venerdì 17 luglio 2009

La delusione

Figlio, perché ci hai fatto così?...ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo..." (Lc 3,48).Parto dal testo Vangelo di Luca che ci racconta dello smarrimento e del ritrovamento di Gesù nel tempio per parlare di un argomento ricorrente nella vita di relazioni umane: la delusione.La Madonna e San Giuseppe sono delusi dal comportamento assunto da Gesù che volontariamente aveva deciso di restare lì.
Non gli sarebbe costato nulla avvertire la Madonna e San Giuiseppe della sua intenzione di continuare nella sua missione, quella che i suoi genitori non avevano compreso ancora. Probabilmente alla base di questa scelta di rimanere senza avvisare e senza chiedere il permesso, era minorenne, avevo dodici anni, fu dettato dal grande zelo per la casa del Signore che nel Cuore di Gesù-ragazzo si aumento soprattutto nelle grandi occasioni in cui doveva evangelizzare, doveva rivelare il vero volto di Dio, doveva far conoscere la sua missione, la sua natura divina.
Ma comprensibile da un punto di vista teologico, il fatto che Gesù non avvisi i genitori mette ansia, anoscia nel cuore degli stessi. Genitori potremmo dire disattenti che ai nostri giorni poteva incorrere anche in un denuncia per abbandono o mancata vigilanza, ma che in realtà dimostra la grande fiducia che Maria e Giuseppe avevano nei confronti di Gesù. Non pensavano minimamente che avesse potuto fare una cosa simile.
Ma si sa quando Dio chiama si fanno le cose più assurde e incompresibili alla mente umana e alla logica umana. Perciò nessuna offesa da parte di Gesù nei confronti del ruolo dei suoi genitori, ma sola la forte spinta a parlare di Dio a confrontarsi con i fratelli nell'unica fede di Abramo e di indirizzare il popolo all'accoglienza del messia.
Tutto questo per introdurci nel grande tema umano della delusione. Figli che deludono i genitori, gemitori che deludono i figli, persone care che deludono altre persone a volte per rispetto o amore, a volte solo per egoismo, paura, difficoltà di portare avanti una relazione, un rapporto di collaborazione, stima, fiducia amizia, affetto. La delusione è cocente soprattutto quando si determina ne cuore degli altri e nella vita degli altri una situazione di fragilità spirituale, umana ed affettiva, tanto da determinare uno stato di depressione e di frustrazione. Quante persone a me noto, quante esperienze fatte che inducono ad una profonda riflessione su questo tema.
Anche io oggi pongo questo interrogativo a tutti voi che forse avete deluso le attese di persone a voi care o siete stati delusi: figlio, genitore, amico, collaboratore, ecc. perché hai fatto tutto questo.
Qual è stato il tuo scopo, perché mi hai illuso, deluso, fatto credere ciò che non era vero?
Non si prende l'amore, l'amicizia, la fiducia, le confidenze, le aperture del cuore e in un momento dimenticare il tutto, chiudere rapporti legami senza dire il perchè e in qualche modo gisutificare le scelte. Nessuno è costretto ad amare, ad essere amico, a sentirsi ed esere figlio e genitore, ma il dovere di dire la santa verità anche se fa male non può essere ignorato, né disatteso nei nostri comportamenti umani. Il silenzio non sempre è utile per chiarire le cose, ma una giusta parola più aiutare a capire e a riprendere un cammino ove è possibile di amore, di rispetto e di amicizia.
L'esempio di Cristo ci deve spronare a questo compoortamento di onestà intellettuale: Gesù precisa ai genitori perché ha fatto questo; ma poi ritorna ad essere a loro sottomesso, cioè a continuare una relazione genitori-figlio che è la base della famiglia.
Questo comportamento di amore e di rispetto vale in ogni altra relazione soprattutto quando sono in gioco i sentimenti e la vita degli altri.
Buona riflessione ed approfondimento a tutti.

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