venerdì 11 luglio 2014

Commento al Vangelo 11-07-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (19, 27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Il tale di cui parla questo brano del vangelo aveva chiesto a Gesù che cosa doveva "fare" per "avere" la vita eterna (v. 16); nella sua risposta ai discepoli, Gesù rovescia la prospettiva: bisogna "lasciare" per "avere" (v. 29). 
Questa impossibilità di farsi piccoli per entrare nel Regno è sottolineata da Gesù (vv. 23-24) e ripresa dai discepoli costernati: "Chi si potrà dunque salvare?" (v. 25). Gesù insiste: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile" (v. 26; cf. Gen 18,14; Gb 42,2; Zc 8,6). 
Il Regno non è un bene che si guadagna o si possiede; bisogna riceverlo come dono da Dio. Siamo nel cuore della Rivelazione del Regno e della scelta che richiede (cf. Mt 16,23): o si muore a se stessi per ricevere tutto da Dio o si rende impossibile in noi la venuta del regno dei cieli. 
L’uomo, ricco o povero, non può salvare se stesso, ma deve accogliere la salvezza come dono di Dio. 
Pietro pone la domanda circa la ricompensa riservata a coloro che seguono Cristo. Egli non chiede solo per sé, ma per tutti. 
La domanda è umanamente comprensibile, ma insensata, perché non tiene conto che la ricompensa divina è sempre grazia. 
Il seguire Gesù conduce alla partecipazione della sua gloria in paradiso. Con la domanda di Pietro, Matteo prepara la parabola che segue (Mt 20,1-16). Lutero, commentando questo brano in una predica del 1517, diceva: "Senza la rinuncia alle cose, non si ottiene nulla"
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