colui che dona con gioia dona di più. Se nel lavoro incontrate delle difficoltà e le accettate con gioia, con un grande sorriso, in questo come in molte altre cose, si constaterà che le vostre opere sono buone e il Padre ne sarà glorificato. Il modo migliore per mostrare la vostra gratitudine a Dio e agli uomini è quello di accettare tutto con gioia. Un cuore gioioso viene da un cuore ardente d'amore.

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Dobbiamo essere umili

Tu devi obbedire — o devi comandare — mettendoci sempre molto amore. (Forgia, 629).

Pertransiit benefaciendo.
Che cosa fece Gesù per prodigare tanto bene e nient'altro che bene lungo il suo passaggio? I santi Vangeli ci danno la risposta facendoci conoscere, in tre parole, un'altra biografia di Gesù:
Erat subditus illis. Egli obbediva.
Oggi che il mondo è così pieno di disobbedienza, di mormorazioni, di disunione, tanto di più dobbiamo apprezzare l'obbedienza.Sono un grande amico della libertà, e proprio per questo amo tanto la virtù cristiana dell'obbedienza.
Dobbiamo sentirci figli di Dio e vivere il desiderio appassionato di compiere la volontà del Padre. Fare le cose secondo il volere di Dio perché ci va di farle: ecco il motivo più soprannaturale della nostra condotta.
Lo spirito dell'Opus Dei, che da più di trentacinque anni cerco di vivere e di insegnare, mi ha fatto comprendere e amare la libertà personale. Quando Dio nostro Signore concede agli uomini la sua grazia, quando li chiama con una vocazione specifica, è come se tendesse loro la mano; mano paterna, piena di fortezza, ma soprattutto di amore, perché Egli ci cerca a uno a uno, come figli e figlie, e conosce la nostra fragilità.
Il Signore attende da noi lo sforzo di prendere la mano che ci porge: ci chiede questo sforzo come riconoscimento della nostra libertà.
Per riuscire a compierlo è necessario essere umili, sentirci figli bambini e amare la benedetta obbedienza dovuta alla sua paternità benedetta.(E' Gesù che passa, 17)
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domenica 20 dicembre 2009

Novena di Natale giorno 6 (21/12)

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò (Lc 23,44-46).

Il mistero del Natale è legato misteriosamente al mistero della Passione di Gesù: egli comincia a conoscere da subito la sofferenza, per il rifiuto ad essere accolto che lo farà nascere in una povera stalla e per l'invidia dei potenti che scatenerà la furia omicida di Erode. Ma esiste anche un misterioso legame di vita tra i due momenti estremi dell'esistenza di Gesù: il soffio di vita che fa nascere il Signore è lo stesso soffio dello Spirito che Gesù sulla Croce riconsegna a Dio per la nascita della Nuova Alleanza, come vento vitale che spazza via l'inimicizia tra gli uomini e Dio sorta col peccato.

Impegno personale: risponderò con un gesto di generosità al male che purtroppo è diffuso intorno a noi o che addirittura nasce da me. Se poi sono io a subire un'ingiustizia, perdonerò di cuore e stasera ricorderò al Signore la persona che mi ha causato questo torto.

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Come le api

I penitenti devono fare come le api.
Leggiamo nella Storia naturale che quando la loro regina (il Santo scrive "re") vola fuori dall'alveare, volano via con lei e la circondano tutte ammassate: la regina sta al centro e le api tutte all'intorno.
Così Gesù Cristo, nostro re, è volato fino a noi, fuori dall'alveare, cioè fuori dal seno del Padre.
E noi, come buone api, dobbiamo seguirlo e volare con lui; dobbiamo metterlo al centro, cioè conservare nel cuore la fede in lui e difenderla con la pratica di tutte le virtù.
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Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo

San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia attribuita

Quale mistero nuovo e mirabile! Giovanni non è ancora nato e già parla con i suoi sussulti; non appare ancora e già proferisce avvertimenti; non può ancora gridare e già si fa sentire con degli atti; non ha ancora iniziato la sua vita e già predica Dio; non vede ancora la luce e già mostra il sole; non è ancora messo al mondo e già si affretta ad agire da precursore. Il Signore è lì: egli non riesce a trattenersi, non sopporta di aspettare i limiti stabiliti dalla natura, ma si sforza di infrangere la prigione del grembo materno e cerca di far conoscere subito la venuta del Salvatore. «È arrivato, dice, colui che spezza i legami. E io resto incatenato, sono ancora costretto a rimanere qui? Il Verbo viene per ristabilire ogni cosa e io resto ancora prigioniero? Uscirò, correrò davanti a lui e annuncerò a tutti: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1,29)

Ma dicci, Giovanni, ancora trattenuto nell'oscurità del seno di tua madre, come fai a vedere e sentire? Come fai a contemplare le cose divine? Come puoi tu sussultare ed esultare? «Grande, dice lui, è il mistero che si compie, è un atto che sfugge alla comprensione dell'uomo. A buon diritto innovo nell'ordine naturale a causa di colui che deve innovare nell'ordine soprannaturale. Io vedo, ancor prima di nascere, perché vedo in gestazione il Sole di giustizia (Ml 3,20). Percepisco con l'udito, perché venendo al mondo io sono la voce che precede il grande Verbo. Grido, perché contempo, rivestito della sua carne, il Figlio unigenito del Padre. Esulto, perché vedo il Creatore dell'universo ricevere la forma umana. Sobbalzo, perché penso che il Redentore del mondo ha preso corpo. Io sono il precursore della sua venuta e precedo la vostra testimonianza con la mia»
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sabato 19 dicembre 2009

La Notte Santa

(di Guido Gozzano)

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scoccalentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scoccalentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.
Il campanile scoccalentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.
Il campanile scoccalentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...
Il campanile scoccalentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.
Il campanile scoccale undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...
Il campanile scoccaLa Mezzanotte Santa.

È nato!
Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!Alleluja! Alleluja!
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Poesia

Ricorda che ogni momento è buono per iniziare e
che nessuno è tanto terribile per arrendersi.
Non dimenticare che la causa del Tuo presente è il Tuo passato
così come la causa del Tuo futuro sará il Tuo presente.
Impara dagli audaci, dai forti, da chi non accetta certe situazioni,
da chi vivrà nonostante tutto,
pensa meno nei tuoi problemi e più nel tuo lavoro
e i tuoi problemi senza alimentarli moriranno.
Impara a nascere dal dolore e ad essere più grande
del più grande degli ostacoli.

(Pablo Neruda, trad. di R. Curci)
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Novena di Natale giorno 5 (20/12)

In quel tempo Giovanni diceva alle folle: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco...
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Lc 3,16.21-22).

Ognuno di noi è diventato figlio prediletto del Padre, quando ha ricevuto il primo dono dello Spirito Santo nel Battesimo, come fuoco capace di accendere nel cuore il desiderio di annunciare il Vangelo. Gesù, grazie all'accoglienza dello Spirito e in obbedienza alla volontà del Padre, ha indicato a noi la via per la nascita del Vangelo, cioè della buona notizia del Regno, in mezzo agli uomini.

Impegno personale: mi recherò in chiesa, al fonte battesimale, per fare memoria riconoscente al Padre del dono di essere suo figlio e rinnoverò la volontà di essere suo testimone in mezzo agli altri.
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