lunedì 8 marzo 2010

La vedova di Sarepta

Sant’Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi 11, 2-3

Quella vedova uscì a raccogliere due legni per farsi una focaccia, e in quel mentre la vide Elia. L'uomo di Dio la vide proprio mentre lei stava cercando le due legni. Quella donna era figura della Chiesa. E poiché due legni formano una croce, colei che stava per morire cercava di che poter vivere per sempre. Intuito il mistero nascosto, Elia le rivolge la parola udita da Dio… « Va'- le disse - fammi anzitutto una focaccia, pur nella tua indigenza; non verranno meno le tue ricchezze »… Che cosa di più felice di questa povertà? Se qui riceve una tale ricompensa, quale ne dovrà sperare per la fine?

Ho detto questo affinché non aspettiamo il frutto della nostra semina in questo tempo in cui abbiamo seminato. Qui abbiamo seminato con fatica la messe delle buone opere, ma in futuro raccoglieremo con gioia i suoi frutti, secondo quanto è scritto: « All'andata camminavano piangendo, gettando la loro semente; al ritorno verranno con gioia, portando i loro covoni » (Sal 125,6). Il fatto di Elia avvenne come simbolo, non come dono; quella vedova infatti ricevette quaggiù la ricompensa per il fatto che temette l'uomo di Dio. Non è molto quanto seminò, per questo raccolse una quantità non elevata di messe. È temporaneo quanto ricevette, cioè la farina che non veniva meno e l'olio che non diminuiva, fino a quando Dio avesse mandato la pioggia sulla terra…Questo segno che Dio le aveva concesso per lo spazio di pochi giorni significava la vita futura, dove la nostra ricompensa non può venir mai meno. Dio sarà la nostra farina. Come l'olio e la farina per tutti quei giorni non vennero meno, così Dio non verrà mai meno… Semina senza timore, la tua messe verrà più tardi, verrà più lentamente, ma quando sarà venuta non avrà più fine.
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