lunedì 7 ottobre 2013

Devozione al Santo Rosario

Nel mondo intero la devozione al Santo Rosario è stata da secoli praticata e riconosciuta come la preghiera della Madonna, preghiera umile, fiduciosa e potente. I Santuari sorti con il titolo dedicato alla Regina del Santo Rosario, sono molti. Uno in particolare è considerato come la terra di Maria, luogo propagatore della vera devozione al Santo Rosario. È il Santuario di Pompei, madrepatria di questa preghiera, epicentro dei devoti che lasciano scorrere tra le dita la benedetta Corona del Santo Rosario. L’antica città di Pompei era squallida, distrutta dall'eruzione del Vesuvio, deserta in quella zona, solamente abitata dai contadini, spersi nella vallata. C’era molta miseria, i terreni acquitrinosi, nessuno poteva immaginare cosa stava per nascere lì. Fino all’8 maggio 1876 a Pompei, nella zona dell’attuale Santuario, non c’era nulla. Proprio in questa valle desolata, spopolata ed abbandonata, la Madonna ha scelto la sede del Santuario dedicato al Rosario. Nella Luce di Dio la Madonna vede e conosce tutto. Qualcuno doveva dare inizio alla grande ricostruzione anche della cittadina. 
Nel 1872 arriva per caso il giovane avvocato Bartolo Longo, è lì per curare il patrimonio della contessa De Fusco. Bartolo Longo non era un uomo tranquillo, ma violento, spiritista, anticlericale. Mai avrebbe pensato che quella sua visita avrebbe cambiato la sua esistenza. Fortemente toccato dalla Grazia, è convertito dalla Madonna, rinnega tutti i suoi atteggiamenti contro la Chiesa, comincia a pregare la Madonna e diventa un grande apostolo di Gesù e di Maria. Docilmente si lascia guidare dalla Madonna e mentre passeggia per la vallata, sente una voce che lo invita a diffondere la devozione del Rosario. E lui si impegna subito. Con la sua docilità, la Madonna lo conduce dove vuole Lei. È un grande convertito. Il Santo Rosario sarà la sua preghiera più amata e recitata. Prima ancora di nascere il Santuario, prima ancora di esserci il quadro della Madonna, avviene il primo miracolo di Bartolo Longo, che poi sarà beatificato da Giovanni Paolo II. Ma per portare avanti il disegno della Madonna, subì violentissime persecuzioni, continue calunnie e afflizioni. 
Ecco come avvenne la scelta del quadro. Nel 1875 a Napoli in una soffitta di una casa di Suore, vede un quadro della Madonna del Rosario, se ne innamora e decide di metterlo nella prima piccola cappella costruita con l’aiuto della contessa De Fusco. Il quadro viene portato a Pompei su un carro di letame e l’8 maggio 1876 viene collocata la prima pietra per la costruzione del Santuario. Cominciò a stampare la rivista “Il Rosario e la nuova Pompei”, sia per la raccolta di fondi, sia per propagare il Santo Rosario. Intrepido ed innamorato apostolo, fu uno dei più grandi propagatori del Rosario. 
Nella Supplica alla Madonna di Pompei che si recita l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, ha manifestato la profondità del suo amore a Maria Santissima: “O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisce agli Angeli. Torre di salvezza negli assalti dell’inferno; porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu sarai di conforto nell’ora dell’agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il Nome tuo soave, o Regina del Rosario, o Madre nostra cara, o rifugio dei peccatori, o Sovrana Consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in Cielo”
Per l’infiammato amore del Beato Bartolo Longo, negli anni il Santuario è diventato bellissimo, grande, imponente. Da questo luogo, la Madonna continua ad istruire sull’importanza del Santo Rosario, attrae le anime a sé, infonde con più facilità l’amore a Gesù e il desiderio della santità, della conversione. 
Il quadro della Madonna di Pompei è di una attrazione inesprimibile, inspiegabile. Personalmente rimango incantato, affascinato da questo quadro. Ma è esperienza comune di moltissimi fedeli, rimanere attratti dal volto della Madre di Dio, che offre anche ad ognuno di noi la Corona del Rosario, con l’invito a recitarlo numerose volte nella giornata. 
Lei dichiarò alla fine del 1800, che il Santuario di Pompei è il suo Santuario. Infatti, in questo luogo sono innumerevoli i fedeli che ricevono Grazie. Maria guarda dal suo trono coloro che entrano nel suo Santuario, conosce i loro cuori, ascolta le loro preghiere, a tutti vuole donare le sue Grazie. E sono molti coloro che effettivamente ricevono miracoli e Grazie particolari. Quanto promette, compie con l’amore che ha per tutti noi. 
Trascrivo una bellissima parte della Supplica alla Regina del Santo Rosario di Pompei: “Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, o Madre, rivolgi il tuo sguardo pietoso su di noi, su le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo… O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio Divino… Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono… Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore…”
Una pratica devota pregando il Rosario per ottenere qualunque richiesta è la “Novena del Rosario di 54 giorni” in onore della Madonna del Rosario di Pompei. Si ripete per tre volte la novena recitando ogni giorno le 4 Corone del Rosario per chiedere la Grazia; al termine delle 3 novene di 9 giorni (sono 27 giorni) si ricomincia, recitando di nuovo la novena per 3 volte (altri 27 giorni), come ringraziamento per la Grazia ricevuta, anche se ancora non è arrivata. Si chiede un vero atto di Fede. Bisogna fornirsi del libretto con le meditazioni indicate. 

La vera devozione 
L’elenco dei veri devoti di Maria è inesauribile. Numerosi ci hanno lasciato a loro memoria degli scritti pieni di amore, di approfondimenti e di esaltazione delle grandezze di Maria. Dai Santi abbiamo ricevuto le loro audaci conclusioni sulla regalità e santità di Maria. 
Non è questa l’occasione di tratteggiarne molte, in quanto, nel mio libro “Maria Madre di Dio”, ho riportato circa 500 citazioni di Santi, Papi, teologi e anime devote. Riguardo alle anime devote, bisogna precisare che la devozione di chi pratica quanto crede e ama, di chi opera secondo le indicazioni della sana Tradizione, non è assolutamente da disprezzare. La parola devozione equivale a fervore nel servizio di Dio. La vera devozione è interiore, ma inevitabilmente deve portare ad atti esterni, ad operare imitando chi si ama. Altra cosa il devozionalismo, che può sfociare nella superstizione, ed avviene quando si chiede di ottenere qualcosa solo perché si accende un cero, si recita una preghiera, si entra in un luogo sacro, o si pretende l’aiuto per il banale affetto che si porta alla Madonna. 
Non è qualcosa di automatico la Grazia che si deve ricevere, e solo la Fede vissuta permette di ottenere le Grazie. Quando si ricerca l’affermazione di se stessi e non l’amore di Dio e ai fratelli, la devozione non è pura. Il sentimentalismo è sempre passeggero, può manifestarsi in atteggiamenti esibizionistici momentanei, ma il fedele abbandonerà tutto non appena passerà il bisogno della richiesta di aiuto a Gesù o a Maria. La vera devozione non è sterile credulità, ma amore equilibrato sospinto dalla Fede, dedizione a Dio e disponibilità verso i fratelli. 
Con la vera devozione si compie un atto interno della volontà, pronta a donarsi a Dio con impegno ed operosità. Interiormente le disposizioni sono buone, c’è vero amore, dedizione alla preghiera, volontà di donarsi a Gesù, serio impegno cristiano in tutte le situazioni della vita. C’è obbedienza a Gesù che si rivela nella Chiesa Cattolica. 
Questa è la devozione matura, corretta. La vera devozione, quindi, si fonda sulla Fede e trova nella carità la fonte naturale. La devozione è accesa dall’amore a Dio, è un dono di Dio, ma anche l’uomo è chiamato a coltivare la pratica religiosa. Così, la devozione è curata dalla preghiera quotidiana, dalla meditazione, dalla contemplazione dei misteri di Gesù e di Maria. La devozione è la piena disponibilità a servire Dio, offrendo a Lui la propria volontà, pronta a compiere quanto ci ha rivelato nelle Scritture. La devozione è la gioiosa dedizione al culto di Dio, al servizio della sua Parola. 
È riduttivo dire che il Rosario è solamente una recita di preghiere, è molto di più: è principalmente una contemplazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria, c’è riflessione, meditazione, insieme alle preghiere più belle della Fede Cattolica: il Pater, l’Ave Maria e il Gloria Patri. Si inganna chi parla di recita meccanica del Rosario, perché manifesta mancanza di conoscenza del mistero di Maria. Consideriamo che se la devozione è corretta, essa si valuta solo dai frutti. Il fine della vera devozione è il servizio di Dio, per cui, se nel fedele non c’è operosità nel servire Dio, il giudizio sul fedele sarà negativo. Non è l’attivismo organizzativo dei fedeli impegnati in Parrocchia a garantire la vera devozione, ma la pratica delle virtù di chi si ama. Infatti, solo le virtù manifestano la vera devozione, e solo praticando le virtù il fedele si dona totalmente a Dio. 
La devozione richiede un “oggetto” particolare, verso cui orientare l’affetto spirituale. 
La devozione suscita un’attrattiva verso un aspetto della vita di Gesù, di Maria, di un Santo, un interesse spirituale personale. La devozione è amore verso Dio e ciò che vive in Lui. È attrazione, che deve essere sempre accompagnata dalla presenza dello Spirito Santo. Il momento più importante nella spiritualità mariana è quando si scopre l’amore della Madonna.Bisogna scoprire la Madonna nella propria vita. 
Non si amerà mai sul serio la Madonna se non ci si accorge della sua presenza, della sua opera, e non si comprende il motivo di questa presenza, cosa Lei vuole compiere in un’anima. Molti cattolici pregano ogni giorno il Rosario, anche con amore, ma non hanno scoperto la presenza della Madonna nella loro vita. Si capisce questo dalla mancata imitazione della Madonna. Ho scritto che la consacrazione alla Madonna deve portare alla sua imitazione, così, quando si scopre la Madonna nella propria vita aumenta lo spirito della consacrazione, si cresce nell’imitazione. Quando si scopre la Madonna nella propria vita, cambia tutto, perché la sua presenza invisibile diventa certezza di aiuto, sostegno, istruzione, colloquio amoroso, fiducia illimitata, preghiera piena di speranza e confidente. 
Cambia il modo di pregare, perché aumenta di molto la fiducia verso la Madonna e la fiducia dà le ali alla preghiera, che diventa umile, semplice, sicura, costante, filiale. La preghiera diventa colloquio con la Madonna, si parla con Lei con maggiore rispetto, ma cresce la fiducia e l’abbandono in Lei, la confidenza si sviluppa ampiamente, ci si sente osservati, ascoltati e guidati da Lei, cosa che avviene realmente. Effettivamente, chi scopre la presenza di Maria nella propria vita, migliora rapidamente la sua vita spirituale. Secondo momento è l’accettazione della Madonna nella tua vita, lasciando a Lei ogni iniziativa e limitandoti ad obbedire a Colei che era obbedita anche dal Figlio di Dio. Non basta scoprire la Madonna nella propria vita, bisogna anche accettarla. L’accettazione comporta l’obbedienza a Lei. 
Accettarla significa diventare docile a Lei, fare quanto Lei vuole, vivere con il suo amore, operare e parlare come piace a Lei. Scoprire ed accettare la Madonna nella propria vita, significa rispondere fedelmente al disegno che Gesù ha su te, realizzare la tua vita di cristiano, riscuotere la fiducia di Dio, vivere come un vero apostolo di Maria. 
E Maria compirà grandi opere in te, sarà Lei stessa a costruire un grande ed assestato edificio spirituale, composto e fortificato dalle tre virtù teologali (1. Fede – 2. Speranza – 3. Carità), dalle quattro virtù cardinali (1. Prudenza – 2. Giustizia – 3. Fortezza – 4. Temperanza), dai doni dello Spirito Santo (1. Sapienza – 2. Intelletto – 3. Consiglio – 4. Fortezza – 5. Scienza – 6. Pietà – 7. Timor di Dio). 
Lei ti insegnerà a praticare con facilità le virtù morali, a vivere e ad agire onestamente in ogni circostanza. Quando saranno in te radicate queste virtù, sarai una persona nuova, rinata al Vangelo di Gesù, nel Cuore di Maria. Non volerti mai distaccare da questo dolce Cuore, perché andresti incontro alla tua sconfitta morale, spirituale e, in ultimo, corporale, eterna. Rimani fiducioso ed abbandonato nel Cuore di Maria, sarà Lei a prendersi cura di tutte le tue esigenze; tutti i tuoi bisogni spirituali e materiali saranno da Lei curati ed esauditi come mai avresti potuto soddisfarli tu. 
Impegnati nella pratica giornaliera delle virtù per imitare la Madonna, per diventare un credibile apostolo di Lei, per portare ovunque il suo Spirito ed aiutare tante anime ad incontrare l’Amore e la misericordia di Gesù. 
Sarai una visibile copia della Madonna per le virtù che praticherai e le opere che farai, nella misura della presenza di Maria in te e della tua imitazione di Colei che è “Vergine Madre, Figlio del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio. Tu sei Colei che l’umana natura nobilitasti, che il suo Creatore non disdegnò di farsi sua Creatura”. 
Estratto dal libro "Santo Rosario meditato" di Padre Giulio Maria Scozzaro
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