mercoledì 14 luglio 2010

San Camillo de Lellis

Sacerdote e fondatore : “Chierici Regolari Ministri degli Infermi” (detti popolarmente Camilliani)

Camillo de Lellis nacque il 25 maggio 1550 nella cittadina abbruzzese di Bucchianico. Alla nascita, gli venne imposto il nome della madre (Camilla Compelli), che lo aveva partorito a quasi 60 anni di età; il padre, Giovanni, era un ufficiale al servizio della Spagna.
A solo tredici anni, piccolo ribelle irriducibile, iniziò ad accompagnare il padre da un presidio militare all'altro, assimilando da lui una passione distruttiva per il gioco dei dadi e delle carte e, dall'ambiente, un atteggiamento da bravaccio involgarito.
Per alcuni anni visse la vita del soldato di ventura, alternando le battaglie alle risse, per potersi poi giocare i soldi così guadagnati.

Nel 1571 a causa di una piaga sul piede destro entra all’Ospedale romano di S. Giacomo degli Incurabili. Dopo la guarigione venne assunto come inserviente presso l'ospedale ma l'esperienza fu breve: per la sua scarsa propensione al lavoro, venne allontanato.
Intanto il padre era morto. Tornò a dedicarsi alle armi, come soldato di ventura, e presto ritornò a condurre una vita dissoluta : nel 1574, a ventiquattro anni d'età, era un uomo finito. Iniziò a vagabondare per l’Italia, fino a quando non venne assunto dai Cappuccini del convento di Manfredonia.
È qui che iniziò il suo percorso verso la conversione: nel 1575 decise di abbracciare la vita religiosa e di diventare un frate cappuccino ma l'antica piaga al piede tornò a dargli problemi per cui fu costretto a tornare a Roma per curarsi. Rimase nell'ospedale degli Incurabili per ben quattro anni.

Qui maturò definitivamente la sua vocazione all'assistenza dei malati e, insieme ai primi cinque compagni che, seguendo il suo esempio, si erano consacrati alla cura degli infermi, decise di dare vita alla “Compagnia dei Ministri degli Infermi” i cui primi statuti vennero approvati da Pp Sisto V (Felice Peretti) il 18 marzo 1586. Camillo si trasferì nel convento della Maddalena e iniziò a prestare servizio presso l'ospedale di Santo Spirito in Sassia.

Intanto, sotto la guida spirituale di Filippo Neri, riprese gli studi e, il 26 maggio 1583, fu ordinato sacerdote. La sua Compagnia si diffuse rapidamente e, il 21 settembre 1591, fu elevata al rango di ordine religioso : “Chierici Regolari Ministri degli Infermi” da Pp Gregorio XIV (Niccolò Sfondrati), rimasto impressionato dall'eroismo con cui Camillo e i suoi compagni avevano assistito i malati durante la carestia del 1590 a Roma .

L'8 dicembre 1591 Camillo e i suoi primi compagni emisero la Professione religiosa di voti solenni con un quarto voto di assistenza dei malati anche con pericolo della vita. Portano sull’abito nero una ben visibile croce di panno rosso; il segno che d’ora in poi, nelle guerre e in ogni sventura, annuncia il soccorso e ravviva la speranza. Per essi l'ospedale era tutto, e nel servizio iniziarono a lasciare il segno del carisma che Camillo andava trasmettendo ai suoi: la qualità carismatica della tenerezza.
Non era infatti inusuale incontrarlo nelle corsie in atteggiamenti di vera e propria adorazione dei malati, tanto era il rispetto che ne aveva. Quando la sera tornava in convento, chiamava i suoi frati in capitolo, metteva un letto in mezzo alla sala, ammucchiava materassi e coperte, chiedeva a uno di distendersi, e poi insegnava agli altri come si rifaceva un letto senza disturbare troppo il malato, come si cambiava la biancheria, come bisognava atteggiare il volto verso i sofferenti. Poi li faceva provare e riprovare. Ogni tanto gridava: “Più cuore, voglio vedere più affetto materno” oppure: “Più anima nelle mani”.
Nessun impegno poteva strappare Camillo dal letto degli infermi: “Abbiate pazienza, - diceva a chi lo chiamava altrove - sono occupato con nostro Signore Gesù Cristo”. Sette anni prima della morte rinunciò all'incarico di superiore generale per meglio percorrere le corsie degli ospedali.

Ormai prossimo al termine della sua vita, Camillo si ritrovò con quattordici conventi, otto ospedali (di cui quattro sotto la sua completa responsabilità) e con 80 novizi e 242 religiosi professi.
Morì a 64 anni a Roma, il 14 luglio 1614, non senza aver dettato il suo testamento per lasciare in eredità tutto se stesso. Il testamento è una totale e minuziosa consegna di se stesso: “Io Camillo de Lellis... lascio il mio corpo di terra alla medesima terra di dove è stato prodotto....Lascio al Demonio, tentatore iniquo, tutti i peccati e tutte le offese che ho commesso contro Dio e mi pento sin dentro l'anima... Item lascio al mondo tutte le vanità... Item lascio et dono l'anima mia e ciascheduna potestà di quella al mio amato Giesù e alla sua S. Madre... Finalmente lascio a Giesù Christo Crocefisso tutto me stesso in anima e corpo e confido che, per sua immensa bontà e misericordia, mi riceva e mi perdoni come perdonò alla Maddalena...”.
Fu tumulato nel convento della Maddalena : la reliquia del suo cuore fu traslata a Bucchianico.

Fu beatificato il 7 aprile 1742 da Pp Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini), che lo canonizzò il 29 giugno 1746.
Nel 1886 Pp Leone XIII (Gioacchino Pecci) lo dichiarò, insieme a S. Giovanni di Dio Patrono degli ospedali e dei malati;
Pp Pio XI (Achille Ratti), nel 1930, lo proclamò, sempre insieme al fondatore dei Fatebenefratelli, Patrono degli infermieri;
Il Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini), infine, nel 1974, lo proclamò anche Protettore particolare della sanità militare italiana.

La famiglia camilliana comprende oggi tra religiosi, religiose e terziari circa 7 mila persone ed è presente in 27 Paesi dei 5 Continenti.
La sua memoria viene celebrata il 14 luglio come solennità nelle Chiese dell'Ordine e come "memoria facoltativa" nelle altre chiese.

Significato del nome Camillo : “aiutante nei sacrifici” (fenicio)

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