mercoledì 17 dicembre 2014

Novena di Natale: primo giorno, 16 dicembre

Aprite i vostri cuori perché Gesù vuole abitare in essi dopo Natale."
Esiste un luogo ben preciso per incontrare Dio: è il nostro cuore.
Anche nel Vangelo Gesù ci dice che se osserveremo la Sua parola, Egli verrà con il Padre a porre la sua dimora in noi.
Gesù desidera i nostri cuori come abitazione!
Dunque, se questo è il desiderio di Gesù,  non possiamo restare indifferenti.
In questi giorni di attesa, impegniamoci ad aprire in profondità il nostro cuore per prepararci alla nascita di Gesù in noi.


Impegno di oggi: trovare qualche momento nella giornata per aprire il nostro cuore a Gesù.
Offriamogli tutto cio' che sentiamo come un impedimento all'abbandono: il nostro passato, accidia, scrupoli, peccati, timori...
e poi non pensiamoci più, decisi a cancellarli nella prossima confessione: Gesù Bambino davvero desidera entrare nel nostro cuore, tutti gli ostacoli devono essere allontanati con decisione!


Riflettiamo...
La fede ha ancora in assoluto una sua possibilità di successo?...perchè essa trova corrispondenza nella natura dell'uomo. Nell'uomo vi è una inestinguibile aspirazione nostalgica verso l'infinito. Nessuna delle risposte che si sono cercate è sufficiente; solo il Dio che si è reso finito, per lacerare la nostra finitezza e condurla nell'ampiezza della Sua infinità, è in grado di venire incontro alle domande del nostro essere. Perciò anche oggi la fede cristiana tornerà a trovare l'uomo. [Benedetto XVI] 
Il cuore da sempre è inteso come il luogo da cui fluisce e in cui rifluisce l'amore. E' il luogo in cui custodiamo coloro che amiamo e che ci amano, primo fra tutti nostro Signore Gesù.
Egli, come Bambino, vuole nascere nel nostro cuore e crescervi fino a impregnare di Sè ogni altro amore, ad esserne sorgente e alveo e foce, per creare, tramite noi, un oceano di amore tutto intorno.
D'altra parte "la parola cuore sintetizza le urgenze che mettono in moto l'uomo...L'esigenza di felicità, di giustizia, di amore, dell'essere soddisfatti nel senso tenero e totale del termine: questo è il cuore" (Don Giussani).
Dunque la Madonna, nell'annunciarci che Gesù vuole abitare nel nostro cuore, ci dice che Egli vuole soddisfare quelle esigenze originarie, almeno come anticipo (il centuplo promesso a chi Lo segue), per poi completare la Sua opera in Paradiso. E qui si giocano la nostra libertà e la nostra povertà: la libertà di riconoscerLo presente tra noi e di accoglierLo nel nostro cuore con tutto l'amore di cui la Sua grazia ci rende capaci e che occorre mendicare; il distaccarci dai beni terreni, siano persone che materiali, pur amando le prime e usando i secondi, facendoci poveri di tutto, ma ricchi di Lui, non possedendo nulla che non sia Lui, non confidando in nulla che non sia Lui.
L'avvenimento dell'incarnazione riaccade da sempre, in risposta al nostro desiderio, spesso censurato da noi stessi, ma inestinguibile, di intessere un rapporto con Dio. Egli traspare attraverso la realtà quotidiana delle varie circostanze, attraverso volti e momenti di persone cambiate dal Suo amore, rifatte dalla Sua misericordia e la fede è riconoscere la Sua presenza tra noi, presenza amorosa e provvida. Ancora una volta, come dice il Papa, "la fede cristiana tornerà a trovare l'uomo": è questo il Natale!
Allora apriamo i nostri cuori perchè Gesù li inondi di Sè.
Troviamo un momento nella giornata in cui facciamo memoria della immensa grazia che Dio ci ha accordato dando inizio alla storia della salvezza con l'incarnazione e la nascita del Suo Figli diletto Gesù Cristo.
E chiediamo al Santo Spirito di ricordarci di offrire al Padre ogni dolore e ogni gioia della giornata, riconoscendo che tutto da Lui è donato e permesso per la nostra conversione ed edificazione.
Facciamo un bell'esame di coscienza per prepararci alla Confessione, al fine di purificare il cuore e accogliere in un'abitazione degna il nostro signore Gesù.
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