giovedì 19 maggio 2011

244 - Chi accoglie colui che manderò, accoglie me

In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Gesù, al termine del suo gesto di umiltà e di servizio (la lavanda dei piedi), può esortare, con la forza dell'esempio, i discepoli al servizio vicendevole nella comunità cristiana. Egli fa leva sulla sua condizione divina di Signore e Maestro per invitare i discepoli a imitare il suo esempio di umile servitore dei fratelli (Gv 13,14).
Se il Figlio di Dio si è abbassato tanto per amore dei discepoli, a maggior ragione essi devono servirsi reciprocamente. Egli ha dato l'esempio che i suoi discepoli devono imitare: devono amarsi come Gesù li ha amati (Gv 13,34; 15,12) e devono prestarsi i più umili servizi a imitazione di Cristo che è venuto per servire (Mc 10,41-45; Lc 22,24-27).Con l’esortazione alla pratica delle sue parole, Gesù intende rivolgersi soprattutto al discepolo che sta per tradirlo; per questo specifica che non intende parlare di tutti i discepoli. Costoro, infatti, eccetto Giuda, hanno osservato la parola di Dio (Gv 17,6) e hanno creduto nell’Inviato del Padre (Gv 17,8). Gli undici apostoli fedeli a Cristo sono stati custoditi dal Figlio di Dio (Gv 15,16; 17,12) e il Padre li preserverà dal maligno (Gv 17,15).
Il caso di Giuda corrisponde al disegno divino, in quanto adempie la Scrittura che aveva già predetto il tradimento del Messia da parte di uno dei suoi amici più intimi (v. 18). Il testo biblico citato qui da Giovanni è il Sal 41,10. La denuncia anticipata del traditore favorisce la fede dei discepoli nella divinità di Gesù (v. 19).
Il brano si conclude con un detto di Gesù che troviamo anche nei sinottici (Mc 9,37 e par. ; Mt 10,40 e par.). In questo detto Gesù proclama che l’accoglienza riservata alla sua persona e ai suoi inviati, in realtà, è fatta al Padre.
Questo detto sull’accoglienza di Gesù probabilmente vuole insinuare, per antitesi, la gravità del rifiuto del Cristo da parte del traditore. Nel vangelo di Giovanni "accogliere Gesù" molto spesso significa credere in lui, aderendo alla sua persona divina (1,12; 3,33; 5,43).

Padre Lino Pedron

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