domenica 28 febbraio 2010

Non voler essere adulto. —Bambino, bambino sempre

Non voler essere adulto. —Bambino, bambino sempre, anche se stessi per morire di vecchiaia. —Quando un bambino inciampa e cade, nessuno si sorprende...: suo padre si affretta a rialzarlo. Quando a inciampare e cadere è un adulto, il primo moto è il riso. —A volte, passato quel primo impulso, il ridicolo cede alla pietà. —Ma gli adulti devono rialzarsi da soli. La tua triste esperienza quotidiana è piena di ostacoli e di cadute. Che sarebbe di te se non fossi sempre più bambino? Non voler essere adulto. —Bambino, e, quando inciampi, ti risollevi la mano di tuo Padre-Dio. (Cammino, 870)

La devozione che nasce dalla filiazione divina è un atteggiamento profondo dell'anima, che finisce per informare tutta l'esistenza: è presente in tutti i pensieri, in tutti i desideri, in tutti gli affetti. Non avete visto che in famiglia i figli, pur senza rendersene conto, imitano i genitori, ne ripetono i gesti, le abitudini, e concordano con loro in tanti atteggiamenti?
Lo stesso succede nel comportamento di un buon figlio di Dio: si arriva — senza sapere come, né per quale via — a un meraviglioso deificarsi, che ci permette di inquadrare gli avvenimenti col rilievo soprannaturale della fede; si arriva ad amare tutti gli uomini come li ama il nostro Padre del Cielo e — cosa ancora più importante — si acquista nuovo brio nel nostro sforzo quotidiano di avvicinarci al Signore. Non contano le miserie — ripeto — perché ci sono le braccia amorose di Dio nostro Padre per rialzarci. (Amici di Dio, 146)
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