sabato 18 aprile 2009

vantaggi delle pazienza

San Cipriano (circa 200-258), vescovo di Cartagine e martire

“La carità è paziente; è benigna la carità... tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13, 7). L’apostolo Paolo ci fa vedere così che essa può perseverare tenacemente per il fatto che sa sopportare tutto. E altrove “Sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace” (Ef 4, 2).
Con ciò ha voluto dimostrare che non si può conservare né l’unità né la pace se i fratelli non si sostengono vicendevolmente con la mutua sopportazione e non serbano il vincolo della concordia con l’aiuto della pazienza. Cosa dire ancora se non di non giurare, né maledire, di non richiedere ciò che ci viene preso, di porgere l’altra guancia a chi ci percuote, di perdonare al fratello che ha peccato, non soltanto settante volte sette, ma pure di rimettergli tutti i suoi torti, di amare i nemici, di pregare per i avversari e quanti ci perseguitano.
Come riusciremo a compiere tutto questo se non siamo tenacemente pazienti, toleranti? Questo fece santo Stefano quando, lungi dal gridare vendetta, domandò la grazia per i suoi carnefici dicendo: “Signore, non imputar loro questo peccato” (At 7, 60).

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