domenica 7 luglio 2013

Se capisci queste cose, puoi vedere Dio

San Teofilo, Vescovo di Antiochia, a proposito della purezza del cuore, così scrive: "Se dici: Fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l'uomo che è in te, ed io ti mostrerò il mio Dio. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le differenze tra luce e tenebre, tra bianco e nero, brutto e bello, armonioso e caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci. Allo stesso modo si comportano anche le orecchie del cuore e gli occhi dell'anima in ordine alla vista di Dio. Dio, infatti, viene visto da coloro che hanno gli occhi liberi per vederlo. Alcuni hanno gli occhi annebbiati e non vedono la luce del sole: Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò per il fatto di non vedere essi lo attribuiscono a se stessi e ai loro occhi.
Tu hai gli occhi della tua anima annebbiati per i tuoi peccati e per le tue cattive azioni: Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l'anima dell'uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell'uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha perso possesso dell'uomo, egli non può più vedere Dio. Mostra dunque te stesso. Fa vedere se per caso non sei operatore di cose indegne...Dio non si mostra a coloro che operano tali cose, se prima non siano purificati da ogni macchia. Ma se vuoi, puoi essere guarito. Affidati al medico ed egli opererà gli occhi della tua anima e del tuo cuore. Chi è questo medico? E' Dio, il quale per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e dà la vita. Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio" 
(el. da maria m. - estr.: Ad Autolycum, lib.1,2-7)
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