venerdì 27 luglio 2012

Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto

Mt 13,18-23
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Gesù che ha dichiarato "beati" i discepoli perché hanno l'opportunità di "vedere e di "sentire" (Mt 13,16-17), ora precisa che la loro condizione dipende da lui stesso. Egli infatti spiega loro la parabola. La prima situazione di rifiuto (v. 19) presenta il caso di chi ascolta la parola ma non la comprende. Il comprendere non è solo il capire, ma l'accogliere in sé, la comprensione profonda e spirituale (Mt 13,51; 16,12; 17,13) perché egli stesso la spiega loro (Mt 13,18.36; 15,17; 17,11-12) 19 Nel secondo caso (vv. 20-21) la parola viene ascoltata e recepita con gioia. La fase critica è prodotta dall'instabilità dell'accoglienza, descritta attraverso l'immagine della pianta che non riesce ad avere radici. L'insuccesso è causato dalle esperienze di tribolazione (Mt 24,9.21.29) e persecuzione, che sono momenti inevitabili di verifica nel cammino della fede (cf. Mt 8,23-28). La terza situazione negativa (v. 22) è provocata dalle preoccupazioni materiali di ogni tipo. La ricchezza non è un male in sé, ma l'inquietudine che essa inevitabilmente genera, relativizza l'unico valore primario ed essenziale: l'accoglienza della parola del Regno. Il discepolo infatti si distingue per la libertà nei confronti dei beni materiali (Mt 6,25-34) che, se sopravvalutati, diventano un impedimento nel seguire Gesù (Mt 19-16-30). L'accoglienza positiva della parola è sottolineata con l'espressione "fare frutto". L'immagine del frutto viene usata spesso per descrivere la fede viva e perseverante (Mt 7,16-20; 13,33; 21, 19.34.41.43). La perdita nei tre terreni infruttuosi viene largamente ricompensata dal successo della resa del terreno buono.
Padre Lino Pedron
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