lunedì 26 luglio 2010

La parabola del lievito

San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d'Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sul Vangelo di San Matteo, 46, 2-3

Il Signore presenta, in seguito, l'immagine del lievito : come questo lievito comunica la sua forza alla massa di farina, così trasformerete, anche voi, il mondo intero... Non mi obiettate : cosa potremo fare, noi che siamo soltanto dodici, gettati in mezzo a una folla così grande ? Ciò che farà risaltare lo splendore della vostra potenza, è proprio il fatto che affrontiate la moltitudine senza indietreggiare... È solo Cristo che dà al lievito la sua potenza : ha impastato con la moltitudine, quelli che avevano fede in lui, perché ci comunicassimo gli uni agli altri le nostre conoscenze. Non lo si rimproveri per il numero ridotto dei suoi discepoli, perché grande è la potenza del messaggio ; e quando la massa è fermentata, diviene essa stessa, a sua volta, lievito per il resto...

Ma, se dodici uomini hanno fatto lievitare la terra intera, quanto siamo cattivi noi che, nonostante il nostro numero considerabile, non riusciamo a convertire quelli che ci circondano, quando un tale numero dovrebbe bastare per essere lievito per migliaia di mondi ! – Questi dodici però, direte, erano Apostoli ! – E allora ? Non erano forse nelle stesse condizioni di noi. Non abitavano in città ? Non condividevano la nostra sorte ? Non esercitavano mestieri ? Erano forse angeli scesi dal cielo ? Dite che hanno fatto miracoli ? Però non è per questo motivo che li ammiriamo. Fino a quando parleremo dei loro miracoli per nascondere la nostra pigrizia ?...– Allora da dove viene la grandezza degli Apostoli ? – Dal loro disprezzo delle ricchezze, dal loro disdegno della gloria... È il loro modo di vivere che dà il vero splendore e fa scendere la grazia dello Spirito.
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