Leone XIII, papa dal 1878 al 1903
Rerum novarum, 32
La vita di quaggiù, benché buona e desiderabile, non è il fine per cui noi siamo stati creati, ma via e mezzo a perfezionare la vita dello spirito con la cognizione del vero e con la pratica del bene. Lo spirito è quello che porta scolpita in sé l'immagine e la somiglianza divina, ed in cui risiede quella superiorità in virtù della quale fu imposto all'uomo di signoreggiare le creature inferiori, e di far servire all'utilità sua le terre tutte ed i mari (Gen 1,28)…
In questo tutti gli uomini sono uguali, né esistono differenze tra ricchi e poveri, padroni e servi, monarchi e sudditi, perché lo stesso è il Signore di tutti (Rm 10,12). A nessuno è lecito violare impunemente la dignità dell'uomo, di cui Dio stesso dispone con grande riverenza, né attraversargli la via a quel perfezionamento che è ordinato all'acquisto della vita eterna…
Di qui segue la necessità del riposo festivo. Sotto questo nome non s'intenda uno stare in ozio più a lungo, e molto meno una totale inazione quale si desidera da molti, fomite di vizi e occasione di spreco, ma un riposo consacrato dalla religione…Questa è principalmente la natura, questo il fine del riposo festivo, che Iddio con legge speciale, prescrisse all'uomo nel Vecchio Testamento, dicendogli: « Ricordati di santificare il giorno di sabato » (Es 20,8) e che egli stesso insegnò di fatto, quando nel settimo giorno, creato l'uomo, si riposò dalle opere della creazione: « Riposò nel giorno settimo da tutte le opere che aveva fatte » (Gen 2,2)
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