martedì 23 marzo 2010

Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono

Sant'Atanasio (295-373), vescovo d'Alessandria, dottore della Chiesa
Discorso sull'incarnazione del Verbo, 21-22

Qualcuno potrebbe domandare : se era necessario che Cristo abbandonasse il suo corpo alla morte per il bene di tutti, perché non l'ha abbandonato semplicemente come qualsiasi uomo, ma si è lasciato crocifiggere ? Era più conveniente per lui deporre il suo corpo dignitosamente, piuttosto che subire una morte ignominiosa. Ma costui si domandi se la sua obiezione non sia troppo umana. Quello che ha fatto il Salvatore è veramente divino e degno della sua divinità per più ragioni.

Anzitutto la morte per cui muoiono gli uomini accade per la debolezza della loro natura : non possono durare a lungo e col tempo deperiscono, si ammalano, perdono le forze e muoiono. Ma il Signore non è debole, è la potenza di Dio, il Verbo di Dio : è la stessa vita. Se avesse deposto il suo corpo in forma privata, su di un letto, al modo comune degli uomini, si sarebbe pensato... che egli non aveva nulla di più degli altri uomini... E poi non sarebbe stato conveniente che soccombesse a una malattia, lui che guariva le malattie degli altri...

Perché allora non ha evitato la morte come ha evitato le malattie ? Egli possedeva un corpo appunto per poter morire, e non conveniva che si sottraesse alla morte impedendo così la risurrezione... Qualcuno dirà : Egli avrebbe dovuto schivare il complotto dei suoi nemici, per conservare il suo corpo del tutto immortale. Costui impari dunque che neppure questo conveniva al Signore. Come non era degno del Verbo di Dio, che è la vita, mettere a morte il suo corpo per sua iniziativa, così non era conveniente che egli sfuggisse la morte che gli veniva dagli altri... Tale atteggiamento non mostrava affatto la debolezza del Verbo, ma lo faceva conoscere come Salvatore e Vita... Il Salvatore non veniva a consumare la propria morte, ma quella degli uomini.
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