giovedì 11 giugno 2015

Nutriamoci della Parola di Dio di mercoledì 10 giugno 2015

Dal Vangelo secondo Matteo (5,17-19.)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. »

Meditazione del giorno
« Non sono venuto ad abolire la Legge e i Profeti, ma per dare compimento »
Volete sapere come, lungi dal distruggere la Legge e i profeti, Gesù Cristo viene piuttosto a confermali e a completarli? Per prima cosa, riguardo ai profeti, egli conferma con le sue opere ciò che avevano annunciato. Per cui incontriamo spessissimo nel vangelo di Matteo questa espressione: “Affinché si adempisse questa parola del profeta”…
Riguardo alla Legge, egli le ha dato compimento in tre modi. In primo luogo, non tralasciando nessuna delle prescrizioni. Dichiara infatti a Giovanni Battista: “Conviene che così adempiamo ogni giustizia” (Mt 3,15); e ai Giudei diceva: “Chi di voi può convincermi di peccato?” (Gv 8,46)…
In secondo luogo, dà compimento alla Legge volendo sottomettersi ad essa per la nostra salvezza. Quale prodigio! Sottomettendosi ad essa, ci ha comunicato la grazia di adempirla a nostra volta. San Paolo ce l’insegna con queste parole: “Il termine della Legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede” (Rm 10,4). Dice anche che il Salvatore ha condannato il peccato nella carne “perché la giustizia della Legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne” (Rm 8,4). Dice ancora: “Togliamo dunque ogni valore alla Legge mediante la fede? Nient’affatto, anzi confermiamo la Legge” (Rm 3,31). Infatti la Legge tendeva a rendere l’uomo giusto, ma non ne aveva la forza. Allora è venuto Cristo, il termine della Legge e ci ha mostrato la strada che conduce alla giustizia, cioè la fede. Così, ha compiuto le intenzioni delle Legge. La lettera della Legge non poteva giustificare il peccatore; la fede in Gesù Cristo lo giustificherà. Ecco perché egli può dire: “Non sono venuto ad abolire la Legge”.
Guardando con maggiore attenzione, scorgiamo un terzo modo nel quale la Legge viene adempiuta da Cristo. In che modo? Consiste nei precetti stessi dati da Cristo: lungi dal rovesciare quelli di Mosè, ne sono la giusta conseguenza e il complemento naturale.
San Giovanni Crisostomo
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