domenica 20 novembre 2011

750 - Il dono di Maria Madre degli uomini

Don Dolindo Ruotolo
Se vogliamo valutare in una luce più placida, accessibile a noi, l'amore di Dio per l'umanità, guardiamo il gran dono di Maria, fattoci da Gesù stesso sulla Croce. Maria, Maria, Maria! il tuo nome è dolcezza ineffabile che risuona dall'un capo all'altro del mondo, il tuo Cuore è abitacolo della bontà di Dio, potremmo dire è la bontà di Dio fatta nostra in Te. Maria è un dono che racchiude tutti gli altri, perché Essa è madre della grazia, della misericordia, della consolazione e del perdono. 
Nessuna lingua può cantare abbastanza le sue lodi, nessun cuore può amarla abbastanza, nessun intelletto può valutarne la grandezza. In realtà, Dio che opera sempre con semplicità, ci ha dato in Maria un tesoro semplicissimo, comprensivo, pieno, col quale la vita viene ad essere imbalsamata di dolcezza. È la Mamma della Chiesa, è la Mamma dell'umanità peregrinante, è il rifugio dei peccatori, è la salute degli infermi, è fonte di grazie, ed è impossibile trovare chiuse le porte della speranza invocandola. La bontà di Dio ha dato il frutto della vita sul Calvario, il frutto ha dato la pianta di ogni bene in Maria; non si può temere di nulla quando si giunge al Cuore di Maria, non c'è nulla d'impossibile quando si fa appello a Lei. 
Per sperimentarlo bisogna darsi a Maria, ed implorare da Gesù che ci dia a Maria; non basta pregarla con qualche ossequio, bisogna affidarsi a Lei come figli, invocandola Mamma; non basta avere una devozione di simpatia, bisogna vivere con Lei ed imitarne la vita. Maria ci dona Gesù come suo frutto soave formato nel suo corpo immacolato.
È impossibile ricevere Gesù escludendo Maria, ed è impossibile amare Gesù senza attingere questo amore dal Cuore di Maria. Gesù ci dona Maria come mamma Sua, come Mamma nostra, ed attraverso le sue immagini ce ne fa sentire il fascino materno. Si direbbe quasi che le immagini miracolose di Maria sono come la sua eucaristia, dalle quali si effonde come polla di acqua viva in mille misericordie. Quelle immagini sono come la roccia del deserto, dalla quale Mosè fece scaturire l'acqua per le assetate moltitudini. Ogni Santuario di Maria, anche il più solitario e nascosto, è una roccia percossa dalla bontà potente di Dio, che dà acque di grazie. Noi non ponderiamo abbastanza questa provvidenza di carità dolcissima, non vediamo le correnti soprannaturali che si condensano intorno ai quadri di Maria, non vediamo che essi sono il dono della Madre ai figli sconsolati e reietti.
Chi si ferma alle apparenze, non vive di Maria e non ne sperimenta la materna bontà in tutta la sua esuberante ricchezza; non basta guardare l'immagine di Maria, bisogna viverne, bisogna cibarne l'anima contemplandola con amore, bisogna risalire a colei che rappresenta, bisogna chiamarla come dono dell'anima, bisogna stare innanzi a Maria nei raggi della sua materna bontà, perché quei raggi di verginale candore che scaturiscono dalle infinite fonti dell'Amore, sono raggi di Dio riflessi in Lei, di Dio che in Lei si manifesta a noi come sorridente mamma!
L'Eucaristia è frutto sacerdotale, ex opere operato, è frutto delle parole stesse dell'Eterno Sacerdote. La comunione di Maria attraverso le sue immagini, per così dire, è dono che Dio fa a chi ama Maria come Mamma, poiché l'immagine diventa come ostia del dono, pronta a darsi a chi anela alla Mamma e confida nella Mamma. Che se il cuore si dà interamente a Maria, e s'inabissa in Lei per avere le sue grazie, allora l'immagine quasi sparisce, e la Mamma si dona all'anima per sostenerla, e donandosi, le dona Gesù. È un mistero che può intendere chi lo esperimenta, chi vive di Maria come si ciba di Gesù, chi riceve Maria come dono di Gesù, e per Lei riceve il dono della santità.
Chi può ridire che cosa grande è il dono di Maria così considerato? Io mi levo al mattino, apro le braccia a Dio, recito il Gloria Patri tre volte, e dico ad ogni volta: In manus tuas, Domine, commendo spiritum meam, ecce ancilla Domini fiat voluntas tua. È l'offerta di me che si completa poi nella S. Comunione. Ma io apro anche le braccia a Maria, ed affidandomi a Lei, le recito l'Ave e le dico: Nelle tue mani, o Signora, raccomando l'anima mia; ripeto l'Ave e le dico: Ecco il tuo servo, sia fatto di me secondo la tua parola, e desidero vivere della sua vita. Ripeto ancora l'Ave e le dico: Sia fatta la tua volontà, desiderando di essere guidato da Lei nella vita, e guidato alla perfezione dalla sua volontà; io inizio la giornata così, affidandomi interamente a Maria, attiro il dono suo in me, vivo di Lei e sono sicuro di vincere ogni battaglia.
Cristo regni sempre nei nostri cuori
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