lunedì 22 marzo 2010

Io sono la luce del mondo

Clemente d'Alessandria (150-circa 215), teologo
Stròmata

Quando tu Signore Gesù mi conduci alla luce, e trovo Dio per mezzo di te, e da te ricevo il Padre, divento tuo coerede (Rm 8, 17), poiché non ti sei vergognato di chiamarmi fratello (Eb 2, 11). Togliamo dunque dalla verità la dimenticanza, togliamo l'ignoranza ; e dissipate le tenebre che ci avvolgono come una nuvola sugli occhi, contempliamo il Dio vero, proclamando : « Salve, luce vera ! »

Perché su di noi che eravamo immersi nelle tenebre e circondati dall'ombra della morte (Lc 1, 79) è sorta la luce, luce più pura del sole, più bella di questa vita terrena. Questa luce è la vita eterna, e vivono infatti tutti coloro che vi partecipano. La notte fugge la luce e, nascostasi dalla paura, cede il passo al giorno del Signore. La luce che non può venir spenta, si è diffusa ovunque, e l'Occidente ha raggiunto l'Oriente. Questo è il significato della « creazione nuova ». Infatti, il sole di giustizia (Ml 3, 20) che illumina ogni cosa risplende su tutto il genere umano, come il Padre suo fa sorgere il suo sole sopra tutti gli uomini (Mt 5, 45) e fa scendere su di loro la rugiada della sua verità.
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