Mt 5,33-37
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: «Non giurerai il falso, ma adempirai verso
il Signore i tuoi giuramenti». Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché
è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme,
perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: «Sì,
sì», «No, no»; il di più viene dal Maligno.
Gesù proibisce ogni tipo di giuramento.
Il divieto dev’essere interpretato in senso totale.
Le quattro formule di giuramento riportate dal testo e proibite da Gesù rappresentavano tutte le formule di giuramento allora in uso.
Ogni asserzione che vada oltre il semplice sì e no ha la sua origine nel maligno il quale "quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna" (Gv 8,44).
Questo comandamento richiede la veridicità sia davanti a Dio che davanti agli uomini. Chi presta giuramento nel nome di Dio presenta una garanzia di cui assolutamente non dispone.
I giudei giuravano "sulla vita della mia testa". Ma neppure la nostra testa è nostra, ma di Dio. Solo Dio, il creatore, può disporre dell’uomo.
Noi oggi ci troviamo di fronte alla pratica del giuramento.
Essa è contraria al comandamento di Gesù: "Non giurate affatto"
Padre Lino Pedron
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