sabato 15 giugno 2013

Io vi dico: non giurate affatto

Mt 5,33-37 
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: «Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti». Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: «Sì, sì», «No, no»; il di più viene dal Maligno. 

Gesù proibisce ogni tipo di giuramento. 
Il divieto dev’essere interpretato in senso totale. 
Le quattro formule di giuramento riportate dal testo e proibite da Gesù rappresentavano tutte le formule di giuramento allora in uso. Ogni asserzione che vada oltre il semplice sì e no ha la sua origine nel maligno il quale "quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna" (Gv 8,44). 
Questo comandamento richiede la veridicità sia davanti a Dio che davanti agli uomini. Chi presta giuramento nel nome di Dio presenta una garanzia di cui assolutamente non dispone. 
I giudei giuravano "sulla vita della mia testa". Ma neppure la nostra testa è nostra, ma di Dio. Solo Dio, il creatore, può disporre dell’uomo. Noi oggi ci troviamo di fronte alla pratica del giuramento. 
Essa è contraria al comandamento di Gesù: "Non giurate affatto" 
Padre Lino Pedron
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