giovedì 3 novembre 2011

698 - Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli Angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Il comportamento di Gesù sulla terra dimostra la grandezza della sua misericordia verso i peccatori. Vediamo che gli si fanno intorno e lui, lungi dal respingerli o dal tenersi lontano da loro, al contrario, fa di tutto per stare con loro e attirarli al Padre suo. Li raggiunge nell'intimo della loro coscienza turbata; li richiama con la sua grazia e li conquista col suo amore. Li tratta con tanta bontà che li difende persino davanti agli scribi e ai farisei che li biasimano e sembrano non sopportare la loro presenza accanto a Gesù.
Non solo : egli giustifica il suo comportamento verso di loro con una parabola che non potrebbe spiegare meglio il suo immenso amore per i peccatori. Un pastore che aveva cento pecore, avendone perduta una, lascia tutte le altre per andare in cerca di quella perduta e, trovatala, se la carica sulle spalle per risparmiarle la fatica del cammino. Dopo averla riportata all'ovile, chiama gli amici a far festa con lui per aver ritrovato la pecora che credeva perduta. Poi racconta la parabola di una donna che aveva dieci monete e, avendone perduta una, accende la lampada per cercarla in tutti gli angoli della casa e, dopo averla trovata, invita le amiche per rallegrarsi insieme a loro. Così – continua Gesù – il cielo fa festa per un solo peccatore che si converte e fa penitenza. «Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori; non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Lc 5,31-32).
Vediamo che Gesù applica a se stesso queste vivide immagini della sua grande misericordia verso i peccatori. Quale felicità, per noi, sapere che la misericordia di Dio è infinita! E quale desiderio struggente dovrebbe nascere in noi, di andare a gettarci ai piedi di un Dio che ci accoglierà con tanta gioia .


San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), sacerdote, curato d'Ars
----------

Nessun commento:

Posta un commento