lunedì 20 febbraio 2012

La ricchezza del Santo Rosario

Da una lettera scritta dal santo sacerdote Dolindo Ruotolo


Vi scrivo nella luce del santo Rosa­rio, preghiera che ci avvicina tanto al Signore, e che è l’oggetto di una festa liturgica della Chiesa. Alcuni si stupiscono come mai una preghie­ra possa diventare l’oggetto di una festa, sembrando loro che l’oggetto di una festa è Dio, Maria SS., o i Santi. Eppure questa preghiera è Maria santissima che viene incon­tro ai cristiani, come viene incontro loro a Lourdes, a Fatima, alla Tre Fontane. Anzi nel Rosario viene con tutta la ricchezza dei Misteri della Vita, della Passione e Morte del Redentore, e a Lourdes, a Fatima, alle Tre Fontane, e dovunque ap­paia, viene con la ricchezza del santo Rosario.


Gli uomini non fanno la festa del grano?
E il Rosario è tutto un granaio di grazie.
Gli uomini non fanno la festa del­l’uva?
E il Rosario è un vigneto che dà i grappoli per noi, e questi sono grap­poli di Gesù e di Maria. Che furono e che sono vigna di Dio e vita ine­briante di vita per noi.


Maria santissima ha voluto chiamar­si Rosario. Roseto, cioè, poichè come lo sbocciare delle rose avvie­ne nella bella stagione, e come vi sono rose di tutti i tempi, così il Rosario è, per il cristiano, il risbocciare della vita ed il roseto giornaliero che è donato a Dio nelle ore vespertine, come si offriva l’in­censo sull’Altare di oro.
La corona non è semplicemente un oggetto per contare una serie di Ave Maria, di Pater, di Gloria, ma è come un libro che il cristiano - anche il più ignorante - porta con sé e leg­ge; è un legame di amoroso ricordo che ci unisce a Gesù e a Maria; è una collana di perle celesti, perchè ogni granello è un tesoro di indul­genze e un pegno di misericordia per i meriti di Gesù e di Maria.


I grani del Rosario sono come lo svolgersi di una pellicola cinemato­grafica, perché ricordano i grandi Misteri della Redenzione e li ripre­sentano all’anima. L’anima è come lo schermo sul quale si riproduco­no, ed in quella visione essa si mantiene ancora fedele a Dio e alla Chiesa.
Senza il Rosario chi avrebbe più ri­cordato i Misteri della Redenzione? Eppure il loro ricordo è il segreto della vita interiore, ed è indispensa­bile perchè noi possiamo essere cristiani veri e portare il suggello di Gesù.
In mezzo alle disarmonie di questa nostra vita rilassata, il Rosario è stru­mento, arpa, salterio di dieci corde per ogni gruppo di armonie, che fa risuonare ancora la terra di canti d’amore, e nella vita materialissima che viviamo è come una lucida nube di spiritualità che si leva da ogni casa e da ogni cuore.
Chi suona l’arpa non riproduce una musica scritta da un genio musica­le? e non ricalca, colle dita sulle corde, dolcissime note che furono scritte dalla tenerezza di un cuore e furono stampate sotto la pressa di un torchio?
Ebbene, noi, recitando il Rosario ri­produciamo le note di Amore sgor­gate da Gesù e da Maria nei Misteri della loro vita, e sui grani della Corona cantiamo i cantici di quel­l’amore che ci redense.
Nell’anima risuonano le armonie di quest’amore e nella terra desolata si sente l’osannare di quella Carità che ci avvolse in un potente am­plesso di amore.


Come un esercito ha la sua vibran­te marcia che segna il passo ai militi della forza, così il Rosario è la sinfonia amorosa che segna il passo alla Chiesa militante. È come il fragore delle trombe che accompagnarono l’Arca nell’assedio di Gerico, e scossero le sue mura dalle fondamenta. Alla potenza di questo suono di fede non resistet­tero le armate dei Turchi, e furono sgominate; non resisteranno le ar­mate comuniste, peggiori di quelle, e saranno annientate.
Ecco la preghiera alla quale la Chie­sa dedica una festa solenne, per­ché sintesi di tutte le feste che sono un Rosario continuo nell’annuale ciclo liturgico.
Si intona questo mistico Rosario con l’Avvento, si chiude con le feste mariane d’ottobre, per ripigliarci di nuovo, fino a che la Chiesa militan­te sarà trionfante nella Gloria di tutti i suoi Santi.
Santissimo Rosario, timiama fatto da Maria santissima, profumo mescolato da Lei con arte di profumiera, poiché dai Misteri del Gaudio, della Passione e della Gloria si solleva la nube fragrante della preghiera…; oh, santissimo Rosario, fiorisci le deso­late aiuole della miscredenza, affinchè rifiorisca la Fede semplice e viva.
Sac. DOLINDO RUOTOLO
(Da una lettera del 3 ottobre 1948 Festa del santo Rosario)
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