martedì 26 maggio 2015

Messaggio di Medjugorje del 25 maggio 2015

Cari figli! 
Anche oggi sono con voi e con gioia vi invito tutti: pregate e credete nella forza della preghiera. 
Aprite i vostri cuori, figlioli, affinché Dio vi colmi con il suo amore e voi sarete gioia per gli altri. 
La vostra testimonianza sarà forte e tutto ciò che fate sarà intrecciato della tenerezza di Dio. 
Io sono con voi e prego per voi e per la vostra conversione fino a quando non metterete Dio al primo posto. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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lunedì 25 maggio 2015

La venuta dello Spirito Santo

Annunciando la venuta dello Spirito Santo, Gesù Cristo disse che sarebbe stato mandato da Lui e dal Padre, e con questo disse chiaramente che lo Spirito Santo procedeva da Lui e dal Padre. Egli espresse proprio l’opposto di quello che gli eretici, negatori della processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, pretesero dedurre dalle sue parole. Teologicamente, infatti, nelle Persone divine la missione, ossia l’essere mandata l’una dall’altra, indica proprio la processione di una dall’altra, o per generazione, come avviene nel Figlio, o per spirazione, come avviene nello Spirito Santo. Gesù, quindi, dicendo che avrebbe mandato lo Spirito Santo dal Padre, disse chiaramente che lo Spirito Santo procedeva da Lui e dal Padre, come notano sant’Ilario (cf De Trinitate, Lib. VIII,) e sant’Agostino (cf De Trinitate, capitolo XX, Libro IV); e implicitamente disse che procedeva per unica spirazione, essendo Egli una sola cosa col Padre.
Soggiunse, è vero: Lo Spirito di verità che procede dal Padre, ma sottintese sempre: Io manderò, e quindi sottintese che procedeva anche da Lui. Egli, del resto, come è detto nel capitolo seguente chiarissimamente (16,13), protestò che tutto ciò che aveva il Padre lo aveva anche Lui, e quindi che lo Spirito Santo procedeva dal Padre e da Lui. In questo capitolo, disse che lo Spirito Santo procedeva dal Padre, e nel seguente disse chericeveva da Lui: De meo accipiet. Ora, in Dio non c’è altra ragione di ricevere che il procedere, e quindi ricevere significava procedere. Dai due Testi, perciò, risulta chiaro che lo Spirito Santo procede dal Padre e riceve dal Figlio, ossia procede dal Padre e dal Figlio.
Gli apostoli dovevano rendere testimonianza a Gesù Cristo, attestando da testimoni oculari quello che avevano visto e udito. Ma la loro testimonianza sarebbe stata vana senza una conferma divina, e questa l’avrebbe data lo Spirito Santo con i doni e con i carismi. Gli apostoli avrebbero attinto la forza per operare dalla Santissima Eucaristia, e per Gesù Cristo avrebbero avuto la pienezza delle grazie dello Spirito Santo. Essi avrebbero così resistito alle persecuzioni e all’odio del mondo e, pur subendo dolori, angustie e morte ad imitazione del Maestro divino, avrebbero compiuto la loro missione.
Il pensiero poi che il Maestro divino li lasciava, li rattristava grandemente, perché erano come figliolini attaccati alle vesti materne. Che cosa potevano annunciare al mondo? A che cosa si riduceva la dottrina che avevano ascoltata? La loro mente era confusa e il loro spirito, anche inconsciamente, desiderava delle chiarificazioni. Per questo Gesù soggiunse: Molte cose ho ancora da dirvi, ma non ne siete capaci adesso. Quando verrà Spirito di verità, Egli v’insegnerà tutta la verità. Egli infatti non vi parlerà da se stesso ma vi dirà quanto ha inteso, e vi annuncerà le cose che dovranno succedere. Egli mi glorificherà, perché prenderà ciò che è mio e ve lo annuncerà. Tutto ciò che ha il Padre mio è mio; perciò vi ho detto che prenderà ciò che è mio e ve lo annuncerà.
Gesù voleva dire: Voi desiderate sapere che cosa dovrete dire al mondo, e vi preoccupate della vostra missione. Io, in realtà, non vi ho detto ancora tutto, e ho molte altre cose da rivelarvi, ma voi non sareste ora capaci di comprenderle. Vi manderò lo Spirito Santo ed Egli v’insegnerà tutta la verità. Egli non farà una nuova economia di provvidenza salvatrice né verrà per fondare qualcosa di diverso da quello che ho fatto già io, non vi parlerà da se stesso, ma vi dirà quanto ha inteso, cioè vi dirà quanto io ho detto e ve lo spiegherà, e vi annuncerà le cose che dovranno succedere, dicendovi quello che io non ho potuto ancora annunciarvi, e dandovi lo spirito di profezia. Voi così non sarete confusi né per ciò che avete visto e ascoltato né per ciò che vi avverrà.
Vi scoraggiate nella vostra missione, ma non siete voi che dovrete glorificarmi, quasi semplici testimoni di un fatto storico; lo Spirito Santo mi glorificherà in voi illuminandovi su tutto ciò che vi ho detto, e vi darà la luce di sapienza perché mi glorifichiate innanzi al mondo; la vostra missione, in altri termini, è soprannaturale, e voi, con la vostra fede, diffonderete in tutti la luce della fede, e con la vostra vita mi glorificherete amandomi e accendendo i cuori d’amore. Lo Spirito Santo procede da me, e riceve da me, con la natura divina, la sapienza divina per istruirvi.
Vi dissi già che Egli procede dal Padre (15,26), ma ora aggiungo che procede anche da me, perché tutto ciò che ha il Padre è mio; il Padre gli comunica la natura divina, e gliela comunico anch’io; procede dal Padre e da me come da unico Principio, e riceve dal Padre e da me la natura divina, la scienza ecc.… Egli, dunque, mi glorificherà solennemente non solo per ciò che ho compiuto come uomo, ma mi glorificherà come Dio:prenderà ciò che è mio e ve lo annuncerà, ossia vi annuncerà la verità della mia natura divina, di quella natura che Egli riceve da me come dal Padre, e vi farà intendere luminosamente che io sono veramente Figlio di Dio. 
Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo
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Richiesta di preghiere 24/5/2015

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo  e nel Cuore Immacolato di Maria, preghiamo per Federico portatore di tre rarissimi tumori e sta lottando duramente. E’ padre di una bimba e marito. Grazie a tutti. Che Dio vi benedica. 
P.S. Vi ricordo che mercoledì 27 c.m. sarò sottoposto, in ospedale, a Cardioversione. Un abbraccio in Cristo. Sergio.

Carissimi vi chiedo preghiere per Rita, che domani viene ricoverata all'ospedale per un delicatissimo intervento all'intestino. (ripristinare le funzioni fisiologiche togliendo il sacchetto addominale). La delicatezza consiste anche perchè Rita è già affetta da una difficile malattia cronica il "lupus". 
Grazie. ardea da Trieste
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domenica 24 maggio 2015

Richiesta di preghiere 22/5/2015

Carissimi 
fratelli e sorelle oggi raccomando alle vostre preghiere Angelo, una persona deliziosa, affetta da autismo, che, dopo aver ricevuto l'effusione dello Spirito nel gruppo Effata del RnS ha fatto un enorme cambiamento positivo. 
A seguito di un'operazione fatta poco tempo fa, ha contratto un'infezione al cuore ed oggi viene operato al cuore. 
Lo raccomando alle vostre preghiere come raccomando alle vostre preghiere i chirurghi che lo dovranno operare. Il Signore assista e protegga Angelo e guidi le mani dei chirurghi affinché tutto si risolva per il meglio. 
Grazie. ardea da Trieste
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Nutriamoci della Parola di Dio di sabato 23 maggio 2015

Dal Vangelo secondo Giovanni (21,20-25)
In quel tempo, Pietro, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce?”. Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui?”. Gesù rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?”.
Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON
La predizione della sua morte suscita in Pietro la curiosità sulla sorte del discepolo amato che lo seguiva dietro il Maestro (v.20). Ma Gesù non soddisfa la curiosità dell'apostolo. Pietro non deve preoccuparsi della fine dell'amico, ma solo di seguire il Maestro; Gesù potrebbe lasciarlo in vita fino al suo ritorno nella parusia, che probabilmente non era ritenuta lontana (cfr 1Cor 4,5; 11,26; 1Ts 4,15ss; Ap 3,11; 22,7.12.20).
Probabilmente questo discepolo amato, noto a tutti i lettori del vangelo di Giovanni, dovette essere molto longevo; per questo le parole del Signore a Pietro, riportate nel v.22, furono equivocate e considerate una profezia della sua immortalità (v.23).
Alla fine di questo brano troviamo un secondo epilogo sulla veracità della testimonianza del discepolo amato e sull'incompletezza del vangelo di Giovanni.
Con l'iperbole del v.25 l'autore vuol mettere in risalto che solo una piccola parte delle opere compiute da Gesù è stata messa per iscritto.
Questo lavoro di raccolta e di penetrazione è un grande dono per la fede della Chiesa e di ogni discepolo, che ha per vocazione un orizzonte senza confini, come il messaggio spirituale di Cristo.
Origene ha scritto: "Primizia dei vangeli è quello secondo Giovanni, il cui senso profondo non può cogliere chi non abbia poggiato il capo sul petto di Gesù e non abbia ricevuto da lui Maria come sua madre. Colui che sarà un nuovo Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come Giovanni che è Gesù" (Commento al vangelo di Giovanni, Torino 1968, 123).
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domenica 17 maggio 2015

La missione degli apostoli

San Marco ricapitola in pochi versetti gli avvenimenti che si verificarono dopo la risurrezione, perché erano molto noti in mezzo ai fedeli, ai quali, prima di tutto, si annunciavano, predicando il Vangelo, a conferma della fede. Egli accenna all’apparizione fatta a Maria Maddalena, a quella che ebbero i discepoli di Emmaus, e a quella che ebbero gli apostoli, e conclude ricordando la missione che Gesù diede loro e la sua Ascensione al cielo; ma in questi pochi accenni quante mirabili scene sono sintetizzate, quante delicatezze del Cuore adorabile di Gesù e – bisogna pur dirlo –, quante ingratitudini da parte dei suoi discepoli! La morte dolorosa di Gesù li aveva disorientati, ed essi avevano perso talmente la fede nel suo trionfo, da credere impossibile la risurrezione. Credettero visionarie le pie donne tornate dal sepolcro, e stentarono a credere persino quando Gesù medesimo apparve ad essi. Anzi, le stesse testimonianze della risurrezione disorientarono talmente due di loro che pensarono di ritornarsene al loro villaggio di Emmaus, non avendo più speranza alcuna nelle promesse del Maestro divino.
È doloroso pensare tutto questo, ed è più doloroso constatare che il cuore umano è sempre duro di fronte alle amorose espansioni del Signore.
Si crede facilmente ai disseminatori di errori e di stoltezze, e si è sempre titubanti innanzi allo splendore dell’eterna Verità.
Eppure la fede è confermata da tali innumerevoli argomenti di luce che bisogna essere ciechi per non vederne l’importanza e la realtà. Non crediamo a favole più o meno dotte: crediamo alla verità, e camminiamo nella nostra povera valle, alla luce degli eterni splendori. La nostra fede ci fa cacciare veramente i demoni che infestano la vita presente, ci fa parlare il linguaggio del Cielo, ci fa vincere i vizi che come serpenti ci insidiano, ci libera dal veleno del male e ci rende forti e sani nelle vie del nostro pellegrinaggio. Credendo, noi abbiamo come meta gloriosa il Cielo, dove Gesù Cristo è asceso per prepararci la dimora della felicità eterna. Non siamo dunque duri di cuore, e ripetiamo spesso il nostro atto di fede al Signore, per essergli fedeli e vincere il mondo.

La fede vera
L’evangelizzazione delle nazioni non è terminata: continua e continuerà fino al termine dei secoli; abbiamo tutti il dovere di cooperarvi con la preghiera e con l’azione, affinché il regno di Gesù Cristo si dilati, e si formi di tutte le genti un solo ovile sotto un solo Pastore. Ogni anima cristiana deve preoccuparsi della salvezza delle altre, perché è inconcepibile un cristiano ristretto nel suo egoismo. Il mondo è duro di cuore e non presta fede a quelli che attestano la verità; ma noi dobbiamo vincere la sua durezza con la nostra fede e la nostra carità. Non basta per noi una fede superficiale, fatta più di una certa condiscendenza ad una tradizione nazionale o familiare, anziché di profonda convinzione e adesione a Dio che rivela e alla Chiesa che ci illumina e ci guida: occorre una fede piena, capace di manifestazioni grandi e potenti e di frutti miracolosi di grazia.
Gesù Cristo enumerò alcuni miracoli esterni che sarebbero stati segni della fede viva: cacciare i demoni, parlare nuove lingue, prendere in mano i serpenti, e in generale trattare anche con gli animali nocivi senza averne danno, essere immuni dai veleni e guarire gl’infermi.
Questi miracoli avvennero veramente nei primi tempi della Chiesa, e avvengono nelle missioni, a conferma della verità, anche oggi; ma quando non c’è bisogno di questi segni impressionanti, la nostra fede dev’essere così grande, da produrli spiritualmente in noi e negli altri; la nostra fede dev’essere piena, e tale da ripudiare ogni suggestione diabolica.
Demoni sono gl’insidiatori della fede; demoni i falsi profeti, i falsi filosofi e i creatori di ideologie anticristiane; ora, questi demoni dobbiamo avere la forza di cacciarli, e se non lo facciamo è segno che crediamo poco.
Il mondo ha un linguaggio ignobile e, nella migliore ipotesi, tutto naturale e ristretto nella materia; noi dobbiamo parlare la lingua del Cielo, e mostrare, nelle parole più comuni della vita, la nostra spiritualità.
Non possiamo appartarci dal mondo nel quale viviamo, ma dobbiamo passarvi senza riceverne nocumento, come chi maneggia i serpenti e non ne è morso, beve il veleno e non ne riceve danno.


Il mondo è pieno d’infermità corporali e spirituali, e noi dobbiamo curarle con la nostra fede che sboccia nella carità. Una fede senza carità è una fede paralitica o morta; i miracoli non sono solo quelli che fanno i santi per dono gratuito di Dio, ma sono anche quelli della carità. Un cuore che si espande per amore di Dio che consola che soccorre che muta un’anima abbrutita in un fiore del campo di Dio e un corpo dolorante in un’oasi di pace e di conforto mostra in sé una grande fecondità di fede, e glorifica la verità anche innanzi ai miscredenti.
Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo
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Nutriamoci della Parola di Dio di Sabato 16 maggio 2015

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (16,23-28) 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre”. 

COMMENTO AL VANGELO - MONACI BENEDETTINI SILVESTRINI 
Gesù lascia un ultimo messaggio ai suoi discepoli. Egli sta andando al Padre, glorificato sulla Croce ci manifesta l'amore del Padre. È questo l'ultimo ed il primo dei suoi messaggi: Gesù è sceso sulla terra per amore e ritorna al Padre per amore. In questo arco ecco ci è portata un'altra consegna che è conseguenza diretta di questa. È la preghiera. 
E' significativo che il suo lungo commiato con i discepoli si concluda con questa esortazione. Gesù stesso pregherà il Padre per noi; adesso ci invita a pregare. Preghiamo il Padre nel nome di Gesù Cristo; rivolgiamoci a Lui con fiducia chiedendo Cristo come Mediatore che si è offerto completamente al Padre. Non è semplice quello che ci chiede Gesù Cristo. Pregare nel suo nome non è immediato e significa un atto di vera conversione. 
La preghiera per essere efficace deve corrispondere ad un nostro preciso atteggiamento. Umiltà è l'ascolto vero delle Parole di Cristo, sono la base ed il fondamento della vera preghiera. Gesù ci dice anche che la preghiera deve nascere dalla fede e dall'amore perché abbiamo creduto in Lui e lo abbiamo amato. È ancora il comandamento dell'amore che deve informare la nostra vita. La preghiera è allora anche un cammino. La fede è il fondamento della preghiera e la preghiera alimenta la fede. L'amore è la base della preghiera e preghiamo per amare di più e meglio. 
La preghiera parte da una vera conversione e la conversione a Cristo fa sgorgare una preghiera pura ed efficace. La preghiera nasce dall'ascolto della Parola e la Sacra Scrittura tesse le nostre preghiere. È il circolo della vita cristiana basata sulla fede, sulla speranza e sulla carità.
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martedì 12 maggio 2015

Richiesta di preghiere 12 maggio 2015

Cari amici e amiche del gruppo **, 
vi chiedo preghiere per Aldo che ha cessato il suo cammino terreno affinché il Signore lo accolga con il suo abbraccio d'amore nell'eternità. 
E una preghiera per la moglie Luisella affinché il Signore le dia consolazione in questo triste momento del distacco. 
Grazie. ardea da Trieste
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Nutriamoci della Parola di Dio di martedì 12 maggio 2015

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Gesù sta per tornare al Padre e sente il bisogno di premunire i discepoli dalle tentazioni dello sconforto e dell'apostasia. In tali circostanze dolorose i discepoli sperimenteranno angoscia e sofferenza, simili alle doglie del parto, ma la loro tristezza si trasformerà in gioia quando Gesù tornerà a prenderli con sé (Gv16, 21-22). Questa felicità sarà pregustata parzialmente in occasione dell'apparizione del Risorto ai Dodici (Gv 20,20). Il cuore dei discepoli non deve turbarsi per l'annuncio della partenza di Gesù perché egli farà ritorno ad essi mediante il suo Spirito. La funzione dello Spirito Santo consiste nel convincere il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio. Egli fornirà ai discepoli, nell'intimo della loro coscienza, la prova irrefutabile del grave delitto commesso dal mondo incredulo, rifiutando la rivelazione di Gesù e uccidendolo. Lo Spirito convincerà il mondo di peccato perché non crede in Gesù: il peccato del mondo è l'incredulità. Convincerà il mondo di giustizia perché Gesù ha fatto ritorno al Padre e perché mostrerà che il passaggio di Gesù da questo mondo al Padre non è una sconfitta, ma il trionfo del Cristo sul mondo che l'ha crocifisso pensando di sconfiggerlo per sempre. Lo Spirito della verità farà giustizia a Gesù facendo rivedere il processo ingiusto nel quale il Cristo è stato condannato iniquamente, anzi, ne capovolgerà la sentenza a suo favore. L'apparente sconfitta di Cristo sulla croce costituisce il suo ritorno glorioso presso Dio, il suo ingresso trionfale nella gloria del Padre. Lo Spirito infine convincerà il mondo di giudizio "perché il principe di questo mondo è giudicato". Con la revisione del processo di Gesù nell'intimo delle coscienze, lo Spirito della verità mostrerà ai discepoli, nella fede, che il responsabile principale della passione e morte del Cristo, il diavolo, è stato giudicato e condannato proprio quando sembrava che avesse riportato vittoria completa su Gesù facendolo morire. Il principe di questo mondo è stato sconfitto e cacciato fuori dal mondo con l'esaltazione del Figlio di Dio (Gv 12,31).
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domenica 10 maggio 2015

Richiesta di preghiere 9 maggio 2015

Carissimi fratelli e sorelle, domani la mia nipotina Laura si accosterà con trepidazione e gioia, per la prima volta alla Mensa Eucaristica. 
Vi chiedo preghiere perché il Signore, che scenderà per la prima volta nel suo cuoricino, possa portarle tutte le grazie necessarie per proseguire questo cammino e metta in lei il germe del desiderio di altri numerosi incontri con Gesù. 
Grazie. ardea da Trieste 

Carissimi fratelli e sorelle, la mia amica Michela mi ha chiesto preghiere per i suoi figli: 
1) per Giulia che domani per la prima volta riceverà nel suo cuore Gesù, affinchè possa proseguire con la stessa gioia un cammino di fede iniziato con la preparazione a questo grande evento. 
2) per Andrea che, alla soglia dei 18 anni, si trova in confusione e vuole abbandonare il cammino nella Chiesa, lasciando l'oratorio e la S. Messa domenicale. 
Grazie fratelli e sorelle. ardea da Trieste
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domenica 3 maggio 2015

Nutriamoci della Parola di Dio di domenica 3 maggio 2015

Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». 

Portare molto frutto 
Devo avvertire ognuno di voi, a proposito della sua vigna. Chi infatti ha mai tolto da sé ogni cosa superflua, da poter ritenere di non aver più nulla da potare? Credetemi, ciò che è stato tagliato rispunta, i vizi scacciati tornano, e si vedono risvegliarsi le tendenze assopite. Non basta dunque potare la propria vigna una sola volta, ma occorre ricominciare spesso, anzi, se possibile, senza sosta. Se infatti siamo sinceri, senza sosta troviamo dentro di noi qualche cosa da tagliare... La virtù non può crescere in mezzo ai peccati; perché possa svilupparsi, occorre impedire a questi di prendere spazio. Togli dunque il superfluo, allora quello che è necessario potrà esistere. 
Quanto a noi, fratelli, è sempre il tempo della potatura, che sempre occorre. Ne sono sicuro infatti, siamo già usciti dall'inverno, da quel timore senza amore che ci introduce tutti nella sapienza, senza però far fiorire nessuno nella perfezione. Quando sorge l'amore, scaccia quel timore come l'estate scaccia l'inverno... Cessino dunque le piogge dell'inverno, cioè le lacrime di angoscia suscitate dal ricordo dei peccati e dal timore del giudizio... Se “l'inverno è passato”, se “è cessata la pioggia” (Ct 2,11)..., la dolcezza primaverile della grazia spirituale ci indica che è venuto il momento di potare la nostra vigna. Cosa ci resta da fare, altro che di impegnarci totalmente in questo lavoro? 
San Bernardo
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Messaggio di Medjugorje del 2 Maggio 2015 a Mirjana

Cari figli,
aprite i vostri cuori e provate a sentire quanto vi amo e quanto desidero che amiate mio Figlio. 
Desidero che Lo conosciate di più perché è impossibile conoscerlo e non amarLo, perché Lui è l’amore. 
Figli miei, io vi conosco: conosco i vostri dolori e le vostre sofferenze perché le ho vissute. 
Gioisco con voi nelle vostre gioie. 
Piango con voi nei vostri dolori. 
Non vi abbandonerò mai. 
Vi parlerò sempre con mitezza materna e, come madre, ho bisogno dei vostri cuori aperti, affinché con la sapienza e la semplicità diffondiate l’amore di mio Figlio. 
Ho bisogno di voi aperti e sensibili verso il bene e la misericordia. 
Ho bisogno della vostra unione con mio Figlio, perché desidero che siate felici e Lo aiutiate a portare la felicità a tutti i miei figli. 
Apostoli miei, ho bisogno di voi, affinché mostriate a tutti la verità divina, affinché il mio cuore, che ha sofferto e soffre anche oggi immensamente, possa nell'amore trionfare. Pregate per la santità dei vostri pastori, affinché nel nome di mio Figlio, possano operare miracoli, perché la santità opera miracoli
Vi ringrazio.
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sabato 2 maggio 2015

Nutriamoci della Parola di Dio di venerdì 1 maggio 2015

Dal Vangelo secondo Giovanni 14,1-6. 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 
Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;  quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 
E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». 
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
 

« La via, la verità e la vita »
    Andiamo senza timore a Gesù, nostro Redentore, andiamo con animo intrepido verso la schiera dei santi, verso l’assemblea dei giusti. Sì, andremo dai nostri fratelli, andremo dai nostri maestri nella fede… Il Signore sarà la luce di tutti e splenderà su tutti quella “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,19). Andremo là dove il Signore Gesù ha preparato per i suoi la dimora, affinché siamo anche noi dove lui è. Così infatti ha voluto… E qual è la sua volontà? “Ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io” (Gv 14,2-3)…

    Ha indicato la via e il luogo dicendo: “E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Il luogo è presso il Padre, la via è Cristo, come dice lui stesso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Entriamo in questa via, custodiamo la verità, seguiamo la vita. È via che conduce, verità che conforta, vita che si dona. Affinché poi conoscessimo la sua vera volontà, alla fine del discorso aggiunge: “Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Gv 17,24)…

    Ti seguiamo, Signore Gesù; ma tu chiamaci affinché possiamo seguirti davvero, poiché senza di te nessuno può ascendere. Tu infatti sei la via, la verità, la vita, e sei anche il nostro aiuto, la nostra fede, il premio. Accogli i tuoi, tu che sei la via; confermali, tu che sei la verità; vivificali, tu che sei la vita.
S. Ambrogio
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