mercoledì 11 giugno 2014

Commento al Vangelo 10-06-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Gesù paragona i discepoli al sale della terra e alla luce del mondo. Essi portano al mondo la felicità, trasfigurano la vita e danno sapore ad ogni realtà umana; se vengono meno non possono essere sostituiti da nessuno. Essi devono essere testimoni trasparenti della luce di Cristo che hanno in sé, perché tutti, dentro e fuori della Chiesa, vedano le loro opere buone e glorifichino il Padre loro che è nei cieli. 
Il discorso in seconda persona (voi) collega il testo alla nona beatitudine (vv.11-12) ma anche a tutto il discorso successivo, che solo da 7,21ss ritorna allo stile impersonale e didattico. Con ciò in certo modo si dice che la comunità perseguitata e oltraggiata è particolarmente adatta ad essere il sale della terra e la luce del mondo. Il v.16 però riferisce il sale e la luce alle opere buone di ogni genere. Il potere del sale è molteplice. Esso condisce, depura, protegge dalla putrefazione. Nell'Antico Testamento lo si usava per il sacrificio. Secondo Lv 2,13 è prescritto che in ogni sacrificio di oblazione si offra il sale. Nel mondo greco il sale simboleggia l'ospitalità. Il significato dei discepoli per il mondo corrisponde a quello del sale per il cibo: sono insostituibili. Ma l'accento non è posto su questo punto, ma sulla possibilità di fallire. Il sale può diventare senza gusto, e allora non c'è più nulla con cui si possa salare. 
Se i discepoli falliscono, se mancano al proprio compito, non resta loro che attendere il giudizio che gli uomini pronunciano su di loro. Specialmente in Isaia il giudizio viene presentato come l'essere calpestati (Is 10,6). I cristiani sono il sale della terra se compiono le opere di misericordia sulle quali saranno giudicati (Mt 25,34ss). Ai discepoli inoltre viene assegnata, senza limiti, la funzione di luce del mondo e di città sul monte. La città sopra il monte simboleggia la forza di attrazione della comunità cristiana. 
Ai discepoli è affidata la luce perché la facciano risplendere. Occultando la luce, si rendono colpevoli come il servo infingardo che ha nascosto il talento sotto terra (Mt 25,18ss). Far risplendere la luce è la manifestazione della propria fede davanti agli uomini (Mt 10,32-33) e ciò richiede sacrificio. Le direttive del discorso della montagna mirano a far sì che il comportamento degli uomini sia conforme al comportamento di Dio (Mt 5,48). 
I cristiani sono sale della terra e luce del mondo quando realizzano una vita buona diversa, delle opere buone diverse da quelle del mondo, che mettano criticamente in questione la vita contraria a Dio nella società e nei singoli.
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