domenica 20 novembre 2011

749 - Trattato vera devozione a Maria (§ 249-254)

S.Luigi Maria  Grignon de Monfort
249. Quinta pratica. Avranno una grande devozione per l'Ave Maria, di cui pochi cristiani, benché istruiti, conoscono il pregio, il merito, l'eccellenza e la necessità. Bisognò che la santa Vergine apparisse più volte a grandi santi molto istruiti per mostrarne loro il valore, come a san Domenico, a san Giovanni da Capestrano, al beato Alano della Rupe. Essi hanno composto libri interi sulle meraviglie e sull'efficacia di questa preghiera per convertire le anime; hanno proclamato a gran voce, hanno predicato pubblicamente che, essendo cominciata la salvezza del mondo con l'Ave Maria, la salvezza di ognuno è legata a questa preghiera; che è questa preghiera che ha fatto portare alla terra arida e sterile il frutto di vita, e che è questa stessa preghiera, ben recitata, che deve far germinare nelle nostre anime la parola di Dio e portare il frutto di vita, Gesù Cristo; che l'Ave Maria è una rugiada celeste che bagna la terra, cioè l'anima per farle portare frutto a suo tempo; e che un'anima che non è bagnata da questa preghiera o rugiada celeste non porta frutto e dà solo rovi e spine, e va incontro alla maledizione.


250. Ecco ciò che la santissima Vergine ha rivelato al beato Alano della Rupe, come è indicato nel suo libro De dignitate Psalterii, e poi dal Cartagena: «Sappi, figlio mio, e fallo sapere a tutti, che è un segno probabile e prossimo di dannazione eterna avere avversione, tedio e negligenza per l'Ave Maria, che ha salvato il mondo intero». Sono parole molto consolanti e molto terribili, che si stenterebbe a credere se non avessimo per garante questo sant'uomo e san Domenico prima di lui, e poi parecchi grandi personaggi, nonché l'esperienza di parecchi secoli. Perché si è sempre notato che coloro che portano il segno della riprovazione, come tutti gli eretici, gli empi, gli orgogliosi e i mondani, odiano o disprezzano l'Ave Maria e il Rosario. Gli eretici imparano e recitano ancora il Pater, ma non l'Ave Maria, né il Rosario; li aborriscono: porterebbero su di sé un serpente piuttosto che una corona. Gli orgogliosi anche, benché cattolici, siccome hanno le stesse inclinazioni del loro padre Lucifero, disprezzano o hanno solo indifferenza per l'Ave Maria, e considerano il Rosario una devozione da donnicciola buona solo per gli ignoranti e quelli che non sanno leggere. Al contrario, si è visto, per esperienza, che quelli che hanno grandi segni di predestinazione amano, gustano e recitano con piacere l'Ave Maria; e che più sono di Dio, più amano questa preghiera. È ciò che la santa Vergine disse anche al beato Alano, dopo le parole che ho appena citato.


251. Io non so come ciò avvenga né perché, ma è vero; e non conosco un segreto migliore per sapere se una persona è di Dio che esaminare se ama dire l'Ave Maria e il Rosario. Dico: ama; perché può succedere che una persona si trovi nell'impossibilità naturale o anche soprannaturale di dirla, ma la ama sempre e la ispira agli altri.


252. ANIME PREDESTINATE, SCHIAVI DI GESÙ IN MARIA, sappiate che l'Ave Maria è la più bella di tutte le preghiere dopo il Pater; è il più perfetto complimento che possiate fare a Maria, poiché è il complimento che l'Altissimo le mandò a fare da un arcangelo per conquistare il suo cuore; e fu così potente sul suo cuore, per le segrete attrattive di cui è pieno, che Maria diede il suo consenso all'Incarnazione del Verbo, nonostante la sua profonda umiltà. È con questo complimento che anche voi conquisterete infallibilmente il suo cuore, se lo dite come si deve.


253. L'Ave Maria ben detta, cioè con attenzione, devozione e modestia, è, secondo i santi, il nemico del diavolo, che lo mette in fuga, il martello che lo schiaccia, la santificazione dell'anima, la gioia degli angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, il gaudio di Maria e la gloria della Santissima Trinità. L'Ave Maria è una rugiada celeste che rende l'anima feconda; è un bacio casto e amoroso che si dà a Maria, è una rosa vermiglia che le si presenta, è una perla preziosa che le si offre, è una coppa d'ambrosia e di nettare divino che le si dona. Tutti questi paragoni sono dei santi.


254. Vi prego dunque instancabilmente, per l'amore che vi porto in Gesù e in Maria, di non limitarvi a recitare la coroncina della santa Vergine, ma anche la terza parte del Rosario e, se ne avete il tempo, il Rosario intero ogni giorno. Nell'ora della vostra morte benedirete il giorno e l'ora in cui mi avete creduto e, dopo aver seminato benedizioni di Gesù e di Maria, raccoglierete benedizioni eterne in cielo: «Qui seminat in benedictionibus, in benedictionibus et metet» (2 Cor 9,6).

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