sabato 10 aprile 2010

Domenica della Divina Misericordia-indulgenze


Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha voluto che la seconda Domenica di Pasqua fosse denominata “Domenica della Divina Misericordia” (Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Decreto Misericors et miserator, 5 Maggio 2000).
Il culto della Divina Misericordia è legato a
suor Faustina Kowalska, la mistica polacca proclamata santa nel corso dell’Anno Santo del 2000, di cui Giovanni Paolo II è stato un fervente devoto, come testimonia la sua seconda Enciclica Dives in misericordia scritta nel 1980 e dedicata alla Divina misericordia.

Nel citato Decreto sono previsti tutti i casi per beneficiare dell’Indulgenza plenaria o parziale:

« [...] Il Sommo Pontefice pertanto, animato da ardente desiderio di favorire al massimo nel popolo cristiano questi sensi di pietà verso la Divina Misericordia, a motivo dei ricchissimi frutti spirituali che da ciò si possono sperare, nell’Udienza concessa il giorno 13 giugno 2002 ai sottoscritti Responsabili della Penitenzieria Apostolica, Si è degnato di largire Indulgenze nei termini che seguono:

Si concede l'Indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice) al fedele che nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della “Divina Misericordia”, in qualunque chiesa o oratorio, con l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato, anche veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del SS.mo Sacramento dell'Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, il Padre Nostro e il Credo, con l'aggiunta di una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p. e. “Gesù Misericordioso, confido in Te”).

Si concede l'Indulgenza parziale al fedele che, almeno con cuore contrito, elevi al Signore Gesù Misericordioso una delle pie invocazioni legittimamente approvate.
Inoltre i naviganti, che compiono il loro dovere nell'immensa distesa del mare; gli innumerevoli fratelli, che i disastri della guerra, le vicende politiche, l'inclemenza dei luoghi ed altre cause del genere, hanno allontanato dal suolo patrio; gli infermi e coloro che li assistono e tutti coloro che per giusta causa non possono abbandonare la casa o svolgono un'attività non differibile a vantaggio della comunità, potranno conseguire l'Indulgenza plenaria nella Domenica della Divina Misericordia, se con totale detestazione di qualunque peccato, come è stato detto sopra, e con l'intenzione di osservare, non appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, reciteranno, di fronte ad una pia immagine di Nostro Signore Gesù Misericordioso, il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. "Gesù Misericordioso, confido in Te").
Se neanche questo si potesse fare, in quel medesimo giorno potranno ottenere l'Indulgenza plenaria quanti si uniranno con l'intenzione dell'animo a coloro che praticano nel modo ordinario l'opera prescritta per l'Indulgenza e offriranno a Dio Misericordioso una preghiera e insieme le sofferenze delle loro infermità e gli incomodi della propria vita, avendo anch'essi il proposito di adempiere non appena possibile le tre condizioni prescritte per l'acquisto dell'Indulgenza plenaria.

I sacerdoti, che svolgono il ministero pastorale, soprattutto i parroci, informino nel modo più conveniente i loro fedeli di questa salutare disposizione della Chiesa, si prestino con animo pronto e generoso ad ascoltare le loro confessioni, e nella Domenica della Divina Misericordia, dopo la celebrazione della Santa Messa o dei Vespri, o durante un pio esercizio in onore della Divina Misericordia, guidino, con la dignità propria del rito, la recita delle preghiere qui sopra indicate; infine, essendo “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7), nell'impartire la catechesi spingano soavemente i fedeli a praticare con ogni possibile frequenza opere di carità o di misericordia, seguendo l'esempio e il mandato di Cristo Gesù, come è indicato nella seconda concessione generale dell'“Enchiridion Indulgentiarum” (Manuale delle indulgenze). »

Il presente Decreto ha vigore perpetuo. Nonostante qualunque contraria disposizione.

Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 29 giugno 2002, nella solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo 2002.
Luigi De Magistris Arcivescovo tit. di Nova Pro-Penitenziere Maggiore
Gianfranco Girotti, O.F.M. Conv. Reggente
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Per far sì che i fedeli vivano con intensa pietà questacelebrazione, Giovanni Paolo II, il 13 giugno 2002 ha stabilito che la predetta Domenica sia arricchita dell’Indulgenza Plenaria affinché i fedeli possano ricevere più largamente il dono della consolazione dello Spirito Santo e così alimentare una crescente carità verso Dio e verso il prossimo e, ottenuto essi stessi il perdono di Dio, siano a loro volta indotti a perdonare prontamente i fratelli.
Per lucrare l’indulgenza plenaria il fedele adempirà le seguenti condizioni:
1. Essere battezzato e non scomunicato;
2. Avere l’intenzione di ottenere l’indulgenza;
3. Conversione del cuore ed esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale;
4. Confessione individuale;
5. Partecipare alla Santa Messa e Comunione eucaristica;
6. La Domenica della Divina Misericordia (la seconda di Pasqua 11 aprile 2010) visita una qualunque chiesa o oratorio e, durante la visita,
• rinnova la professione di fede, mediante la recita del Credo (per riaffermare la propria identità cristiana);
• recita il Padre nostro (per riaffermare la propria identità di figlio di Dio, ricevuta nel battesimo);
• prega secondo l’intenzione del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altra preghiera);
• partecipa ad una pratica di pietà svolta in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, oltre al Padre nostro e al Credo una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (per es. "Gesù Misericordioso, confido in te")

Alcuni chiarimenti:
Queste le condizioni imprescindibili per ottenere l’indulgenza plenaria.
Visto l’incredibile valore dei benefici che si ottengono con queste pratiche e la sempre presente tentazione a facilitarci la strada si ribadisce l’invito alla serietà e all’impegno ad adempierle per intero nel giorno indicato.
In questo modo, la pratica per ottenere l’indulgenza può divenire effettivamente l’occasione per cambiare vita o per ripartire nel lungo e difficile cammino verso la santità, non rimanendo un fenomeno isolato, ma portando frutti di costanza e fedeltà nella vita quotidiana del fedele.
Tuttavia, non essendo una formula o un rito magico ed essendo infinita la misericordia di Dio,che guarda per prima cosa il cuore degli uomini, la stessa Madre Chiesa viene in aiuto dei fedeli non lasciandoli soli per cui:
• la confessione sacramentale,
• la comunione eucaristica,
• le preghiere secondo le intenzioni del Sommo Pontefice
possono essere adempiute entro otto giorni precedenti o (se non si è in peccato mortale) successivi al "giorno dell’indulgenza" ; tuttavia è conveniente che la comunione e la preghiera secondo le intenzioni del papa siano fatte lo stesso giorno in cui si visita il luogo sacro prescelto.
Ave Maria!
DIO MUTERA' LA TUA SENTENZA SE TU MUTERAI LA TUA VITA
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