sabato 6 marzo 2010

Mi leverò e andrò da mio padre

Giacomo di Saroug (circa 449-521), monaco e vescovo siriano
Poema

Tornerò da mio Padre come il figlio prodigo, e sarò accolto. Farò anch’io come ha fatto lui : non mi esaudira ? Eccomi che sto bussando alla tua porta, o Padre misericordioso ; aprimi perché io possa entrare, per paura che io mi perda, mi allontani e perisca ! Mi hai fatto tuo erede e io ho trascurato la tua eredità e dissipato i tuoi beni ; considerami ormai come un mercenario e un servo.

Come il pubblicano, abbi pietà di me e vivrò della tua grazia ! Come alla peccatrice rimetti i miei peccati, o Figlio di Dio. Come Pietro, tirami fuori dalle onde. Come per il buon ladrone, abbi pietà della mia bassezza e ricordati di me ! Come la pecora perduta, vieni a cercarmi, Signore, e mi troverai ; e sulle tue spalle, riconducimi a casa di tuo Padre.

Come al cieco, aprimi gli occhi, ch’io veda la tua luce ! Come al sordo, aprimi gli orecchi, che senta la tua voce. Come per il paralitico, guarisci la mia infermità, ch’io lodi il tuo nome. Come il lebbroso, purificami con issopo dalle mie macchie (Sal 50,9). Come la fanciulla, figlia di Jairo, fammi vivere, o nostro Signore. Come la suocera di Simone, guariscimi, perché sono malato. Come il fanciullo, figlio della vedova, rimettimi in piedi. Come Lazzaro, chiamami con la tua voce e scioglimi dalle mie bande. Perché sono morto a causa del peccato, come a causa di una malattia ; rialzami dalla mia rovina, affinché lodi il tuo nome ! Ti prego, Maestro della terra e del cielo, vieni in mio aiuto e mostrami il tuo cammino, affinché io venga da te. Portami da te, Figlio del Dio Buono e manifesta pienamente la tua misericordia. Verrò da te e mi sazierò nell’esultanza.

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