San Cirillo Alessandrino (380-444), vescovo, dottore della Chiesa
Commento sul profeta Isaia, 5, 5; PG 70, 1352-1353
Cristo, volendo restaurare il mondo e ricondurre tutti gli uomini al Padre, trasformare in meglio tutte le cose e rinnovare la faccia della terra, « assunse la condizione di servo » (Fil 2, 7) – egli Signore dell'universo – e annunziò la buona novella ai poveri, affermando che proprio per questo era stato mandato. Per poveri si possono intendere quelli che soffrono nella totale indigenza, ma anche, come dice la Scrittura, tutti quelli che non posseggono la speranza e che nel mondo sono privi di Dio (Ef 2, 12).
Arrivati a Cristo dal paganesimo, arricchiti dalla fede in lui, hanno conseguito un tesoro divino venuto dal cielo, la predicazione del Vangelo della salveza, resi partecipi in tal modo del regno dei cieli e consorti dei santi, eredi di quei beni che non si possono né immaginare, né domandare : « Cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d'uomo ; queste ha preparato Dio per coloro che lo amano » (1 Cor 2, 9).
Quanto ai fratelli venuti dal giudaismo, anch'essi erano poveri, col cuore spezzato, come schiavi e nelle tenebre. Ma venne Cristo, e a Israele prima che agli altri si annunziò con le benefiche e fulgide manifestazioni della sua potenza, proclamò « l'anno di misericordia del Signore » e il « giorno della salvezza »
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