lunedì 6 giugno 2011

285 - Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo

Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!»

In questo brano il linguaggio di Gesù è giudicato chiaro dai discepoli. Il fatto che Gesù conosca tutti i pensieri prima che siano espressi suscita la loro professione di fede nella sua onniscienza e nella sua origine divina.
Essi credono di avere compreso il segreto della persona di Gesù e di possedere una fede adulta in Dio, ma il Maestro non si lascia lusingare da questa professione di fede, anzi prende motivo da essa per predire l’imminente defezione dei discepoli durante il suo arresto: essi non crederanno più e torneranno ai loro interessi, abbandonandolo.
Gesù, però, nonostante l’abbandono dei discepoli, non rimane solo, perché è sempre unito al Padre: egli è una cosa sola con il Padre (Gv 10,30.38).
Al termine del discorso Gesù ritorna sul tema della gioia e della sofferenza dei discepoli per invitarli alla fiducia: la vittoria finale sarà del Cristo e dei suoi amici.
Gesù ha vinto il mondo, disarmandolo con l’amore: alle ricchezze ha preferito la povertà, agli onori l’umiltà, la croce e la trasparenza di vita. Egli ha scelto ciò che conta nella vita e non l’effimero.
"Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!". Con questo grido di vittoria termina il secondo e ultimo discorso di Gesù nell' ultima cena.
Padre Lino Pedron
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