sabato 17 luglio 2010

Ecco il mio servo

Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento sul vangelo di San Giovanni 32, 4 ; PG 14, 741-752

Mentre cenavano, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti facendosi simile a un servo, come lo mostrano queste parole : « preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita », affinché non fosse completamente nudo e asciugasse i piedi dei discepoli con il proprio asciugatoio (Gc 13, 2-5). Vedete quanto la grandezza e la gloria del Verbo fatto carne si abbassa ; per lavare i piedi dei suoi discepoli : « versa dell'acqua nel catino ».

Abramo alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra dicendo : « Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo » (Gen 18, 2-3). Ma Abramo non prende lui stesso dell'acqua, né dichiara che laverà i piedi degli forestieri perché sono venuti da lui, ma dice « si vada a prendere un po' di acqua e lavatevi i piedi ». Neanche Giuseppe ha portato dell'acqua per lavare i piedi dei suoi undici fratelli ; ma è stato il maggiordomo a dare « loro acqua perché si lavassero i piedi » (Gen 43, 24).

Ma colui che ha dichiarato : « Io sto in mezzo a voi come colui che serve » (Lc 22, 27) e ha detto a ragione : « Imparate da me che sono mite e umile di cuore » (Mt 11, 29), versa lui stesso dell'acqua nel catino. Sapeva che nessuno, salvo lui, avrebbe potuto lavare i piedi dei discepoli affinché questa purificazione desse loro di avere parte con lui... L'acqua, secondo me, era una parola capace di lavare i piedi dei discepoli, mentre si avvicinavano al catino che Gesù aveva posto lì per loro.
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