venerdì 11 giugno 2010

Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta

Beato Giovanni XXIII (1881-1963), papa
Giornale dell'anima, 1901-1903 (trad. Cerf, 1964, p. 242 )

Io sento che il mio Gesù si fa sempre più vicino. Egli ha permesso in questi giorni che io cadessi in mare, e non annegassi proprio tenuto conto della mia miseria e della mia superbia, per farmi capire quanto io abbia bisogno di lui. Al momento in cui rischio di venire sommerso, Gesù, camminando sulle acque, mi viene incontro sorridendo per salvarmi. Vorrei dirgli con Pietro: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore» (Lc 5,8), ma sono prevenuto dalla tenerezza del suo cuore e dalla mitezza delle sue parole: «Non temere» (Lc 5,10).

Oh! Non temo nulla accanto a te! Riposo contro di te; come la pecora smarrita, sento battere il tuo cuore; Gesù, sono tuo una volta di più e per sempre. Con te, io sono veramente grande; senza di te sono soltanto una canna debole, ma appoggiato su di te sono una colonna. Non devo mai dimenticare la mia miseria, non però allo scopo di tremare sempre, bensì affinché, malgrado la mia umiltà e la mia confusione, io mi avvicini al tuo cuore con una fiducia sempre più grande, poiché la mia miseria è il trono della tua misericordia e del tuo amore.
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