sabato 12 giugno 2010

Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore

Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906), carmelitana
Ultimo ritiro, 15° giorno

«La Vergine serbava tutte queste cose nel suo cuore». Tutta la sua storia si può riassumere in queste poche parole! Nel suo cuore, infatti, lei ha sempre vissuto, e in una tale profondità che lo sguardo umano non può seguirla. Quando leggo nel Vangelo che «Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda» (Lc 1,39) per compiere la sua opera di carità presso Elisabetta sua parente, la vedo passare bella, calma, maestosa, raccolta nel suo cuore con il Verbo di Dio. La sua preghiera fu sempre questa : «Eccomi...» Chi? «La serva del Signore» (Lc 1,38), la più piccola delle sue creature: sua Madre! Fu proprio vera nella sua umiltà, poiché fu sempre immemore, ignara, liberata da se stessa. Pertanto essa poteva cantare: «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente; d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,49.48).

Questa Regina delle vergini è anche Regina dei martiri. Tuttavia fu ancora il suo cuore ad essere stato trafitto dalla spada (Lc 2,35), poiché per lei tutto succede nell'intimo... Oh! Quanto è bella da contemplare nel suo lungo martirio, così serena, avvolta in una sorta di maestà che respira insieme la fortezza e la dolcezza! Infatti aveva imparato dal Verbo stesso come devono soffrire coloro che il Padre ha scelto come vittime, coloro che egli ha voluto associare alla grande opera della redenzione, coloro che egli ha «conosciuti e predestinati ad essere conformi al suo Cristo», crocifisso per amore. Lei sta in piedi sotto la croce nella fortezza e nel coraggio.
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