martedì 5 gennaio 2010

Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono?

Cardinale Joseph Ratzinger [Papa Benedetto XVI]
Der Gott Jesu Christi

Nàzaret ci è tenuta nascosta dai pittori... Questo nome infatti evoca troppo il modo sentimentale con cui vi si trasforma la vita di Gesù in un idillio piccolo borghese, ingannevole per il fatto che attenua il mistero. Occorre cercare altrove l'origine della venerazione per la Santa Famiglia... A partire da Nàzaret si scopre che la casa e la famiglia sono una Chiesa e si assume la responsabilità sacerdotale del capo di famiglia. Nella «Galilea delle genti» (Mt 4,15) Gesù riceve un'educazione ebrea; pur senza andare a scuola, impara a conoscere la Scrittura a casa... Le magre allusioni di Luca bastano per darci un'idea dello spirito di responsabilità e d'apertura, di fervore e di rettitudine che caratterizzavano quella comunità e fecero di essa una realizzazione dell'Israele vero. Ma innanzi tutto noi riconosciamo nell'azione di Gesù, che conosce le Scritture e le tradizioni rabbiniche con la sicurezza di un maestro, quanto la vita comune condotta a Nàzaret sia stata fruttuosa per la sua esperienza. E forse questo non ci riguarda, noi, che viviamo in un'epoca in cui la maggior parte dei cristiani è costretta a vivere in mezzo a una «Galilea delle genti»?
La grande Chiesa non può crescere né prosperare se è lasciata nell'ignoranza delle sue radici nascoste nell'ambiente di Nàzaret... Nàzaret è un messaggio permanente per la Chiesa. La Nuova Alleanza non ha avuto inizio nel Tempio, né sul Monte Santo, bensì nella piccola dimora della Vergine, nella casa del lavoratore, in un luogo dimenticato della «Galilea delle genti», dal quale nessuno si aspettava nulla di buono. Solo a partire da lì la Chiesa potrà ripartire e guarire. Non potrà mai dare una vera risposta alla rivolta del nostro secolo contro il potere della ricchezza se, nel suo stesso seno, Nàzaret non sarà una realtà vissuta.
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