martedì 17 agosto 2010

Vieni e seguimi

Sant’Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, libro IV, 14,1 ; SC 100, 537

Per aver seguito la Parola di Dio, cioè la sua chiamata, spontaneamente e liberamente nella generosità della sua fede, Abramo è divenuto l’amico di Dio (Gc 2,23). Non a motivo di una qualsiasi indigenza il Verbo di Dio si è acquistato l’amicizia di Abramo, essendo lui perfetto fin da principio ; « Prima che Abramo fosse, Io sono » disse (Gv 8,58). Era invece perché lui che è buono, potesse concedere ad Abramo la vita eterna… Infatti l’amicizia di Dio concede l’immortalità a quanti vi si dispongono debitamente… In principio Dio plasmò Adamo, non perché avesse bisogno dell’uomo, ma per aver qualcuno su cui effondere i suoi benefici…

Egli ci domandò di seguirlo non perché avesse bisogno del nostro servizio, ma per dare a noi stessi la salvezza. Seguire il Salvatore, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere circonfusi di chiarore. Chi è nella luce non è certo lui a illuminare la luce e a farla risplendere, ma è la luce che rischiara lui e lo rende luminoso… Dio accorda i suo benefici a coloro che lo servono per il fatto che lo servono, e a coloro che lo seguono per il fatto che lo seguono, ma non ne trae alcuna utilità.

Dio ricerca il servizio degli uomini per avere la possibilità, lui che è buono e misericordioso, di riversare i suoi benefici su quelli che perseverano nel suo servizio. Mentre Dio non ha bisogno di nulla, l’uomo ha bisogno della comunione con Dio. La gloria dell’uomo consiste nel perseverare al servizio di Dio. E per questo il Signore diceva ai suoi discepoli : « Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi » (Gv 15,10), mostrando così che… per il fatto che seguivano il Figlio di Dio, erano da lui glorificati. E ancora : « Voglio che siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria » (Gv 17,24).
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