domenica 8 agosto 2010

Vegliate e pregate in ogni tempo

San Serafino di Sarov (1759-1833), monaco russo
Colloqui con Motovilov, 160

O ! Quanto vorrei, amico di Dio, che in questa vita fossi sempre nello Spirito Santo. « Renderò a ciascuno secondo lo stato in cui lo troverò » dice il Signore (Ap 22, 12). Guai a noi se ci troverà appesantiti dalle preoccupazioni e dalle pene di questo mondo, perché chi potrà sopportare la sua ira e chi potrà resistirle ? Perciò è stato detto : « Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione » (Mt 26, 41). Cioè per non essere privi dello Spirito di Dio, perché le veglie e la preghiera ci danno la sua grazia.

Certo ogni opera buona fatta nel nome di Cristo conferisce lo Spirito Santo, ma la preghiera più di ogni altra cosa, essendo essa sempre a nostra disposizione. Avresti per esempio voglia di andare in chiesa, ma la chiesa è troppo lontano, o l'ufficio è finito ; avresti voglia di fare l'elemosina, ma non vedi nessun povero o non hai moneta. Vorresti rimanere vergine, ma non lo puoi a causa della tua costituzione e delle insidie del nemico, contro le quali la debolezza della tua carne umana non ti permette di resistere ; vorresti forse trovare un'altra opera buona da fare nel nome di Cristo, ma non ne hai la forza, o l'occasione non si presenta. Invece, nessuna di tutte queste cose può impedire la preghiera : ognuno, sempre, ha la possibilità di pregare, il ricco come il povero, il notabile come l'uomo comune, il forte come il debole, quello che sta bene come il malato, il virtuoso come il peccatore...

Tale è, amico di Dio, la potenza della preghiera. Più di ogni altra cosa, essa ci dà la grazia dello Spirito e, più di ogni altra cosa, è sempre alla nostra portata. Beati noi quando Dio ci troverà vegliando nella pienezza dei doni del suo Spirito. Potremo allora sperare di essere « rapiti tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria » (1 Tes 4, 17) quando verrà con grande potenza e gloria, a giudicare i vivi e i morti e dare a ciascuno il suo dovuto (Mt 13, 26 ; 2 Tm 4, 1)
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