sabato 30 novembre 2013

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono

Mt 4,18-22 
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 

Nella prima tappa del suo ministero, Gesù non compie un miracolo, né fa un discorso, ma chiama quattro pescatori. I discepoli hanno un’importanza così fondamentale per la missione di Gesù che egli non la inizia senza prima averli chiamati. La chiamata-risposta dei quattro pescatori è un modello di conversione, un’adesione concreta e immediata all'annuncio di Gesù: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»(v. 17). 
La storia della loro chiamata è esemplare per tutti i futuri discepoli: i cristiani sono dei «chiamati» (Rm 8,30; 9,24; 1Cor 1,9; 7, 15; ecc.). A questi primi quattro discepoli Gesù comanda solo di seguirlo, come aveva fatto Elia con Eliseo (cf. 1Re 19,20- 21). Aggiungendo però che ne farà dei «pescatori di uomini», Gesù li associa subito alla sua missione. La chiamata di Gesù non è frutto di sforzi umani o di meriti particolari, ma si rivela totalmente gratuita e inaspettata. In tutto questo brano viene sottolineata l’azione di Gesù: è lui che cammina, vede, parla, chiama. 
Questi discepoli sono chiamati a condividere il destino di Gesù, a seguirlo non solo fisicamente, ma soprattutto spiritualmente. Il distacco di Giacomo e Giovanni dal loro padre Zebedèo anticipa e spiega la richiesta che Gesù farà a tutti i chiamati: «Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me» (Mt 10,37) e il suo sublime insegnamento: «Non chiamate nessuno «padre» sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo» (Mt 23,9) 
Padre Lino Pedron
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Epistolario di san Pio/42

Lascia pure libero corso alle lacrime, perché questa é opera di Dio.
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Dolce Luce

Chi sei tu, dolce Luce, che mi riempie e rischiara l’oscurità del mio cuore? ... 
Tu mi guidi come mano materna e se mi abbandonassi non saprei fare più nessun passo. 
Tu sei lo spazio che circonda il mio essere e lo racchiude in sé. 
Da te lasciato, cadrebbe nell’abisso del nulla, dal quale tu l’hai elevato alla Luce. Tu, più vicino a me di me stessa, e più intimo del mio intimo, e tuttavia inafferrabile e incomprensibile, che oltrepassi ogni nome: Spirito Santo, Amore eterno! 
(EDITH STEIN – S. Teresa Benedetta della Croce)
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Solo l'Amore guarisce e trasforma

Non si può vivere senza amore; la mancanza d'amore genera tristezza nel cuore dell'uomo. Oggi si parla molto di depressione; è considerata una sorta di malattia del secolo. Ma ci siamo mai chiesti cosa genera la depressione? Personalmente me ne sono fatta un'idea, perché ho potuto constatare direttamente che tale malattia è scatenata dalla tristezza del cuore. 
Molti giovani non sorridono proprio perché hanno il cuore chiuso all'amore, al sorriso di Dio. Cosa cercano? Cercano un impero da costruire e lo cercano nell'alcool, nel danaro, nella droga, nell'edonismo. Sono depressi perché sono senza amore, perché sono convinti che la nostra esistenza si svolge e finisce su questo pianeta. Gli insegnamenti errati, i falsi profeti e tanti lupi rapaci vestiti da agnelli divorano la mente dei nostri giovani. 
Anche il materialismo è responsabile di questa mancanza di amore. C'è anche il continuo inganno della voce menzognera di Satana, che penetra nell'intimo e cerca di convincere il malcapitato che "più ha e più sarà felice"; "L'importante è avere, il credere in Dio è un sovrappiù!". "O uomini senza fede", è il rimprovero di Gesù a tutti quelli che stanno costruendo sulla sabbia. "Cercate prima il Regno di Dio e il resto vi sarà dato in sovrappiù", continua a dirci Gesù con tanta misericordia e amore. "Non si può essere cristiani 'a singhiozzo' ", ci ricorda Papa Francesco. 
Ed è così; bisogna insegnare una dottrina, non una filosofia, ovvero il Regno di Dio nella persona vivente di Gesù Cristo, che è assiso alla destra del Padre e che un giorno verrà di nuovo a giudicare i vivi e i morti. Non si può essere cristiani senza la visione del Paradiso perché senza questa visione l'uomo perde il senso della vita, considerando la terra come mèta e non volgendo più lo sguardo al Cielo. 
L'unica salvezza dell'uomo da qualsiasi tristezza e depressione è la fede nel Paradiso che Gesù ci ha guadagnato con la sua morte, resurrezione e ascensione al cielo, dove ci ha preceduto per prepararci un posto. Non lasciatevi ingannare dice S. Paolo: "La vostra Patria è nel cieli e di là aspettiamo il Salvatore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso..." (Fil 3,20). 
Se vuoi che il tuo cuore viva, tieni sempre in alto lo sguardo. 
Maria M.
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Preghiera del mattino 30/XI/2013

Ti ringrazio, mio Dio, dei benefici che mi accordi. 
Accompagnami, ti prego, con la tua grazia durante questo giorno, perché possa superare tutti i pericoli dell'anima e del corpo. 
Per rendere così testimonianza della tua bontà e del tuo amore. 
Amen.
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venerdì 29 novembre 2013

Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino

Lc 21,29-33 
E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 

Quando il Signore tornerà alla fine dei tempi non ci sarà bisogno di messaggeri che annuncino l’approssimarsi del regno di Dio, perché ognuno se ne accorgerà da sé per i fatti che potrà osservare. Nessun uomo, che abbia senno, ha bisogno di essere aiutato a capire che l’estate è vicina quando germogliano gli alberi. 
Il regno di Dio verrà a noi con la stessa certezza con cui a suo tempo viene l’estate. 
Gesù non ci comunica una scadenza esatta perché «nessuno conosce il giorno e l’ora, se non il Padre» (Mt 24,36; Mc 13,32). «La parola di Dio dura sempre» (Is 40,8). Dobbiamo fondare su di essa la nostra vita. Questa parola ci dà la certezza che il Signore viene. Viene come è venuto allora; e allo stesso modo verrà alla fine. «Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre. 
Non lasciatevi sviare da dottrine varie e a voi estranee» (Eb 13,8-9). 
Padre Lino Pedron
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Pensiero del 29 Novembre 2013 (Servi della sofferenza)

È più facile pensare alla prova che a Dio, anziché pensare prima a Dio, che ti aiuta a superare la prova. La fede grande in Dio ordina i pensieri della tua mente.
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Novena dell'Immacolata

1° Giorno - AURORA Di SALVEZZA.
"Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?"
"Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia di primavera che feconda la terra".
Fulgida come il sole
All'aurora c'è un momento stupendo: quello che precede immediatamente il sorgere del sole. All'inizio un lieve impallidire del cielo a oriente, appena visibile nella notte. In seguito il chiarore va crescendo lentamente, poi più in fretta, sempre più in fretta.
Ed ecco infine un momento in cui il nascere della luce è così vittorioso e ardente, lo splendore così accecante per gli occhi abituati alla notte, che ci si potrebbe credere davanti al sole stesso: appena un istante dopo, come una fiammata, la sua luce divamperà sul filo dell'orizzonte.
Ed ecco finalmente il sole... Così l'Immacolata Concezione.
Prima, nella lunga serie dei secoli precedenti, si poteva intravedere l'alba di Cristo, un lontano preludio della sua purezza e santità, già del resto meraviglioso se si considera che veniva realizzato nella natura umana, ma ancora tanto oscuro rispetto a Lui. Maria, invece, appare come culmine dell'aurora, il sorgere del giorno...nella Vergine che tutto si riunisce per poi passare da Lei al Figlio... Così l'Antico Testamento e tutto quello che vi è di storia sacra nell'umanità, come ha prefigurato Cristo, ha anche prefigurato la Vergine.
Le donne e le cose sante dell'antica alleanza la rappresentano; il tempio e l'altare, il Sinai e l'arcobaleno, il roveto ardente ne sono un simbolo; è la Vergine che viene attraverso tutti questi segni, perché attraverso di lei viene "Colui che viene".

(E. Mersch)

Invocazione d'aiuto a Maria.
O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi Ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi.
Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l'opera sublime della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato.
Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere "segni" di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen.
(A. Gemma) 


2° Giorno - PIENA DI GRAZIA
"Il Signore Dio disse al serpente: "Poiché tu hai fatto questo, sii maledetto... lo porrò inirnicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".
La prima Redenta
Con Maria inizia la lotta tra la stirpe della donna e la stirpe del serpente; lotta dichiarata fin dalla prima origine della Vergine, essendo questa concepita senza alcuna macchia di peccato e quindi in completa opposizione a Satana. L'ostilità si farà poi gigantesca e si risolverà in vittoria quando Gesù, "la stirpe" di Maria, apparirà nel mondo e con la sua morte distruggerà il peccato.
Il privilegio dell'Immacolata non consiste però soltanto nell'assenza del peccato di origine, ma più ancora nella pienezza di grazia. "La Madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la Vita stessa che tutto rinnova...da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio...adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità tutta singolare"
Il saluto di Gabriele: "Salve, piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28) è la più valida testimonianza dell'immacolata Concezione di Maria, la quale non sarebbe in senso totale "piena di grazia" se anche per un solo istante fosse stata sfiorata dal peccato.
La Vergine ha cominciato così la sua esistenza con una ricchezza di grazia che supera immensamente quella che i più grandi Santi conseguono alla fine della loro vita.
Se poi si considera la sua assoluta fedeltà, la sua totale disponibilità a Dio, si può intuire a quali altezze di amore e di comunione con l'altissimo, Maria sia giunta, precedendo "di gran lunga tutte le altre creature celesti e terrestri"
(P. Gabriele di Santa M. Maddalena)

Ti saluto, o Maria
Ti saluto, o Maria, tutta pura, tutta irreprensibile e degna di lode.
Tu sei la corredentrice,
la rugiada dei mio arido cuore, la serena luce
della mia mente confusa,
la riparatrice di tutti i miei mali. 
Compatisci, o purissima, l'infermità dell'anima mia. Tu puoi ogni cosa, perché sei la Madre di Dio; a Te nulla si nega, perché sei la regina
Non disprezzare
la mia preghiera e il mio pianto, non deludere la mia attesa. Piega il Figlio tuo in mio favore e, finché durerà questa vita, difendimi, proteggimi, custodiscimi. 
(S. Efrem) 

3° Giorno - PER SINGOLARE PRIVILEGIO
"Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli "

Il capolavoro di Dio
La prima e inevitabile imperfezione che contrae l'anima di ogni misero figlio di Adamo è il peccato originale. Solo Maria ne fu esente: Ella è l’Immacolata Concezione.
Il peccato originale non è altro che il peccato di superbia commesso dai nostri progenitori fin dalle origini e questo peccato portò ad Adamo e ai suoi discendenti innumerevoli mali. Anche Maria come discendente di Adamo avrebbe dovuto contrarre il peccato originale; avrebbe dovuto apparire in questo mondo priva, come noi, dei doni preternaturali e soprannaturali, priva specialmente della grazia di Dio. Ma non fu così. Ella per singolare privilegio a Lei concesso da Dio, in previsione dei meriti dei Figlio Redentore, fin dal primo istante della sua concezione fu preservata dalla colpa originale. La verità dell'Immacolata Concezione fu proposta implicitamente dai Padri della Chiesa con quelle innumerevoli espressioni che esaltano l'assoluta purezza e santità di Maria. In seguito questa verità venne insegnata e professata in modo più esplicito finché il Papa Pio IX, il giorno 8 dicembre 1854, la definì solennemente come dogma della fede cattolica. La stessa Vergine Santa a Lourdes facendo eco alla voce del Papa si presentò a Bernardetta dicendo: "Io sono l'Immacolata Concezione".

Ottienimi un cuore fedele
Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente. Ottienimi un cuore semplice che non ripieghi ad assaporare le proprie tristezze: un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male. Formami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato un cuore grande e indomabile così che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, ferito dal suo grande amore con una piaga che non rimargini se non in Cielo
(P. Grandmaison) 

4° Giorno - RALLEGRATI, FIGLIA Di SION
Gioisci, esulta, figlia di Sion, perché ecco, io "Vengo ad abitare in mezzo a te - oracolo del Signore. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo ed egli dimorerà in mezzo a te e tu saprai che il Signore degli eserciti mi ha inviato a te".
Nessuna creatura fu mai così vicina a Dio come la beata Vergine Maria. Chi più puro? Chi più irreprensibile? Quale prodigio! Nel suo immenso amore per gli uomini, Dio non si è vergognate di prendere come Madre Colei ch'era sua creatura.
Veramente a Maria si applicano le parole del profeta Zaccaria: "Canta inni, rallegrati, o figlia di Sion, perché ecco che vengo ad abitare in mezzo a te, dice il Signore". Ed è ancora a Lei che si rivolge Gioele allorché esclama: "Non temere, terra, ma rallegrati e gioisci poiché cose grandi ha fatto il Signore".
Esulta, casa dei Signore, terra che Dio ha sfiorato con i suoi passi. Tu che hai contenuto nella tua carne Colui la cui divinità sorpassa l'universo. Da Te, Colui che è la Divinità stessa ha assunto la natura umana; l'eterno è entrato nel tempo e l'infinito si è lasciato circoscrivere. Esulta, Dimora di Dio che brilli della luce della divinità...
"Ti saluto, o piena di grazia": la tua opera e il tuo nome sono fonti di gioia più della gioia stessa. Da Te è venuta al mondo la gioia immortale, il Cristo, rimedio alla tristezza degli uomini. Esulta, Paradiso più felice del giardino dell'Eden nel quale è germogliata ogni virtù ed è spuntato l'albero della Vita.
(S. Teodoro Studista)

Aiutaci, o Madre
Regina nostra,
inclita Madre di Dio,
Ti preghiamo:
fa' che i nostri cuori
siano ricolmi di grazia
e risplendano di sapienza.

Rendili forti con la tua forza
e ricchi di virtù.
Su noi effondi il dono
della misericordia,
perché otteniamo il perdono
dei nostri peccati.

Aiutaci a vivere
così da meritare la gloria
e la beatitudine dei Cielo.
Questo ci conceda
Gesù Cristo, tuo Figlio,
che Ti ha esaltata
al di sopra degli Angeli,

Ti ha incoronata Regina,
e Ti ha fatto assidere
in eterno su fulgido trono.
A Lui onore e gloria
nei secoli. Amen.

(S. Antonio di Padova)

5° Giorno - BELLA COME LA LUNA

"Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle"
"Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?".
Mediatrice di grazieNella contemplazione della Vergine Immacolata ci farà da guida la sacra liturgia che non si stanca di chiamarla: bella come la luna, fulgida come il sole.
Anzitutto, guardiamo Maria «bella come la luna». E’ un modo questo per esprimere l'eccelsa bellezza di Lei. Come deve essere bella la Vergine! Quante volte siamo stati colpiti dalla bellezza di un volto angelico, dall'incanto di un sorriso di bambino, dal fascino di uno sguardo puro! E certamente nel volto della propria Madre Iddio ha raccolto tutti gli splendori della sua arte divina...Come splende la luna nel cielo oscuro, così la bellezza di Maria si distingue da tutte le bellezze, che paiono ombre accanto a Lei. Maria è la più bella di tutte le creature...Sul suo volto non si rivela soltanto la bellezza naturale. Nell'anima di Lei Iddio ha riversato la pienezza delle sue ricchezze con un miracolo della sua onnipotenza. Possiamo immaginare che il volto di Gesù, quel volto che gli Angeli adorano, dovesse riprodurre in qualche modo i lineamenti del volto di Maria? Così il volto di ogni figlio rispecchia gli occhi della madre.
Potessimo avere la voce di San Bernardo che non si stancava di lodare, di cantare, di ammirare, di esultare dinanzi al trono della Vergine! Potessimo avere la lingua degli Angeli per poter dire la bellezza, la grandezza della loro Regina! Salvaci, o Maria!

Salvaci, o Maria!

O Vergine, bella come la luna, delizia dei Cielo, nel cui volto guardano i beati
e si specchiano gli Angeli,fa' che noi, tuoi figli, Ti assomigliamo e che le nostre anime ricevano un raggio della tua bellezza che non tramonta con gli anni, ma rifulge nell'eternità.
O Maria, Sole dei Cielo,
risveglia la vita dovunque è la morte e rischiara gli spiriti dove sono le tenebre. Rispecchiandoti nel volto dei tuoi figli, concedi a noi
un riflesso dei tuo lume e dei tuo fervore.
Salvaci, o Maria, bella come la luna, fulgida come il sole, forte come un esercito schierato, sorretto non dall'odio, ma dalla fiamma dell'amore. Amen.

6° Giorno - VISIONE Di PARADISO
"Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna, macchia... Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai rapito il cuore. Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata. Fontana che irrora i giardini, pozzo d'acque vive e ruscelli sgorganti dal Libano".

Fiore candido di Redenzione
Immacolata dice anzitutto i fulgori dell'aurora. Preservata immune dalla contaminazione originale, Maria è riempila di grazia fin dal primo istante del suo concepimento. Già nel seno materno, l'anima di Maria è pervasa di luce divina: dopo la morte di lunghi secoli, trascorsi nella colpa dei progenitori, si alza questa stella mattutina, limpida e pura, trasparente e inviolata, mentre il cielo trascolora nella promessa del giorno imminente.
Immacolata dice poi promessa e fiore candido di Redenzione.
Colei che, in vista dei meriti del suo Figlio Redentore, è stata preservata dalla macchia originale, ha avuto questo privilegio perché predestinata alla sublime missione di Madre di Dio. Ella, che doveva dare una carne mortale al Verbo eterno dei Padre, non poteva essere contaminata neppure per un istante dall'ombra dei peccato.
Infine, Immacolata dice visione di Paradiso. Preannunzia l'alba di quel giorno eterno, e ci guida e sostiene nel cammino che ancora ce ne separa. Per questo l'inno liturgico "Ave, Maria Stella" ha la dolce invocazione: "Fa' che, vedendo con Te Gesù, con Te sempre possiamo gioire". A questo termine estremo, coronamento della vita di grazia, devono tendere i palpiti del nostro cuore, e gli sforzi più generosi di cristiana fedeltà.
(Giovanni XXIII, 7 dic. 1959)

Tu, o Maria
Ave Maria! piena di grazia, più Santa dei Santi, più elevata dei cieli, più gloriosa degli Angeli, Ave, celeste Paradiso! più venerabile d'ogni creatura.
Ave, celeste Paradiso! tutto fragranza, giglio che olezza soave, rosa profumata che si schiude a salute dei mortali. Ave, tempio immacolato di Dio costruito santamente, adorno di divina magnificenza, aperto a tutti, oasi di mistiche delizie.
Ave purissima! Vergine Madre! Degna di lode e di venerazione, fonte d'acque zampillanti, tesoro di innocenza, splendore di santità.
Tu, o Maria, guidaci al porto della pace e della salvezza, a gloria di Crísto che vive in eterno con il Padre e con lo Spirito Santo. Amen.
(S. Germano) 

7° Giorno - SPECCHIO PURISSIMO
"La Sapienza è un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente: per questo nulla di contaminato in essa si infiltra. E’ un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà...Essa in realtà è più bella dei sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore; a questa infatti succede la notte, ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere» 

Incanto ma non sogno
Dio la volle, specchio purissimo di santità e di bontà, tipo ideale e reale per l'umanità rigenerata da Cristo. Incanto, ma non sogno. Privilegio per ogni cristiano a subirne il fascino, a gustarne la gioia.
E la visione, tanto singolare, ma reale, si fa simbolica, esempio, stimolo, luce, conforto per noi, sommersi nel mondo moderno, che siamo abbagliati dalle luci accecanti della ostentata seduzione dei sensi, priva di vera bellezza, di grazia e di innocenza e siamo circondati da un ambiente tanto inquinato di licenzioso costume e di vizio degradante. La nostra devozione ci dia coraggio per concorrere a difendere nei nostri giorni la verità dell'amore, l'integrità della famiglia, la nobiltà dello spettacolo, la moralità della vita collettiva, l"'ecologia" della nostra civiltà che non deve né arrossire né dimenticarsi di essere cristiana, e quindi di avere la Vergine Madre Immacolata Maria, vestita di sole, per emblema della propria speranza e della propria salvezza. (Paolo VI)

Ricordati dei tuoi figli

O Vergine Maria, Madre della Chiesa, a Te raccomandiamo la Chiesa tutta. Tu che sei chiamata "aiuto dei Pastori", proteggi e assisti i vescovi nella loro missione apostolica, e quanti, sacerdoti, religiosi, laici, li aiutano nella loro ardua fatica.
Ricordati di tutti i tuoi figli;avvalora presso Dio le loro preghiere; conserva salda la loro fede; fortifica la loro speranza; aumenta la carità.
Ricordati di coloro che versano nelle tribolazioni, nelle necessità, nei pericoli; ricordati di coloro soprattutto che soffrono persecuzioni e si trovano in carcere per la fede. A costoro, o Vergine, concedi la forza e affretta il sospirato giorno della giusta libertà.

8° Giorno - IDEALE DELLA CHIESA
"Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata".
Una parola fuori uso
Oggi la parola 'peccato' è taciuta... Sembra una parola fuori uso, quasi un termine sconveniente, di cattivo gusto. E si capisce il perché. La nozione di peccato coinvolge due realtà: una realtà vivente, onnipotente: Dio; ed una realtà soggettiva e relativa alla nostra persona, cioè la relazione insopprimibile delle nostre azioni al Dio presente, interrogante la nostra libera scelta...Ne deriva un'etica folle che tende a rendere tutto lecito quanto piace o quanto giova, e che toglie alla vita il suo senso profondo, derivante dalla distinzione tra il bene e il male e l'avvilisce in una visione finale di angosciosa e disperata vanità. L'uomo raggiunge la sua personalità nel possesso della grazia divina; la vera ricchezza è possedere l'amore di Dio, donatoci gratuitamente per il Cristo. Nell'uomo, la bellezza produce l'amore; nel cristiano è l'amore di Dio che produce la bellezza, la sua autentica nobiltà...Dobbiamo metterci in uno stato di difesa, di ripudio, di rinuncia a tante esibizioni e manifestazioni del malcostume moderno e non cedere per ipocrisia o per rispetto umano all'immoralità pubblica. Lo splendore dell'immacolata che brilla dinanzi ai nostri occhi ci suggerisce: "Ecco quello che devi essere".

O Padre Misericordioso

O Padre di misericordia, datore di ogni bene, noi Ti ringraziamo perché dalla nostra stirpe umana hai eletto la beata Vergine Maria ad essere Madre del Figlio tuo fatto uomo.
Ti ringraziamo perché l'hai preservata da ogni peccato, l'hai riempita di ogni dono di grazia, l'hai congiunta all'opera di redenzione del tuo Figlio e l'hai assunta in anima e corpo al Cielo.
Ti preghiamo, per sua intercessione, di poter realizzare la nostra vocazione cristiana, di crescere ogni giorno nel tuo amore e di venire con Lei a godere per sempre nel tuo regno beato. Amen.

9°GIORNO - CONSACRAZIONE ALL'IMMACOLATA
«Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire attentamente la soglia. Infatti, chi trova me trova la vita, e ottiene favore dal Signore».

Per amare Dio
Non è possibile che qualcuno si possa convertire o santificare senza l'aiuto della Vergine Immacolata. Anzi, quanto più uno si avvicina a questa dispensatrice di grazia, tanto più abbondantemente sarà arricchito di tale dono, più facilmente si potrà santificare, e con maggior frutto lavorerà per la santificazione del prossimo. Ma è indispensabile che chi desidera occuparsi della salvezza degli altri incominci da se stesso. Perciò deve avvicinarsi sempre più all'Immacolata, per ricevere da Lei la grazia di amare Dio. E si avvicina all'immacolata nel modo migliore colui che si dona a Lei totalmente. Tuttavia, questa donazione di sé non esige affatto l'abbandono del mondo e della famiglia e l'ingresso in un istituto religioso. Ci si può benissimo occupare dei propri affari, dei propri impegni, ma, per il fatto che ci si è donati totalmente all'immacolata, non siamo più noi ad offrire i nostri problemi quotidiani a Dio, ma è l'immacolata stessa, cui ci siamo consacrati, che presenta noi e tutte le nostre cose a Dio. t: evidente che chi vuole appartenere a Maria, fa di tutto perché la propria vita divenga sempre più degna di un figlio. Non solo, ma sperimentando la forza di cui gode nelle tentazioni e la consolazione che prova nelle difficoltà, si preoccupa di partecipare anche agli altri la propria felicità, cosicché essi pure siano attratti da Maria e i loro cuori appartengano a Lei. E Maria illuminerà questi cuori, li riscalderà con l'amore dei suo Cuore materno, li infiammerà con il fuoco della carità che arde nel Cuore Divino di Gesù.
(S. Massimiliano Maria Kolbe)

Chinati su di noi

Ascolta, o prediletta da Dio, l'ardente grido che ogni cuore fedele innalza verso di Te. Chinati sulle nostre piaghe doloranti.
Muta le menti dei malvagi, asciuga le lacrime degli afflitti e degli oppressi, custodisci il fiore della purezza nei giovani, proteggi la Chiesa santa, fa' che gli uomini tutti sentano il fascino della cristiana bontà.
Accogli, o Madre dolcissima, le nostre umili suppliche e ottienici soprattutto che possiamo un giorno ripetere dinanzi al tuo trono l'inno che si leva oggi sulla terra intorno ai tuoi altari: tutta bella sei, o Maria! Tu gloria, Tu letizia, Tu onore del nostro popolo. Amen.

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Madre Teresa di Calcutta/48

“Sappiamo restare accanto ai nostri cari nelle loro sofferenze, nelle loro umiliazioni? Quando nostro marito perde il suo impiego, che cosa rappresentiamo per lui? Siamo piene di tenerezze per lui? Comprendiamo la sua angoscia? Quando i nostri figli si vedono indotti ad allontanarsi da noi e sono così sconsiderati, sentiamo quella profonda tenerezza che ci fa andare in cerca di loro per attrarli a noi, per accoglierli con bontà nel focolare e amarli con tutto il nostro cuore?”.
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Madre Teresa di Calcutta/47

“Molti pensano, specie in Occidente, che il denaro renda felici. Io penso invece sia più difficile essere felice se sei ricco, perché ti è più difficile vedere Dio: hai troppe altre cose a cui pensare. Se tuttavia Dio ti ha dato il dono della ricchezza, allora usala per i suoi scopi: aiutare gli altri, aiutare i poveri, creare posti di lavoro, dare lavoro agli altri. Non sprecare la tua ricchezza: anche avere cibo, una casa, dignità, libertà, salute e istruzione sono tutti doni di Dio, ed è questo il motivo per cui dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi”.
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Preghiera per la natura

Grazie, Signore, 
per l'aria che respiro.
Non permettere a nessuno di avvelenarla
per lucro.
Grazie per la brezza
marina e il venticello
leggero che muove
le girandole
e sostiene gli aquiloni.
Grazie per la nebbia
che rende misterioso il panorama
e grazie per il cielo
pulito quando
il blu diventa profondo
e il sole splende alto,
illuminando
ogni cosa.

(Antonio Tarzia, sacerdote)
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Padre Livio scrive 28-11-2013

Cari amici,
la Regina della Pace nei suoi messaggi alla parrocchia è instancabile nell’esortare alla preghiera. 
Per questo periodo di Avvento ci invita in modo particolare alla preghiera del cuore, aprendo “profondamente la porta del cuore”.

Pregare col cuore significa aprirlo in modo tale che Dio vi possa entrare per potervi dimorare. Allora il cuore diviene il luogo della preghiera, dove si ascolta Dio e ci si rivolge a Lui con la fiducia dei figli.
Solo entrando nel nostro cuore Dio può irradiare la sua grazia, riscaldandolo, illuminandolo e sostenendo la nostra fragile volontà.Dio non ci toglie la libertà, però può attirarla verso il bene, mostrando la grandezza del suo amore e così guidarci sulla via della salvezza. 
"Allora l’Altissimo potrà operare sulla vostra libertà e inizierà la vostra conversione".
La preghiera dà inizio alla conversione e la accompagna lungo il cammino. Con la preghiera umile e continua la fede si ravviva e diviene una grande luce che ci fa comprendere la pochezza delle cose che passano e la grandezza di Dio.Pregando comprenderemo “che qui sulla terra tutto è effimero” e così potremo dire con tutto il cuore “Mio Dio e mio tutto”.La preghiera prepara la culla del cuore ad accogliere il Bambino Gesù nel prossimo Natale. 
Padre Livio
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Angelo Custode/60

“L’angelo del Signore vola intorno per liberare quelli che lo temono. Gustatelo e guardatelo: il Signore è buono. Beati quelli che trovano in lui il proprio rifugio!" Vivi oggi, intensamente, questi versi del Salmo 33; quest’Angelo sono io, che ti seguo come un’ombra.
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Angelo Custode/59

La vita cristiana è un rapporto a tu per tu con Dio (cfr. Fil 1,21), un'amicizia reciproca: oceano di luce, guida, accoglienza da parte di Dio (cfr. Lc 15,31), immersione della debolezza umana che lo riconosce e si abbandona a lui, unico e sommo bene (cfr. Mc 5,18). Per sperimentare l'ineffabile mistero dell'amore del Signore, è sufficiente << lasciarsi guidare con il suo consiglio>>.
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Preghiera del mattino 29/XI/2013

Ti ringrazio, mio Dio, dei benefici che mi accordi. 
Accompagnami, ti prego, con la tua grazia durante questo giorno, perché possa superare tutti i pericoli dell'anima e del corpo. 
Per rendere così testimonianza della tua bontà e del tuo amore. 
Amen.
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giovedì 28 novembre 2013

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti

Lc 21,20-28 
Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». 

In casi di assedio, la città era il luogo di difesa più sicuro. Ora no, perché Gerusalemme sarà distrutta. In quei giorni si verifica la distruzione predetta dai profeti (1Re 9,6ss; Mi 3,12; Dn 9,36). La distruzione di Gerusalemme è una vendetta dei romani, non di Dio; ma insieme rivela anche la tragica realtà di chi rifiuta la sua visita. Gesù ha compassione e piange non per sé, ma per la città che uccidendo lui fa del male a sé stessa (cfr Lc 13,34; 19,42; 23,28). 
Questo "ahimè" di Gesù è il grido supremo della sua misericordia. Nella guerra del 66-70 d.C., secondo un calcolo un po’ gonfiato di Giuseppe Flavio, furono uccisi 1.100.000 giudei e furono fatti schiavi 97.000 sopravvissuti. La fine di Gerusalemme è l’inizio del tempo dei pagani. 
L’invito al Regno, rifiutato dagli ebrei, passa ora a tutti i popoli del mondo. Il rifiuto dei giudei, invece di bloccare la salvezza, la allarga ai pagani (At 13,46). Quando essa sarà giunta a tutti i popoli della terra, anche Gerusalemme riconoscerà il suo Signore (Rm 11,25-26). I versetti 25-28 di questo brano non sono descrizioni di cataclismi cosmici, ma modi di dire immaginosi, iperbolici, irreali a cui gli autori della Bibbia hanno fatto ricorso per annunciare le grandi novità di salvezza e di liberazione portate dal Messia. La Bibbia abbonda di tali descrizioni per presentare avvenimenti storici come la caduta di un re, una sconfitta militare o un qualsiasi rivolgimento nazionale (cfr Es 19,18-19; Is 14,12; Ger 4,23-28; Gl 3,1-5; ecc.). 
 Prendere alla lettera questi annunci non significa solo fraintendere, ma addirittura stravolgere il loro significato. Per es. san Pietro presenta la Pentecoste come giorno in cui si avverano queste parole del profeta Gioele: "Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo. Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e splendido. Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato" (At 2,19-21). Ma non si vide nulla di simile in quel giorno. Ci furono grandi avvenimenti, conversioni e rivolgimenti nelle menti e nelle coscienze: questo sì. 
Il giorno di Pentecoste si concluse così: "Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone" (At 2,41). Questi modi di dire, dunque, non annunciano una rivoluzione nel mondo fisico, ma un grande evento nella storia della salvezza. Anche nel nostro linguaggio, quando succede qualcosa di imprevisto o di grave, si dice: "Mi sono sentito cadere il mondo addosso!". Ma, per fortuna il mondo non è ancora caduto addosso a nessuno: l’espressione vuol dire altro. Le potenze dei cieli che saranno sconvolte sono le potenze del nemico, che Gesù vide cadere dal cielo come folgore durante la predicazione dei discepoli (Lc 10,18-19). Se l’uomo ha investito tutto nel mondo presente vede con terrore il crollo di tutti i suoi beni e di tutte le sue attese. Se ha investito tutto nei beni del cielo vede giungere la sua felicità eterna. 
Il Figlio dell’uomo che viene è il Signore che mi ha amato e ha dato sé stesso per me (cfr Gal 2,20) e che mi ha amato quando ancora ero peccatore (cfr Rm 5,6 ss). Il suo giudizio sarà il perdono ai crocifissori (cfr Lc 23,34) e l’offerta del paradiso al malfattore (cfr Lc 23,43). Il nostro giudice infatti è colui che ha detto di amare i nemici, di non giudicare, di non condannare, di perdonare sempre. È misericordioso come il Padre suo (cfr Lc 6,27-38). 
La venuta di Cristo si identifica con la nostra liberazione e la nostra salvezza. 
Padre Lino Pedron
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Pensiero del 27 Novembre 2013 (Servi della sofferenza)

Quando la prova opprime molto e dura a lungo, abbracciati stretto a Gesù, che ti darà la forza a sopportarla e la certezza della fine.
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Preghiera del mattino 28/XI/2013

Santifica, o Dio, le mie azioni con la tua grazia e sostienile con il tuo aiuto. Ognuno dei miei atti abbia inizio con te e così si compia in te. 
O Dio, fa' che l'inizio e la fine di questo giorno siano nelle tue mani. 
Amen.
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mercoledì 27 novembre 2013

Beata Vergine della Medaglia Miracolosa

Da giugno a dicembre del 1830 Suor Caterina Labouré, giovane novizia delle Figlie della Carità, riceve l'immensa grazia di intrattenersi per ben tre volte con la Vergine Maria (Cappella sita al 140, Rue du Bac a Parigi).
Il 18 Giugno 1830, alle 23,30, Caterina si sente chiamare per nome; un misterioso bambino è ai piedi del letto e la invita ad alzarsi: La Santa Vergine ti attende le dice. Caterina si veste e segue il bambino che diffonde raggi di luce dappertutto dove passa. Arrivati nella cappella, Caterina si ferma dalla parte della sedia del sacerdote, situata nel coro. Ode allora come il fruscio di una veste di seta. Ecco la Santa Vergine disse la sua piccola guida. Caterina esita a credere. Ma il fanciullo ripete con una voce più forte : Ecco la Santa Vergine.
Caterina corre ad inginocchiarsi presso la Madonna che è seduta sulla sedia (del sacerdote) Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell'altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria. Il momento, che ho passato così, è stato il più dolce di tutta la mia vita. Mi sarebbe impossibile dire ciò che ho provato. La Santissima Vergine mi ha detto poi come avrei dovuto comportarmi con il mio confessore e molte altre cose.
Caterina riceve l'annuncio di una missione e la richiesta di fondare una Confraternita di Figlie di Maria; ciò sarà fatto dal suo confessore Padre Aladel il 2 Febbraio 1840.
Il 27 Novembre 1830 alle 17,30, durante la meditazione, Caterina vede nel posto dove ora è situata la statua della Santa Vergine del globo, come due quadri viventi che passano in dissolvenza incrociata:
- nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente;
- nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante.
Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice : «Ecco il simbolo delle grazie che io spando sulle persone che me le chiedono.. (facendomi capire - scrive Caterina - quanto Lei fosse generosa con le persone che La pregano; quante grazie Lei accordasse a coloro che gliele chiedono, quanta gioia Lei prova accordandole!). Le gemme che restano nell'ombra rappresentano le grazie che si dimentica di chiedermi.»   
Poi un ovale si forma attorno all'apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta : « O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi » (Originale: « O MARIE CONÇUE SANS PECHÉ PRIEZ POUR NOUS QUI AVONS RECOURS  À VOUS ») scritta in lettere d'oro.
Subito dopo la medaglia si gira e Caterina vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l'uno incoronato di spine, l'altro trapassato da una spada. Dodici stelle cingevano il monogramma di Maria e i due Sacri Cuori. Caterina ode allora queste parole : «Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie ».
Dicembre 1830, ultima apparizione e commiato della Vergine Maria: «...non mi vedrai più»Qualche mese dopo le apparizioni, Suor Caterina è inviata al ricovero di Enghein (Parigi, 12°) per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro. Ma una voce interiore insiste: si deve far coniare la medaglia. Caterina ne riparla al suo confessore, Padre Aladel.
Nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti! In Giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia miracolosa.
Nell'autunno 1834 c'erano più di 500.000 medaglie; nel 1835 nel mondo intero ce n'erano più di un milione; nel 1839 la medaglia era diffusa in più di dieci milioni di esemplari.
Alla morte di Suor Caterina, il 31 dicembre 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie!
Caterina Labouré è stata canonizzata dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) il 27 luglio 1947.
Supplica
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Pregare significa aprire le mani dinanzi a Dio

Pregare significa aprire le mani dinanzi a Dio. Significa allentare gradualmente

la tensione che ti fa tenere strette insieme le mani  e accettare la tua esistenza con crescente disponibilità.  Non come un possesso da difendere,ma come un dono da ricevere. Sopratutto, la preghiera è un modo di vita che ti consente di trovare la serenità  in mezzo al mondo nel quale tu apri le tue mani alle promesse di Dio  e trovi speranza per te stesso, per il tuo prossimo e per il tuo mondo. Nella preghiera incontri Dio non soltanto nella voce sommessa e nel sommesso soffio di vento, ma anche in mezzo al trambusto del mondo, nell'angoscia e nella gioia del tuo prossimo e nella solitudine del tuo stesso cuore".


(Da "A mani aperte" di H. Nouwen)
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Angelo Custode/58

Dio è l`Emmanuele, il Dio-con-noi (cfr.Is 7,14; Mt 1,23). La sua vicinanza è rifugio, forza e aiuto concreto (cfr. Mt 28,20. Egli interviene per salvare il suo popolo e la sua presenza è pace. Il suo programma è creare amicizia (cfr. Gv 15,14), che si approfondisce attraverso un ritmo di esperienza e contemplazione (cfr. Gv 1,39).
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Madre Teresa di Calcutta/46

È molto difficile pregare se non si sa come pregare, ma bisogna che ci aiutiamo a pregare. La cosa più importante è il silenzio. Le anime di preghiera sono delle anime di profondo silenzio. Non potremmo metterci direttamente alla presenza di Dio senza obbligarci a un silenzio interiore ed esteriore. E la ragione per cui dobbiamo abituarci al silenzio dello spirito, degli occhi e della lingua. Abbiamo bisogno di scoprire Dio, e Dio non può essere trovato nel frastuono e nell’irrequietezza, Dio è l’amico nel silenzio. Osservate come la natura, alberi, fiori, erba, crescano nel silenzio. Guardate le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio.
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Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto

Lc 21,12-19 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. 

Prima della distruzione di Gerusalemme, i cristiani sono stati perseguitati dai giudei e dall'impero romano, come ci descrive Luca negli Atti degli apostoli. Essi sono colpiti per la loro fede in Gesù: "A causa del mio nome" (v. 12). Essere cristiani è un reato. 
Aderendo a Gesù si rischia di passare nel numero dei malfattori. Ma l'evangelista invita a tener presenti anche i risvolti positivi delle persecuzioni. Esse offrono occasioni di testimoniare il Signore con la vita e le parole. L'azione giudiziaria serve alla predicazione, il carcere, all'attività missionaria. Il vangelo di Gesù è annunziato attraverso le sofferenze dei martiri: il loro esempio è più eloquente dell'annuncio dei predicatori. I cristiani di Gerusalemme, costretti a fuggire dalla città, portano il vangelo nelle campagne della Giudea e della Samaria (cfr At 8,1-4) e giungono fino in Fenicia, a Cipro e ad Antiochia (cfr At 11,19; 15,3). Pietro, Giovanni, Stefano sono condotti davanti al sinedrio, Paolo davanti ai governatori romani, e tutti recano il messaggio di Cristo là dove altrimenti non sarebbe mai arrivato. Paolo scrive ai Filippesi che la sua carcerazione è occasione per annunciare il vangelo: "Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del vangelo, al punto che in tutto il pretorio e ovunque si sa che sono in catene per Cristo; in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno" (Fil 1,12-14). 
La fedeltà a Cristo mette i discepoli in contrasto con tutti coloro che non accolgono la fede cristiana. Se Gesù e la sua parola sono rifiutati, anche i cristiani saranno rifiutati. Gesù ha detto: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me" (Gv 15,18). Lo storico romano Tacito riassume così il suo giudizio sui cristiani: "Odiosi all'intero genere umano". 
Il cristiano è colui che per vocazione deve resistere fino alla fine con la pazienza, che non è rassegnazione, ma resistenza costante e inflessibile. Nel libro dell'Apocalisse leggiamo: "Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada, di spada sia ucciso. In questo sta la perseveranza e la fede dei santi" (13,10). 
Per questa via il fedele giungerà alla vita eterna. 
La pazienza è la caratteristica di Gesù che si fa carico del male. Anche il discepolo viene associato al suo mistero di morte e risurrezione: perdendo la vita, la salva (cfr Lc 9,24). 
Nel martirio il cristiano acquista la propria identità con Gesù, il Figlio morto e risorto. 
Padre Lino Pedron
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martedì 26 novembre 2013

Rimani con noi

Come i due discepoli del Vangelo, ti imploriamo, Signore Gesù; rimani con noi! Tu divino Viandante, esperto delle nostre strade e conoscitore del nostro cuore, non lasciarci prigionieri delle ombre della sera. Sostienici nella stanchezza, perdona i nostri peccati, orienta i nostri passi sulla via del bene. Benedici i bambini, i giovani, gli anziani, le famiglie, in particolare i malati. Benedici i sacerdoti e le persone consacrate. Benedici tutta l’umanità. Nell’Eucaristia ti sei fatto “farmaco d’immortalità”: dacci il gusto di una vita piena, che ci faccia camminare su questa terra come pellegrini fiduciosi e gioiosi, guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine. Rimani con noi, Signore! Amen!
(Giovanni Paolo II)
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Angelo Custode/57

In ogni comunità, anche tra i cristiani, vi è sempre chi sta sopra gli altri, per dominarli. È lo spirito del mondo. Tra i discepoli non dovrebbe essere così: “Colui tra voi che è il più piccolo, è quello più grande” (Lc 9,48). Se un fratello contravviene a tale regola dev’essere ripreso con fermezza fraterna. Gesù chiede questo. È solo per mal conoscenza delle Scritture che i discepoli si allontanano dalla via indicata chiaramente dal Signore.
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Madre Teresa di Calcutta/45

Sii felice qui e ora, è sufficiente. Quel che ci serve è il singolo momento, non abbiamo bisogno d’altro. Sii felice ora, e se attraverso le tue azioni dimostrerai di amare gli altri, compreso chi è più povero di te, darai felicità anche a loro. Non ci vuole molto, può bastare un sorriso. Il mondo sarebbe un posto assai migliore se sorridessimo di più. Perciò sorridi, sii allegro, contento che Dio ti ami.
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Pensiero del 26 Novembre 2013 (Servi della sofferenza)

La fede vissuta è sempre fede vittoriosa. 
La vittoria della fede è feconda di gioia. 
Le grandi vittorie della fede diventano per tutti fonte di beatitudine.
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Non sarà lasciata pietra su pietra

Lc 21,5-11 
Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: «Sono io», e: «Il tempo è vicino». Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 

Il tempio di Gerusalemme era considerato una delle sette meraviglie del mondo. Ed ecco che ad alcuni che ammirano e magnificano il tempio, Gesù dà una predizione di sventura: il tempio sarà distrutto. Dio non bada alla bellezza dei marmi e alla preziosità dei doni, ma vuole un popolo dalla cui vita traspaia che Dio abita in mezzo ad esso. 
Il profeta Michéa aveva predetto: "Udite dunque, o principi della casa di Giacobbe, o giudici della casa d'Israele, che avete in orrore la giustizia e pervertite ogni diritto, che edificate Sion con il sangue e Gerusalemme con l'iniquità! Per colpa vostra, Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine e il monte del tempio un'altura boscosa" (3,9-12). Gesù viene interrogato qui unicamente circa la fine del tempio. La distruzione di Gerusalemme non fa parte degli avvenimenti della fine del mondo. Essa è già avvenuta quando Luca scrive il suo vangelo. L'intento primo dell'evangelista è mostrare che non stiamo andando verso "la fine", ma verso "il fine". 
Il dissolversi del mondo vecchio è contemporaneamente la nascita del mondo nuovo. Gesù non risponde alla nostra curiosità circa il futuro, ma vuole toglierci le ansie e gli allarmismi sulla fine del mondo, che non servono a nulla e producono unicamente del danno. Alla paura della fine del mondo e della morte Gesù offre l'alternativa di una vita che si lascia guidare dalla fiducia nel Padre, in un atteggiamento d'amore che ha già vinto la morte. 
Il Figlio di Dio diventato uomo ci ha già rivelato il destino dell'uomo e del mondo: il suo mistero di morte e risurrezione è la verità del presente e del futuro. Per gli ascoltatori di Gesù la distruzione del tempio significava la fine del mondo e il ritorno del Figlio dell'uomo (cfr Mt 24,3). In realtà significa la fine di un mondo vecchio e l'inizio di un mondo nuovo. Il credente in Cristo non deve dare ascolto a voci false e fuorvianti. 
Anche san Paolo ha dovuto avvertire i cristiani di Tessalonica, scrivendo loro: "Vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro ricongiungimento con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare né da pretese ispirazioni né da parole né da qualche lettera fatta passare per nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo!" (2Ts 2,1-3). Verranno molti e usurperanno il nome stesso di Cristo e la predizione della sua manifestazione al mondo, dicendo: "Io sono". Con queste parole, che sono la traduzione del nome di Dio, ognuno di essi si presenterà come il salvatore mandato definitivamente da Dio per portare a compimento la storia del mondo. 
Gesù smaschera questi "salvatori" chiamandoli seduttori. 
San Paolo presenta così il seduttore: "Verrà l'apostasia e si rivelerà l'uomo dell'iniquità, l'avversario, colui che si innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio" (2Ts 2,3-4). La mancanza di umiltà è il primo segno della menzogna. 
Uno solo è il Salvatore e il Signore: colui che si è fatto ultimo di tutti e servo di tutti. Tutti i seduttori sono mossi dall'orgoglio, dall'interesse, dall'invidia, dalla cupidigia. Usano Dio, la sua parola e i suoi doni per affermare il proprio io. 
Nei confronti di questi figuri Gesù ci dà un avvertimento grave: "Non lasciatevi ingannare!… Non seguiteli!" (v. 8). 
Padre Lino Pedron
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Preghiera del mattino 26/XI/2013

Ti saluto, Gesù. 
Ti saluto, Maria. 
Con il vostro aiuto e la vostra benedizione mi alzo e incomincio un giorno nuovo. 
Fate che non mi avvii sul cammino della menzogna, ma che viva seguendo la verità divina. 
Amen.
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lunedì 25 novembre 2013

Messaggio di Medjugorje del 25 novembre 2013

Cari figli! 
Oggi vi invito tutti alla preghiera. 
Aprite profondamente la porta del cuore, figlioli, alla preghiera, preghiera del cuore e allora l’Altissimo potrà operare nella vostra libertà e inizierà la vostra conversione. 
La fede diventerà forte così che potrete dire con tutto il cuore: ‘Mio Dio e mio tutto’. 
Comprenderete, figlioli, che qui sulla Terra tutto è passeggero. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
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Possa la strada sorgere ad incontrarci....

Possa la strada sorgere ad incontrarci e il vento soffiare dolcemente alle nostre spalle. Possa il sole scaldare i nostri volti e la pioggia scendere dolcemente su di noi. Possa la comunione sostenerci e la varietà e originalità di ciascuno dare colore al nostro andare. Possano i nostri occhi scorgere i segni nascosti di una Presenza, i nostri orecchi essere aperti ad accogliere ogni parola umana come carne concreta della Parola. Possano le nostra labbra pronunciare parole di bene e il silenzio essere il grembo da cui esse nascono. 
Possano i nostri cuori diventare grandi perché ognuno possa esservi accolto e trovare vita. 
Antica benedizione

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Angelo Custode/56

La fede del centurione romano è ammirevole (cfr. Lc 7, 1-10), ispirati ad essa. Emana da una persona la cui vita sembra splendente per la sua attitudine verso i servitori e i subordinati. Ai Giudei costruì un luogo di culto, lui, il pagano. Gesù è toccato da questo esempio e soprattutto apprezza la fede del centurione. Avere fede in Lui, amarlo, è la via infallibile per ottenere dal Signore che esaudisca una preghiera. E dopo aver avuto soddisfazione, non dimenticarsi di ringraziarlo.
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Madre Teresa di Calcutta/44

La gioia non è soltanto una questione di carattere. È sempre difficile, e per questo è un motivo di più per tentare di conquistarla e di farla crescere nel nostro cuore.
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Preghiera del mattino 25/XI/2013

O Signore, affronto nel tuo nome questo nuovo giorno che la tua bontà mi dona. 
Aiutami a vivere questa giornata secondo la tua volontà. 
Le mie azioni siano di aiuto al mio prossimo e diano testimonianza del tuo amore senza limiti. 
Accompagnami con la tua grazia durante tutto questo giorno.
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domenica 24 novembre 2013

Richiesta di preghiere 24-11-2013

Cari fratelli e sorelle in Cristo e nel Cuore Immacolato di Maria, stanotte la mamma di Cosmo è stata chiamata in cielo da nostro Padre. Preghiamo per lei affinché il Signore Dio nostro l’accolga nell'assemblea dei santi e degli angeli per cantare le lodi perenne a Dio, insieme a tutti gli altri esseri umani chiamati dal Signore, in comunione. E preghiamo la nostra Madre celeste e Gesù Santissimo perché in questi momenti di dolore Cosmo, Maria Grazia, e le loro due figlie trovino il conforto del Consolatore e soprattutto preghino l’Onnipotente di accogliere le loro suppliche.
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Correre

Corri, corri, corri.
Per fare il bene, non per collezionare primati.
Per seminare il bene, non per portare scompiglio.
Per eliminare qualche stortura, non per complicare ancor più la situazione.
Per rispondere alla chiamata di Dio, non per accontentare qualcuno.
Sarai felice!

don Sergio Andreoli

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Preghiera del mattino 24/XI/2013

Signore Gesù, Re crocifisso, tu perdoni il ladrone che è stato crocifisso con te e gli assicuri che lo accoglierai nel tuo regno: facendo ciò, mi hai dato speranza. 
Anche il peccatore più grande può essere salvato se si converte, sia pure sul letto di morte. 
Ma poiché ti ho già incontrato, non voglio rimandare la mia conversione all'ultimo istante della mia vita. 
Devo convertirmi e implorare il tuo perdono fin d'ora ogni giorno. 
Signore, tu sai quando la mia vita terminerà. 
Ti prego, mostrami la tua infinita misericordia, vieni a me nell'ora della morte e dimmi: "Oggi sarai con me nel paradiso".
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