Ruperto di Deutz (circa 1075-1130), monaco benedettino
Commenti sul vangelo di Giovanni
« Giovanni stava là con due dei suoi discepoli e fissò lo sguardo su Gesù che passava ». Certo si tratta di un atteggiamento del corpo, che pure traduce qualcosa della missione di Giovanni, della veemenza della sua parola ed azione. Ma, secondo l'Evangelista, si tratta anche, più profondamente, di quella tensione viva, sempre in sospeso nel profeta. Giovanni non si limitava a compiere esteriormente la sua missione di profeta; teneva anche sempre vivo nel cuore il desiderio del Signore che aveva riconosciuto al battesimo... Senza dubbio, Giovanni era totalmente teso verso il nostro Signore. Desiderava rivederlo. Infatti, vedere Gesù, era la salvezza per chi lo confessava, la gloria per chi lo annunziava, la gioia per chi lo indicava. Giovanni stava là, in piedi, rizzato da tutto l'ardore del suo cuore; stava tutto dritto; aspettava Cristo ancora nascosto sotto l'ombra della sua umiltà...
Insieme con Giovanni, due dei suoi discepoli stavano là come il loro maestro, primizie del popolo preparato dal precursore, non per lui bensì per il Signore. Fissando lo sguardo su Gesù che passava, Giovanni disse: « Ecco l'Agnello di Dio ». Notate i termini di questo racconto. A prima vista, tutto è chiaro, ma per chi si addentra nel senso profondo, si fa sentire il peso del mistero: « Gesù passava »... Cosa vuole dire, se non che il Figlio di Dio è venuto a prendere la nostra natura umana che passa, che cambia. Poiché gli uomini non lo conoscevano, lui si fa conoscere e amare passando in mezzo a noi. È venuto nel seno della Vergine. È passato dal seno della Madre al presepio, e dal presepio alla croce, dalla croce alla tomba; dalla tomba è salito in cielo... Anche il nostro cuore, se imparerà come Giovanni a desiderare Cristo, riconoscerà Gesù mentre passa; se lo seguirà, giungerà, come i discepoli, là dove Gesù dimora – nel Mistero della sua Divinità.
-
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento