sabato 24 dicembre 2011

Auguri dal chiostro: Buon Natale

«Dio, che aveva gia parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato”. (Eb 1, 1-4).


DOMANDA: Caro Gesù Bambino, la notizia deve essere giunta dai Monti fino al Cielo: anche Tu sicuramente sarai informato della nostra crisi. Non osiamo pensare che il Cielo rimanga estraneo ai nostri guai. Siamo tutti molto preoccupati ancor più in vista del tuo prossimo Natale. Mancano i soldi per i piaceri, la mensa sarà meno ricca, i regali più poveri, si spengono le luci! La gente indignata si raduna e si agita nelle piazze, fanno cortei di protesta … I grandi della terra hanno tramato una grande crisi a danno di noi piccoli e noi piccoli non sappiamo come tirarci fuori. Intanto si appressa il giorno del tuo Natale. Dovrebbe essere festa per tutti invece rischia di essere un Natale triste perché stiamo diventando tutti più poveri e noi ormai non siamo più capaci di vivere in povertà. Qualcuno però forse dubita che Tu sia ben informato dei fatti, alcuni non sono certi che Tu conosca gli estremi della nostra situazione e delle malinconiche conseguenze. Allora, caro Bambino, ti chiedo un grande favore a nome mio e di tanti miei amici ai quali voglio inviare gli auguri insieme ai miei fratelli monaci: Ti rivolgo una semplice domanda: Tu che vieni da Dio e nasci da una Vergine, sai davvero tutto di noi, conosci i nostri guai? E soprattutto puoi e vuoi fare qualcosa per noi?


RISPOSTA: Miei cari, dal Cielo Dio è sempre chino sull’uomo, è la sua splendida creatura ora deturpata dal peccato: Egli tutto vede, tutto ascolta, tutti ama. Dal seno verginale della Madre Mia, anche Io, Figlio dell’Altissimo, tutto vedo con assoluta chiarezza e tutti amo di amore infinito ed eterno. Sì che conosco le vostre crisi cominciando dalla più antica, da quella che più gravemente vi ha contaminato, da cui tutte le altre scaturiscono, fin’ anche le crisi dei vostri giorni. Per Noi di lassù però, tanto per intenderci, crisi significa essenzialmente peccato, tradimento, mancanza di amore, egoismo, povertà, indigenza, presunzione. Tutto ciò che costruito da voi nel male, forma una coltre nera, un drappo funebre che vi oscura il Cielo e vi lascia tristi e al buio. Crisi vera per Noi significa uscire per colpa da un ambito di amore, da uno stato di totale benessere e ritrovarsi nudi e spauriti e con lo spettro di un dio che fa paura. Questo è il motivo per cui ancora non mi date la dovuta accoglienza: preferite ancora le tenebre alla luce anche se le tenebre vi avviliscono e vi accrescono la paura. Ma ancora non sapete che proprio per le vostre crisi e per fugare le vostre paure Io vengo tra voi? Non sapete che Io, Figlio di Dio, assumo la vostra natura e volontariamente mi immergo in tutte le povertà del vostro mondo? State sperimentando le tristi conseguenze di un esilio; Io vengo ad indicarvi la strada del ritorno. Siete sedotti dal possesso delle cose; Io vengo volontariamente nella estrema povertà per garantirvi l’eterna ed immarcescibile ricchezza. Vi abbaglia la gloria, il piacere e la grandezza vi avvincono; Io vengo ad umiliarmi nella carne per essere poi schiacciato dalla croce e garantirvi così una rinascita e la definitiva risurrezione perché umiliati, redenti e purificati nel mio sangue. Come vedi Io Bambino in una stalla, incarno in me tutte le umane povertà, tutte le vostre crisi collettive e personali. Mi immergo nel vostro buio, sperimento anche il freddo di una grotta e perfino le tenebre del sepolcro, ma poi debbo proclamare che Io sono la luce del mondo e garantire a chi mi segue la luce della vita. Debbo soprattutto indicare la meta ultima che la si raggiunge risorgendo e rientrando nel cuore stesso del Signore nel gaudio eterno.


DUNQUE: Ora sì, possiamo scambiarci gli auguri nella certezza di avere dal Bambino che nasce la forza di superare ogni crisi cominciando da quelle più acute dello spirito: a Natale cresca e rinasca la luce della fede, quella fede che non si smarrisce neanche dinanzi alla povertà del Presepio ne si sgomenta dinanzi ad un Bambino che è il Dio vivo ed incarnato; arda la speranza che ci fa guardare lontano anche oltre i limiti del tempo, torni a fiorire l’amore, quello dovuto a Dio, quello dovuto al nostro prossimo, a tutto il mondo che ci circonda e ci ospita. Torni l’amore alla vita, la vita del tempo e quella dell’eternità. Così possiamo scoprire che la crisi di soldi per noi cristiani può essere occasione per generare la solidarietà, la crisi del consumismo e la carenza di beni materiali apre ad una migliore stima dei beni eterni del Cielo. Così ci esorta San Paolo: “Se dunque siete risorti con Cristo cercate le cose di Lassù non quelle della terra” (Col. 3,1) Che il Natale ci renda tutti più spirituali, per volare però dobbiamo rifarci le ali e sgombrare l’anima dai pesi mortali. Anche per questo nasce il Bambino! Buon Natale e buon Anno a tutti.


ORAZIONE: Concludiamo uniti nel rendimento di grazie a Dio Padre, che ha mandato il suo Figlio a riscattare tutti gli uomini, preghiamo per la salvezza e la pace del mondo: Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Padre santo, che ci chiami ad annunziare la fede nel Cristo Signore, 
- aiutaci a non smentire mai con la condotta della vita il credo che professiamo.
Tu, che hai mandato il tuo Figlio a liberarci dal peccato e dalla morte,
- togli ogni ansia e tristezza dalla nostra città e dalla faccia della terra.
Fa che l'umanità inondata di gioia per la venuta del tuo Figlio,
- conosca la letizia perfetta nel possesso di te unico sommo bene.
Concedi a noi tuoi fedeli di vivere con sobrietà e amore in questo mondo,
- nell'attesa della beata speranza e della rivelazione gloriosa del tuo Cristo.


I Monaci Benedettini Silvestrini
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