sabato 18 settembre 2010

San Giuseppe da Copertino

Sacerdote O.F.M. Conv.

Giuseppe da Copertino, al secolo Giuseppe Maria Desa, nacque a Copertino, presso Lecce, in una stalla (ancora esistente nel suo stato primitivo) il 17 giugno 1603.
I suoi genitori furono Felice Desa e Franceschina Panaca. A sette anni iniziò la scuola, ma una grave malattia lo costrinse ad abbandonarla. Quando guarì, a 15 anni, si attribuì questo miracolo alla Madonna delle Grazie di Galatone (Lecce). Durante la malattia aveva pensato di farsi sacerdote francescano ma gli mancava, però, la dovuta istruzione.

Nel 1625, all'età di 22 anni, i frati presero a cuore la situazione e lo ammisero nella comunità, prima come oblato, poi come terziario e finalmente come fratello laico. Addetto ai lavori pesanti ed alla cura della mula del convento, Giuseppe, ben presto, espresse il desiderio di diventare sacerdote: sapeva appena leggere e scrivere ma intraprese gli studi con volontà e difficoltà. Quando dovette superare l'esame per il diaconato davanti al vescovo, accadde che a Giuseppe, il quale non era mai riuscito a spiegare il Vangelo dell'anno liturgico tranne un brano, il vescovo aprendo a caso il libro domandò il commento della frase: « Benedetto il grembo che ti ha portato »: era proprio l'unico brano che egli era riuscito a spiegare.
Quando trascorsi i tre anni di preparazione al sacerdozio, bisognava superare l'ultimo e più difficile esame, i postulanti conoscevano il programma alla perfezione, tranne Giuseppe; il vescovo ascoltò i primi che risposero brillantemente all'interrogazione e convinto che anche gli altri fossero altrettanto preparati, li ammise tutti in massa: era il 4 marzo 1628.

Per la seconda volta fra Giuseppe, superò l'ostacolo degli esami in modo stupefacente e, il 18 marzo 1628, a Poggiardo, fu ordinato sacerdote per volere di Dio.
Si definiva fratel Asino, per la sua mancanza di diplomazia nel trattare gli altri uomini, per la sua incapacità di svolgere un ragionamento coerente, per il non sapere maneggiare gli oggetti. Ciò nonostante, nel corso della sua vita, ebbe tanti incontri con persone di elevata cultura, con le quali parlava e rispondeva con una teologia semplice ed efficace.

Un professore dell'Università francescana di S. Bonaventura di Roma, disse: “L'ho sentito parlare così profondamente dei misteri di teologia, che non lo potrebbero fare i migliori teologi del mondo”. Possedeva, in effetti, il dono della scienza infusa, nonostante che si definisse “il frate più ignorante dell'Ordine Francescano”.
Amava i poveri, alzava la voce contro gli abusi dei potenti. Ai compiti propri del sacerdote, univa i lavori manuali, aiutava il cuoco, faceva le pulizie del convento, coltivava l'orto e usciva umilmente per la questua.
Amabile, sapeva essere sapiente nel dare consigli ed era molto ricercato dentro e fuori del suo Ordine. Dopo due anni di terribile aridità spirituale, che per tutti i mistici è la prova più difficile da superare, a frate Giuseppe si accentuarono i fenomeni delle estasi con levitazioni; dava improvvisamente un grido e si elevava da terra quando si pronunciavano i nomi di Gesù o di Maria. Una volta, nel contemplare un quadro della Madonna, mentre pregava davanti al Tabernacolo, volando, andò a posarsi in ginocchio in cima ad un olivo rimanendovi per una mezz'ora finché durò l'estasi.
In effetti volava nell'aria come un uccello, fenomeni che ancora oggi gli studiosi cercano di capire se erano di natura parapsicologica o mistica. Il fatto storico è che questi fenomeni sono avvenuti in presenza di tanta gente stupefatta: Giuseppe da Copertino non era un ciarlatano né un mago ma semplicemente un uomo di Dio che opera prodigi e si rivela ai più umili e semplici. Comunque frate Giuseppe costituì un problema per i suoi Superiori che, per distogliere da lui l'attenzione del popolo, che sempre più numeroso accorreva a vedere il santo francescano, lo mandarono in vari conventi dell'Italia Centrale
Di lui si interessò l'Inquisizione di Napoli, che lo convocò per capire di cosa si trattasse e, nel monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, davanti ai giudici, Giuseppe ebbe un'estasi. La Congregazione romana del Santo Uffizio, alla presenza del Pp Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644), lo assolse dall'accusa di abuso della credulità popolare e lo confinò in un luogo isolato, lontano da Copertino e sotto sorveglianza del tribunale. Fu sballottato da un convento all'altro, a Roma, Assisi (1639-1653), Pietrarubbia e Fossombrone (1653-1657).
Il 9 luglio 1657 Pp Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667) mise fine al suo peregrinare destinandolo ad Osimo, dove rimase per sette anni fino alla morte, continuando ad avere estasi, a sollevarsi da terra e ad operare prodigi miracolosi.
Morì il 18 settembre 1663 a 60 anni; il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un'urna di bronzo dorato.

Fu beatificato da Pp Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini, 1740-1758) il 24 febbraio 1753 e dichiarato santo da Pp Clemente XIII (Carlo Rezzonico, 1758-1769) il 16 luglio 1767.
È patrono degli studenti; gli aviatori cattolici statunitensi lo venerano come loro protettore.

--

Nessun commento:

Posta un commento