mercoledì 24 febbraio 2010

Echi di un viaggio


Mosso da curiosità e dal desiderio di vedere un fenomeno che da anni coinvolge molte persone, questa estate mi sono recato a Medjugorie.Come tanti sapranno in questo paese della Bosnia Erzegovina dal 24 giugno 1981 la Madonna si è (per qualcuno si sarebbe) mostrata ad un gruppo di persone del luogo, identificando nel breve giro di tempo una cerchia di sei persone definite col titolo di veggenti, ai quali, in diversi tempi e modi, appare tutt’oggi.Il “fenomeno” Medjugorie è una delle realtà che ancora oggi, dentro l’opinione pubblica che si rifà a diverso titolo alla esperienza di fede, suscita pareri contrastanti e divergenti.Ci sono persone scettiche e dubbiose sulla veridicità delle apparizioni, altri che senza giri di parole le bollano come false e volte a mirare al vantaggio economico e a dividere la Chiesa. Al contrario si sentono e si vedono invece persone che da quel luogo tornano entusiaste e trasformate.
Personalmente, per mia formazione ed educazione, ho sempre visto con sospetto gli spiritualismi e le manifestazioni del sacro che sfociano nel sentimentalismo e peggio ancora nell’area della superstizione. Ho sempre ritenuto che una vera esperienza di fede non debba mai disgiungere la libertà dell’individuo e l’uso corretto della ragione. E inizialmente questo fenomeno di Medjugorie non mi aveva attratto, ero ancora molto giovane quando iniziarono le apparizioni, senza trovarmi tuttavia restio o avverso.Semplicemente constatavo, che la Madonna che appare è sempre la stessa, cioè Maria di Nazareth, e che dopo il Vangelo che ci è stato donato come Rivelazione non dobbiamo attenderci altre verità da credere se non quelle contenute nella Parola di Dio e trasmesse dal credo della Chiesa. E questo è quello che vale anche per le apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa come Lourdes o Fatima.Ma nel tempo questa realtà di Medjugorie anziché andare affievolendosi si è rafforzata, e ho notato, essendo già sacerdote, via via sempre più persone che tornando da questo luogo vivevano una vita di preghiera e di fede intensa e sincera, mentre prima erano, se non “freddi”, almeno un po’ “tiepidini”.
Fedele al principio di lasciarmi provocare dalla realtà quando questa si manifesta come prospettiva di bene, ho iniziato a cercare di capire meglio. Negli ultimi tempi ho letto alcuni libri che parlano di Medjugorie, con osservazioni molto approfondite e pertinenti. Ma il semplice leggere non mi bastava. Ho deciso allora di recarmi in loco.Non intendo dare il diario della mia permanenza a Medjugorie, ma semplicemente condividere alcuni semplici punti.Quello che più di tutto mi ha colpito è stato il vedere quanta gente in questo luogo prega e si affida a Dio attraverso la Madonna.Una sera ho partecipato alla Adorazione Eucaristica, dove c’erano almeno cinquemila persone, e ho notato il clima di silenzio e di preghiera che era presente. Non ho visto manifestazioni “strane”, semplicemente gente che andava a Gesù presente nell’Eucarestia, in silenzio pregava. Anche le S. Messe celebrate nella parrocchia, quindi celebrate con il permesso delle autorità ecclesiastiche, non avevano nulla di artificioso e di “magico” ma erano ben curate, e molto partecipate.
Sono stato per due pomeriggi a disposizione qualche ora per le confessioni presso la chiesa parrocchiale. Quanta gente che si confessava! Tanta e desiderosa di autentica conversione. Sono rimasto commosso da diverse confessioni, fatte veramente con il cuore aperto alla Grazia di Dio. Ho visto tanta gente, anche giovani, che davanti al sacramento della Riconciliazione si disponevano con fede, attendendo anche per più di due ore il loro turno (per quanto ci fossero diversi sacerdoti, la fila dei penitenti era veramente impressionante) .Sono rimasto colpito anche da alcuni incontri fatti con persone che tramite Medjugorie hanno cambiato la loro vita. I giorni di permanenza sono stati caratterizzati da questi incontri con persone che hanno offerto la loro testimonianza. Giovani che dopo una vita trascorsa nella lontananza da Dio e presi da vizi e trasgressioni, hanno incontrato Cristo grazie a persone che per loro hanno pregato e li hanno aiutato a guardare nella giusta direzione. Gli incontri con Roland e la comunità del Divino Amore, e con Suor Gabriella sono stati molto toccanti. È stato mostrato come la preghiera veramente possa toccare i cuori, e muoverli al riconoscimento della verità che il Buon Dio ci pone di fronte. È stato indicato il Rosario come strumento di preghiera per arrivare a Cristo tramite Maria, e per chiedere attraverso di esso la conversione del cuore.
Anche la collina del Podbordo, dove la Madonna è apparsa agli inizi, e il monte Krizevac, meta della Via Crucis, sono luoghi dove la gente si raduna in preghiera e raccoglimento.Ad essere sincero non mancano persone che magari si lasciano prendere dalla emotività o dalla ricerca del sensazionale, ma in questo campo Medjugorie non è l’unico luogo dove questo accade. Dove c’è tanta gente si può sempre trovare chi si pone una ottica non adeguata a ciò che ha davanti.Da questo viaggio cosa ho portato a casa? Non soltanto immagini e ricordi ma anche una esperienza che mi ha toccato. Non intendo sostituirmi alla Chiesa nel dare approvazioni e autenticazioni, semplicemente constato ciò che ho visto: gente che prega, che vive i Sacramenti della Eucarestia e della Confessione, che desidera convertirsi.Se vale il detto: “Dai frutti potete riconoscere l’albero”, i frutti che ho visto sono buoni.La prudenza della Chiesa, non va intesa solo come sospetto ma anche come ricerca di comprendere la verità. Se la gente è toccata nel suo cuore a credere e a vivere una sincera esperienza di fede, la madonna allora c’è e opera a Medjugorie come a Cavallasca, come negli altri posti.Un sincero grazie va a chi ha aiutato a realizzare questo pellegrinaggio e alle persone che vi hanno partecipato, per la loro compagnia, amicizia, fede e simpatia.
Don Luca

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