mercoledì 21 luglio 2010

San Lorenzo da Brindisi

Sacerdote O.F.M. Cap. Dottore della Chiesa

Lorenzo da Brindisi, al secolo Giulio Cesare Russo, nacque, nella città pugliese, il 22 luglio 1559 da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella.
Quando intraprese gli studi nelle scuole dei Francescani Conventuali di S. Paolo Eremita in Brindisi, era già orfano del padre.

Tra il 1565 e il 1567 prese l'abito dei conventuali e iniziò gli studi per i candidati alla vita religiosa. Orfano ora anche di madre, è in notevoli difficoltà economiche. I parenti non pare se ne prendessero molta cura; è forse per questo che Giulio Cesare, quattordicenne, si trasferisce in Venezia presso uno zio sacerdote che dirigeva una scuola privata e aveva cura dei chierici di S. Marco. La scelta, infatti, gli consente di proseguire i suoi studi e maturare la vocazione all'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Il 18 febbraio 1575 veste l'abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarà fra Lorenzo da Brindisi.

Dopo aver seguito a Padova i corsi di logica e filosofia e a Venezia quello di teologia, il 18 dicembre 1582 viene ordinato sacerdote.
La sua ascesa nell'ordine è rapida :
- nel 1589 è Vicario Provinciale in Toscana;
- nel 1594 Provinciale di Venezia;
- nel 1596 secondo Definitore Generale;
- nel 1598 Vicario Provinciale in Svizzera; nel 1599 ancora Definitore Generale.

In questo stesso anno è posto a capo della schiera di missionari che i Cappuccini, su sollecitazione del pontefice, inviano in Germania.
Qui, a divulgare e ad accrescere la sua fama di santità contribuì un episodio avvenuto nell'ottobre del 1601; fra Lorenzo volle essere uno dei quattro cappellani richiesti per assistere spiritualmente le truppe cattoliche nella campagna in atto contro i turchi ed il 9 ottobre giunse ad Albareale, in Ungheria, ove era accampato l'esercito imperiale. Fra Lorenzo, quando il nemico sferrò l'attacco, fu d'esempio sia con la parola che coi comportamenti; molti soldati imperiali lo credevano un mago, vedendolo passare disarmato e illeso tra frecce, pallottole e scimitarre, per soccorrere feriti e confortare morenti.

Il 24 maggio 1602, quasi all'unanimità, fra Lorenzo viene eletto Vicario Generale dell'ordine; con l'alta carica gli è affidato il compito di visitare tutte le province cappuccine.
Nel triennio del generalato può tornare a Brindisi ove decide, nel 1604, la costruzione di una chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli con annesso monastero per le suore di clausura. Finanziatori dell'opera, che doveva svilupparsi sul luogo stesso in cui era la casa natale del santo, saranno il duca di Baviera, la principessa di Caserta ed altre personalità che il cappuccino aveva avuto modo d'incontrare durante le sue missioni in Europa.

Più volte, dopo il 1604, pensa di tornare a Brindisi e nel 1618 vi è ormai diretto quando è costretto a mutare itinerario e fermarsi a Napoli. I cittadini, che si trovavano allora in agitazione per il malgoverno del Viceré spagnolo don Pietro Giron, duca di Ossuna, ne approfittarono per eleggerlo loro ambasciatore presso Filippo III.

Il 25 maggio 1619, evitati sicari e ostacoli d'ogni genere, fra Lorenzo raggiunge il re a Lisbona. Ma proprio quando le trattative sembravano favorevoli, si ammalò e dopo un mese, il 22 luglio del 1619, probabilmente avvelenato, all’età di 60 anni esatti, moriva fra il compianto della corte e di quanti lo avevano conosciuto; il suo corpo viene trasportato a Villafranca del Bierzo (Galizia) e tumulato nel monastero delle francescane scalze.
Immediata si divulga la voce della sua santità. La causa canonica, però, viene bloccata dai decreti di Pp Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644) che modificano i procedimenti per i santi.

Fra Lorenzo sarà beatificato nel 1783 da Pp Pio VI (Giovanni Angelo Braschi); canonizzato nel 1881 da Pp Leone XIII (Gioacchino Pecci); proclamato dottore della chiesa, col titolo di “Doctor Apostolicus”, nel 1959 dal Beato Pp Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli).

L’attività letteraria del Santo, pur essendo piuttosto copiosa, fu di carattere prevalentemente occasionale, ma di contenuti molto profondi, specialmente sulle tematiche di controversie religiose. Le opere più significative sono: il “Mariale” e la “Explanatio in Genesim”; le altre sono : Quadragesimale primum, secundum, tertium, quartum; Adventus, Dominicalia, Sanctorale, Sermones de tempore.

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