venerdì 28 maggio 2010

S. Ubaldesca Taccini

Vergine - Patrona di Calcinaia

Ubaldesca Taccini nacque a Calcinaia (Pisa) nel 1136 da genitori di umile condizione. Figlia unica, fin da giovane seppe mostrarsi umile e devota nei confronti dei genitori e di Gesù.

Chiamata dal Signore ad entrare nell'ordine Gerosolomitano (diventato in seguito, dopo diversi cambiamenti, Sovrano Militare Ordine di Malta) di S. Giovanni (istituito nel 1099 in Gerusalemme presso la Chiesa di S. Giovanni Battista sotto la regola di S. Agostino), all'età di 15 anni lasciò Calcinaia per la città di Pisa, fermandosi nella Chiesa di S. Sepolcro (costruita nei primi anni del secolo XII dall'architetto pisano Diotisalvi).

Ubaldesca Taccini segnò profondamente la vita spirituale di Pisa nei secoli XII-XIII, insieme con santa Bona, S. Guido della Gherardesca e S. Ranieri. In un periodo storico che vide la Repubblica Marinara di Pisa dominare il Mediterraneo e i suoi cittadini godere di un tenore di vita particolare, Ubaldesca propose un modello di vita sganciato dalla vita sociale pisana e strettamente fedele al messaggio di povertà e rinuncia predicato da Gesù.
Si distinse, particolarmente, per le pratiche ascetiche e per la cura dei malati e dei bisognosi.

Per tutti i 55 anni di vita religiosa, Ubaldesca praticò nel monastero e nello “Spedale” della città l'umiltà e la carità, mortificando di continuo il suo corpo con digiuni intensi e prolungati. Operò miracoli già in vita: tra i tanti, che le vengono attribuiti, il più conosciuto resta quello della tramutazione dell'acqua del pozzo, della Chiesa del Santo Sepolcro di Pisa, in vino.

Dopo la morte, avvenuta il 28 maggio 1206, festa della SS. Trinità, si moltiplicarono le guarigioni straordinarie legate al suo nome.
Papa Sisto V (Felice Peretti, 1585-1590) concesse l'indulgenza plenaria per tutti coloro che visitavano la Chiesa maltese il giorno 28 maggio.

Le reliquie di S. Ubaldesca sono attualmente custodite e venerate nella Pieve di Calcinaia, paese natale della santa, dove furono solennemente traslate il 24 maggio 1924 per volontà dell'Arcivescovo di Pisa Cardinale Pietro Maffi. L'indimenticato pastore della Chiesa Pisana accolse le richieste dei calcinaioli risentiti per la scarsità e la quasi scomparsa del culto di Ubaldesca presso la chiesa del Santo Sepolcro di Pisa, da tempo abbandonata dall'Ordine di Malta.

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