Discorsi vari, n° 22, 5-6
A Cristo Gesù devi tutta la tua vita, poiché ha dato la sua vita per la tua vita, e ha sopportato tormenti amarissimi affinché tu non sopportassi tormenti eterni... Cosa non ti sembrerà dolce quando avrai raccolto nel tuo cuore tutte le amarezze sopportate dal tuo Signore?... “Quanto il cielo sovrasta la terra” (Is 55,9), tanto la sua vita sovrasta la nostra vita, eppure essa è stata data per la nostra vita. Quanto il nulla non può essere paragonato a nessun’altra cosa, tanto la nostra vita è sproporzionata con la sua...
Anche quando gli avessi consacrato tutto quello che sono, tutto quello che posso, questo sarà ancora come una stella in confronto al sole, una goccia in confronto a un fiume, una pietra rispetto ad una torre, un granellino di sabbia rispetto ad un monte. Non ho altro che due cose piccole, anzi molto minute: il mio corpo e la mia anima, o piuttosto una sola piccola cosa: la mia volontà.
E non la darei forse a colui che ha colmato con tanti benefici un essere così piccolo come sono io, a colui che, donando tutto se stesso, mi ha riscattato per intero?
Altrimenti, se tenessi per me la mia volontà, con quale viso, con quali occhi, con quale spirito, con quale coscienza andrei a rifugiarmi presso il cuore della misericordia di Dio?
Oserei trafiggere quel baluardo fortissimo che custodisce Israele, e fare colare come prezzo del mio riscatto, non qualche goccia, ma fiumi di quel sangue che sgorga dai cinque parti del suo corpo?
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