venerdì 19 febbraio 2010

All'origine della Quaresima : accompagnare i catecumeni fino al Battesimo, nella notte di Pasqua

San Massimo di Torino ( ? – circa 420), vescovo
Discorso 28, PL 57, 587-590 ; CC Discorso 35, 136-139

Trascorso questo tempo consacrato all'osservanza del digiuno, l'anima, purificata e spossata, giunge al battesimo. Riprende le forze immergendosi nelle acque dello Spirito ; ciò che era stato bruciato dalle fiamme delle malattie, ora rinasce dalla rugiada della grazia celeste. Lasciando la corruzione dell'uomo vecchio, il neofita acquista una giovinezza nuova... Per mezzo di una nuova nascita, rinasce altrimenti, nonostante sia lo stesso che aveva peccato prima.

Elia, con un digiuno ininterrotto di quaranta giorni e quaranta notti, ha meritato di porre fine, grazie all'acqua del cielo, ad una siccità prolungata sulla terra intera (1 R 19,8 ; 18, 41) ; ha spento la sete bruciante del suolo, portandogli una pioggia abbondante. Questo successe per darci un esempio, affinché meritassimo, dopo un digiuno di quaranta giorni, la pioggia benedetta del battesimo, e l'acqua del cielo annaffiasse tutta la terra, arida da lungo tempo presso i nostri fratelli del mondo intero. Il battesimo, come una rugiada di salvezza, porrà fine alla lunga sterilità del mondo pagano. Infatti, chiunque non è stato immerso nella grazia del battesimo soffre la siccità e l'aridità spirituali.

Con uno stesso digiuno di quaranta giorni e quaranta notti, il santo Mosè ha meritato di parlare con Dio, di stare con lui, di dimorare con lui, di ricevere dalle sue mani i precetti della Legge (Es 24, 18)... Anche noi, fratelli carissimi, digiuniamo con fervore lungo tutto questo periodo affinché...anche per noi si aprano i cieli e si chiudano gli inferi.
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